L'annientamento di un'identità, la distruzione culturale di

08 giugno 2025 ore 16:57 segnala
Nessun popolo al mondo ha vissuto ciò che ha vissuto il popolo palestinese dal 1948, gli è stato fatto di tutto. I sionisti li hanno massacrati, gli imperialisti li hanno massacrati, e i regimi arabi, quei regimi arabi marci, li hanno massacrati.

Fu in Giordania, nel 1970-71, che l'esercito del re hashemita massacrò la popolazione palestinese, che era rifugiata in Giordania, è questa la situazione di questo popolo, che è privato della sua terra.

E quando sentiamo tutti questi imbecilli che dicono: gli ebrei, un popolo senza terra, si sono stabiliti su una terra senza popolo... Ma per millenni, gli arabi e i palestinesi hanno vissuto in Palestina! I palestinesi erano l'aristocrazia del mondo arabo; gli avvocati, i notai in Egitto, in Siria, erano i palestinesi. Erano l'avanguardia intellettuale del mondo arabo, i poeti, ecc.

Sono stati massacrati, sono stati ridotti, e oggi li stanno facendo morire di fame. E poi vengono a dirci: "Sì, ma c'è stato il 7 ottobre". E tra 15 anni parleremo ancora del 7 ottobre, e tra 20 anni parleremo ancora del 7 ottobre. No, oggi c'è un ghetto, che è il ghetto di Varsavia a Gaza, in cui i sionisti, come i nazisti, stanno schiacciando il popolo di Gaza.

Vergogna a tutti coloro che dicono di non aver visto nulla ...sanno cosa sta succedendo a Gaza.
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Nessun popolo al mondo ha vissuto ciò che ha vissuto il popolo palestinese dal 1948, gli è stato fatto di tutto. I sionisti li hanno massacrati, gli imperialisti li hanno massacrati, e i regimi arabi, quei regimi arabi marci, li hanno massacrati. Fu in Giordania, nel 1970-71, che l'esercito del...
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Mi chiamo Samir

30 maggio 2025 ore 17:41 segnala
Mi chiamo Samir,
e non sono più qui.
Mi cercate nelle tende rotte,
tra la polvere e i pianti,
ma io sono andato via,
nascosto in una stella.
Avevo cinque anni,
un pallone bucato,
e il cuore grande come il cielo,
quello che guardavo ogni notte
pregando che non si tingesse
della luce dei missili.
Non ho fatto in tempo
a imparare la parola pace,
che la guerra mi ha insegnato
come si scrive la fine
senza nemmeno regalarmi un pennarello.
Ho visto mia madre
farsi scudo in silenzio.
Ho visto mio padre
piangere così forte
che il suo dolore è diventato trasparente.
E ho capito
che quando un adulto piange così,
qualcosa nel mondo
si spezza per sempre.
Non chiamatela politica
se crolla un asilo.
Non chiamatelo conflitto
se una ninna nanna
viene spenta dal rumore delle bombe.
Io volevo solo correre.
Solo giocare.
Solo vivere.
Volevo inciampare e ridere,
non cadere e sparire.
E adesso sono qui,
tra le stelle,
a chiedere al cielo
di ricordare i nostri nomi.
Di non cancellarli.
Di non lasciarli marcire
sotto la polvere delle false notizie.
Perché noi
non siamo numeri.
Non siamo solo vittime.
Siamo sogni mai esauditi,
fiori mai sbocciati,
poesie interrotte a metà verso.
Mi chiamo Samir.
E non sono più qui.
Ma se chiudi gli occhi,
e ascolti bene,
mi troverai
nella voce di chi ha il coraggio
di gridare la verità,
nel cuore di ogni bambino
che continua a sperare
anche quando il mondo
l’ha tradito.
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Mi chiamo Samir, e non sono più qui. Mi cercate nelle tende rotte, tra la polvere e i pianti, ma io sono andato via, nascosto in una stella. Avevo cinque anni, un pallone bucato, e il cuore grande come il cielo, quello che guardavo ogni notte pregando che non si tingesse della luce dei missili. Non...
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Suggeritemi un titolo.

14 maggio 2025 ore 14:43 segnala
Allora in realtà non sapevano come fossimo arrivati fin lì.
Non ci conoscevamo.

Come vi ho detto ieri, salimmo in macchina (solamente per darle un passaggio a casa)

Arrivati a destinazione, mi invitò a salire su da lei per asciugarmi.
E quando uscii dal bagno la trovai mezza nuda che mi aspetta, non potetti fare a meno di guardarla... È bella pensai, mi avvicinai, le accarezzai i capelli e... O Dio quanto è bella!
Lei si voltò e mi guardò dritto negli occhi.
Non aveva di certo timore di fare ciò.

Le accarezzai il viso spostandole una ciocca di capelli da un lato all'altro dei suoi occhi neri.
Posso baciarti le chiesi.
Se non lo fai mi arrabbio rispose lei.
Fu solo l'inizio.
Le aprii delicatamente i bottoni della camicetta
lentamente
Avevamo tempo.
Lei fremeva
sentiva il mio caldo fiato vicino al suo collo non osava dire nulla era bello così.
Mi avvicinai di più con il mio corpo e strinsi forte i fianchi suoi.
Iniziai a baciarle il collo mentre lei infilò la sua mano dentro i pantaloni
Ebbi un sussulto sentivo battere forte la sua passione
Delicatamente lei iniziò ad accarezzare il mio pene
Le piaceva
E mentre mi sentiva ansimare dal piacere lo porto fuori accarezzandolo per poi assaggiare il piacere assoluto.
La passione era lì. Forte. Immensa.
Eravamo talmente uno dentro l'altro che attorno a noi non esisteva più niente. Non c'era rumore alcuno.
C'erano solo due corpi uniti dal desiderio d'amore e che creavano, come recitava una splendida canzone, Il più grande spettacolo dopo il big bang...
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Allora in realtà non sapevano come fossimo arrivati fin lì. Non ci conoscevamo. Come vi ho detto ieri, salimmo in macchina (solamente per darle un passaggio a casa) Arrivati a destinazione, mi invitò a salire su da lei per asciugarmi. E quando uscii dal bagno la trovai mezza nuda che mi aspetta,...
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Desiderio, motivazione, istinti e pulsione.

12 gennaio 2025 ore 14:45 segnala
A volte quand’è stesa nuda davanti a me, con le gambe aperte, penso che il suo sesso sia più espressivo della sua bocca.

Eppure lo strano è che non ha nessuna sessualità; ha solo un appetito sessuale frenetico.

Quando mi bacia le sue labbra sono molli, sono fredde, la bocca rimane inerte.
E contemporaneamente con il suo sesso mi da colpi duri, imperativi.
E poi quando facciamo l’amore, allora il suo ventre fa dei movimenti possenti, irregolari. Come una macchina scatenata che non si può fermare. Capisci?

E mi travolge, con tutto il suo corpo, per farmi godere e per godere lei stessa fino all’ultimo spasmo.
E dopo l’orgasmo, allora, il suo viso rimane calmo, inespressivo.
Lei mi sorride e allo stesso tempo sembra addirittura che non mi veda.
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A volte quand’è stesa nuda davanti a me, con le gambe aperte, penso che il suo sesso sia più espressivo della sua bocca. Eppure lo strano è che non ha nessuna sessualità; ha solo un appetito sessuale frenetico. Quando mi bacia le sue labbra sono molli, sono fredde, la bocca rimane inerte. E...
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Posso parlare con te.

13 agosto 2024 ore 14:19 segnala
"Posso parlare con te."

Ecco come inizia la fine.

La calma prima della tempesta.

Quell’istante in cui tutto cambia e nulla è più come prima.

Ricordo benissimo quel pomeriggio, eravamo alla mensa universitaria, stavamo in piedi e io stavo costantemente cercando di coccolarla.

Mi prese da parte per parlarmi.

Isolati dalle altre persone

Poi, dice quelle parole. Quelle parole hanno causato più ansia in quel momento di quanto ne abbia mai provato in vita mia.

Sguardo dispiaciuto nei suoi occhi che mi ha spezzato il cuore.

Lo ha fatto lei. Mi ha chiesto se andava bene.

Cos'altro potevo dire?

"No, ti prego non lasciarmi perchè mi faresti troppo male."

Mi è stato detto che se volevo stare con lei avrei dovuto lottare per lei. Costringerla a stare con me, altrimenti si sarebbe allontanata...

Non riuscirei mai a fare una cosa del genere.

Quindi ho accettato. Ho dovuto mentire.

"Sono d'accordo."

"Stai bene?" disse lei.

"Sì...sì sto bene"

Le ho sorriso, mantenendo il contatto visivo e un tono calmo.

L'esatto contrario di come mi sentivo all'interno.

l mio cuore urlava dal dolore. Lo sapeva. La mia anima lo sapeva. Il mio cervello lo sapeva.

Era finita.

L'ho abbracciata, poi suonò la campanella. Il pranzo era finito. La mia (piccola) innocenza era finita. La mia speranza era finita. La mia vita era finita.

Se avessi saputo che sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei abbracciata, sarei rimasto ancora un po'.

Le ho detto un'ultima volta che l'amavo e me ne sono andato.

Ho iniziato a crollare, le emozioni stavano prendendo il sopravvento e non riuscivo a respirare.

Quando è finita la giornata sono definitamente crollato.

Ero distrutto.

Ogni speranza era sparita. Tutto l'amore che mi era rimasto era sparito.

Cosa mi era rimasto?

Il mio "cuore".

Era a pezzi, lacerato, usato.

Non era mio.

Non mi apparteneva.

Le apparteneva.

Lo sapevo mentre iniziavo a piangere. Avevo la mano sulla bocca per evitare che qualcuno mi sentisse.

Non ha funzionato.

Ed è così che è finita la mia prima relazione.

Penso che sia anche lì che è finita anche la mia speranza per qualsiasi storia d'amore.
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"Posso parlare con te." Ecco come inizia la fine. La calma prima della tempesta. Quell’istante in cui tutto cambia e nulla è più come prima. Ricordo benissimo quel pomeriggio, eravamo alla mensa universitaria, stavamo in piedi e io stavo costantemente cercando di coccolarla. Mi prese da parte...
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Non cambierei più niente di me... per nessuno

29 agosto 2018 ore 00:03 segnala
Forse non ho più intenzione di chiedere scusa, l'ho fatto troppe volt e adesso quasi non riesco più a pronunciarla quella parola.
Scusa perché sono così
Scusa perché sono diverso
Scusa perché vi facevo innervosire se provavo a dire che qualcosa non mi andava bene
Poi chiedere scusa è diventato automatico in tutti i rapporti come a dire che quello sbagliato ero sempre io e mai gli altri, che quello che sbagliava ero io e mai gli altri
Quando gli altri nonostante abbiano preso la mia sensibilità e l'abbiano messa più volte sotto i piedi non si sono mai degnati di farsi un càzzo di esame di coscienza.
Non lo pretendo, ma poi non meravigliatevi se non vi parlo quasi più perché ora sono stanco
Sono stanco di aprire tutto il mio mondo e puntualmente di non essere capito e dovermi ritrovare a scusarmi per quello che sono
Sono stanco di andare incontro a gente che non fa nemmeno un passo verso di me e pretende di essere compresa senza comprendere
Sono stanco di parlare, di spiegare, della pesantezza che con i vostri modi di fare avete portato nella mia vita
Sono stanco, sfinito e preferisco non parlare più.
Mi fa paura dovermi mostrare così ma devo prendere coraggio ed iniziare ad essere così come sono
Perché se continuo ad assecondare le vostre insicurezze e ad essere quello che voi volete solo per non perdervi,perderò me stesso come è già successo probabilmente.
E il fatto è che se per far parte della vostra vita devo essere quello che volete evidentemente non faccio per voi
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Forse non ho più intenzione di chiedere scusa, l'ho fatto troppe volt e adesso quasi non riesco più a pronunciarla quella parola. Scusa perché sono così Scusa perché sono diverso Scusa perché vi facevo innervosire se provavo a dire che qualcosa non mi andava bene Poi chiedere scusa è diventato...
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Insicurezze.

15 agosto 2018 ore 22:32 segnala
Dopo aver cazzeggiatò come al solito su chatta, sono uscito e sono andato un pò in piazza,

La mia ragazza direte voi, beh, no, stavo organizzando una grigliata con degli amici.

Fra chiacchere, sfoghi, opinioni, la giornata andava a finire, e salutati tutti me ne andai.
Salutai tutti, presi l' mp3, e ascoltai la prima canzone che uscì dal random.
"Ghost dei Blutklinge" mmhh, però, a dire la fortuna, e cominciai ad andare verso casa.
Non so come dirvelo, ma ormai tornare a casa per me, è come un riflesso condizionato, un abitudine, la mia casa...che ha volte in momenti difficili rinnego, ma alla fine è una delle poche cose su cui sono sicuro, e che mi fa sentire sicuro.
E mentre pensavo a questo, camminando per le vie, osservavo i volti della gente, e loro mi ricambiavano con la stesa moneta.
Chi mi guardava con tono da sfottò, chi mi guardava di sfuggita, e chi aveva lo sguardo perso nel vuoto.
E ormai sovrappensiero, giro l'angolo e mi imbatto in due mamme che parlano, e sobbalzo, forse più per riflesso che per paura.
E vidi lì, un bimbo nel passeggino della madre, anche lui con uno sguardo perso nel vuoto che sbavava sulle mani.
Senza farmi vedere dalla madre, feci finta di prendere una Dunhill dal pacchetto, e intanto fissavo quel bimbo; quando ad un punto, alzò la testolina, e mi guardò, e alzo la mani come se volesse toccare i capelli, e comincio a sogghignare.
Allora mi avvicino alla carrozzina, e dissi vicino alla madre:
-Che bel bimbo signora.
Lei con un cennò mi ringraziò, ma poi si chinò sulla carrozzina e disse:
-No marco, non toglierti i calzini!
Io ormai completamente invaghito, mi chino sulla carrozzina, e gli sorrido, quasi scoppiavo a ridere, e lui furbo com'è, prende la prima ciocca dei miei capelli e comincia a tirar forte.
Sembrava un moscerino che spingeva un parabrezza.
Però la mamma gli schiaffeggiò la mano, e disse:
-No marco non si fà.
E poi mi disse:
-Scusalo eh.
e io gli dissi ma si figuri.
E fra me e me pensai "i bambini, sono gli unici esseri che non hanno bisogno di scuse"...troppo ingenui per capire il mondo, li adoro.
E poi, tornando a casa, rimisi da capo Ghost....ma stavolta mi succede una cosa, mai successa da quando ascolto DSBM.
Il DSBM, musica che io ho sempre difeso per la sua cupa bellezza e dolcezza, quella musica che mi ha fatto compagnia per 3 anni, la stessa musica che fa eseguire una sinapsi ai miei neuroni per ogni nota.
La musica che molti mi criticano dicendo che è solo rumore.
Beh quella musica in cui mi ritrovavo mi ha fatto paura.
Mi ha fatto sentire freddo, un brivido mi congelò le guance, e cominciai ad vere il fiatone.
Ad ogni scream di Hermold, sentivo freddo, e mi sentivo solo, ma soprattutto avevo paura.
Ma non capisco cosa mi abbia provocato questo, forse ho paura di restare solo.
Non adesso certo, ma ho paura che in un futuro sarò solo, o forse ho paura di rimanere solo.
Sono un ragazzo che sa vivere nella solitudine, lo ammetto e non mi vergogno a dirlo, ma adesso questo pensiero mi spaventa.
Ora schifetemi se volete, ma non commentate, il mio è solo uno sfogo.
Sapete, io scrivo solo cazzate su chatta , ma a volte esprimo il mio stato, perchè sò, che tanto a nessuno importa, e il vantaggio e che riesco a sfogarmi con qualcosa.
Voi penserete " ma perchè non lo dici a qualcuno".
Beh, semplice, perchè non voglio che nessuno sappia dei miei problemi
Nessuno deve entrare nel mio cerchio, e se qualcuno varca il confine....io non riuscirò più a pensare al mio problema, perchè so che qualcuno si stà preoccupando per me, e allora il problema diventerebbe la persona stessa.
Beh, detto questo, vi saluto, e vi auguro buona serata
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Dopo aver cazzeggiatò come al solito su chatta, sono uscito e sono andato un pò in piazza, La mia ragazza direte voi, beh, no, stavo organizzando una grigliata con degli amici. Fra chiacchere, sfoghi, opinioni, la giornata andava a finire, e salutati tutti me ne andai. Salutai tutti, presi l'...
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Mi sento solo... Poi passa..

19 luglio 2018 ore 22:05 segnala
Sono arrabbiato.
È una cosa che quando capita capita per qualche minuto, per una mezz’ora, ma poi passa...

Mentre ora sono giorni che sento una rabbia nascosta dentro di me. Che emerge di tanto in tanto e poi ritorna indietro, ma sempre in agguato.

Ed è stancante. È pesante. È inibitrice, perché l’alternativa sarebbe scoppiare o scappare.

E fa un po’ male dentro.

Sono arrabbiato con me stesso, per le cose che faccio e che non faccio, perché penso ancora ad una persona che mi ha fatto soffrire tanto, e sono arrabbiato con quest’ultima.

E sono arrabbiato con i miei. Con le cose, le situazioni, il destino o quello che è.

Con il fatto che mi sento solo. Ma poi penso che mai come ora ho persone (lontane però) con cui parlo. E che questa cosa in certi momenti non la riesco a gestire. E che mi sento solo, ma a volte ho bisogno di stare solo. Però mi sento solo perché ho bisogno di un contatto fisico...
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Sono arrabbiato. È una cosa che quando capita capita per qualche minuto, per una mezz’ora, ma poi passa... Mentre ora sono giorni che sento una rabbia nascosta dentro di me. Che emerge di tanto in tanto e poi ritorna indietro, ma sempre in agguato. Ed è stancante. È pesante. È inibitrice, perché...
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Amori in stand-by

20 giugno 2018 ore 21:22 segnala


Sono e sarò sempre innamorato di te, e tu lo sai.
Il nostro problema è stato sempre il tempismo.
Tu assieme a uno, io ero assieme ad un’altra.
Da sempre abbiamo avuto un’attrazione reciproca.
Siamo come due calamite, se ne sono accorti ormai tutti.
Non lo so, ogni tanto penso che un giorno, forse…chissà.
So che lo pensi anche tu, so che speri, lo vedo da come mi guardi.
Eppure cos’è? Cosa ci trattiene dallo stare assieme, dall’essere felici?
In fondo siamo perfetti l’uno per l’altra.
Ormai ci conosciamo da troppo tempo: è forse questo?
Ci siamo rassegnati al passare del tempo? Al susseguirsi degli eventi? All’etichetta di amicizia?
La vita alle volte è ingiusta.
Vorrei avere il coraggio che mi manca, vorrei che avessi il coraggio che ti manca.
Non lo so, alle volte le cose sono così semplici ma allo stesso tempo così complicate.
La mente umana è strana.
Mi sento male al solo pensiero che qualcun altro in questo momento stia giocando con quelle labbra e quelle fossette così irresistibili.
Chissà se hai mai provato la stessa sensazione…secondo me è così, o almeno lo spero.
Passo in rassegna le nostre foto assieme, guardo il tuo sorriso e muoio dentro. Mi fa un male che non puoi immaginare.
Vorrei dirti tutto quello che penso, accarezzare quel faccino dolce, perdermi in quegli occhi che mi fanno impazzire.

Ma alla fine tutto resta come prima.
Io vado avanti con la mia vita, tu con la tua.
Non lo so come funziona per te, ma io continuo a sperare.
Sperare non costa nulla, soffrire costa molto.
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« immagine » Sono e sarò sempre innamorato di te, e tu lo sai. Il nostro problema è stato sempre il tempismo. Tu assieme a uno, io ero assieme ad un’altra. Da sempre abbiamo avuto un’attrazione reciproca. Siamo come due calamite, se ne sono accorti ormai tutti. Non lo so, ogni tanto penso che un ...
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Ognuno ha il diritto di essere come è.

27 marzo 2018 ore 23:32 segnala
A volte mi sento come se fossi un'alieno a forma di occhio gigante, che osserva questo bellissimo mondo popolato di cotanta varietà... Ma anche di cotanta omologazione.

Manca il coraggio di essere sé stessi, di rispettare la propria voce interiore...
Soprattutto per alcuni, stare fuori dal gruppo è terrorizzante.

A me la mia solitudine piace, così come mi piace stare con gli altri. I go with the flow, così come viene... Ma non mi piego a comportarmi come qualcosa che non sono, solo per essere accettato dalla grande massa.

A volte sento dire "perché sei strano" "sei diverso" "perché non parli la nostra lingua" "perché provieni da una cultura terzomondista"...

Dall'altra parte mes amis (concitoyens) me disent "eh oramai tu sei immerso in un'altra cultura, diversa da quella da cui provieni" "sei un arabo occidentalizzato"...

Non capisco perchè dovrei sentirmi "diverso" quando mi ritengo una persona normalissima con i suoi pregi e difetti ed ha sempre seguito il proprio sentiero che non coincide poi con quello della massa. La differenza la sento e non la sento... Ovvero, non mi importa nulla del giudizio altrui ma non per questo, avendo una testa mia e non comune alla "massa" mi sento particolare, inferiore o superiore...mi sento solo me stesso.
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A volte mi sento come se fossi un'alieno a forma di occhio gigante, che osserva questo bellissimo mondo popolato di cotanta varietà... Ma anche di cotanta omologazione. Manca il coraggio di essere sé stessi, di rispettare la propria voce interiore... Soprattutto per alcuni, stare fuori dal gruppo...
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27/03/2018 23:32:36
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