
per vendere non si sa più cosa inventare e questa non è una novità,
ma per la legge dei grandi numeri, dove si dice che tira più un pelo di f*** che una coppia di buoi la Lindner, azienda polacca di casse da morto, ha messo in pratica una campagna pubblicitaria basata tutta sull'attrazione della patata e derivati.
sono anni ormai che Lindner pubblica calendari che promuovono la sua merce con stimolanti vedove che cavalcano il feretro.
altre vedove inconsolabili, pronte a farsi consolare, che con disinvoltura e a culo all’aria trascinano la cassa a zonzo per il cimitero, angioletti custodi discinti ed ammiccanti e vogliose salme compiacenti.

la Chiesa Cattolica polacca, inorridita e costernata, ritiene la campagna pubblicitaria indecente ed offensiva ... e questo, ai fini dell’efficacia promozionale, sarebbe un bene; ma resta il fatto che a causa delle turbe mentali di qualche moralista laico la sexy promozione viene condannata come profana ed oscena.
il portavoce dell’azienda dichiara: -la bara non dovrebbe essere considerata un oggetto sacro, ma semplicemente un mobile. è solo l’ultimo letto in cui dormiamo. non è un simbolo religioso, ma un prodotto commerciale.-

la Lindner” quest’anno (2015) ha optato per un calendario in bianco e nero che fa più tendenza: ad aprile due modelle si strusciano attaccate alla bara, a novembre una brunetta cavalca nuda la bara, da cui spunta la mano del defunto.
ad agosto lei salta allegra senza vestiti mentre lui ascende al cielo.
- ogni edizione è diversa. quando mettiamo troppe donne le clienti donne si lamentano, quando mettiamo troppi uomini si lamentano i clienti maschi.
insomma, come la giri e la volti, ci sarà sempre qualcuno che si lamenta. quindi facciamo un po’ a nostra discrezione, praticamente come ci pare.-

- quest’anno abbiamo fatto un compromesso e nelle immagini ci sono gli uni e le altre. il nostro messaggio è che la bara non dovrebbe essere un oggetto sacro, ma un comodo e lussuoso mobile dove ritirarsi per il riposo eterno. -
la Chiesa Cattolica polacca ovviamente non è d’accordo e lancia anatemi verso l’azienda responsabile di questa campagna pubblicitaria vergognosa e immorale precisando che la morte, e tutto quello che la riguarda, va trattata in modo solenne e dignitoso e non come un pretesto per il sesso.
