
«Vaffanculo amico, dico sul serio Blatter, vaffanculo».
Quest'anno quelli dei poteri forti mi avevano assicurato il pallone d'oro.
Dice: «Apri un blog, scrivi cose leggere, non inimicarti politici o alti papaveri della finanza mondiale, fai qualche palleggio in pubblico, gioca un paio di partitelle a calcetto, guarda quante più gare di Scempion Ligg su Scai e vedrai che nel 2018 il trofeo sarà tuo».
«Io ti ho creduto, amico, e tu mi hai tradito. L'avessi dato a Ronnie avrei capito ma a Lucas, cazzo no! Un ex immigrato clandestino, ma allora vuoi sfottere. Lo sai come la penso».
Dice: «Sai in Italia c'è un casino con la Legge di bilancio, lo spread, il deficit. Una figura di merda dietro l'altra. Poi la crisi globale, il riscaldamento globale, le guerre. E Tramp, e i gilet gialli. Una serie di casini dietro l'altro. La ggente stava cominciando a guardare al mondo come si guarda a una "Casa albergo per anziani", ovvero un misto di pietà e disgusto, e allora dovevamo fare qualcosa di strepitoso, sviare l'attenzione dell'opinione pubblica visto che Asia e Fabrizio si sono mollati».
Ma non capisco, proprio a me dovevate soffiarmi il Pallone d'oro?
Dice: «Ti diamo Sanremo».
«E 'sti cazzi!» rispondo, che poi porta pure male.
«Allora ti diamo cinquanta milioni di dollari».
«Ma non è una questione di soldi, amico».
«Occhei Anguilla, siamo in debito con te, l'abbiamo fatta grossa, ti mettiamo su un piatto d'argento la presidenza dell'ONU. Eh, che te ne pare?».
«Mhhh».
«E anche l'Oscar® come miglior regista… dai lo so che stai sorridendo».
In effetti sorrido. «Vaffanculo amico, aggiungici anche un Toblerone e l'affare è fatto».
«È bello fare affari con te Anguilla».
«Vaffanculo Bla', fammi un altro scherzo del genere e ti riempio di piombo quel cazzo di testone che ti ritrovi».
«Non puoi amico» dice ridendo.
«E perché non posso?».
«Tu mi ami, amico».
«Amavo anche JFK… shhhhhh».