Si svegliò accorgendosi che la vita gli era passata addosso come un tsunami. Tutti i suoi progetti, i suoi calcoli erano stati spazzati via da quell'onda gigantesca. Ora era solo, con un figlio che navigava ormai verso suoi mari, si accorse di essere in un letto grande come un campo da pallone, caldo solo da un lato e sballottato dalle onde della vita. Restò a pensare a come il destino lo aveva portato a quel punto, solo. Andando in bagno decise che doveva reagire, doveva provare a ripartire, come un bambino che senza la mamma deve vincere la paura del buio. Nello specchio si vedeva una faccia stanca, da troppo tempo senza segno di carezza. Si vestì e usci, padrone di una libertà non voluta ma che doveva ora affrontare. Gli amici erano lo scoglio a cui aggrapparsi per ritornare a respirare, gli amici che puoi non frequentare assiduamente, ma se servono ci sono, come un porto sicuro. Ma non gli bastava, non riuscivano a riempire tutto il vuoto che aveva dentro, non riuscivano a scaldare un'anima infreddolita. E così incontrò un'amica, molto più giovane di lui, che amò intensamente come se fosse l'ultima donna della sua vita, come se dovesse morire il giorno dopo. Non può durare se è soltanto sesso, anche se fatto benissimo e con soddisfazione, non può durare quando lei ha famiglia, non può durare quando quello che cercava era altro,andava oltre. Così si stacco da tutto questo ricominciando a navigare nella vita, senza sapere dove lo avrebbe portato.
(continua......)