a proposito di amore non ce amore piu bello nel donare

01 febbraio 2014 ore 11:43 segnala
voglio farvi leggere una testimonianza


Ieri la leucemia e il trapianto , oggi la maternità

Quando si sente parlare di una malattia grave, si pensa sempre che questa non possa colpire te. Si è proprio così e quando mi sono ritrovata con una diagnosi di leucemia, mi sono domandata perché fosse capitato a me. Tutte le mattine, al mio risveglio, mi domandavo - sempre - se fossi stata preda di un incubo o se quanto stavo vivendo rappresentasse la mia realtà. E - sempre - dopo pochi secondi mi rendevo conto che purtroppo era tutto reale. Ero una ragazzina di quattordici anni, che lottava tra la vita e la morte. Angoscia, pensieri terribili e, nonostante la mia giovane età, piena consapevolezza di quello che mi stava accadendo. Non riuscivo a parlare con nessuno della mia malattia, delle mie paure, dei miei incubi in cui mi si annunciava sempre la morte. Dopo due cicli di chemioterapia, nel 1989 mi sono sottoposta al trapianto di midollo osseo: due mesi di camera sterile, una sorta di prigione in cui le visite degli esterni erano forzatamente limitate… per cui mi ritrovavo quasi tutta la giornata sola, a tu per tu con la mia malattia. Ma ogni giorno in più era una piccola conquista e oggi, che sono guarita, di quel periodo ho un ricordo che raramente mi capita di raccontare. Eppure ricordo tutto: sorrisi ricevuti, parole e sensazioni provate. Ho sempre vissuto consapevole di non poter avere figli e, a dire la verità, inizialmente la cosa non mi sembrava un problema. Lo è diventato quando sono guarita: sognavo di avere il pancione e di partorire, ma sapevo benissimo che non avrei mai dato alla luce un figlio. Poi, come una bella favola in cui tutto finisce bene, a un certo punto il mio corpo ha cominciato a modificarsi: la mia pancia e la mia bambina erano reali! Una gioia immensa, assaporata solo per un breve istante, in quanto la bimba dentro di me era piccina e non riusciva a crescere bene. Mi domandavo perché tutto questo fosse capitato nuovamente a me… Ma i medici dicevano che la piccola era una bambina forte e in lei c’era tanta voglia di vivere. Ho cominciato a credere in lei, allora, e il 29 maggio di quest’anno è venuta alla luce Elisa: meno di due chilogrammi, così piccola da poterla tenere tranquillamente in una mano, bellissima per la sua mamma e per il suo papà ma, soprattutto, sana. Oggi Elisa ha poco più di cinque mesi. Quando la guardo e penso a tutta la mia storia mi commuovo. Elisa è un dono ricevuto dal Cielo! Ringrazio mio fratello, che è stato il mio donatore di midollo osseo, e tutti i medici che mi hanno seguita durante la malattia e la gravidanza: se Elisa è tra noi, lo devo soprattutto a loro.



Credere sempre, arrendersi mai!

Spesso nella vita ti trovi ad affrontare situazioni che mai penseresti esistere. Anche a me successe. Avevo 17 anni e fui ricoverata presso la Clinica Ematologica del Policlinico Universitario di Udine per un linfoma non Hodgkin al quarto stadio. La mia vita cambiò radicalmente e iniziai a scoprire un mondo a me sconosciuto (chemioterapia, esami, flebo…). Il calvario fu lungo e difficile, ma grazie al professor Michele Baccarani che mi salvò e, soprattutto, alla mia splendida famiglia che non mi abbandonò un solo istante, riuscii a venire fuori da questo brutto tunnel.
Dovevo però mantenere la promessa fatta agli amici che, purtroppo, avevo perso per strada: sensibilizzare l’opinione pubblica sulla donazione di midollo osseo! Così, quando uscii dall’ospedale, cercai nella mia regione chi si occupasse di queste problematiche e conobbi il generale Carlo Alberto Del Piero, allora Presidente di ADMO Friuli Venezia Giulia. Con lui feci la prima conferenza sulla donazione di midollo osseo e fu emozionante ripercorrere la mia storia: più ascoltavo, più mi rendevo conto di quanto fossi fortunata perché ero lì ad ascoltare! Proprio quella conferenza, però, mi fece capire anche che era necessario creare una sezione ADMO a Gorizia. E così cercai di coinvolgere i miei ex compagni della scuola superiore: solo Cristina rispose positivamente, ma questo non ci scoraggiò, anzi! Andammo a parlare con il Centro Trasfusionale di Gorizia e lì scoprimmo che anche un infermiere voleva creare questa sezione… per cui, dopo tante fatiche, potemmo realizzare il nostro sogno! Non riesco a esprimere tutte le sensazioni che provai durante l’assemblea costituente della sezione. L’anno successivo ci fu il rinnovo del consiglio direttivo di ADMO Friuli Venezia Giulia e il generale Del Piero mi disse che dovevo candidarmi perché nessuno, più di me, sapeva ciò di cui l’Associazione si doveva occupare. Lo feci e fui eletta Presidente regionale. Da quel giorno, assieme a Del Piero e a tantissimi altri amici, continuiamo a lavorare per la crescita di ADMO. Perché siamo tutti convinti che bisogna sempre credere nella vita e non arrendersi mai.

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Maria proteggi la persona a cui voglio bene stalle vicina

19 gennaio 2014 ore 13:26 segnala





caro Gesù ti chiedo di stare vicino ad una persona a me cara ad una persona a cui voglio bene ha bisogno di te


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per una persona cara

29 luglio 2013 ore 18:40 segnala
La morte non è niente.
Sono solamente passato dall'altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.
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La morte non è niente. Sono solamente passato dall'altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso...
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29/07/2013 18:40:02
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a te

13 novembre 2012 ore 23:10 segnala