Silk Road

08 aprile 2016 ore 10:03 segnala
The Silk Road or Silk Route was an ancient network of trade routes that were central to cultural interaction through regions of the Asian continent connecting the West and East from China to the Mediterranean Sea.

The Silk Road derives its name from the lucrative trade in Chinese silk carried out along its length, beginning during the Han dynasty (207 BCE – 220 CE). The Central Asian sections of the trade routes were expanded around 114 BCE by the Han dynasty, largely through the missions and explorations of the Chinese imperial envoy, Zhang Qian. The Chinese took great interest in the safety of their trade products and extended the Great Wall of China to ensure the protection of the trade route.

Trade on the Silk Road was a significant factor in the development of the civilizations of China, the Indian subcontinent, Persia, Europe, the Horn of Africa and Arabia, opening long-distance, political and economic relations between the civilizations. Though silk was certainly the major trade item from China, many other goods were traded, and religions, syncretic philosophies, and various technologies, as well as diseases, also travelled along the Silk Routes. In addition to economic trade, the Silk Road served as a means of carrying out cultural trade among the civilizations along its network.
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The Silk Road or Silk Route was an ancient network of trade routes that were central to cultural interaction through regions of the Asian continent connecting the West and East from China to the Mediterranean Sea. The Silk Road derives its name from the lucrative trade in Chinese silk carried out...
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08/04/2016 10:03:20
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Alex Ferguson

05 marzo 2014 ore 11:54 segnala
  • Becks non è mai stato un problema finché non si è sposato
  • La mia più grande sfida non è quello che sta succedendo in questo momento, ma è stata far scendere il Liverpool dal loro fottuto piedistallo

Nelson Mandela

25 ottobre 2012 ore 15:23 segnala
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

"Non c'è nessuna strada facile per la libertà."
(N. Mandela, Lungo cammino verso la libertà)
Nelson Mandela



Nelson Rolihlahla Mandela (Mvezo, 18 luglio 1918) è un politico sudafricano, primo presidente a essere eletto dopo la fine dell'apartheid nel suo Paese e premio Nobel per la pace nel 1993 insieme al suo predecessore Frederik Willem de Klerk.
A lungo uno dei leader del movimento anti-apartheid, ebbe un ruolo determinante nella caduta di tale regime, pur passando in carcere gran parte degli anni dell'attivismo anti-segregazionista. Protagonista insieme al presidente Frederik Willem de Klerk dell'abolizione dell'apartheid all'inizio degli anni Novanta, venne eletto presidente nelle prime elezioni multirazziali del Sudafrica (1994) rimanendo in carica fino al 1999. Il suo partito, l'African National Congress, è rimasto da allora ininterrottamente al governo del paese.
Mandela è il cognome assunto dal nonno. Il nome "Rolihlahla" (letteralmente "colui che provoca guai") gli fu attribuito alla nascita; "Nelson" gli fu invece assegnato alle scuole elementari. Il nomignolo Madiba, con cui è anche noto, è il suo nome di clan Xhosa (la sua etnia di appartenenza).
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Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. "Non c'è nessuna strada facile per la libertà." (N. Mandela, Lungo cammino verso la libertà) Nelson Mandela « immagine » Nelson Rolihlahla Mandela (Mvezo, 18 luglio 1918) è un politico sudafricano, primo presidente a essere eletto dopo la fine...
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25/10/2012 15:23:05
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Mario Monti

24 aprile 2012 ore 17:52 segnala
QUESTO E' SOLO UN TEST TECNICO

Mario Monti si diploma all'Istituto Leone XIII di Milano. Nel 1965 consegue la laurea in economia presso l'Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano e trascorre un anno all'Università di Yale (Stati Uniti), con una borsa di studio, avendo come professore James Tobin, Premio Nobel per l'economia nel 1981. Nel 1969 è professore ordinario presso l'Università degli Studi di Trento.



Dal 1970 insegna presso l'Università degli Studi di Torino, che lascia nel 1985 per diventare professore di economia politica presso l'Università Bocconi di Milano, dove diventa direttore dell'Istituto di Economia Politica e dove dal 1985 al 1995 è anche direttore del Giornale degli economisti e Annali di economia.
Monti è chiamato a rivestire incarichi di rilievo in commissioni governative e parlamentari: è relatore della commissione sulla difesa del risparmio finanziario dall'inflazione (1981), presidente della commissione sul sistema creditizio e finanziario (1981-1982), membro della Commissione Sarcinelli (1986-1987) e del Comitato Spaventa sul debito pubblico (1988-1989). Dal 1988 al 1990 è vicepresidente della Comit.
Sempre alla Bocconi assume la carica di rettore (1989-1994) e successivamente quella di presidente (1994), alla morte di Giovanni Spadolini. Attualmente si è sospeso dalla carica di presidente dell'Università fino a quando sarà in carica come presidente del consiglio dei ministri.
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QUESTO E' SOLO UN TEST TECNICO Mario Monti si diploma all'Istituto Leone XIII di Milano. Nel 1965 consegue la laurea in economia presso l'Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano e trascorre un anno all'Università di Yale (Stati Uniti), con una borsa di studio, avendo come professore James...
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Luciano Pavarotti, vita e carriera

05 gennaio 2008 ore 09:19 segnala

Il padre Fernando, fornaio nell'esercito, era un cantante amatoriale nella «Corale Gioachino Rossini» [3] di Modena e trasmise al figlio la passione per l'opera lirica, trovando nel giovane altrettanto interesse.

Il giovane Pavarotti decise di non intraprendere fin da subito una carriera musicale vera e propria, evitando così il conservatorio di musica. Per un lungo periodo invece dedicò i suoi studi all'insegnamento, per diventare un maestro di educazione fisica ed insegnare in seguito alle scuole elementari per due anni, dopo essersi iscritto nell'istituto magistrale di Modena (la stessa scuola frequentata anche da Francesco Guccini).

Pur proseguendo la sua carriera nell'insegnamento, non aveva abbandonato gli studi di canto con il tenore Arrigo Pola (di cui manterrà canoni e principi nella sua futura carriera) e alla partenza di quello per il Giappone, tre anni dopo, proseguì la sua preparazione con il maestro Ettore Campogalliani, con il quale perfezionò la tecnica del fraseggio e della concentrazione. Per sua stessa ammissione, i due sono restati per sempre i suoi unici e onorati maestri.

Negli anni successivi, entrato a pieno regime nel mondo della lirica e sempre continuando i suoi studi canori, il giovane tenore ottenne un primo successo musicale in una delle sue esibizioni con il padre in Galles, nel corso del festival di Llangollen dove si aggiudicò il primo premio.

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Il padre Fernando, fornaio nell'esercito, era un cantante amatoriale nella «Corale Gioachino Rossini» [3] di Modena e trasmise al figlio la passione per l'opera lirica, trovando nel giovane altrettanto interesse. Il giovane Pavarotti decise di non intraprendere fin da subito una carriera musicale...
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La corazzata Potëmkin

05 gennaio 2008 ore 09:15 segnala

La corazzata Potëmkin (rus. Броненосец Потёмкин, Bronenosec Potëmkin), è un film del 1925, diretto da Sergej M. Ejzenštejn. È uno dei più noti e influenti film della storia del cinema, ed è generalmente considerato come uno dei più bei film della storia. Prodotto dal primo stabilimento del Goskino a Mosca e qui proiettato la prima volta il 21 dicembre 1925 al teatro Bol'šoj, la prima proiezione aperta al pubblico avvenne il 21 gennaio 1926.

Il film è ambientato nel Giugno del 1905, i protagonisti della pellicola sono i membri dell'equipaggio della corazzata russa che dà titolo all'opera, ed è strutturato in 5 atti. I fatti narrati nel film sono in parte veri e in parte fittizi, in sostanza si può parlare di una rielaborazione a fini narrativi dei fatti storici realmente accaduti e che portarono all'inizio della Rivoluzione russa del 1905. Infatti ad esempio il massacro di Odessa non avvenne sulla celebre scalinata bensì in vie e stradine secondarie, e non avvenne di giorno ma di notte.

Fausto Coppi

02 gennaio 2008 ore 22:21 segnala

Angelo Fausto Coppi (Castellania, 15 settembre 1919 – Tortona, 2 gennaio 1960) è stato un ciclista italiano.

Soprannominato il Campionissimo o l'Airone, fu il corridore più vincente e famoso dell'epoca d'oro del ciclismo, ed è considerato uno dei più grandi e popolari atleti di tutti i tempi. Eccellente passista e scalatore, era molto forte anche in volata, risultando un corridore completo e adatto ad ogni tipo di competizione su strada. S'impose sia nelle più importanti corse a tappe sia nelle maggiori classiche di un giorno. Fu anche un campione di ciclismo su pista.

Vinse cinque volte il Giro d'Italia (1940, 1947, 1949, 1952 e 1953) (record), e due volte il Tour de France (1949 e 1952). Fra i suoi numerosi successi nelle corse in linea vanno ricordate le cinque affermazioni al Giro di Lombardia (1946, 1947, 1948, 1949 e 1954) (record), le tre vittorie alla Milano-Sanremo (1946, 1948 e 1949), e i successi alla Parigi-Roubaix e alla Freccia Vallone nel 1950. Fu Campione del mondo nel 1953. Nel ciclismo su pista, fu Campione del mondo d'inseguimento nel '47 e nel '49 e primatista dell'ora (45,798 km) dal 1942 al 1956.

Dal fisico apparentemente poco atletico, era dotato di una notevole agilità muscolare e di un sistema cardiorespiratorio fuori dal comune (capacità polmonare di 6,5 litri e 44 pulsazioni cardiache/minuto a riposo), qualità che ne esaltavano la resistenza sotto sforzo. La struttura ossea molto fragile e le ripetute fratture lo costrinsero tuttavia a pause forzate durante l'arco dell'intera attività. Allo stesso modo, la seconda guerra mondiale ne condizionò la carriera: la sospensione delle competizioni a causa del conflitto giunse infatti subito dopo le sue prime importanti vittorie.

Leggendaria la sua rivalità con Gino Bartali, che divise l'Italia nell'immediato dopoguerra (anche per le presunte diverse posizioni politiche dei due). Celebre nell'immortalare un'intera epoca sportiva - tanto da entrare nell'immaginario collettivo degli italiani - è la foto che ritrae i due campioni mentre si passano una bottiglietta durante una salita al Tour del '52. Non fu mai chiarito se fosse stato Coppi a dare la bottiglia a Bartali o viceversa, mistero che anche i protagonisti contribuirono in un certo qual modo a preservare (entrambi sostennero di aver aiutato l'altro). Nel film realizzato dalla RAI nel 2006, Gino Bartali - L'intramontabile, è Bartali a passare una borraccia a Coppi.

 

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Angelo Fausto Coppi (Castellania, 15 settembre 1919 – Tortona, 2 gennaio 1960) è stato un ciclista italiano. Soprannominato il Campionissimo o l'Airone, fu il corridore più vincente e famoso dell'epoca d'oro del ciclismo, ed è considerato uno dei più grandi e popolari atleti di tutti i tempi....
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Popolazione

02 gennaio 2008 ore 22:19 segnala

In ecologia si definisce popolazione l'insieme degli individui della medesima specie che popolano lo stesso habitat o area considerata.

La popolazione animale numericamente sopravanza notevolmente quella umana e si riferisce tipicamente ad una dimensione globale.

In geografia è il numero di abitanti di una località o regione.

Le caratteristiche numeriche dei sottoinsiemi (p.e. le etnie) possono far parte della descrizione della voce popolazione.

Eventuali variazioni di popolazione attraverso il tempo sono oggetto di studio della demografia.

Giulio Einaudi Editore

02 gennaio 2008 ore 22:07 segnala

Nacque a Dogliani, in provincia di Cuneo, da Luigi e Ida Einaudi, il 2 gennaio 1912. Suo padre sarebbe diventato, trentasei anni dopo, presidente della repubblica italiana.

Frequentò il liceo-ginnasio Massimo d'Azeglio a Torino, dove fu allievo dell'antifascista Augusto Monti. Fece quindi parte di una "confraternita" di ex-allievi del liceo d'Azeglio, fra i cui membri figuravano Cesare Pavese, Leone Ginzburg, Norberto Bobbio, Vittorio Foa, Giulio Carlo Argan, Ludovico Geymonat, Franco Antonicelli e altri.

Il 15 novembre 1933, appena ventunenne, fondò la «Giulio Einaudi Editore», con sede a Torino al terzo piano di via Arcivescovado 7, nello stesso palazzo che era stato sede dell'«Ordine Nuovo» di Antonio Gramsci.

Nel 1971 fu tra i firmatari del documento pubblicato sul settimanale L'espresso contro il commissario Luigi Calabresi.

Dopo 64 anni di lavoro come editore, Giulio Einaudi andò in pensione il 4 settembre 1997 all'età di 85 anni. Morì il 5 aprile 1999 a 87 anni.