
E ti chiedi quando, come e perché tutto è iniziato.
Perché cosa? Il tuo malessere? La latitante autostima? La lunga serie di “problemi”?
Alla mente ecco affacciarsi una timida dolorosa risposta: è colpa tua, è sempre e solo colpa tua.
Ecco tutto spiegato, tutto risolto in un patetico, banale e laconico senso di colpa. Non puoi scappare dai tuoi errori, dalle responsabilità che ti inchiodano alla tua croce di cui hai scelto persino il legno e il colore con cui verniciarla. Adesso che ti sei data una spiegazione vivi meglio? No di certo. Però dicono che gli psicologi son gli unici a poterti aiutare,e per le altre conseguenze c’è sempre qualche farmaco.
Peccato tu non abbia alcuna voglia di raccontare ad un/una estraneo/a i fattacci tuoi, ed anche se in un vano tentativo vorresti proprio aiutarti,sei consapevole che parleresti solo di ciò di cui vuoi parlare, omettendo appositamente le cause dei tuoi sensi di colpa, quindi siamo di nuovo allo start ed è perfettamente inutile far sparare un altro colpo di pistola.
Chiunque ti direbbe che è da matti pensare che il tuo inaccettabile e inaccettato oggi sia una “punizione” per le tue colpe, il solo modo di redimerti, di riscattarti.
Ma tu ne sei convinta.
Amare è una colpa per cui si paga sempre:
Fine pena mai.