Questo post è una sorta di gioco di scrittura; si sviluppa partendo da una serie di parole scelte a caso da uno dei blogger partecipanti.
Le parole dalle quali bisognava prendere spunto (includendole anche nel post), sono:
-ragazza d'argento
-manto stellato
-città
-dolce malinconia
-strada
-valigia
Partecipano: Alexander.Nevsky, Dealma,ClarissaDalloway, MalenaRM, MorganaMagoo, Ombromanto05, RivolUZI.ONE, Uto80 e VenaCava.
In una piccola CITTA’ di provincia, viveva una vecchietta che nonostante l’età e gli acciacchi a questa legati, era piena di energia e vitalità, tanto da essere stata simpaticamente soprannominata dalla sua amica di sempre, RAGAZZA D’ARGENTO.
Il suo vero nome era Betta: minuta, canuti capelli cortissimi, doppio paio di occhiali da portare alternativamente sul naso o appesi al collo a seconda della necessità, sguardo attento ed aria all’occorrenza, agguerrita.
Nelle sere in cui la temperatura lo permetteva, aveva l’abitudine di ritrovarsi sul balcone con la vicina di casa, un’amica di vecchissima data di nome Robinia, conosciuta quasi per caso decenni prima e con la quale era subito nata un’amicizia che era andata consolidandosi con il tempo.
Di solito le loro conversazioni consistevano nel raffrontare gli acciacchi vecchi e nuovi in una sorta di gara a chi ne aveva di più ma anche nel ricordare le amiche che non c’erano più, a spettegolare su quelle che ancora c’erano, ad elencare gli impegni del giorno dopo, a programmare qualche gita fuori porta, a criticare (da brave suocere), nuore e generi e tanto altro.
Quella sera però, le due donne avevano un’aria stranamente assorta; avevano esaurito presto gli argomenti di discussione ed entrambe si erano ritrovate a fissare con aria rapita il MANTO STELLATO.
“Domani è il giorno fatidico…”, disse Robinia con aria seria.
“Già…”, rispose Betta, con tono quasi velato da una DOLCE MALINCONIA “l’ennesimo e nonostante tutto, ogni volta è così faticoso ed a volte credo sia arrivato il momento di cambiare ma poi…”.
“…poi hai tutto lì da così tanto che alla fine è un po’ come essere in famiglia”, concluse l’amica.
“Vero… comunque vedrai che ce la faremo”.
“Ti senti pronta?”, chiese Robinia seria.
“Certo, non ti preoccupare”, rispose Betta.
Le due donne si salutarono e rientrarono nelle rispettive case, augurandosi la buonanotte.
L’indomani Betta, si alzò presto come sua abitudine ma anziché dedicarsi alle faccende di casa, si vestì in tutta fretta e con Robinia si incamminò lungo la STRADA.
Camminare alle due donne era sempre piaciuto ma il caldo di quei giorni rendeva tutto un po’ più faticoso, così decisero di prendersela comoda; dopo circa un quarto d’ora di cammino, iniziarono a vedere la loro meta, stagliarsi tra gli alberi.
Si trattava di un edificio di color ocra, con numerose finestre, incorniciato da enormi piante che emergeva su una collinetta.
Si avvicinarono al grande cancello, lo oltrepassarono e si incamminarono lungo la leggera salita con passo fermo.
Arrivarono davanti alla scalinata che portava all’ingresso dell’edificio lì vi trovarono alcune coetanee che le stavano aspettando.
“Ecco Betta e Robinia”, disse una delle vecchiette armata di bastone, salutandole “mancano solo la Mariuccia, la Berta e la Franca e poi ci siamo tutte”, aggiunse.
“Ma la Mariuccia non è al mare con le nipotine? Berta mi ha detto che sarebbe passata prima in farmacia e la Franca è sempre in ritardo”, aggiunse Betta guardandosi in giro.
“Beh, allora inutile perdere tempo”, intervenne con aria sbrigativa una nonnina del gruppo “Tra poco inizierà a fare davvero caldo, meglio muoversi. E voi due state attente” disse rivolta a Betta e Robinia “oggi la Luisa ha messo le ciabatte comode”, disse con aria furba ma Robinia per tutta risposta mostrò le sue, giallo girasole. “Tutte pronte? E allora VIA!”, disse Robinia con il suo solito entusiasmo, girandosi verso la scalinata.
Mentre il gruppetto di agguerrite nonnine, si inerpicava lungo la scala, le due amiche di sempre, rimasero ultime; quei gradini erano davvero tanti, la voglia di salirli tutto sommato poca ma sapevano di non potersi esimere da quell’impegno, quindi inutile affannarsi tanto da subito, presero un bel respiro ed iniziarono a loro volta la salita ma con tutta calma.
Un pezzo del corrimano mancava ormai da mesi ma a quanto pare nessuno si era dato pena di sistemarlo. “Con quello che paghiamo a questo istituto, ripararlo sarebbe il minimo”, disse Robinia polemica.
“Risparmia il fiato, la scalinata è ancora lunga e la Luisa con quelle ciabatte va come un treno”, rispose Betta.
“Tranquilla che la prendiamo”, disse Robinia decisa.
Il gruppetto che prima si era sparpagliato chiassoso lungo la scalinata ora, giunto a circa metà, si era silenziosamente ricompattato ma Luisa era ancora in testa.
Betta e Robinia le avevano raggiunte e nonostante alcune avessero tentato di ostacolarne il passaggio con mosse al limite della correttezza, le due amiche le superarono e si misero a tallonare Luisa che per non farle passare, zigzagava come poteva lungo la scalinata.
Quando pareva che questa fosse ormai prossima a raggiungere la cima per prima, ecco che Robinia sfruttando un attimo di disattenzione di Luisa, la superò, si sciolse la lunghissima chioma che le finì in pieno viso costringendola a rallentare per non cadere, cosa che diede modo a Betta di superarla e salire gli ultimi gradini arrivando prima all’ingresso dell’istituto, insieme all’amica.
Tutte avevano un gran fiatone e boccheggiando raggiunsero le panchine poste lì vicino dove vi si accasciarono in attesa di essere raggiunte dal resto del gruppo.
“Sei stata scorretta con quei capelli”, disse Luisa con un filo di voce.
“Beh? Ti ricordo che il mese scorso sei arrivata prima solo perché ti eri portata le pistole ad acqua di tuo nipote!”, rispose irritata Robinia.
“Comunque quel corrimano rotto, mi ha penalizzata…”, aggiunse Luisa.
“Sì, il corrimano… con quelle ciabatte è già tanto se sei arrivata viva fino a qui!”, disse rantolante una delle altre nonnine, prima di sedersi stremata su una panchina.
“Siete troppo competitive, voi due”, disse ironica una del gruppo “tra capelli, acqua e ciabatte prima o poi la pensione ve la dovremo portare direttamente in clinica, altro che fare a gara a chi entra per prima in banca”.
“Hai perfettamente ragione”, disse Betta ridendo “Dai Robinia, preleviamo la pensione e torniamo a casa; l’aereo per la Grecia parte domattina e devo ancora finire la VALIGIA”.
Salutarono il resto del gruppo che si stava attardando sulle panchine, si diedero appuntamento al primo del mese successivo ed entrarono in banca vantandosi della loro ultima perfomance con la cassiera che conoscendole bene, le ascoltava divertita.
ESPERIMENTO...
25 marzo 2013 ore 17:31 segnalaeffbd350-3891-43e9-96f2-d05ff69a460d
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25/03/2013 17:31:27
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rivolUZI.ONE 25 marzo 2013 ore 18:01
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albaincontro 25 marzo 2013 ore 18:04
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Wounds 25 marzo 2013 ore 18:46
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ClarissaDalloway 25 marzo 2013 ore 19:20
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OrmeNelCielo 25 marzo 2013 ore 19:59
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Wounds 25 marzo 2013 ore 20:04
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MorganaMagoo 25 marzo 2013 ore 21:39
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dealma 25 marzo 2013 ore 21:46
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jesuis.Arlequin 25 marzo 2013 ore 22:08
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ombromanto05 25 marzo 2013 ore 22:59
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malenaRM 26 marzo 2013 ore 01:01
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flayskin 27 marzo 2013 ore 22:37
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OrmeNelCielo 28 marzo 2013 ore 14:32
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ombromanto05 31 marzo 2013 ore 00:51
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ombromanto05 02 aprile 2013 ore 17:52
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