900 euro al mese per adottare un rifugiato

31 gennaio 2015 ore 18:14 segnala
"Adotta un profugo in casa per 900 euro", la proposta del Viminale. Alfano: "Dal 1 novembre Frontex Plus in acque Ue"
pubblicato 24/09/2014



Quota 250mila. Un record assoluto di profughi arrivati via mare, 180mila dei quali soccorsi con l'operazione Mare Nostrum, che dal 1 novembre sarà affiancata dalla nuova missione FrontexPlus/Triton. Per il Viminale alla fine del 2014 arriveremo facilmente ai 300mila, anche se la tendenza ormai consolidata vede il 40% andarsene verso il Nord Europa e il resto rimanere in Italia.

Numeri comunque altissimi che pongono da tempo la questione dell'accoglienza dei richiedenti asilo, distribuiti in tutto il territorio italiano attraverso la rete Sprar che dispone di circa 30-40mila posti, chiaramente non sufficienti per l'ondata eccezionale. Con il rischio che la presenza dei rifugiati in attesa di asilo in zone periferiche delle città possa pesare sui quartieri, come è accaduto a Corcolle.

E dunque ecco arrivare l'ipotesi di dare in affido i profughi alle famiglie, un'idea che il sottosegretario agli Interni Domenico Manzione sta esplorando alla riunione periodica del Tavolo nazionale sull'Immigrazione alla presenza dell'Anci e del terzo settore. "Per il momento siamo nella fase interlocutoria", spiegano al Viminale. Oggi è già possibile ottenere in affido un minore non accompagnato, e cioè bambini e ragazzi giunti in Italia senza genitori o adulti di riferimento.

Basterebbe emanare delle circolari per aggiungere la possibilità di ospitare uno straniero che ha fatto domanda di asilo - la procedura può arrivare fino ai 2 anni e mezzo, durante i quali ai richiedenti non è permesso lavorare. Alle famiglie che magari decidano di accogliere una mamma con il suo bambino, o un ragazzo, sarebbero corrisposti 30 euro al giorno per ogni persona, e cioè la stessa cifra che lo Stato italiano versa alle cooperative che gestiscono i centri di accoglienza. 900 euro al mese. Un percorso che Torino ha adottato fin dal 2013 stanziando 90mila euro e che, secondo gli amministratori del progetto, ha avuto buoni risultati.

Ignazio Marino è stato il primo sindaco a commentare con favore l'idea, immediatamente contestato dall'ex sindaco Gianni Alemanno: "Trenta euro sono di più di quanto viene dato ad una famiglia per assistere un disabile in casa e sono più del doppio che viene dato alla maggioranza dei pensionati sociali italiani". Insomma: "Il governo sfrutta la disperazione delle famiglie italiane e alimenta la guerra tra poveri".

FERMIAMO IL RAZZISMO

900 EURO AL MESE PER ADOTTARE UN RIFUGIATO

400 EURO AL MESE PER FAR MORIRE DI FAME UN PENSIONATO

APRITE GLI OCCHI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI STOP INVASIONE

fonte : fonte : http://www.huffingtonpost.it
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"Adotta un profugo in casa per 900 euro", la proposta del Viminale. Alfano: "Dal 1 novembre Frontex Plus in acque Ue" pubblicato 24/09/2014 « immagine » Quota 250mila. Un record assoluto di profughi arrivati via mare, 180mila dei quali soccorsi con l'operazione Mare Nostrum, che dal 1 novembre...
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Parlano tutti in arabo, non capisco

30 gennaio 2015 ore 17:14 segnala
Il pianto dell'unico bambino italiano
"Parlano tutti in arabo, non capisco"

Test fallito in via Paravia. Parlano i genitori di uno dei due piccoli tra 19 stranieri

Loris non vuole andare in classe. "Teniamo a casa nostro figlio e cerchiamo un'altra scuola"



Adesso cercano una nuova elementare. "Ma siamo preoccupati per i bimbi arabi: come impareranno la nostra lingua se restano tra loro? Credevamo in questa scuola nella integrazione, nello scambio di culture. Siamo stati ingenui ma le istituzioni non possono esserlo". A parlare è Giada Zaini, 33 anni. "Lui in quella classe non vuole più andare. Piange, dice che si sente diverso, che i suoi compagni fra loro parlano arabo e lui non capisce". Loris ha 6 anni ed era uno dei due bambini italiani iscritti nell'unica classe prima delle elementari di via Paravia, assieme a 19 compagni stranieri, quasi tutti nordafricani.

"Il nostro è stato un esperimento fallito e se ci penso mi sento in colpa con Loris", dice ora mamma Giada, che lo aveva portato in quella scuola di proposito, di modo che potesse stare con alcuni suoi compagni dell'asilo. Ragazzini stranieri, ovviamente, a cui il piccolo è affezionato. Ma una volta entrato in aula "ha capito che lì lo straniero era lui" spiega il papà, Massimiliano Casali, 33 anni, allenatore di cavalli da corsa. Da due giorni Giada e Massimiliano fanno il giro delle scuole del quartiere, chiedendo di potere iscrivere il figlio in una classe "dove ci siano almeno un po' di italiani". L'impatto è stato brutale. "Il primo giorno di lezioni - racconta la mamma - sono entrata nell'aula e avrei voluto fotografare i bambini, tutti insieme. Alcuni genitori, forse egiziani, me lo hanno impedito in modo brusco. Mi hanno detto che non mi sarei dovuta permettere di fotografare i loro figli, e che avrei dovuto inquadrare mio figlio da solo al banco". Convinta che "fra italiani e stranieri non c'è differenza e l'integrazione è importante", si aspettava un benvenuto diverso.

Per iscrivere Loris nella "scuola ghetto" di via Paravia aveva dovuto bisticciare con Mara, la suocera, che l'aveva messa in guardia: "Una scuola senza italiani è una cosa fuori dal mondo". Giada ha tenuto duro. Pensava che il fatto di avere in classe un paio di amichetti sarebbe stato più importante rispetto alla nazionalità dei compagni. Ma alla prova dei fatti si è dovuta ricredere. Se l'episodio della fotografia ha fatto vacillare la convinzione multiculturale della mamma, il papà ha capito in quale situazione era finito suo figlio quando ha chiesto alla preside di iscrivere il bambino all'ora di religione. "Non sono cattolico praticante - racconta - ma mi sarebbe piaciuto che Loris la frequentasse. Sua nonna ci tiene, e il cattolicesimo è una parte importante della nostra cultura. La preside mi ha spiegato che però rischiava di ritrovarsi solo in classe, dal momento che tutti gli altri bambini avrebbero probabilmente scelto l'ora alternativa". Tornato a casa la sera, arrabbiato e deluso, ha dovuto consolare il figlio in lacrime, diverso perché italiano. Ed è finita così l'avventura dei genitori di Loris, la cui buona volontà di integrazione si è schiantata contro il disastro dell'amministrazione. E lo stesso destino subirà l'altra bimba italiana della classe: i suoi genitori stanno cercando un'altra scuola.

In via Paravia ci sarà quindi una prima elementare composta solo da bambini stranieri, una classe che in realtà non dovrebbe esistere. Il ministro Gelmini ha infatti varato un regolamento che prevede il tetto del 30 per cento per gli stranieri in ogni classe, per mettere fine "alle scuole ghetto". Peccato che, a forza di deroghe, in Lombardia il principio non sia stato applicato in nessuna delle 129 scuole che sforavano il tetto. Oltre a via Paravia ci sono molte altre classi dove gli italiani sono minoranza. Alle medie di via General Govone, ad esempio, è italiano uno studente su tre: il famoso 30 per cento, ma al contrario.

"Adesso la nostra unica preoccupazione è trovare una nuova scuola per Loris - dice Giada - siamo stati ingenui, ma le istituzioni non possono esserlo. Lo dico anche per i bimbi stranieri: come potranno imparare bene l'italiano se non lo parlano nemmeno fra di loro?". Il direttore scolastico regionale Giuseppe Colosio, a cui Giada e Massimiliano hanno scritto ieri per raccontare la loro vicenda, da un anno e mezzo promette che "presto l'inaccettabile situazione di via Paravia sarà affrontata". Per ora di concreto c'è la convocazione di una riunione con la preside Agnese Banfi, in programma domani "per chiedere spiegazioni".

APRITE GLI OCCHI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI STOP INVASIONE

di FRANCO VANNI


http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/09/19/news/il_pianto_del_bambino_l_unico_milanese_in_classe-7218277/
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Il pianto dell'unico bambino italiano "Parlano tutti in arabo, non capisco" Test fallito in via Paravia. Parlano i genitori di uno dei due piccoli tra 19 stranieri Loris non vuole andare in classe. "Teniamo a casa nostro figlio e cerchiamo un'altra scuola" « immagine » Adesso cercano una...
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TOLLERANZA ISLAMICA ( 3 di 3 )

29 gennaio 2015 ore 22:07 segnala
TOLLERANZA ISLAMICA 3 parte di 3

in fondo alla pagina ci sono i links delle 3 parti.




3) La storia

La rivelazione divina ha stabilito regole di vita e di condotta per l’umanità che sono state codificate nella shari’a. Anche i rapporti tra musulmani e infedeli sono stati codificati dalla shari’a. Ovviamente l’applicazione ha subito variazioni nel tempo e nello spazio, essendo applicata in modo più o meno rigido a seconda delle situazioni storiche contingenti e della volontà del governante di turno. Non si può in questa sede ripercorrere tutti i 1350 anni della storia islamica. Mi limiterò a commentare i resoconti storici che ci presentano gli idilliaci rapporti tra le varie comunità religiose negli stati islamici.

La storia che ci viene raccontata sorvola sui secoli di conquiste Arabe e Turche di territori e popolazioni non musulmane e sui metodi della loro sottomissione, ma si concentra solo su alcuni episodi, veri o presunti, creando una vera e propria “metastoria” islamica.

Si intende per “metastoria” una “immaginazione storica” (dal titolo dell’opera di Hayden White del 1973) ossia storia immaginaria, storia mitica o storia mitizzata, ispirata da una ideologia precostituita (spesso, ma non solo, una religione rivelata), utilizzata per dimostrare la realtà del mito, mediante una ricostruzione fantastica della storia a sostegno della tesi ideologica..

Pilastri della metastoria sono:

la “invenzione verosimile” di eventi a sostegno della tesi ideologica.

la “scelta interessata” di eventi reali, con l’esposizione, spesso enfatizzata degli “eventi positivi” utili alla conferma dell’ideologia, con l’esposizione parziale degli “eventi controversi” e con la cancellazione o la negazione degli “eventi negativi”, cioè di quelli contrari alla tesi sostenuta (negazionismo).

la “interpretazione orientata” dei fatti sia inventati, che scelti o negati (in parte o in toto) al fine di far apparire reale una realtà fittizia (teorie del complotto e simili) o guadagnare una giustificazione morale per azioni e decisioni discutibili (giustificazionismo)

La metastoria islamica si basa sulla rappresentazione enfatizzata e distorta di pochi episodi della lunga storia islamica. Abbiamo una interpretazione settaria delle Crociate, dipinte come una aggressione colonialista del pacifico oriente islamico, mentre fu solo una tardiva e inefficace reazione a oltre 4 secoli di jihad islamica contro pacifiche e ricche popolazioni Cristiane, scatenata dalla profanazione dei luoghi più sacri della Cristianità, dalle continue aggressioni sui pellegrini Cristiani e dalla richiesta di aiuto dell’imperatore Bizantino Alessio Comneno, dopo la grave sconfitta subita da Bisanzio a Mazincerta nel 1071, in seguito alla quale aveva perduto gran parte dell’Anatolia.

Abbiamo una rappresentazione idilliaca dell’Andalusia islamica dove musulmani Ebrei e Cristiani avrebbero vissuto in armonia tanto da denominare “Progetto Cordoba” la proposta di costruzione della mega-moschea di New York. In realtà le cose non erano così idilliache, dato che la popolazione dhimmi era sottoposta a gravose tasse che consentivano ai musulmani un benessere non legato alla loro capacità produttiva. L’unica difesa contro la rapacità fiscale della classe dominante musulmana era la conversione, tanto che si giunse a vietare la conversione pur di garantire un adeguato introito fiscale. Per chi non riusciva a pagare la jizya la pena era la schiavitù, pratica ampiamente utilizzata dai musulmani che oltretutto razziavano le terre degli infedeli per procurarsi continuamente nuovi schiavi o per rilasciare i prigionieri catturati dietro adeguato riscatto. Questa pratica continuò fino al XIX secolo.

Che la tanto decantata “Convivencia” Andalusa sia solo una rappresentazione metastorica è documentato dal massacro della popolazione Ebraica di Granada del 1066. Il Sultano aveva nominato suo vizir un Ebreo, Salomon Al-Nagrila, originariamente un commerciante, incaricato poi dell’esazione delle tasse. Il successo come esattore gli procurò la nomina a Vizir, carica che poi fu trasferita al figlio Giuseppe. Purtroppo questa situazione non cambiò la shari’a e le sue regole. La folla musulmana fu aizzata contro i due Vizir dai mullah che sostenevano, shari’a alla mano, che i musulmani non potevano essere sottoposti a un infedele, come era il Vizir Ebreo. Scoppiò una rivolta antiebraica, durante la quale sia Salomon che il figlio Giuseppe furono uccisi, dopo di che la folla si scatenò contro la popolazione Ebraica che fu sommariamente massacrata e i cui beni furono razziati. Si calcola che le vittime abbiano superato le 4000 unità, molte di più del totale degli eccidi antisemiti perpetrati nella valle del Reno durante la prima Crociata da Emico von Leisingen e dai suoi accoliti.

Abbiamo poi la testimonianza di Mosé Maimonide, Ebreo nativo di Cordova, uno dei più grandi intellettuali del medio evo, la cui famiglia fu costretta a fuggire in Marocco nel 1148, quando Maimonide aveva solo 13 anni, a causa delle persecuzioni scatenate dai nuovi governanti della Spagna islamica, gli Almohavidi. Purtroppo anche Fez, dove la famiglia si era rifugiata, non era sicura, per cui Maimonide fuggì nuovamente, rifugiandosi prima ad Acri e poi definitivamente nell’Egitto dei Fatimidi, dove la shari’a era applicata con meno rigore tanto che divenne medico personale del Saladino. Nello stesso periodo si scatenò una violenta persecuzione antiebraica nello Yemen con una politica di conversioni forzate che spinsero Maimonide a scrivere ai suoi correligionari Yemeniti la celebre “Epistola agli Ebrei dello Yemen” in cui descrive e stigmatizza le persecuzioni dei musulmani contro gli Ebrei e in cui definisce il Profeta dell’islàm come il “meshugga”, parola ebraica per “il pazzo”.

Anche l’idea della intolleranza dell’Europa Cristiana rispetto alla tolleranza dell’islàm è smentita dai numeri. Senza voler sostenere che in Europa non ci fu discriminazione antiebraica, bisogna però concludere che fu meno pressante delle persecuzioni antiebraiche dell’islàm. Molti degli Ebrei espulsi dalla Spagna si rifugiarono in altre nazioni Europee (particolarmente Italia e Portogallo) mentre molti si spostarono in Nord-Africa per poi giungere a Istanbul. La popolazione Ebraica di Istanbul crebbe da 20 mila a 40 mila unità, ma in meno di 50 anni ritornò ai livelli pre emigrazione Spagnola. Non solo, ma la popolazione Ebraica dell’impero Ottomano si mantenne stabile, mentre quella dell’Europa Occidentale crebbe stabilmente.

Abbiamo infine l’apprezzamento della tolleranza dell’impero Ottomano come esempio di società multi-razziale e multiculturale, anche se in realtà il miglioramento delle condizioni dei dhimmi dipese dall’influenza delle potenze occidentali su di uno stato ormai in disfacimento. Ma nessuno parla della schiavitù istituzionalizzata nel mondo islamico che raggiunse vette di perfezione mai raggiunte dallo schiavismo Americano. Pochi sanno infatti cosa sia il “devshirne” o tassa del sangue, una pratica Ottomana consistente nel requisire come schiavi dal 10 al 20 % dei bambini maschi, figli dei Cristiani dei Balcani, da istruire come musulmani e da arruolare nel corpo dei Giannizzeri, le truppe scelte del Sultano. Il devshirne fu praticato dal 14° fino alla fine del 17° secolo, periodo in cui la devastazione psicologica delle popolazioni dhimmi era talmente profonda che alcune famiglie auspicavano la scelta dei loro figli come schiavi del devshirne, considerandolo l’unico mezzo per sottrarli alla dhimma e sperare in una possibile elevazione sociale, se pure al prezzo della perdita della libertà e di ogni legame familiare e culturale con la terra di origine.

Ciò per quanto riguarda la storia meno recente. Per quanto riguarda la storia più recente, basta leggere la cronaca giornalistica attuale delle persecuzioni anti cristiane in Egitto, Iraq, Pakistan, Sudan, Nigeria, Indonesia ecc.

Le responsabilità occidentali nell’origine del mito

Attualmente nei paesi musulmani è diffusa una evidente ostilità contro l’occidente e una evidente intolleranza verso le minoranze non musulmane locali; i discorsi sulla tolleranza, invece, sono pronunciati principalmente dagli esponenti e dagli intellettuali musulmani dell’occidente che cercano di accreditare una immagine benevola dell’islàm per ottenere accettazione, accoglienza e benefici.

Questo atteggiamento ben si accorda con il relativismo morale cui si è accennato in precedenza (tolleranza del Corano meccano, intolleranza del Corano Medinese) e con la pratica della Taqiyya.

Ma una grave responsabilità è pure imputabile ai non musulmani, in particolare agli intellettuali, agli artisti e ai politici di casa nostra, responsabilità che ha origini lontane.

Intellettuali

Spesso gli intellettuali si scoprono moralisti e per criticare i costumi del loro tempo indulgono a confronti con altre civiltà ritenute moralmente più corrette. Uno dei primi esempi ci viene fornito dal grande storico romano Tacito che nel suo trattatello “Germania” esaltava le virtù dei barbari Germani, contrapponendole ai corrotti costumi dell’impero romano. Dobbiamo poi ricordare il mito del nobile selvaggio iniziato da Pietro Martire Anglerio (e ripreso molto più tardi da Rousseau) e sviluppato da Montaigne nel suo trattatello “Sui cannibali” in cui apprezzava la buona abitudine dei cannibali Americani di cibarsi dei nemici morti, mentre in Europa si facevano a pezzi i vivi, mangiandone direttamente proprietà e onore (in senso metaforico, ma non troppo). La moda continuò durante l’illuminismo, esaltando le virtù di civiltà esotiche e poco note per criticare per contrasto la società Europea contemporanea. I primi resoconti sulla tolleranza islamica si trovano nelle “Lettere Pastorali” di Pierre Jurieu in cui si esalta la tolleranza dei Maomettani rispetto all’intolleranza Cattolica, per scoprire che Jurieu era un Ugonotto nemico giurato di Bossuet e della chiesa Cattolica. Nel ‘700 poi si ha un profluvio di operette morali di questo tipo, molte delle quali ispirate ai musulmani, o, come si diceva allora, ai Turchi. Così, oltre alle “lettere Cinesi”, alle “lettere di una Peruviana” e alle “lettere di Xo-Ho”, abbiamo le famose “lettere Persiane” di Montesquieu e le “Lettere scritte da una spia Turca”.

A queste prime opere seguono opere più specifiche riguardanti l’islàm, se pure di grande superficialità, anche perché ispirate dalla feroce critica illuminista all’oscurantismo ecclesiastico della Chiesa Cattolica. Si tratta infatti di opere di illuministi atei, tipo Voltaire o di intellettuali protestanti che scrivono principalmente contro la chiesa cattolica. Questa visione edulcorata e totalmente falsa del mondo Ottomano influenzò anche uno storico del calibro di Gibbon che aveva una visione molto superficiale e approssimativa del mondo islamico.

Artisti

Come documentato da numerosissimi rapporti diplomatici del tempo, la situazione sul campo era tutt’altro che rosea, ma si trattava di documenti conservati nelle cancellerie Europee che non raggiungevano il grande pubblico la cui idea dell’oriente e dell’islàm veniva plasmata dai libri scritti con intenti morali e didascalici e non come valutazioni storiche. Così, l’dea della tolleranza islamica si diffuse anche tra gli artisti: basti ricordare Mozart, col suo “Il ratto dal serraglio” basato sull’idea del “Turco generoso”! Col romanticismo l’idea di un islàm benevolo e socialmente avanzato esplose col romanzo pseudostorico. Possiamo ricordare tra gli autori più celebri del tempo (oggi un poco meno noti) Sir Walter Scott che dipinge le tenzoni cavalleresche tra Cristiani e Saraceni, Washington Irving (1783-1859) con i suoi “Racconti dell’Alhambra” che ci racconta le meraviglie dell’Andalusia islamica e François-René de Chateaubriand che ci racconta la triste fine dell’Emirato di Granada nelle “Avventure dell’ultimo degli Abencerages”. Purtroppo la finzione romanzesca di questi autori romantici aveva poco da spartire con la realtà della vita quotidiana dei dhimmi sottoposti ad ogni tipo di vessazione.

Politici

L’apertura del mondo islamico all’occidente si ebbe dopo l’invasione Napoleonica dell’Egitto nel 1798, che fu uno shock inaspettato per la società Ottomana sicura da secoli di essere la migliore e più potente società possibile. E’ dopo questa spedizione che in Europa iniziano seri studi del vicino Oriente, studi che continuano fino a metà del XX secolo. Ma, fin quasi dall’inizio, le contese tra le varie potenze Europee interferirono con la valutazione onesta dell’islàm e della società che aveva prodotto.

Iniziamo con l’invenzione della Tolleranza Ottomana e della sua meravigliosa cultura interrazziale, propagandata dalle potenze Europee in funzione antirussa. Chi ricorda la guerra di Crimea, parte del famoso Risorgimento Italiano? chi erano i belligeranti? Anche gli alleati dell’impero ottomano non si amavano e, temendo di non riuscire ad arraffare le sue spoglie, e quindi di consentire il rafforzamento dei loro avversari, si impegnarono a sostenerlo, convincendo l’opinione pubblica che il sistema tollerante dell’islàm Turco era la ricetta migliore per governare le popolazioni balcaniche Cristiane Orientali, slave, greche, armene e bulgare. La cosa non funzionò e si arrivò alla prima guerra mondiale; gli Ottomani si schierarono con Austria e Prussia e la loro resistenza a Gallipoli bloccò l’avanzata degli alleati nel mar Nero, favorendo la caduta del regime zarista del 1917 e l’allungamento della guerra.

Seguirono le schermaglie post belliche in cui Francia e Inghilterra, potenze vincitrici, si preoccuparono di spartirsi la maggior parte del medio-oriente, abbandonando al loro destino le popolazioni dhimmi e cercando di ingraziarsi la maggioranza Arabo-musulmana, inventandosi un immaginario e improbabile panArabismo nazionalista e laico che riuscì solo a preparare il terreno per il panislamismo aggressivo odierno. Anche questa operazione era basata sulla propaganda, utilizzata per convincere l’opinione pubblica occidentale della tolleranza islamica e quindi della possibilità di organizzare il medio oriente in unità nazionali Arabe ove Cristiani Ebrei e Musulmani potessero vivere come cittadini con pari diritti, dimenticando 13 secoli di soggezione, discriminazione e persecuzione religiosa.

Si arriva così alla seconda guerra mondiale, in cui, nonostante i tentativi di Inghilterra e Francia di guadagnarsi il favore degli Arabi, questi si schierano decisamente con le forze totalitarie dell’asse, contro le democrazie, commettendo l’ennesimo errore e subendo l’ennesima sconfitta. Da notare che dopo la sconfitta si arriva alla miracolosa fondazione dello Stato di Israele all’ONU, con il voto favorevole determinante del blocco sovietico (che disponeva di 5 voti: bastava che ne mancassero solo 3 per bocciare la mozione!), il voto favorevole personale del Presidente Americano Truman, in contrasto con il parere ferocemente avverso del suo Dipartimento di Stato, in mano ai petrolieri dell’ArAmCo, e con la pilatesca astensione della Gran Bretagna.

In seguito contò solo il petrolio e l’enorme potenza economica dell’Arabia Saudita che consentì di finanziare, con vagoni di petrodollari, la propaganda islamica non solo nelle moschee del mondo occidentale ma specialmente nelle Università Americane ed Europee.

Conclusione

In conclusione possiamo dire che l’islàm è una religione e un sistema di vita tollerante verso le minoranze discriminate e soggiogate. La tolleranza dipende dal fatto che a soggetti definiti inferiori dalla shari’a è consentito vivere e lavorare al fine di pagare tasse che consentano ai loro padroni islamici un immeritato benessere, ma, come per la gallina dalle uova d’oro, non bisogna esagerare: se la popolazione dhimmi viene troppo vessata, alla fine diventa improduttiva e non risulta più utile alla società islamica dominatrice; si riscatena allora l’intolleranza contro i dhimmi che rimangono sempre e comunque cittadini di seconda classe.

Pertanto la finta “tolleranza” islamica deve essere assolutamente rifiutata e bisogna imporre agli islamici il principio che tutti gli esseri umani sono uguali e con identici diritti e doveri per il solo fatto di essere umani. Essere musulmano non deve procurare alcun particolare vantaggio e non esserlo non deve comportare alcun particolare svantaggio: solo così si potrà eliminare lo scandalo della “tolleranza islamica”.

PARTE 1 :

http://blog.chatta.it/albertodagiussano/post/tolleranza-islamica-1di-3-.aspx

PARTE 2 :

http://blog.chatta.it/albertodagiussano/post/tolleranza-islamica-2-di-3-.aspx

PARTE 3 :

http://blog.chatta.it/albertodagiussano/post/tolleranza-islamica-3-di-3-.aspx

fonte :

http://www.vietatoparlare.it/tolleranza-islamica
236c1102-c8e7-43e8-aa3f-5b7e49c00e6c
TOLLERANZA ISLAMICA 3 parte di 3 in fondo alla pagina ci sono i links delle 3 parti. « immagine » 3) La storia La rivelazione divina ha stabilito regole di vita e di condotta per l’umanità che sono state codificate nella shari’a. Anche i rapporti tra musulmani e infedeli sono stati...
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Pirellone, passa la legge che regola i luoghi di culto.

29 gennaio 2015 ore 20:01 segnala
Pirellone, passa la legge che regola i luoghi di culto.

La legge impone ai richiedenti di farsi carico delle spese per parcheggi, strade e impianti di videosorveglianza. Pd, M5S e Patto civico votano contro: "Così viene lesa la libertà di culto"



La Lombardia ha adottato una legge regionale per limitare, attraverso regole urbanistiche dettagliate e più onerose, l'autorizzazione di nuovi luoghi di culto. Vale per tutte le confessioni, nella versione finale del testo, ma il provvedimento voluto dalla Lega e sostenuto dal centrodestra è soprattutto un segnale politico alle associazioni islamiche che chiedono di regolarizzare l'apertura di moschee trovando sponda nelle amministrazioni di centrosinistra, a partire da Milano. E su questo aspetto si è incentrato tutto il dibattito in aula, dove le opposizioni - Pd, M5S e Patto Civico - hanno ribadito (votando contro) la convinzione che la legge sarà dichiarata incostituzionale rispetto al diritto alla libertà di culto.

La nuova legge regionale, già ribattezzata 'anti moschee', interviene con strumenti urbanistici e, per esempio, impone per i nuovi edifici di culto il rispetto "del paesaggio lombardo". In base al testo finale le norme valgono sia per le confessioni religiose che hanno firmato intese con lo Stato sia per quelle che non l'hanno fatto, come l'Islam. In entrambi i casi dovranno essere stipulate convenzioni urbanistiche con i Comuni interessati, ma nel secondo, quello che riguarda appunto i musulmani, le richieste di autorizzazione saranno sottoposte a un ulteriore controllo da parte di una Consulta regionale. I Comuni devono approvare in 18 mesi un piano per le strutture religiose e avranno facoltà di indire un referendum consultivo sui progetti, se lo strumento è previsto negli Statuti.

In ogni caso, per aprire nuovi edifici di culto in Lombardia bisognerà tra l'altro effettuare una procedura Vas (Valutazione ambientale strategica); garantire che sorgano in aree collegate a dovere e a una "distanza minima" da altri; che abbiano una superficie di parcheggi pari ad almeno il doppio di quella dell'edificio; che siano dotati di impianti di videosorveglianza collegati con le forze dell'ordine. "Qui - ha detto il relatore, il leghista Roberto Anelli - non si tratta di ostacolare o meno la libertà religiosa, ma di porre delle regole certe, per la salvaguardia dei cittadini, di fronte ai recenti fatti di cronaca e all'arroganza di chi pretende di dettare legge a casa nostra".


Per Roberto Bruni, del centrosinistra, "questo provvedimento è frutto dell'islamofobia della Lega e dei suoi alleati che rischiano di ostacolare chiunque intenda esercitare pubblicamente il proprio culto, compresi i cattolici". "Con questa legge - ha commentato Eugenio Casalino (M5S) - la maggioranza criminalizza tutti i 420mila musulmani che lavorano e risiedono regolarmente in Lombardia vendendo il mito che impedire nuove moschee significa avere più sicurezza", mentre l'assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, ha parlato di una norma "discriminatoria" e di una "un'azione culturalmente odiosa e straordinariamente inopportuna in un momento come questo". E ha annunciato che nel caso del bando sui luoghi di culto del Comune valuterà "le ricadute materiali sul nostro atto". "Di certo - ha concluso - sul piano culturale si è dato un pugno in faccia a qualsiasi tentativo di dialogo fra culture".


http://www.metronews.it/15/01/29/moschee-pisapia-%C3%A8-una-legge-incostituzionale.html
28ba2bdb-3722-4e5f-bb14-01146692f2cb
Pirellone, passa la legge che regola i luoghi di culto. La legge impone ai richiedenti di farsi carico delle spese per parcheggi, strade e impianti di videosorveglianza. Pd, M5S e Patto civico votano contro: "Così viene lesa la libertà di culto" « immagine » La Lombardia ha adottato una legge...
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Boldrini: “Gli immigrati? Presto diventeremo tutti come loro

29 gennaio 2015 ore 19:21 segnala
Boldrini: “Gli immigrati? Presto diventeremo tutti come loro”




Roma, 15 apr 2104– Si è tenuta in questi giorni la presentazione del Rapporto 2014 di Italiadecide dedicato al turismo italiano. Ospite d’onore il presidente della Camera Laura Boldrini, la cui sparata sui servizi di lusso offerti ai turisti e non ai migranti è stata ripresa con fragore da tutti i media . Ma quello che è passato inosservato a tutti, complice anche l’ironia globale suscitata per la suddetta affermazione, è stato un discorso molto più grave che nasconde un’ideologia scioccante. Nel ricordare a tutti che l’accoglienza deve essere il fulcro di ogni tipo di politica, sia essa turistica, culturale o economica, il presidente Boldrini ci ha raccontato il suo sogno di un mondo che farebbe impallidire qualunque scrittore di fantascienza distopica. Nel suo discorso ha parlato testualmente di “libera circolazione delle persone” perché nel futuro si dovranno “muovere i capitali, muovere le merci, muovere gli esseri umani”.

L’essere umano dunque paragonato alla merce e al capitale, libero di circolare nella “nuova sfida della globalizzazione” Ma non è tutto: il migrante, per Laura Boldrini, è proprio “l’avanguardia di questa globalizzazione” e soprattutto è “l’avanguardia dello stile di vita che presto sarà lo stile di vita di moltissimi di noi“. Ecco dunque il mondo perfetto di Laura Boldrini: la globalizzazione compiuta, un mondo dove si può disporre di esseri umani come di merci e capitali, in cui trasferimento e flusso di persone è libero in funzione dei mercati e della convenienza di chi può disporne a suo piacimento.

E il processo di emigrazione e immigrazione selvaggia, che sradica i nuovi schiavi dalla propria nazione – quasi sempre in seguito a “missioni di pace umanitarie” per “esportare la democrazia” dietro cui si nascondono le guerre per lo sfruttamento di risorse o per fini strategici di posizionamento geopolitico – viene finalmente descritto come ciò che è sempre stato: l’avanguardia della globalizzazione. Non solo, ma è l’avanguardia del nostro prossimo stile di vita. E lo stile di vita del migrante, come Laura Boldrini sa benissimo tanto da averlo fatto notare, non è quello del viaggiatore che conosce posti, culture e mestieri nuovi, ma è quello di un sottoproletario costretto ad abbandonare la casa, a consegnarsi in mano a criminali che ti stipano in un battello e ti fanno naufragare sulla costa più vicina, a vivere ghettizzato in catapecchie e a lavorare sottopagato per permettere l’abbattimento dei salari e dei diritti dei lavoratori.

Certo non una prospettiva idilliaca, ma la Boldrini ha lasciato un’àncora: non sarà così per tutti, solo per moltissimi. Di certo non sarà così quei pochissimi che riusciranno a sfruttare questo “capitale umano” – mai termine ora potrà essere più adatto – per i mercati.

Eccoci dunque all’ultimo atto: l’intera propaganda che per anni è stata appannaggio dell’estrema sinistra più o meno istituzionalizzata e autodefinitasi “no global” e “anticapitalista”, che va dall’abbattimento delle frontiere alla difesa dell’immigrazione selvaggia, dalla svendita di sovranità alle battaglie per far sparire ogni residuo di stato nazionale fino ad arrivare al completo sradicamento di ogni tipo di identità – parola quasi maledetta dagli “antagonisti” del nuovo millennio – va a confondersi e alla fine identificarsi con il grimaldello avanguardista del mondo della globalizzazione e del turbo-capitalismo. D’altra parte sarebbe bastato accorgersi che l’utopia comunista che ha mosso i sedicenti no-global altro non è altro che un mondo senza frontiere, senza nazioni, senza popoli, senza identità. E che il mondo sognato dagli speculatori turbo-finanziari è quello di un mercato senza frontiere, senza nazioni, senza popoli e senza identità. Era facile, qualcuno lo ha sempre detto, seppur trattato come un matto. Ora però chi lo va a spiegare ai no-global che a furia di sventolare bandiere rosse hanno fatto da apripista del mercato globale?

QUESTO E' IL VIDEO DELLA SCIOCCANTE DICHIARAZIONE



di Carlomanno Adinolfi

http://www.ilprimatonazionale.it/politica/boldrini-gli-immigrati-presto-diventeremo-tutti-come-loro-7082/
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Boldrini: “Gli immigrati? Presto diventeremo tutti come loro” « immagine » Roma, 15 apr 2104– Si è tenuta in questi giorni la presentazione del Rapporto 2014 di Italiadecide dedicato al turismo italiano. Ospite d’onore il presidente della Camera Laura Boldrini, la cui sparata sui servizi di...
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Un immigrato per ogni famiglia

29 gennaio 2015 ore 17:37 segnala
Sbarchi, il Viminale ha deciso: dal 2015 ogni famiglia italiana dovrà ospitare per legge un immigrato per 30 giorni.



Il Consiglio dei Ministri ha emanato la settimana scorsa il provvedimento legge sulla rettifica delle norme per l’immigrazione sancite dall’UE. La normativa “30 giorni di solidarietà” è stata inserita per far fronte agli oltre 100.000 sbarchi che ogni due mesi l’Italia è costretta ad affrontare. È stato stabilito che per facilitare l’integrazione e distribuire in maniera omogenea le spese di mantenimento dei clandestini, ogni famiglia Italiana dovrà per obbligo legale ospitare un immigrato per nucleo familiare per dovere di ospitalità si parla di un mimino di 30 giorni nell’arco del 2015.

Le parole del Presidente della Camera, Laura Boldrini: “Attualmente in Italia ci sono circa 23 milioni di nuclei familiari, grazie a questo nuovo decreto legge non solo riusciremo a gestire meglio economicamente il problema dell’immigrazione, e a far imparare agli italiani ad essere più accoglienti ma riusciremo a facilitare l’integrazione di queste persone aprendo le porte delle nostre case e dei nostri cuori, cedendo se necessario i nostri letti !!! ”

Ogni immigrato che sbarcherà in Italia a partire dal 2015 sarà registrato ed inserito in una lista di collocamento PRIORITARIO che permetterà di assegnare un individuo ad ogni nucleo familiare, le spese sanitarie per la cura di eventuali malattie prese all’interno della famiglia ospitante sarà a carico del capo famiglia. Le famiglie riceveranno comunicazione tramite atto giudiziario 15 giorni prima dell’arrivo dei nuovi “Ospiti” chi si rifiuterà verrà multato con 15.000 euro di ammenda e rischia fino a 6 mesi di carcere. (è nostro dovere far sentire a proprio agio gli extracomunitari fornendo tutti i confort, perchè tale trattamento è previsto all’interno del decreto legge) i 15 giorni sono soltato indicativi, in caso di emergenza si ha l’obbligo di accogliere fino ad un massimo di 3 immigrati nella propria casa, e non importano i metri quadrati, perchè il cuore degli italiani non ha misura per gli altri, se non avete come mangirare fate la dieta e cedete il vostro cibo agli immigrati." E’ un nostro dovere di popolo civile patria di un passato di immigrati" Ha ribatito il presidente della repubblica.

Questa è solo una provocazione per suscitare il dibattito, ma la fantasia non è mai stata come in questo caso molto vicina dalla realtà.

qui sotto c'è il link di una legge vera.

http://www.huffingtonpost.it/2014/09/24/adotta-profugo-casa_n_5872474.html
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Sbarchi, il Viminale ha deciso: dal 2015 ogni famiglia italiana dovrà ospitare per legge un immigrato per 30 giorni. « immagine » Il Consiglio dei Ministri ha emanato la settimana scorsa il provvedimento legge sulla rettifica delle norme per l’immigrazione sancite dall’UE. La normativa “30...
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Il piano Kalergi: il genocidio dei popoli europei

28 gennaio 2015 ore 21:26 segnala
Il piano Kalergi: il genocidio dei popoli europei



L’immigrazione di massa è un fenomeno le cui cause sono tutt’oggi abilmente celate dal Sistema e che la propaganda multietnica si sforza falsamente di rappresentare come inevitabile. Con questo articolo intendiamo dimostrare una volta per tutte che non si tratta di un fenomeno spontaneo. Ciò che si vorrebbe far apparire come un frutto ineluttabile della storia è in realtà un piano studiato a tavolino e preparato da decenni per distruggere completamente il volto del Vecchio continente.

LA PANEUROPA

Pochi sanno che uno dei principali ideatori del processo d’integrazione europea fu anche colui che pianificò il genocidio programmato dei popoli europei. Si tratta di un oscuro personaggio di cui la massa ignora l’esistenza, ma che i potenti considerano come il padre fondatore dell’Unione Europea. Il suo nome è Richard Coudenhove Kalergi. Egli muovendosi dietro le quinte, lontano dai riflettori, riuscì ad attrarre nelle sue trame i più importanti capi di stato, che si fecero sostenitori e promotori del suo progetto di unificazione europea.
Nel 1922 fonda a Vienna il movimento “Paneuropa” che mira all’instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale basato su una Federazione di Nazioni guidata dagli Stati Uniti. L’unificazione europea avrebbe costituito il primo passo verso un unico Governo Mondiale.
Con l’ascesa dei fascismi in Europa, il Piano subisce una battuta d’arresto, e l’unione Paneuropea è costretta a sciogliersi, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale Kalergi, grazie ad una frenetica e instancabile attività, nonché all’appoggio di Winston Churchill, della loggia massonica B’nai B’rith e di importanti quotidiani come il New York Times, riesce a far accettare il suo progetto al Governo degli Stati Uniti.



L’ESSENZA DEL PIANO KALERGI

Nel suo libro «Praktischer Idealismus», Kalergi dichiara che gli abitanti dei futuri “Stati Uniti d’Europa” non saranno i popoli originali del Vecchio continente, bensì una sorta di subumanità resa bestiale dalla mescolanza razziale. Egli afferma senza mezzi termini che è necessario incrociare i popoli europei con razze asiatiche e di colore, per creare un gregge multietnico senza qualità e facilmente dominabile dall’elite al potere.

«L’uomo del futuro sarà di sangue misto. La razza futura eurasiatica-negroide, estremamente simile agli antichi egiziani, sostituirà la molteplicità dei popoli, con una molteplicità di personalità.

Ecco come Gerd Honsik descrive l’essenza del Piano Kalergi

Kalergi proclama l’abolizione del diritto di autodeterminazione dei popoli e, successivamente, l’eliminazione delle nazioni per mezzo dei movimenti etnici separatisti o l’immigrazione allogena di massa. Affinchè l’Europa sia dominabile dall‘elite, pretende di trasformare i popoli omogenei in una razza mescolata di bianchi, negri e asiatici. A questi meticci egli attribuisce crudeltà, infedeltà e altre caratteristiche che, secondo lui, devono essere create coscientemente perché sono indispensabili per conseguire la superiorità dell‘elite.
Eliminando per prima la democrazia, ossia il governo del popolo, e poi il popolo medesimo attraverso la mescolanza razziale, la razza bianca deve essere sostituita da una razza meticcia facilmente dominabile. Abolendo il principio dell’uguaglianza di tutti davanti alla legge e evitando qualunque critica alle minoranze con leggi straordinarie che le proteggano, si riuscirà a reprimere la massa.
I politici del suo tempo diedero ascolto a Kalergi, le potenze occidentali si basarono sul suo piano e le banche, la stampa e i servizi segreti americani finanziarono i suoi progetti. I capi della politica europea sanno bene che è lui l’autore di questa Europa che si dirige a Bruxelles e a Maastricht. Kalergi, sconosciuto all’opinione pubblica, nelle classi di storia e tra i deputati è considerato come il padre di Maastricht e del multiculturalismo.
La novità del suo piano non è che accetta il genocidio come mezzo per raggiungere il potere, ma che pretende creare dei subumani, i quali grazie alle loro caratteristiche negative come l’incapacità e l’instabilità, garantiscano la tolleranza e l’accettazione di quella “razza nobile”.




DA KALERGI AI NOSTRI GIORNI

Benché nessun libro di scuola parli di Kalergi, le sue idee sono rimaste i principi ispiratori dell’odierna Unione Europea. La convinzione che i popoli d’Europa debbano essere mescolati con negri e asiatici per distruggerne l’identità e creare un’unica razza meticcia, sta alla base di tutte le politiche comunitarie volte all’integrazione e alla tutela delle minoranze. Non si tratta di principi umanitari, ma di direttive emanate con spietata determinazione per realizzare il più grande genocidio della storia.

In suo onore è stato istituito il premio europeo Coudenhove-Kalergi che ogni due anni premia gli europeisti che si sono maggiormente distinti nel perseguire il suo piano criminale. Tra di loro troviamo nomi del calibro di Angela Merkel o Herman Van Rompuy.



La Società Europea Coudenhove-Kalergi ha assegnato alla Cancelliera Federale Angela Merkel il Premio europeo nel 2010



"Il 16 novembre 2012 è stato conferito al presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy il premio europeo Coudenhove-Kalergi 2012 durante un convegno speciale svoltosi a Vienna per celebrare i novant’anni del movimento paneuropeo. Alla sue spalle compare il simbolo dell’unione paneuropea: una croce rossa che sovrasta il sole dorato, simbolo che era stato l’insegna dei Rosacroce."


L’incitamento al genocidio è anche alla base dei costanti inviti dell’ONU ad accogliere milioni di immigrati per compensare la bassa natalità europea. Secondo un rapporto diffuso all’inizio del nuovo millennio, gennaio 2000, nel rapporto della “Population division” (Divisione per la popolazione) delle Nazioni Unite a New York, intitolato: “Migrazioni di ricambio: una soluzione per le popolazioni in declino e invecchiamento, l’Europa avrebbe bisogno entro il 2025 di 159 milioni di immigrati. Ci si chiede come sarebbe possibile fare stime così precise se l’immigrazione non fosse un piano studiato a tavolino. È certo infatti che la bassa natalità di per sé potrebbe essere facilmente invertita con idonei provvedimenti di sostegno alle famiglie. È altrettanto evidente che non è attraverso l’apporto di un patrimonio genetico diverso che si protegge il patrimonio genetico europeo, ma che così facendo se ne accelera la scomparsa. L’unico scopo di queste misure è dunque quello di snaturare completamente un popolo, trasformarlo in un insieme di individui senza più alcuna coesione etnica, storica e culturale. In breve, le tesi del Piano Kalergi hanno costituito e costituiscono tutt’oggi il fondamento delle politiche ufficiali dei governi volte al genocidio dei popoli europei attraverso l‘immigrazione di massa. G. Brock Chisholm, ex direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dimosta di avere imparato bene la lezione di Kalergi quando afferma:
«Ciò che in tutti i luoghi la gente deve fare è praticare la limitazione delle nascite e i matrimoni misti (tra razze differenti), e ciò in vista di creare una sola razza in un mondo unico dipendente da un’autorità centrale»




CONCLUSIONE

Se ci guardiamo attorno il piano Kalergi sembra essersi pienamente realizzato. Siamo di fronte ad una vera terzomondializzazione dell’Europa. L’assioma portante della “Nuova civiltà” sostenuta dagli evangelizzatori del Verbo multiculturale, è l’adesione all’incrocio etnico forzato. Gli europei sono naufragati nel meticciato, sommersi da orde di immigrati afro-asiatici. La piaga dei matrimoni misti produce ogni anno migliaia di nuovi individui di razza mista: i “figli di Kalergi”. Sotto la duplice spinta della disinformazione e del rimbecillimento umanitario operato dai mezzi di comunicazione di massa si è insegnato agli europei a rinnegare le proprie origini, a disconoscere la propria identità etnica.
I sostenitori della Globalizzazione si sforzano di convincerci che rinunciare alla nostra identità è un atto progressista e umanitario, che il “razzismo” è sbagliato, ma solo perché vorrebbero farci diventare tutti come ciechi consumatori. È più che mai necessario in questi tempi reagire alle menzogne del Sistema, ridestare lo spirito di ribellione negli europei. Occorre mettere sotto gli occhi di tutti il fatto che l’integrazione equivale a un genocidio. Non abbiamo altra scelta, l’alternativa è il suicidio etnico.

di Riccardo Percivaldi

APRITE GLI OCCHI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI STOP INVASIONE
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La cyberwar dell’ISIS

28 gennaio 2015 ore 14:04 segnala
La cyberwar dell’ISIS



Messaggi di propaganda firmati dall’ISIS sono stati inseriti in un account Twitter inconsueto per i terroristi islamisti: quello del Comando centrale delle Forze armate statunitensi (CENTCOM). Infatti alcuni hacker legati allo Stato islamico, con la sigla “Cybercaliphate” hanno violato gli account di Twitter e YouTube del CENTCOM inserendo frasi e video inneggianti al Califfato. L’intera vicenda ha creato grande imbarazzo al Pentagono ma anche molta preoccupazione poiché è la prima volta che una formazione jihadista utilizza tattiche di cyberwar contro account legati ad uno Stato.
Quello dell’ISIS è un tipo di terrorismo nuovo, non più legato solo alla classica logica dell’attentato, ma capace di sviluppare strategie politico-propagandistiche e militari di ampio respiro e di utilizzare anche strumenti avanzati come quelli della cyberwar. Se lo Stato islamico ha organizzato una squadra specializzata di hacker allora si può dire che abbia realmente perso la sua connotazione di gruppo terroristico per approdare a quella di “esercito”. I proclami lanciati dall’account CENTCOM parlavano di una presenza degli hacker del Califfato nei computer di tutte le basi militari statunitensi. Risulta difficile credere che sia reale, è molto più probabile che si tratti di semplice propaganda, però il ripetersi di attacchi e violazioni informatiche non è da escludere a priori.
Quello che rende clamoroso questo attacco cibernetico è anche il momento scelto dall’ISIS per lanciarlo, pochi giorni dopo la strage di Charlie Hebdo, ma soprattutto mentre negli USA il presidente Obama annuncia un rafforzamento dei sistemi di sicurezza informatici proprio per prevenire eventualità del genere. Il provvedimento della Casa Bianca è stato accompagnato anche da una richiesta ai grandi gruppi privati di aggiornare i propri sistemi di difesa informatica per prevenire attacchi come quelli subiti ultimamente da Sony, Target ed Home Depot. La “The personal data notification and protection act” (questo il nome della legge) dovrà essere approvata dal Congresso entro un mese.
Gli hacker del Califfato non si sono limitati a messaggi di propaganda ma hanno anche pubblicato documenti riservati e piani militari statunitensi su Cina e Corea del Nord, però, secondo il Pentagono le notizie rese pubbliche non sono particolarmente sensibili. Insomma, se l’attacco informatico contro il CENTCOM non si è dimostrato particolarmente dannoso a livello prettamente militare, sicuramente è stata un’altra vittoria mediatica per lo Stato islamico ed i suoi fiancheggiatori, capaci di inserirsi in uno dei sistemi più protetti del mondo.
Quella contro lo Stato islamico è una guerra totale, combattuta non solo sui campi di battaglia o con i piani segreti dell’intelligence, ma anche in campi come quello informatico e tecnologico. Questa dimensione totale del conflitto sarebbe stata impensabile ed ingestibile per un gruppo terroristico fino a qualche anno fa, l’ISIS però ha fatto un salto di qualità impressionante. L’Occidente dovrà guardarsi le spalle e tenere alta la guardia in futuro.


APRITE GLI OCCHI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI STOP INVASIONE

di Filippo Del Monte

fonte : http://www.tribunaitalia.it/2015/01/13/la-cyberwar-dellisis/
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La cyberwar dell’ISIS « immagine » Messaggi di propaganda firmati dall’ISIS sono stati inseriti in un account Twitter inconsueto per i terroristi islamisti: quello del Comando centrale delle Forze armate statunitensi (CENTCOM). Infatti alcuni hacker legati allo Stato islamico, con la sigla...
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TOLLERANZA ISLAMICA ( 2 di 3)

27 gennaio 2015 ore 15:17 segnala
TOLLERANZA ISLAMICA 2 parte di 3

in fondo alla pagina ci sono i links delle 3 parti.






2) LA SHARI’A

La shari’a, o giurisprudenza islamica è la legge sacra derivata dalla rivelazione coranica e dall’esempio di Maometto, per regolare ogni aspetto della vita quotidiana della comunità musulmana e di ogni singolo musulmano. Nello stato islamico, la shari’a regola anche la vita dei sudditi non musulmani e i rapporti tra loro e i musulmani. I non musulmani, in base al Versetto 9:29 erano soggetti al pagamento di una tassa capitaria chiamata “jizya” che garantiva loro la protezione del governo islamico. Questa “protezione” era chiamata Dhimma e quindi i soggetti protetti erano definiti dhimmi.

In cambio di una relativa libertà di culto (non erano obbligati alla conversione) erano tuttavia sottoposti a una serie di misure restrittive abbastanza stabili nel tempo e nello spazio, fino a tempi recentissimi che garantivano la completa soggezione dei dhimmi allo stato islamico e la discriminazione sociale nei confronti dei cittadini musulmani

Il famigerato versetto 9:29 sta alla base del famoso “Patto di Omar”, che riassume le caratteristiche delle misure discriminatorie previste dalla shari’a, comuni alle 4 scuole classiche di giurisprudenza islamica. La misura più grave era l’obbligo al pagamento dellajizya, a cui si accompagnavano numerose altre limitazioni che discriminavano i dhimmi sia sul piano sociale (non costruire nuovi luoghi di culto, nè riparare quelli esistenti, non costruire edifici più alti di quelli musulmani, non poter risiedere nei quartieri musulmani, non poter seppellire i morti vicino ai cimiteri musulmani ecc) che personale (obblighi di vestire in modo da essere riconoscibili, impossibilità di testimoniare nei tribunali islamici, divieto di proselitismo, divieto di criticare l’islàm e il governo islamico ecc).

Non solo i principi enunciati nel Patto di Omar hanno regolato i rapporti con gli infedeli in tutti gli stati islamici e per tutta la loro storia, ma sono validi ancora oggi, come dimostra la recente pubblicazione (1991) della traduzione inglese di un classico manuale di Giurisprudenza islamica del quattordicesimo secolo, “Reliance of the traveller”. L’opera ha ottenuto l’approvazione della celebre Università Islamica al-Azhar del Cairo che attesta che:

la traduzione Inglese è assolutamente conforme al significato del testo originale, che oltretutto è riportato a margine.

la traduzione Inglese (accessibile ai lettori occidentali) rappresenta la versione ortodossa, valida anche oggi, della “shari’a”, la Sacra Legge dell’islàm.

La shari’a sta anche alla base della Dichiarazione del Cairo del 5 Agosto 1990, sottoscritta da tutti gli stati membri dell’OIC (Organizzazione della Conferenza Islamica) che comprende i 57 stati Islamici riconosciuti dall’ONU. La Dichiarazione stabilisce la “Carta dei diritti dell’Uomo nell’islàm”, in contrapposizione alla “Carta dei Diritti Universali dell’Uomo” dell’ONU. In questo documento, i due articoli finali (24 e 25) subordinano tutti i diritti umani alla shari’a e recitano testualmente:

Articolo 24: Tutti i diritti e le libertà enunciate nella presente Dichiarazione sono soggette alla shari’a islamica.

Articolo 25: La shari’a islamica è la sola fonte di riferimento per l’interpretazione di qualsiasi articolo della presente Dichiarazione.


APRITE GLI OCCHI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI STOP INVASIONE

1 PARTE : http://blog.chatta.it/albertodagiussano/post/tolleranza-islamica-1di-3-.aspx

2 PARTE : http://blog.chatta.it/albertodagiussano/post/tolleranza-islamica-2-di-3-.aspx

3 PARTE :

http://blog.chatta.it/albertodagiussano/post/tolleranza-islamica-3-di-3-.aspx
c782cb41-6630-4952-81bb-c8a9a1a35449
TOLLERANZA ISLAMICA 2 parte di 3 in fondo alla pagina ci sono i links delle 3 parti. « immagine » 2) LA SHARI’A La shari’a, o giurisprudenza islamica è la legge sacra derivata dalla rivelazione coranica e dall’esempio di Maometto, per regolare ogni aspetto della vita quotidiana della...
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Perchè il razzismo esploderà ?

27 gennaio 2015 ore 13:22 segnala
“Il razzismo esploderà perché discriminiamo i cittadini a vantaggio degli immigrati”


5 magg – “Il razzismo esploderà in Europa perché discriminiamo i cittadini a vantaggio degli immigrati” (Magdi Cristiano Allam, Intervento nell’Aula del Parlamento Europeo, Strasburgo, 26/2/2014)





Voterò contro la proposta di risoluzione sulla situazione dei diritti fondamentali nell’Unione Europea perché quest’Europa sta implodendo non perché non vengano rispettati i diritti ma perché si sono del tutto dimenticati i doveri, elargiamo a piene mani diritti e libertà senza chiedere in cambio l’ottemperanza dei doveri e il rispetto delle regole. Prima ancora di preoccuparci della discriminazione dei Rom, degli immigrati e addirittura si citano i sospetti terroristi tra le categorie che dovrebbero essere tutelate, dobbiamo occuparci della discriminazione dei cittadini.
Nel mio Paese l’Italia, sono gli italiani ad essere discriminati nell’assegnazione delle case popolari, dei posti agli asili nido pubblici, dei sussidi e delle pensioni sociali.

Da ex immigrato orgogliosamente cittadino italiano, da sociologo e da giornalista che per 35 anni si è occupato di immigrazione, sento il dovere di mettere in guardia quest’Europa dall’esplosione di un’ondata di razzismo non perché, come vorrebbe far credere questa proposta di risoluzione, verrebbero discriminati gli immigrati o i sospetti terroristi, ma perché si discriminano i cittadini dei Paesi europei per la nostra sottomissione ad un’ideologia globalista, immigrazionista, buonista e relativista.

Io mi ribello all’Europa che questa proposta di risoluzione prospetta, dico no all’Europa che si presenta come una landa deserta, dove chiunque arriva pianta la propria tenda e detta le proprie condizioni, finendo per trasformarci in una terra di conquista.

APRITE GLI OCCHI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI STOP INVASIONE

fonte :

http://www.imolaoggi.it/2014/05/05/il-razzismo-esplodera-perche-discriminiamo-i-cittadini-a-vantaggio-degli-immigrati/
54300007-0292-400e-9463-b6d21bc617ea
“Il razzismo esploderà perché discriminiamo i cittadini a vantaggio degli immigrati” 5 magg – “Il razzismo esploderà in Europa perché discriminiamo i cittadini a vantaggio degli immigrati” (Magdi Cristiano Allam, Intervento nell’Aula del Parlamento Europeo, Strasburgo, 26/2/2014) « immagine »...
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