Storiella

26 aprile 2011 ore 20:15 segnala
Vorrei poter raccontare le cose che a volte mi passano per la mente. Vi sono alcune idee che messe nero su bianco darebbero vita a qualcosa di bello. Basterebbe prendere un foglio di carta ed una biro e cominciare a scrivere appena arriva il segnale. Purtroppo il segnale arriva quasi sempre mentre stai facendo qualcos’altro che non vuoi smettere di fare, così quando poi prendi penna e carta non riesci più a mettere a fuoco quella sensazione che ti aveva prospettato la possibilità di scrivere qualcosa d’interessante. Ho anche un vecchio computer che spesso va in tilt con il quale mi diverto ad aggiornare gli archivi di un programma per il gioco del lotto e a fare statistiche e previsioni sognando vincite milionarie che si ostinano a non arrivare. Una mattina stavo aspettando che aprisse lo sportello di una banca perché dovevo fare un bonifico per pagare l’affitto della casa di mia figlia che studia a Bologna, stavo osservando un signore che sistemava della verdura su di un bancone improvvisato per strada. Sicuramente si trattava di un pensionato che cercava di arrotondare la pensione raccogliendo verdura per poi rivenderla. Erano tutte verdure spontanee: bietole selvatiche, finocchio selvatico, borragine, cicoria e qualcos’altro. Improvvisamente vidi il vecchietto correre e mi girai d’istinto per guardare cosa fosse accaduto. Un signore era caduto per terra; corsi anch’io verso quel signore e insieme l’aiutammo ad alzarsi. Era tutto indolenzito, ma si capì subito che a parte il dolore, non aveva subito danni seri. Ritornammo io ad appoggiarmi al muro della banca ed il vecchietto a sistemare le sue verdure. Passarono due cani randagi, il primo era vigoroso ed in ottima forma, il secondo invece salterellava su tre piedi. Il primo ogni tanto si fermava a guardare dietro per vedere se il suo compagno di viaggio riuscisse a tenere il passo e di tanto in tanto quando si accorgeva di averlo distanziato, si fermava ad aspettare per riprendere il cammino non appena l’altro era vicino. La solidarietà tra animali a volte supera quella umana. Ma questo è un discorso che faremo in altre occasioni. Potrei andare avanti con il raccontare episodi di vita osservati o vissuti ma non sarei comunque riuscito a trasmettere quei pensieri latenti che affollano la mia mente, perché più ci penso e più mi rendo conto che in realtà gran parte della nostra vita avviene all’interno del nostro cervello. Fateci caso, spesso cerchiamo di gestire gli eventi piombati nella nostra esistenza come qualcosa che qualcuno a causato e noi povere vittime dobbiamo subire cercando di limitare i danni che tali eventi possono causare alla nostra esistenza. In realtà è la nostra mente a incamerare, rielaborare e interpretare gli eventi esterni interiorizzandoli e facendoli diventare un nostro problema. Mi spiego meglio, metti per caso che incontri un cane ferito per strada e ti impietosisci per il suo stato di salute. Lo avvicini, lo accarezzi stacchi un pezzo di pane dalla forma che avevi comprato per casa e ti allontani di nuovo. Fin qui nulla di strano. Mentre ti allontani noti che il cane comincia a grattarsi, tu ormai sei lontano e la cosa non dovrebbe più riguardarti, invece hai notato che quel cane continua a grattarsi con insistenza. Se tu non avessi osservato quella scena a quest’ora staresti camminando felice verso casa certo di avere fatto una buona azione da raccontare agli amici alla prima occasione, ma, purtroppo per te ti sei girato a guardare ed hai visto che il cane si stava grattando. Ti giri ancora una volta e vedi che il cane continua a grattarsi e a questo punto cominci ad avvertire un certo senso di prurito e cominci a grattarti, noti che ti stai grattando e cominci ad agitarti. E se quel cane aveva le zecche? E se qualche zecca mi fosse saltata addosso? Più ci pensi e più ti agiti. Arrivi a casa in preda al panico vai a farti una doccia per cercare di allontanare quel prurito che ormai è continuo anche dopo la doccia. A questo punto sei già in preda al panico, ma un filo di razionalità ti dice che potresti anzi dovresti fare qualcosa per sistemare questa faccenda che ora si sta complicando. Si forse conviene andare al pronto soccorso e raccontare i fatti, magari loro con la loro esperienza potranno fare qualcosa per questo prurito, magari mi consigliano qualche prodotto da usare contro le zecche. Si vado al pronto soccorso, altrimenti non vivo più. Ti infili un giacca, prendi le chiavi della macchina e ti avvii verso il garage continuando a grattarti. A questo punto come per miracolo vedi in lontananza un cane ferito al guinzaglio, è quel cane a cui hai fatto la carezza e a cui hai dato il pezzo di pane e adesso è al guinzaglio e c’è una bella signorina che sembra rimproverarlo per essere scappato e consolarlo per essersi ferito, ora il cane non ti sembra più un randagio anzi ti sembra addirittura un cane ben curato e pulito; ti avvicini e spieghi alla signorina che intanto ha preso in braccio il cane e se lo sbaciucchia per consolarlo che avevi visto quel cane e gli avevi dato da mangiare. Lei ti ringrazia spiegandoti che il cane era scappato per inseguire una cagnolina mentre lei lo stava portando a spasso per il bisognino e adesso lo stava portando dal veterinario per fargli curare la ferita perché lo aveva visto finire contro una macchina e continuare a correre dietro quell’amore a prima vista nonostante la ferita. Nel sentire questo racconto dici alla signorina che sei felice per lei e per il suo cane ritrovato e ti accorgi che il tuo prurito è sparito e la tua agitazione è scomparsa e sicuramente alla prima occasione racconterai agli amici la storia di un cane ferito incontrato per strada a cui hai dato un tozzo di pane, ma del prurito e degli altri pensieri meglio non parlarne. Fine della storiella. Ciao!!!!!
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Vorrei poter raccontare le cose che a volte mi passano per la mente. Vi sono alcune idee che messe nero su bianco darebbero vita a qualcosa di bello. Basterebbe prendere un foglio di carta ed una...
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26/04/2011 20:15:29
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N.B. Le ho postate anche in un altro mio blog

06 febbraio 2009 ore 11:44 segnala

Io sono il contadino

curvo

che semina pazienza

gioia e speranza.

 

Io sono il contadino

che zappa sereno

nel freddo umido inverno......

 

Io sono il contadino

che aspetta l'estate

per raccogliere amore.


Momenti

Quando si è giovani tutto ciò che si fa è normale, spontaneo e naturale. Persino scrivere una lettera, una poesia o qualsiasi altra cosa che hai dentro. Ti siedi con un foglio di carta sul tavolo davanti a te e una biro tra le mani che giri e rigiri fino a quando arriva il segnale, il via. Magari non hai la minima idea di quello che verrà fuori , ma non importa, perché in quel momento pensi soltanto a scrivere e a dar forma a quel pensiero che ormai comincia a delinearsi. Ti fermi un attimo rileggi le parole già scritte e accenni ad un sorriso. Capisci che sei sulla strada giusta; magari non scriverai un capolavoro, ma sai con certezza che in quelle frasi, in quelle espressioni quasi sgrammaticate stai travasando una parte di te.

Era sera, leggevo quelle parole scritte a penna su di un foglio a righe strappato da qualche quaderno di mia figlia.

Pensai che i tempi cambiano e noi cambiamo assieme ai tempi senza neanche accorgercene.

Cinque o sei anni fa per catturare quel pensiero che altrimenti sarebbe andato via per sempre perdendosi tra i mille pensieri che affollano le giornate di ogni umano avevo strappato un foglio da un quaderno di mia figlia Angela, la primogenita, adesso per riprendere quel discorso stavo usando il computer di Martina, la secondogenita (ed ultimagenita ).

Risi di cuore quando premendo il tasto invio il computer sottolineò in rosso la parola ultimagenita che avevo appena scritto e ripresi il filo dei miei pensieri che detto tra noi non ha niente a che vedere con il più famoso filo di Arianna.

Salvai il documento senza rileggerlo. Come avrebbe detto Rossella (quella di via col vento) domani è un altro giorno.

Eccomi qua. E' già un altro giorno. I potenti mezzi che la scienza mette a nostra disposizione stavolta mi aiuteranno a dire qualche cosa degna di venire tramandata alle generazioni che seguiranno.

Non ricordo più quando è stata l'ultima volta che mi sono seduto a scrivere con qualche bicchiere di vino nello stomaco; forse dieci o forse venti anni fa. Mi accorgo che la sensazione è sempre quella. Stavolta però, quando domani rileggerò le cose che ho scritto stasera non troverò scarabocchi, ne parole indecifrabili, perché ho tradito la cara vecchia penna bic .

Sicuramente la tecnologia è una gran bella cosa, ma se non hai alcuna idea e non sai cosa scrivere, serve a ben poca cosa. Invece se bevi un bicchiere di buon vino e non hai nessuno vicino con cui parlare del più o del meno, il vino aiuta tanto. Ti da delle idee, ti trasmette dei messaggi, ti suggerisce cose che mai avresti scritto senza il suo aiuto. Con due bicchieri, il discorso rischia di diventare filosofico; con tre, solo il padreterno sa cosa può venirne fuori.

In gioventù, quando frequentavo il liceo classico, ho studiato di pensatori che guardavano sempre un po’ più in là di dove solitamente potesse arrivare il naso di noi comuni mortali.

Ancora oggi i filosofi te li ritrovi un po' dappertutto, perché in mezzo a decine, centinaia, migliaia di persone che si affannano a vivere o a sopravvivere, trovi sempre qualcuno che cerca di convincerti che questo va bene e quell'altro no.

O qualcuno che cerca di rifilarti una sua teoria, un suo pensiero o una scopa elettrica. I furbi, i venditori e i filosofi da che mondo è mondo, ci sono sempre stati.

Anch'io ho rischiato tempo fa di appartenere a qualcuna di queste categorie anche se non riesco a specchiarmi completamente in uno standard unico.

Ero convinto che nella mia mente ci fosse custodito qualcosa che poteva destare l'interesse dei miei simili e cercavo di tirarlo fuori per far conoscere al mondo ciò che anch'io avrei voluto conoscere.

Cominciai con le poesie. Era un periodo (è sempre un periodo) in cui i soldi scarseggiavano; scrivevo versi intrisi di malinconia e di pessimismo; Cercavo di gridare al mondo che ero incavolato. Però capivo che il mondo si aspettava da me qualcosa di più.

Intanto avevo raggiunto i sedici anni e cominciai a scrivere poesie d'amore; poesie che potevano interessare qualche ragazzina a cui ero simpatico ma che non avrebbero trasmesso alcun messaggio ai posteri.

Non avevo ancora trovato la strada che avrebbe consegnato i miei pensieri all'umanità ma in compenso avevo già compiuto i diciotto anni , avevo imparato a strimpellare con la chitarra e scrivevo poesie a cui aggiungevo quattro note rubacchiate qua; e là e le spacciavo per canzoni d'autore.

Anch'io dunque sto cercando di dire qualcosa a qualcuno convinto delle mie motivazioni.

Quindi faccio male quando penso che l'amico Frenz (che d'ora in avanti chiamerò semplicemente F.) non abbia capito nulla della vita, perchè se la rovina e se la complica invece di godersela.

Qualcuno una volta disse che il denaro è un buon servo ed un cattivo padrone.

Questo qualcuno sicuramente non conosceva F, perché per lui è sia cattivo servo sia cattivo padrone.

II

In ufficio era giunta la notizia che i corsi di riqualificazione professionale dovevano svolgersi a cinquanta km di distanza . F entrò in crisi. Avrebbe dovuto alzarsi presto. E poi come avrebbe raggiunto quella sede? In macchina sicuramente no. Viaggiare in macchina costa. Una volta F aveva fatto un esperimento che solo una persona con grandi doti matematiche come quelle che possedeva lui, ragioniere di vecchio stampo, era in grado di fare. La mattina per arrivare in ufficio in macchina, con il traffico che nell'ora di punta ti fa rimanere fermo per interminabili minuti consumava mezzo litro di benzina. Occhio perchè i conti adesso si complicano. Al ritorno provate un po’ ad indovinare per arrivare a casa bisognava consumare un altro mezzo litro di benzina. E fa un litro. La settimana lavorativa è di cinque giorni e fanno cinque litri; però non dobbiamo dimenticare che il lunedì ed il giovedì ci sono i rientri pomeridiani e fanno sette litri. Se la benzina costa a duemila lire al litro ed in una settimana si consumano sette litri di benzina, quanto denaro sonante serve ad F per compiere il tragitto casa - ufficio - casa . La risposta, la diamo subito per evitare che la testa di qualcuno fonda nel tentativo di risolvere il problema. Fanno quattordicimila lire alla settimana che in un anno composto da 56 settimane diventano. Un momento che prendo la calcolatrice. 784000 £, una cifra mostruosa. Ma andiamo con calma e cerchiamo di non perdere il filo. Al massimo possiamo tentare di recuperare qualcosa, ma perdere mai. Se noi anziché consumare 784000 £ annue per andare in ufficio, aspettiamo il collega e vicino di casa che passa proprio davanti la nostra porta e ci facciamo dare il passaggio quotidiano, quando spendiamo? Vedo che qualcuno comincia già ad intuire. La risposta è niente. Si avete capito bene niente. Ed ora ditemi : chi è quel fesso che spende 784000 £, quando può andare in ufficio gratuitamente per tutto l'anno?

Poesia

06 febbraio 2009 ore 11:12 segnala

Uccelli notturni

dipinti di bianco

divorano il cielo.

La paura diventa padrona.

I fantasmi

aleggiano ancora

in un volo insensato.

Un lampo improvviso.

La notte ritorna serena

e le stelle

sorridono ancora

nel limpido cielo

Non sono un poeta..semplicemente mi piace scrivere

06 febbraio 2009 ore 10:44 segnala
Racconto ad un mezzo bicchiere

patetiche storie d’ amore

inventate;

ricerco momenti

sepolti nell’io più profondo.

Ritrovo,

in un angolo buio

fra i sogni perduti,

poesie d’amore

sbiadite.

Ricordo

la grande emozione

di ridere forte

per niente.

Contemplo

i voli

degli anni che fuggono via.

Sorrido,

guardando allo specchio

l’ antico buffone.

Mi accorgo

che nulla rimane

di quello che ero.

Soltanto la noia

rimane se stessa.

La noia di un tempo,

la noia di sempre,

la noia

di una commedia

che non riesco a seguire.





Benvenuti

31 luglio 2008 ore 09:45 segnala
Ciao a tutti, ciao a te che stai leggendo in questo momento. Benvenuto nel mio blog che per il momento è quasi vuoto, infatti questo è il primo post che ho voluto scrivere per dare un saluto ai navigatori che approdano a questo lido ed augurare loro BUONA GIORNATA.
Quindi buona giornata a te, amico/a mio/a, e grazie per avermi dedicato qualche minuto del tuo tempo.
Antonio