CIMITERO DI SOGNI MORTI 3/02/2024 (14.48)

03 febbraio 2024 ore 14:48 segnala
Perché hai,con cura e pazienza,
curato ogni mia ferita
salvo poi sferrarmi il colpo mortale?
Perché mi hai insegnato la singola posizione
di ogni stella,
per poi costringermi ad ammettere
che sono soltanto le orbite vuote
di cadaveri estinti milioni di anni fa?
Sei stata una potente medicina
e il più micidiale dei veleni.
Mi hai usato come alibi per scappare.
Da me. Dagli impegni. Dai futuri possibili.
Che tu stessa, per prima, insistevi per creare.
Con ansia e impazienza.
Senza che io pretendessi nulla.
Hai preferito che fossi la colpa,
per azzerare impegni e doveri
che pure nessuno mai pretendeva di importi.
Da rifugio e sostegno divenni fastidio.
Il calore dell'abbraccio fece posto
al fragoroso silenzio dell'indifferenza.
E cercavi ogni pretesto per non stare sotto lo stesso tetto.
Io sapevo. Vedevo. E fingevo di non capire.
Mi illudevo. Con ottusità criminale.
Avrei potuto scrivere epiloghi più dignitosi.
E, invece, mi feci umiliare fino in fondo.
E sento però di essere l'unico colpevole.
Perché spazzare quel legame
era l'unica vera liberazione.
Ancorché dolorosa. Ancorché sanguinante...
Così ho accresciuto il senso di solitudine.
In cui soffrivo ma comunque era ancora al sicuro.
Alla fine, ce l'ho fatta.
Che sono rinato non oserei dirlo.
Troppo ancora mi manca di te.
Troppi fantasmi si agitano a dirmi
che non sono pronto per sostituire
i nostri sogni e quella passione degli inizi...
come in ogni cosa ho molte colpe gravi.
Nella fine, si è carnefici e vittime.
Non sfugge nessuno.
Non ci sono assoluzioni...
non ho ancora riempito il vuoto che hai lasciato.
Ma posso vivere senza te.
Giorno dopo giorno.
Passo dopo passo.
Mi aiutano il cielo, Il sole e il mare,
Non penso a un domani lontano.
Ma solo a poche ore dopo.
Sono però finalmente indipendente.
Artefice dei miei giorni.
Eppure penso sempre a quant'era bello
restare impigliato nei nostri progetti in comune...
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Perché hai,con cura e pazienza, curato ogni mia ferita salvo poi sferrarmi il colpo mortale? Perché mi hai insegnato la singola posizione di ogni stella, per poi costringermi ad ammettere che sono soltanto le orbite vuote di cadaveri estinti milioni di anni fa? Sei stata una potente medicina e il...
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03/02/2024 14:48:46
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Lucidi Deliri 13/01/'24 (18.53)

13 gennaio 2024 ore 19:03 segnala
Quanto è lucido questo mio delirio,
che vaneggia di Amore e Morte.
Di Fiamme che non riscaldano.
Di Eternità che consuma.
Di gabbie e trappole che ci siamo costruiti,
gaudenti, ben sapendo dove saremmo finiti..
Annegando in sangue e lacrime.
Urlando senza voce al vento.
Temendo fantasmi del futuro,
senza aver consumato ancora i traumi del passato.
Ero nessuno e mi credevo Dio.
Ero onnipotente e mi vedevo nullità.
In quale mezzo fosse la Verità
non mi è mai stato dato di sapere.
Perché hai disturbato il mio sonno giocondo
con promesse di danze e sogni lontani?
Sapevo che entrambi li avremmo infranti. E disattesi.
C'è una burrasca nella mia Anima.
E nella tua. Come contorti rami spogli che
ricordano dita di scheletri a ghermire il cielo grigio.
Non rinnego niente. Non potrei.
E se dovessi uccidere la mia Anima per Te,
lo rifarei. Ancora e ancora...
Anche se l'esistenza è solo un rudere vuoto,
muta testimonianza di memorie scomode.
Sghembi occhi svuotati di ogni luce.
Dovevamo viaggiare insieme.
Forse, quando saremo cenere
sarà Destino riunirci...
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Quanto è lucido questo mio delirio, che vaneggia di Amore e Morte. Di Fiamme che non riscaldano. Di Eternità che consuma. Di gabbie e trappole che ci siamo costruiti, gaudenti, ben sapendo dove saremmo finiti.. Annegando in sangue e lacrime. Urlando senza voce al vento. Temendo fantasmi del...
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13/01/2024 19:03:38
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Il labile confine tra vittima e carnefice...

07 settembre 2023 ore 10:45 segnala
Perché mi chiedi se sono felice?
Mentre le mie carni sanguinano,
delle ferite laceranti che mi hai inflitto..
O, forse, è solo autoassoluzione.
Forse, sono stato proprio io a permettertelo.
Siamo tutti vittime e carnefici.
Siamo tutti feriti e pericolosi.
Siamo tutti dolci e assassini dell'Anima.
E tu mi hai straziato il cuore,
ma sento di avere colpe pesantissime come macigni.
E neanche tu sei felice.
Chissà com'è stato quando hai sentito lo strappo?
Quando ti sei accorta che da tuo tutto ero ridotto a niente.
Quando ogni tuo palpito dell'attimo
si è tramutato in indifferenza infastidita.
Non si torna indietro. Mai.
Sarebbe meglio se capissimo prima. Sarebbe meglio.
Se ci parlassimo quando ci accorgiamo che cala il silenzio.
Invece, allora, stiamo ancora più zitti.
Per comodità. Per vigliaccheria.
E io non posso che augurarti ogni bene. Anche ora.
Anche se mi sono ritrovato solo.
In una Capitale immensa e straniera.
E le sale silenziose che dovevano diventare
il nido di un futuro insieme
si sono riempite di un vuoto lancinante e ululante.
Ma se soffri, io continuo a lacrimare.
E vorrei solo che tu potessi sorridere..
Anche a ancora senza me. Nonostante me...
Vedrò altri cieli. E tu non ci sarai.
Non mi terrai la mano e non mi dirai frasi consolatorie.
Non lenirai i miei terrori panici dell'infinito.
Ho già camminato in riva al mare senza di te.
Ho già provato la sensazione del tuo svanire come uno spettro..
Eppure io Ti assolvo. E mi assolvo.
E assolvo l'orizzonte intero. Che sorride implacabile.
Siamo solo un istante, in un flusso che continua imperterrito.
Che ha mille altre esistenze da contemplare..
Non mi sorriderai più, al profumo della Sera.
Mentre le luci lontane abbracciano il cielo blu elettrico.
Saremo due solitudini che non si proteggono più...
Non dimenticarmi..
Non voglio dimenticarti..
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Perché mi chiedi se sono felice? Mentre le mie carni sanguinano, delle ferite laceranti che mi hai inflitto.. O, forse, è solo autoassoluzione. Forse, sono stato proprio io a permettertelo. Siamo tutti vittime e carnefici. Siamo tutti feriti e pericolosi. Siamo tutti dolci e assassini dell'Anima. E...
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07/09/2023 10:45:13
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Che senso ha?

19 agosto 2023 ore 23:37 segnala
Che senso ha, se un fiore si spezza?
Se vola via troppo presto,
e non restano più albe o tramonti.
Che senso ha, che resta di quel sorriso?
E, d'improvviso, ti accorgi quei gesti che
pensavi soliti,
che credevi di aver il tempo di fare..
ebbene, quei gesti restano solo un impossibile muto saluto...
Che senso ha, se quel tuo modo di fare
resterà solo un flebile ricordo? Non voglio che sbiadisca..
Forse, un senso c'è.
Forse, ora voli oltre ogni sofferenza.
E, magari, adesso sei nell'orizzonte.
Più bello e immenso.
Ora dipingi l'infinito e vorresti dirci di non piangere.
Ma come si fa?
Come si può accettare quell'ultimo estremo saluto che non ti abbiamo potuto dare?
Ti avrei augurato cento anni.
A te, che avevi un'Anima pura come il mare.
E non c'è sollievo. Non per chi resta...
Cercherò, domani, di trovarlo quel senso..
E ti prometto che non dimenticherò mai.
Ma adesso fa male. Adesso non c'è spiegazione.
Dormi in pace, Fratello...
E domani, questi interrogativi non faranno più così male.
Non lacereranno la carne...
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Che senso ha, se un fiore si spezza? Se vola via troppo presto, e non restano più albe o tramonti. Che senso ha, che resta di quel sorriso? E, d'improvviso, ti accorgi quei gesti che pensavi soliti, che credevi di aver il tempo di fare.. ebbene, quei gesti restano solo un impossibile muto...
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Suicidi (Immaginari oppure no)

15 agosto 2023 ore 20:22 segnala
Perché vuoi impedire agli squarci nelle mie vene di sanguinare?
Preferisci lasciare incendiare la mia disperazione?
Come mille stelle. Occhi morti verso universi estinti..
Hai preteso di ricucire ogni mia ferita.
Ma non te lo avevo chiesto, Falso Messia.
Vai Via!
Lontano da me. Oltre l'orizzonte conosciuto.
Lasciami la scelta di mille suicidi immaginari.
Lasciami ubriacare di una colonna sonora senza speranza.
Musica senza gioia.
Lasciami annegare finché non mi resta più respiro.
Lasciami lanciare nel vuoto d'un burrone.
Che io sia libero di terminare i miei giorni.
Di dargli la fine che voglio.
Di scriverne i titoli di coda.
Probabilmente, non lo farei mai.
Mai lo farò. Ma il "naufragar m'è dolce",
nel malinconico pensiero di ogni assenza di perdono.
Di ogni assenza di futuro..
Lasciami urlare finché non resti più un filo di voce..
mi soffocano questi mostri di cemento e lamiera,
queste immense vetrate di nulla.
Quest'asfalto logoro e sudicio.
Lasciami partire, ad ali spiegate,
come gufo nel bosco. Di notte. Alla luce lunare.
Verso il sarcofago dei sogni..
il più dolce dei riposi...
Vedrò la flebile fiamma di queste candele.
Nel folto della foresta, quando la Notte inghiotte il giorno.
E ci penserò su..
Adieu...

Cimitero di Sogni Morti

01 agosto 2023 ore 14:00 segnala
Sono l'oracolo,
di un folle Destino...
Sono il suicidio,
d'ogni libero desiderio.
Sono il dolore. Che ti incatena.
Sono la sofferenza.
Che sfuggi eppure brami.
Cosa faresti?
Senza sentire il mio soffio..
che ti soffoca e ti toglie il respiro.
Come un cuscino dolcemente posato sul volto.
La dolce violenza di una fine attesa.
Qui giace ogni tuo anelito glorioso.
Qui riposa ogni tuo slancio ideale.
Qui è stato prosciugato ogni tuo afflato vitale.
E non aveva importanza.
La fine cancella ogni fallimento.
Vanifica ogni assurda corsa al massacro.
Per cosa, poi?
Un pugno di terra, ossa per vermi.
Ricordati che devi svanire..
Del tuo nome non resterà che l'oblio.
Non chiedere: non ti sarà dato.
Non pretendere. Riceverai solo la sabbia del tempo.
Non c'è infinito. Solo il vuoto..
Chiudi gli occhi. Sorridi.
E' finito ogni tormento, ogni aspettativa frustrata.
Forse, adesso, invece correrai oltre ogni Tempo.
Forse, ora, supererai ogni limbo.
Nel cimitero di sogni morti...
Forse, incomincia, davvero un futuro senza patemi..
Ma, in cui, ogni vaga stilla di sangue è vana.
E non c'è più angoscia perché non c'è promessa.
Non c'è via di fuga. Perché si è spenta ogni stella..

IN TEMPI ANDATI.. 8/03/2018 (17.41)

08 marzo 2018 ore 17:57 segnala
Quel muro d’inverno,
mi separava dalla tua voce..
impedendomi di afferrarti
in quel buio crepuscolo vorticoso.
Non le luci delle strade,
non i profumi nei vicoli
o i sorrisi della gente che sciama per le vie..
solo un vacuo, inerte rimbombo..
la lama affilata della sera.
Non mi parlava certo di vecchie memorie liete.
E non mi prometteva un domani di gioia.
Ululava il delirio della perdita.
Ci sono cose che devono accadere,
ma squarciano l’anima in pezzi.
La sradicano come alberi
Azzannati dai denti del vento..
Ogni cosa ha un prezzo da pagare.
Un minimo di dannazione eterna.
Ho recriminato tante volte.
Ho cercato di capire i miei errori.
O i tuoi. Le reciproche mancanze.
Ma era solo la solitudine di isole
Che non possono comunicare.
Lo spirito di tempi carichi di vuoto..
Niente da capire.
Da spiegare.
Nessuna inutile lacrima da versare.
Solo stillicidi di rassegnazione.
Andò bene così.
Senza quella separazione assurda,
avremmo vissuto futuri insensati.
Ci saremmo uccisi a vicenda,
anche senza mai sfiorarci.
Cosa volesse dire quel tempo cupo l’ho ben capito ora.
E sebbene ancora oggi
Le mie ferite sanguinino
Così doveva andare…

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Quel muro d’inverno, mi separava dalla tua voce.. impedendomi di afferrarti in quel buio crepuscolo vorticoso. Non le luci delle strade, non i profumi nei vicoli o i sorrisi della gente che sciama per le vie.. solo un vacuo, inerte rimbombo.. la lama affilata della sera. Non mi parlava certo di...
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NEL LAMENTO DEL VENTO 4/1/2018 (17.41)

04 febbraio 2018 ore 17:54 segnala
A cosa è servito,
quel tuo disperato rifugiarti
nell’ennesimo freddo inverno?
Sapevi che saresti evasa…
Che non c’era luogo
Talmente grande da contenere
Quella tua smania di bruciare ogni cosa.
Di vivere intensamente.
Ti appassionavi.
E ti annoiavi.
Ti indignavi.
Per dimenticarne il motivo,
Un istante dopo.
Com’era tenera,
quella tua fragilità.
Amabile e lancinante.
Segno del tempo.
Eco d’un disagio antico.
Richiedevi attenzioni costanti
E abbracci.
Ma poi ti sentivi costretta.
Soffocata.
Volevi disperatamente
Tornare a casa.
Ma poi sentivi l’urlo interiore:
la necessità di ripartire.
E mi gridavi di essere il tuo carnefice.
Per poi pentirtene.
Mentre io osservavo soltanto.
Divertito e malinconico.
Perché sapevo che un giorno
Non avresti più fatto ritorno.
Un’amara certezza.
Eppure non potevo trattenerti.
E neanche lo volevo.
Sarebbe stato come ucciderti l’Anima…
Mi hai cercato ancora,
negli anni a venire.
Mi hai maledetto e dimenticato.
Mi hai rimpianto e desiderato.
Mi hai assegnato colpe che forse
Non mi appartenevano.
Mi hai donato meriti che altrettanto
Probabilmente non sono miei.
A volte mi hai, semplicemente, ignorato.
Come fossi un fantasma evanescente.
E, allora, si:
era come fossi scosso da un tremito violento.
Come se il vuoto disegnasse
i suoi colori beffardi e rabbiosi
nei miei occhi ormai sfuggenti…
nei miei sguardi così stanchi…
Sei, a volte, ancora la poesia del rimpianto.
Il lamento delle occasioni perdute.
Che torna a torturarmi,
anche se io, poi, lo allontano.
Ad ogni inverno,
nella fredda danza del vento
mi domando dove sei e cosa fai oggi…
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A cosa è servito, quel tuo disperato rifugiarti nell’ennesimo freddo inverno? Sapevi che saresti evasa… Che non c’era luogo Talmente grande da contenere Quella tua smania di bruciare ogni cosa. Di vivere intensamente. Ti appassionavi. E ti annoiavi. Ti indignavi. Per dimenticarne il motivo, Un...
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DOPO L’OBLIO DI UN IMPERO…. 8/11/2017 (00.06)

08 novembre 2017 ore 00:16 segnala
Addormentati,
di fronte alle vestigia
di Imperi sgretolati dal Tempo.
Mentre infuria rabbioso
un Inverno senza fine…
Che scuote gli alberi
E divora la Terra,
sin dalle fondamenta.
Regna,
su rovine ormai abbandonate.
Sulla sabbia di Eoni di Oblio.
La Gloria di Eserciti,
spazzata via
dall’urlo del Mare
che inghiottì il mondo.
L’autunno si fece
Mantello del Cosmo morente.
E Antichi Dei furiosi
Rovesciarono il Monarca stanco
E ormai vecchio.
Eppure tu sei ancora qui.
Spada arrugginita,
Trono di Solitudine.
Millenari castelli,
solo cumuli di rocce marcite.
E’ passato tutto.
E’ tramontato anche il Crepuscolo,
in una pioggia di carminio sanguinante..
Il ferro degli scudi è divenuto ruggine.
La polvere..
Ha ricoperto i megalitici inutili
Sfarzosi mausolei di Sovrani dimenticati.
Tu sei qui. Cammini con la schiena curva.
Sono andati via gli anni del caccia al cervo,
sei solo anziano.
E reso debole dal peso dello scorrere
Inesorabile delle ore.
C’è ancora da fare…
Sai che il tuo compito è finito.
Non è giunto il momento del riposo,
Sono stati deposti i Re.
Sono stati smentiti e condannati
I Sacerdoti di culti fallaci…
Ma la Guerra non è ancora finita…


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Addormentati, di fronte alle vestigia di Imperi sgretolati dal Tempo. Mentre infuria rabbioso un Inverno senza fine… Che scuote gli alberi E divora la Terra, sin dalle fondamenta. Regna, su rovine ormai abbandonate. Sulla sabbia di Eoni di Oblio. La Gloria di Eserciti, spazzata via dall’urlo del...
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VENT’ANNI DOPO 23/09/2017 (17.22)

23 settembre 2017 ore 17:29 segnala
Eravamo alle soglie dell’Autunno.
E il profumo dell’aria,
era come una droga per noi.
Quell’odore di bruciato,
in lontananza.
Il cuore era squarciato
Da sensazioni vivide,
senza tempo.
Guardare quel cielo:
immenso,
lacerato da lampi di Sole.
Le nubi,
come macchie di colore
lasciate ad asciugare
al sorriso dell’azzurro orizzonte.
C’è sempre stato qualcosa
Di inquieto in noi.
La voglia di bruciare ogni istante.
Di scappare via,
senza neanche sapere dove.
Un titanismo ingenuo,
a tratti ottuso.
L’illusione di poter vivere
Senza compromessi.
Mi ritrovo qui.
Vent’anni dopo.
Osservo ancora lo stesso cielo.
Da solo.
E’ passato troppo tempo.
Ma sono sempre incastrato qui.
Senza farne un dramma.
Ma con più d’un rimpianto
Conficcato nel cuore.
Non mi faccio più domande.
Non cerco risposte.
Chissà dove sei?
A volte,
quasi dimentico il tuo volto,
portato via dalla prima pioggia di Ottobre..,
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Eravamo alle soglie dell’Autunno. E il profumo dell’aria, era come una droga per noi. Quell’odore di bruciato, in lontananza. Il cuore era squarciato Da sensazioni vivide, senza tempo. Guardare quel cielo: immenso, lacerato da lampi di Sole. Le nubi, come macchie di colore lasciate ad asciugare al...
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23/09/2017 17:29:53
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