Vivi il presente con tutto te stesso, ama con tutto te stesso tutto ciò che il presente ti offre.
Vivi l'attimo come se questo fosse l'ultimo.
Non chiederti cosa ne avrai in cambio domani, se in verità questo è oggi tutto quello che veramente vuoi.
Non aspettare il domani per vivere la tua vita adesso, già mentre ascoltiamo sta fuggendo via.
Amare
17 dicembre 2011 ore 14:40 segnala1a5a265d-5efd-4a5c-b226-8fb5424d7139
Vivi il presente con tutto te stesso, ama con tutto te stesso tutto ciò che il presente ti offre.
Vivi l'attimo come se questo fosse l'ultimo.
Non chiederti cosa ne avrai in cambio domani, se in verità questo è oggi tutto quello che veramente vuoi.
Non aspettare il domani per vivere la tua vita...
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17/12/2011 14:40:23
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RIFLESSI
05 dicembre 2011 ore 18:52 segnala
immagina
indietro nel tempo
immagina
quel piccolo gesto così potente da cambiare l’oggi
immagina
se.
indietro nel tempo
immagina
quel piccolo gesto così potente da cambiare l’oggi
immagina
se.
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indietro nel tempo
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quel piccolo gesto così potente da cambiare l’oggi
immagina
se.
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05/12/2011 18:52:28
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Aspettando
02 dicembre 2011 ore 18:49 segnala
Riascolto infinite volte questa dolce canzone.
Scende dolcemente, scorre nelle mille piccole anse lucide e trasparenti, come una piccola onda, inesorabile sale, scende, si capovolge.
Piccole scintille brillano al suo passaggio, ambra dorata colore del miele, dolce veleno, colore della vita che sta fuggendo.
Dormire
Stordirsi nel continuo ripercorrere attimi di lucido delirio o di folle realtà, alla ricerca di un dettaglio, di un segno che ci dica che tutto questo non è.
Svegliarsi
Non si può più.
Cosa vuoi da me? Una scatola di milioni di piccoli pezzetti di carta colorata. La speranza che forse un giorno il disegno comparirà per intero, la certezza che quel giorno non verrà mai. Aspettando Godot
Scende dolcemente, scorre nelle mille piccole anse lucide e trasparenti, come una piccola onda, inesorabile sale, scende, si capovolge.
Piccole scintille brillano al suo passaggio, ambra dorata colore del miele, dolce veleno, colore della vita che sta fuggendo.
Dormire
Stordirsi nel continuo ripercorrere attimi di lucido delirio o di folle realtà, alla ricerca di un dettaglio, di un segno che ci dica che tutto questo non è.
Svegliarsi
Non si può più.
Cosa vuoi da me? Una scatola di milioni di piccoli pezzetti di carta colorata. La speranza che forse un giorno il disegno comparirà per intero, la certezza che quel giorno non verrà mai. Aspettando Godot
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Riascolto infinite volte questa dolce canzone.
Scende dolcemente, scorre nelle mille piccole anse lucide e trasparenti, come una piccola onda, inesorabile sale, scende, si capovolge.
Piccole...
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02/12/2011 18:49:00
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carpediem
01 dicembre 2011 ore 14:28 segnala
Quella mattina si alzò come al solito, il caffè caldo e la colazione erano già pronti. Con aria tranquilla e naturale prese a sistemare il solito disastro del mattino. Un’ultima sistemata allo zainetto della scuola per vedere se aveva preso la colazione del mattino, un bacio, un saluto. Uno sguardo dalla finestra, la macchina che si avvia, e scompare dietro le case. Rimane da sola, come tutte le mattine da quando aveva iniziato a lavorare part-time. Finito di sistemare, si ferma davanti allo specchio a guardarsi. Sì l’età iniziava a lasciare i suoi piccoli segni, ma tutto sommato poteva considerarsi in forma, ancora piacente. Più di una volta gli era capitato di incrociare di sfuggita uno sguardo interessato. Prima non ci aveva mai fatto caso più di tanto, era abituata. Ma ora doveva ammettere, quando ancora succedeva, che provava una sensazione piacevole, anche se dentro di se l’idea di poter ricambiare quella semplice occhiata furtiva le provocava po’ di imbarazzo, come se fosse ancora una quindicenne.
Scelse con cura l’abbigliamento, voleva essere bella ed elegante ma non volgare, si mise quel vestito che aveva comprato tempo fa ma non aveva mai avuto modo di indossare, non uscivano più tanto spesso, i bambini, la scuola, le difficoltà al lavoro, lui che torna stanco tardi la sera, i litigi per un niente ed il tempo che passa.
Una telefonata al suo ufficio per dirgli che andrà a fare spese in centro e che dovrà lasciare il telefono cellulare a casa perché si è scaricato.
Prese il foulard crema e se lo avvolse al collo, un leggero brivido le percorse la schiena, una sensazione mista di eccitazione e paura le fece l’effetto di una sferzata di nuova energia, sensazioni ormai sopite si riaffacciavano intense e vibranti. Il segno di riconoscimento.
L’aria del mattino sembrava profumare di odori di un tempo lontano e mentre procedeva spedita un vortice di sensazioni le attraversarva la mente, le tempie pulsavano veloci, e nonostante facesse freddo, un calore intenso le pervadeva il corpo, rendendola raggiante.
Si fermò davanti all’ingresso e per un attimo ebbe l’impulso di tornare indietro, un’attimo troppo breve. Entrò, avvolta dal fiume di persone che si aggiravano tra le vetrine dei negozi, con fare distratto e noncurante di lei che lentamente si avviava al reparto dei vestiti per bambini. Prese il primo capo di abbigliamento che le capitò e si mise a scrutarlo con attenzione, aveva paura a voltarsi, voleva andar via, ma le gambe le si erano quasi paralizzate, nessun rumore, intorno a lei nessuno. Passarono pochi secondi, quasi un’eternità, un sussurro dietro la nuca, una mano che le stringe la vita: “sei bellissima…”, un brivido la scuote il corpo e all’improvviso il corpo torna ad impossessarsi della mente, il presente si annulla. D’improvviso sensazioni che si credevano ormai sopite, tornano prepotentemente in vita lasciando una scia di meraviglioso piacere.
Al giorno non seguì più la notte.
Scelse con cura l’abbigliamento, voleva essere bella ed elegante ma non volgare, si mise quel vestito che aveva comprato tempo fa ma non aveva mai avuto modo di indossare, non uscivano più tanto spesso, i bambini, la scuola, le difficoltà al lavoro, lui che torna stanco tardi la sera, i litigi per un niente ed il tempo che passa.
Una telefonata al suo ufficio per dirgli che andrà a fare spese in centro e che dovrà lasciare il telefono cellulare a casa perché si è scaricato.
Prese il foulard crema e se lo avvolse al collo, un leggero brivido le percorse la schiena, una sensazione mista di eccitazione e paura le fece l’effetto di una sferzata di nuova energia, sensazioni ormai sopite si riaffacciavano intense e vibranti. Il segno di riconoscimento.
L’aria del mattino sembrava profumare di odori di un tempo lontano e mentre procedeva spedita un vortice di sensazioni le attraversarva la mente, le tempie pulsavano veloci, e nonostante facesse freddo, un calore intenso le pervadeva il corpo, rendendola raggiante.
Si fermò davanti all’ingresso e per un attimo ebbe l’impulso di tornare indietro, un’attimo troppo breve. Entrò, avvolta dal fiume di persone che si aggiravano tra le vetrine dei negozi, con fare distratto e noncurante di lei che lentamente si avviava al reparto dei vestiti per bambini. Prese il primo capo di abbigliamento che le capitò e si mise a scrutarlo con attenzione, aveva paura a voltarsi, voleva andar via, ma le gambe le si erano quasi paralizzate, nessun rumore, intorno a lei nessuno. Passarono pochi secondi, quasi un’eternità, un sussurro dietro la nuca, una mano che le stringe la vita: “sei bellissima…”, un brivido la scuote il corpo e all’improvviso il corpo torna ad impossessarsi della mente, il presente si annulla. D’improvviso sensazioni che si credevano ormai sopite, tornano prepotentemente in vita lasciando una scia di meraviglioso piacere.
Al giorno non seguì più la notte.
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Quella mattina si alzò come al solito, il caffè caldo e la colazione erano già pronti. Con aria tranquilla e naturale prese a sistemare il solito disastro del mattino. Un’ultima sistemata allo...
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01/12/2011 14:28:59
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Disincanto
01 dicembre 2011 ore 14:26 segnala
Quando ti guardo vedo in fondo di non conoscerti abbastanza, e mi chiedo quanto davvero tu in fondo conosca me. Tanti anni passati insieme eppure quando mi parli sento il freddo gelido dell’indifferenza che aleggia sulle nostre parole e sulle nostre discussioni.
La tua intelligenza a volte tradisce nelle tue parole, il sapere di me che già conosci ed è con smarrimento che vedo le parole infrangersi contro alte scogliere di lucido granito argenteo che innarrivabili testimoniano anni di intemperie di tristezza e di dolore.
Haimè, quanto arduo è pensare che la mia lucida follia, a te ignota, tanto vile ti è apparsa, e quanto, come in un gioco di specchi deformanti, corrotta e irreale si è presentata al nostro piccolo mondo.
Ma tant’è, sù il sipario!. Spegnete le luci della ragione, e fate che gli attori inizino a recitare quest’ultimo atto. Si balla, si ride e si scherza in questa commedia, si piange ci si addolora e si muore in questo spettacolo.
Nei tuoi occhi tanto amati, rivedo come in un lucente ologramma, la storia che verrà, la nostra storia, l’amara inquietudine per un mancato appuntamento, la consapevolezza della ragione che dalle immagini riflesse dello specchio, ha forgiato la sua realtà e le sue certezze, come uno scudo che protegge a se ed agli altri la verità.
Essere o non essere, mai tali versi rappresentarano meglio l’universale storia della vita, che pure esiste e che un‘anima deve presupporre, se l’arduo dilemma si vuole dirimere. Ma le avversità si confondono e si ripetono, si mescolano ai brevi momenti di gioia e come in una notte illuminata soltanto dal bagliore dei lampi, rendono arduo ritrovare la via. Evanescenti e impossibili da catturare sono questi tuoni che ci percuotono le membra ormai stanche. Dormire, rifugiarsi in un anfratto della nostra mente stanca e nel sogno ribellarsi a questà realtà. Ma dove sono? Chi sono queste persone? Dove mi trovo? Non riconosco questi posti che pur bene dovrei conoscere. Il sole brilla nel cielo e illumina un vibrante tappeto di milioni di farfalle, splendide nelle loro ali iridescenti, che vivono all’unisono. E’ forse questa la strada? Ma questa crisalide non muterà. Il sogno finirà ed al ritrovato dilemma imperiosa una risposta dovremo dare.
Nella perfettà geometria dell’universo ricerchiamo noi stessi e nell’universale aspirazione di condividere la nostra solitudine, il semplice angolo e la semplice linea dei nostri comuni sentimenti, si ripetono in infinite variazioni senza soluzione di continuità, fino a diventare, viste dall’alto della nostra arrogante sapienza, il disegno di un fiore di misteriosa origine e di imperscrutabile significato tramite il quale interpretare la propria religione e la propria ragione.
La tua bellezza di oggi, relega il più semplice dei miei pensieri alla stregua di una piccola margherita in un giardino fiorito, dove magnifiche orchidee si innalzano turgide e sensuali, in attesa della piccola farfalla che posandosi su di essa donerà nuova vita ad un nuovo fiore.
Un bacio
La tua intelligenza a volte tradisce nelle tue parole, il sapere di me che già conosci ed è con smarrimento che vedo le parole infrangersi contro alte scogliere di lucido granito argenteo che innarrivabili testimoniano anni di intemperie di tristezza e di dolore.
Haimè, quanto arduo è pensare che la mia lucida follia, a te ignota, tanto vile ti è apparsa, e quanto, come in un gioco di specchi deformanti, corrotta e irreale si è presentata al nostro piccolo mondo.
Ma tant’è, sù il sipario!. Spegnete le luci della ragione, e fate che gli attori inizino a recitare quest’ultimo atto. Si balla, si ride e si scherza in questa commedia, si piange ci si addolora e si muore in questo spettacolo.
Nei tuoi occhi tanto amati, rivedo come in un lucente ologramma, la storia che verrà, la nostra storia, l’amara inquietudine per un mancato appuntamento, la consapevolezza della ragione che dalle immagini riflesse dello specchio, ha forgiato la sua realtà e le sue certezze, come uno scudo che protegge a se ed agli altri la verità.
Essere o non essere, mai tali versi rappresentarano meglio l’universale storia della vita, che pure esiste e che un‘anima deve presupporre, se l’arduo dilemma si vuole dirimere. Ma le avversità si confondono e si ripetono, si mescolano ai brevi momenti di gioia e come in una notte illuminata soltanto dal bagliore dei lampi, rendono arduo ritrovare la via. Evanescenti e impossibili da catturare sono questi tuoni che ci percuotono le membra ormai stanche. Dormire, rifugiarsi in un anfratto della nostra mente stanca e nel sogno ribellarsi a questà realtà. Ma dove sono? Chi sono queste persone? Dove mi trovo? Non riconosco questi posti che pur bene dovrei conoscere. Il sole brilla nel cielo e illumina un vibrante tappeto di milioni di farfalle, splendide nelle loro ali iridescenti, che vivono all’unisono. E’ forse questa la strada? Ma questa crisalide non muterà. Il sogno finirà ed al ritrovato dilemma imperiosa una risposta dovremo dare.
Nella perfettà geometria dell’universo ricerchiamo noi stessi e nell’universale aspirazione di condividere la nostra solitudine, il semplice angolo e la semplice linea dei nostri comuni sentimenti, si ripetono in infinite variazioni senza soluzione di continuità, fino a diventare, viste dall’alto della nostra arrogante sapienza, il disegno di un fiore di misteriosa origine e di imperscrutabile significato tramite il quale interpretare la propria religione e la propria ragione.
La tua bellezza di oggi, relega il più semplice dei miei pensieri alla stregua di una piccola margherita in un giardino fiorito, dove magnifiche orchidee si innalzano turgide e sensuali, in attesa della piccola farfalla che posandosi su di essa donerà nuova vita ad un nuovo fiore.
Un bacio
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Quando ti guardo vedo in fondo di non conoscerti abbastanza, e mi chiedo quanto davvero tu in fondo conosca me. Tanti anni passati insieme eppure quando mi parli sento il freddo gelido...
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