Mi aspetti? Ti aspetto. Tessendo la mia tela fatta di giorni pensosi e di notti solitarie. Ti aspetto mentre il regno è conteso da principi stolti e incapaci che trascorrono il tempo gozzovigliando e insultandosi, nell’attesa del tuo non ritorno. Riempiono i saloni del nostro palazzo con la loro insignificante volgarità e i giardini con la loro rozza presenza, offendendo il tuo ricordo e i miei occhi… quei saloni che un tempo traboccavano di musiche divine ed erano pieni di uomini colti e donne dotate di una bellezza raffinata e di un’intelligenza vivace; quei cortili in cui bianche figure dalla mente eletta discutevano di arte e filosofia. Ti aspetto perché mi hai fatto una promessa: guardandomi negli occhi mi hai detto che tornerai ad occupare il tuo trono per regnare con saggezza e gioia, perché il tuo posto è qui, accanto a me. Ti aspetto, accarezzando ogni notte l’orma che il tuo capo ha lasciato sul cuscino e so che, presto, il nostro letto tornerà a scaldarsi col fuoco del nostro amore e queste bianche lenzuola abbracceranno i nostri corpi nudi e avvinghiati in lunghi amplessi pulsanti di passione. Ti aspetto in quest’ isola fertile, perla di un mare in cui si specchia l’Olimpo. Itaca, odiata dagli dei per la sua spudorata bellezza e amata dagli uomini per la sua feconda vitalità. Itaca, i nostri sogni, la NOSTRA isola circondata da spiagge dorate che hanno visto crescere i nostri progetti e il nostro amore. TI ASPETTO.
E. V.
:fiore