Storiella
26 aprile 2011 ore 20:15 segnala
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N.B. Le ho postate anche in un altro mio blog
06 febbraio 2009 ore 11:44 segnalaIo sono il contadino
curvo
che semina pazienza
gioia e speranza.
Io sono il contadino
che zappa sereno
nel freddo umido inverno......
Io sono il contadino
che aspetta l'estate
per raccogliere amore.
Momenti
Quando si è giovani tutto ciò che si fa è normale, spontaneo e naturale. Persino scrivere una lettera, una poesia o qualsiasi altra cosa che hai dentro. Ti siedi con un foglio di carta sul tavolo davanti a te e una biro tra le mani che giri e rigiri fino a quando arriva il segnale, il via. Magari non hai la minima idea di quello che verrà fuori , ma non importa, perché in quel momento pensi soltanto a scrivere e a dar forma a quel pensiero che ormai comincia a delinearsi. Ti fermi un attimo rileggi le parole già scritte e accenni ad un sorriso. Capisci che sei sulla strada giusta; magari non scriverai un capolavoro, ma sai con certezza che in quelle frasi, in quelle espressioni quasi sgrammaticate stai travasando una parte di te.
Era sera, leggevo quelle parole scritte a penna su di un foglio a righe strappato da qualche quaderno di mia figlia.
Pensai che i tempi cambiano e noi cambiamo assieme ai tempi senza neanche accorgercene.
Cinque o sei anni fa per catturare quel pensiero che altrimenti sarebbe andato via per sempre perdendosi tra i mille pensieri che affollano le giornate di ogni umano avevo strappato un foglio da un quaderno di mia figlia Angela, la primogenita, adesso per riprendere quel discorso stavo usando il computer di Martina, la secondogenita (ed ultimagenita ).
Risi di cuore quando premendo il tasto invio il computer sottolineò in rosso la parola ultimagenita che avevo appena scritto e ripresi il filo dei miei pensieri che detto tra noi non ha niente a che vedere con il più famoso filo di Arianna.
Salvai il documento senza rileggerlo. Come avrebbe detto Rossella (quella di via col vento) domani è un altro giorno.
Eccomi qua. E' già un altro giorno. I potenti mezzi che la scienza mette a nostra disposizione stavolta mi aiuteranno a dire qualche cosa degna di venire tramandata alle generazioni che seguiranno.
Non ricordo più quando è stata l'ultima volta che mi sono seduto a scrivere con qualche bicchiere di vino nello stomaco; forse dieci o forse venti anni fa. Mi accorgo che la sensazione è sempre quella. Stavolta però, quando domani rileggerò le cose che ho scritto stasera non troverò scarabocchi, ne parole indecifrabili, perché ho tradito la cara vecchia penna bic .
Sicuramente la tecnologia è una gran bella cosa, ma se non hai alcuna idea e non sai cosa scrivere, serve a ben poca cosa. Invece se bevi un bicchiere di buon vino e non hai nessuno vicino con cui parlare del più o del meno, il vino aiuta tanto. Ti da delle idee, ti trasmette dei messaggi, ti suggerisce cose che mai avresti scritto senza il suo aiuto. Con due bicchieri, il discorso rischia di diventare filosofico; con tre, solo il padreterno sa cosa può venirne fuori.
In gioventù, quando frequentavo il liceo classico, ho studiato di pensatori che guardavano sempre un po’ più in là di dove solitamente potesse arrivare il naso di noi comuni mortali.
Ancora oggi i filosofi te li ritrovi un po' dappertutto, perché in mezzo a decine, centinaia, migliaia di persone che si affannano a vivere o a sopravvivere, trovi sempre qualcuno che cerca di convincerti che questo va bene e quell'altro no.
O qualcuno che cerca di rifilarti una sua teoria, un suo pensiero o una scopa elettrica. I furbi, i venditori e i filosofi da che mondo è mondo, ci sono sempre stati.
Anch'io ho rischiato tempo fa di appartenere a qualcuna di queste categorie anche se non riesco a specchiarmi completamente in uno standard unico.
Ero convinto che nella mia mente ci fosse custodito qualcosa che poteva destare l'interesse dei miei simili e cercavo di tirarlo fuori per far conoscere al mondo ciò che anch'io avrei voluto conoscere.
Cominciai con le poesie. Era un periodo (è sempre un periodo) in cui i soldi scarseggiavano; scrivevo versi intrisi di malinconia e di pessimismo; Cercavo di gridare al mondo che ero incavolato. Però capivo che il mondo si aspettava da me qualcosa di più.
Intanto avevo raggiunto i sedici anni e cominciai a scrivere poesie d'amore; poesie che potevano interessare qualche ragazzina a cui ero simpatico ma che non avrebbero trasmesso alcun messaggio ai posteri.
Non avevo ancora trovato la strada che avrebbe consegnato i miei pensieri all'umanità ma in compenso avevo già compiuto i diciotto anni , avevo imparato a strimpellare con la chitarra e scrivevo poesie a cui aggiungevo quattro note rubacchiate qua; e là e le spacciavo per canzoni d'autore.
Anch'io dunque sto cercando di dire qualcosa a qualcuno convinto delle mie motivazioni.
Quindi faccio male quando penso che l'amico Frenz (che d'ora in avanti chiamerò semplicemente F.) non abbia capito nulla della vita, perchè se la rovina e se la complica invece di godersela.
Qualcuno una volta disse che il denaro è un buon servo ed un cattivo padrone.
Questo qualcuno sicuramente non conosceva F, perché per lui è sia cattivo servo sia cattivo padrone.
II
In ufficio era giunta la notizia che i corsi di riqualificazione professionale dovevano svolgersi a cinquanta km di distanza . F entrò in crisi. Avrebbe dovuto alzarsi presto. E poi come avrebbe raggiunto quella sede? In macchina sicuramente no. Viaggiare in macchina costa. Una volta F aveva fatto un esperimento che solo una persona con grandi doti matematiche come quelle che possedeva lui, ragioniere di vecchio stampo, era in grado di fare. La mattina per arrivare in ufficio in macchina, con il traffico che nell'ora di punta ti fa rimanere fermo per interminabili minuti consumava mezzo litro di benzina. Occhio perchè i conti adesso si complicano. Al ritorno provate un po’ ad indovinare per arrivare a casa bisognava consumare un altro mezzo litro di benzina. E fa un litro. La settimana lavorativa è di cinque giorni e fanno cinque litri; però non dobbiamo dimenticare che il lunedì ed il giovedì ci sono i rientri pomeridiani e fanno sette litri. Se la benzina costa a duemila lire al litro ed in una settimana si consumano sette litri di benzina, quanto denaro sonante serve ad F per compiere il tragitto casa - ufficio - casa . La risposta, la diamo subito per evitare che la testa di qualcuno fonda nel tentativo di risolvere il problema. Fanno quattordicimila lire alla settimana che in un anno composto da 56 settimane diventano. Un momento che prendo la calcolatrice. 784000 £, una cifra mostruosa. Ma andiamo con calma e cerchiamo di non perdere il filo. Al massimo possiamo tentare di recuperare qualcosa, ma perdere mai. Se noi anziché consumare 784000 £ annue per andare in ufficio, aspettiamo il collega e vicino di casa che passa proprio davanti la nostra porta e ci facciamo dare il passaggio quotidiano, quando spendiamo? Vedo che qualcuno comincia già ad intuire. La risposta è niente. Si avete capito bene niente. Ed ora ditemi : chi è quel fesso che spende 784000 £, quando può andare in ufficio gratuitamente per tutto l'anno?
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Poesia
06 febbraio 2009 ore 11:12 segnalaUccelli notturni
dipinti di bianco
divorano il cielo.
La paura diventa padrona.
I fantasmi
aleggiano ancora
in un volo insensato.
Un lampo improvviso.
La notte ritorna serena
e le stelle
sorridono ancora
nel limpido cielo
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Non sono un poeta..semplicemente mi piace scrivere
06 febbraio 2009 ore 10:44 segnalapatetiche storie d’ amore
inventate;
ricerco momenti
sepolti nell’io più profondo.
Ritrovo,
in un angolo buio
fra i sogni perduti,
poesie d’amore
sbiadite.
Ricordo
la grande emozione
di ridere forte
per niente.
Contemplo
i voli
degli anni che fuggono via.
Sorrido,
guardando allo specchio
l’ antico buffone.
Mi accorgo
che nulla rimane
di quello che ero.
Soltanto la noia
rimane se stessa.
La noia di un tempo,
la noia di sempre,
la noia
di una commedia
che non riesco a seguire.
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Benvenuti
31 luglio 2008 ore 09:45 segnalaQuindi buona giornata a te, amico/a mio/a, e grazie per avermi dedicato qualche minuto del tuo tempo.
Antonio
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Scrive dal: | 31/07/2008 |
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