
«Io ti sentivo in crisi, esausta di storie precedenti. Gli uomini in queste situazioni in genere scappano, ma io non sono scappato. Mi sono lasciato trascinare dalle cose. Non è stata una scopata nel senso che dici tu. Non nel senso, cioè, di un single milanese che vive un po’ così, fa cose, vede gente e di regola fa delle scopate e via. Non offenderti, ma nel caso avrei perso meno tempo. Tu, a un certo punto, in macchina, mi hai detto: “Ma non mi vuoi baciare?”. E io non volevo. Non perché non ne avessi voglia, ma perché non occorreva essere un paragnosta per intuire dove saremmo finiti. Infatti ci siamo finiti: vienimi a dire che ti ci ho trascinato a forza, adesso».
«È capitato. Penso che potrebbe ricapitare ogni volta che ci vediamo: non ne sono sicuro, non voglio sembrare presuntuoso, ma penso così. È che non se ne esce: una giusta via tra “non volerti baciare” e “una scopata e via” alla fine non c’è, oppure è questa: ma ora ti rende triste. Non ti ho “scopata e via”, eravamo in due. Che cosa, poi, “non ti è mai capitato”? Di farlo solo una volta con una persona, vuoi dire? A me forse sì, non so dirti, non mi riesce di catalogare certe cose. Tantomeno ho catalogato te. Se mi chiedessero se sono contento di essere stato a letto con te, risponderei di sì. Se poi mi chiedessero se l’esperienza giustificasse il lasciarti triste, ecco, risponderei di no». Spensi la sigaretta, giusto il tempo di fumarne una. Le avevo risposto che sì, era stata una scopata e via.