Pasqua è una ricorrenza e come tutte le ricorrenze ha le sue tradizioni anche in cucina. Uno dei dolci tipici campani e propri della Pasqua è la pastiera., un impasto a base di ricotta, frutta candita, zucchero, uova e grano bollito nel latte che viene racchiuso in una sfoglia di pasta frolla..... La pasta è croccante mentre il ripieno è morbido. . Nella ricetta classica gli aromi utilizzati sono cannella, canditi, scorze d'arancia, vaniglia e acqua di fiori d'arancio, ma oggi ci sono numerose variazioni che vanno dall'aggiunta di crema pasticcera nell'impasto interno, al cioccolato bianco nella pasta frolla.
In genere viene preparato il giovedi o il venerdì santo. Ci sono varie leggende sulla nascita della pastiera...una di queste vuole la sirena Partenope creatrice di questa delizia. Si narra infatti che gli abitanti del golfo per renderle omaggio le portarono in dono i prodotti della loro fertile terra:
la farina...forza e ricchezza della campagna;
la ricotta.... omaggio di pastori e pecorelle;
le uova...simbolo della vita che sempre si rinnova;
il grano tenero, bollito nel latte, a prova dei due regni della natura;
l’acqua di fiori d’arancio, perché anche i profumi della terra solevano rendere omaggio;
le spezie, in rappresentanza dei popoli più lontani del mondo;
infine lo zucchero, per esprimere l’ineffabile dolcezza profusa dal suo canto, in cielo, in terra, ed in tutto l’universo.
La sirena, felice per tanti doni, si inabissò per fare ritorno nel suo regno e così depose le preziose offerte ai piedi degli dei.
Questi, estasiati dal soavissimo canto, riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima Pastiera che superava in dolcezza e bontà il canto della stessa Partenope.

Un'altra leggenda narra che la consorte del re Ferdinando II° di Borbone...Maria Teresa D'Austria soprannominata dai soldati "la Regina che non sorride mai", su insistenza del re, noto per la sua ghiottoneria, accondiscese ad assaggiare una fetta di Pastiera e non poté far a meno di sorridere, compiaciuta alla bonaria canzonatura del Re. Pare che, a questo punto il Re esclamasse: "Per far sorridere mia moglie ci voleva la Pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo"
.A Napule regnava Ferdinando
Ca passava e' jurnate zompettiando;
Mentr' invece a' mugliera, 'Onna Teresa,
Steva sempe arraggiata. A' faccia appesa
O' musso luongo, nun redeva maje,
Comm'avess passate tanta guaje.
Nù bellu juorno Amelia, a' cammeriera
Le dicette: "Maestà, chest'è a' Pastiera.
Piace e' femmene, all'uommene e e'creature:
Uova, ricotta, grano, e acqua re ciure,
'Mpastata insieme o' zucchero e a' farina
A può purtà nnanz o'Rre: e pur' a Rigina".
Maria Teresa facett a' faccia brutta:
Mastecanno, riceva: "E' o'Paraviso!"
E le scappava pure o' pizz'a riso.
Allora o' Rre dicette: "E che marina!
Pe fa ridere a tte, ce vò a Pastiera?
Moglie mia, vien'accà, damme n'abbraccio!
Chistu dolce te piace? E mò c'o saccio
Ordino al cuoco che, a partir d'adesso,
Stà Pastiera la faccia un pò più spesso.
Nun solo a Pasca, che altrimenti è un danno;
pe te fà ridere adda passà n'at' anno!"