come in questa vita.
Le altre che ho vissuto
sono ancora tutte nella mia memoria:
nella prima ero una fata,
regina si di un bosco tutto mio,
ma quale fatica è regnare;
nella seconda un fiore di campo,
dondolato dal vento e con le corolle come mani aperte alla pioggia,
nella terza un uomo povero
che visse con una dignità tale che mai più venne dimenticato;
l'ultima, prima di questa,
è stata la mia migliore vita,
ero un uccello notturno:
avevo nel becco leggeri canti melodiosi.
Non mi sono mai costruita un nido,
dormivo dove capitava fino a che il tramonto invadeva l'orizzonte.
Ero libera come non mai
e migravo senza aspettare la stagione come tutti gli altri uccelli.
Riposavo dentro un mondo di nuvole di luce.
Ma in questa vita di adesso,
la mia ultima vita,
sono solo una donna normale
costretta a tener i miei occhi bene aperti,
sempre in allerta ma più che mai indifesa.
Che mondo orrendo sono costretta a guardare
e non esistono rifugi,
nessun nido, nessuna scappatoia.
Rimpiango così tanto le mie ali oscure
che a volte,
quando mi guardo nuda davanti allo specchio,
intravedo ancora qualche tenera piuma
sulla mia schiena bianca.....
MariSole

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