Invidia

13 gennaio 2014 ore 21:04 segnala


Avete mai provato a fare un trasloco?

E’ una strana esperienza, non tanto per la fatica, le interminabili ore a inscatolare, caricare, scaricare, togliere dalle scatole, sistemare… No.

Quello che è particolare, travolgente, malinconico anche, è il ricordo.
Quando siamo costretti a mettere mani a cose messe in un angolo, dimenticate per caso o, molto più spesso, volutamente, facciamo riaffiorare in noi tutto ciò che le cose, le “nostre cose”, hanno dentro si se: un pezzo di noi.

Ho aiutato la mia amica a disimballare scatole di cose appartenute a sua madre.
Scatole piene di libri, di oggettini, di soprammobili.
Il viso della mia amica lasciava trasparire, aprendo ogni scatola, tutto ciò che aveva rappresentato per lei quell’oggetto, quel libro: emozione, allegria, gioia, ma anche tristezza. Disperazione, dolore.



“Questo libro, l’ho già letto. E quello…? Siii… è l’Antologia di Spoon River “, mi dice indicandomi un libro fitto fitto di pagine, con copertina molle, quasi inesistente, il prezzo esposto in lire. Le pagine fortemente ingiallite.

“Guarda questo: era il mio vocabolario delle medie! “ Le si accendono gli occhi, a dirlo, e sfoglia quelle pagine sottilissime, di carta velina, piene piene di parole, e immagini qui e là, rigorosamente disegni in bianco e nero. “Sai cosa mi piaceva tanto?” mi dice…” Adoravo guardare le figure, gli schemi. Li conoscevo tutti”.

“Ma quanti ne ho letti, di libri?” dice con aria persa… “Li ho letti quasi tutti…”



Guardando, sfogliando, troviamo dediche e annotazioni sulla prima pagina: 1954, 1958, 1963… Libri che sono lì da una vita. Molti hanno la copertina rifatta, tutti dello stesso colore, per conservarli.

Tutti quei libri, erano di sua madre. Una donna che ha cresciuto, da un certo punto in poi, tre figli da sola, che ha saputo cavarsela, nonostante tutto. Una donnina minuscola, oggi, che ogni volta che la vedo mi chiede “Ciao. E tu, come ti chiami?” “Sempre Clelia” le rispondo, sorridendo.
Sua figlia la guarda, ora con serena rassegnazione, ora con rabbia, ora con apatia. L’Alzheimer si è impossessato di quella donna che conosceva tante di quelle poesie a memoria (e talvolta, qualcuna, chissà per quale scherzo, riemerge). Che ha letto tanto, che conosceva i cantici dell’Inferno quasi a memoria. Che le ha insegnato a vivere nel mondo, le ha insegnato l’amore per la cultura, per la lettura, per l’arte, la storia; e adesso non riesce più a esserci, nel mondo, e ne ha uno tutto suo.

Apriamo un’altra scatola. E’ zeppa di cartine, depliants, guide di città e stati. “E lei c’è stata, in tutti questi posti. Quanto ha viaggiato…”. Ha gli occhi lucidi. Poi scorge, in mezzo, fogli piegati, e alcuni altri oggetti: un quadernino, tutto scritto a mano (“sono i pensieri che la colpivano, quando leggeva, e li trascriveva qui…”), un’altra agenda.

Si ferma, inizia a leggere quella agenda, e poi corre dalla madre.
Riprende a leggere ad alta voce: sono dediche, le dediche delle compagne di scuola di sua madre. “Te la ricordi, questa?” E le legge il piccolo componimento, e il nome della persona che glielo ha dedicato. E poi un altro, e un altro ancora. La madre scuote la testa… “Non la conosco”. Ma lei continua, fino a quando la sua voce si rompe, e non riesce più a leggere. “Non ce la faccio…” dice, e scoppia in lacrime.

Sono lacrime di chi piange un morto. Perché quella persona meravigliosa non c’è più. La malattia crudelmente se l’è portata via.



Quando le saluto, mi fermo lungo l'argine del fiume, e mi lascio andare anche io, nei ricordi, un po'. L'ho invidiata, la mia amica, nonostante la terribile sorte che ha. Ho invidiato le sue lacrime. Perché io, non ho nemmeno quei ricordi. Nessuno mi ha insegnato ad amarla, la vita.
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13/01/2014 21:04:39
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Commenti

  1. dealma 14 gennaio 2014 ore 00:01
    Due cose sopra a tutto: il fatto che l'alzheimer provochi un lutto in vita (perché la persona c'è ancora, ma non c'è più allo stesso tempo) e l'importanza di una madre (o comunque di qualcuno che ti guidi) per imparare ad amare la vita.
    Bellissimo post.
  2. Aria59 14 gennaio 2014 ore 11:48
    @dealma: Grazie per le tue parole :-)
  3. VirPaucisVerbo 14 gennaio 2014 ore 12:24
    Bellissimo, questo post. Riesco a sentire l'odore polveroso dei libri e il dolore tuo e della tua amica sono quasi miei.
    Per amar la vita non è mai tardi comunque, tienilo sempre ben presente!

    Un abbraccio.
  4. Aria59 14 gennaio 2014 ore 12:50
    @VirPaucisVerbo: A tratti, si riesce. E a tratti, invece, si dimentica tutto, o non si riesce a capire per quale strano gioco del destino, per chi ci crede, siamo qui.
    E' tutto così maledettamente difficile, nella sua incredibile, assurda semplicità.
    Ricambio l'abbraccio, che fa bene
  5. patty1953 14 gennaio 2014 ore 13:07
    E' tutto così maledettamente difficile, nella sua incredibile, assurda semplicità.

    Questo credo sia la beffa che viviamo........ :rosa
  6. Aria59 14 gennaio 2014 ore 13:11
    @patty1953: Già. In certi giorni proprio non trovo la chiave di volta. E' una complicatissima equazione, e io in matematica, come in tutte le cose, se non capisco non risolvo.
    Rinuncerei, se non fossi pigra persino per fare anche questo ;-)
  7. patty1953 14 gennaio 2014 ore 13:15
    Ma lo sei o non lo sei pigra? Io sto cominciando a rinunciare a capire, perchè mi sono resa conto che non è possibile capire sempre tutto, sto cercando di vivere le cose come mi arrivano senza darmi risposte, ma questa è la cosa maledettamente difficile... :many
  8. Aria59 14 gennaio 2014 ore 13:42
    @patty1953: e' vero, talvolta meglio rinunciare, a capire. Magari è anche inutile, cercare un senso in tutte le cose. Un bacio :-*
  9. patty1953 14 gennaio 2014 ore 13:58
    Esatto è inutile cercarlo un senso in tutte le cose, credo che stando tranquilli e aspettando il senso delle cose appare da solo spesso....un bacio a te :-p
  10. Lessien 16 gennaio 2014 ore 22:44
    io non credo tu non sappia amare la vita, anche se tu dici che nessuno te l'ha mai insegnato....credo tu sia stata un'ottima autodidatta, per come mi sembra tu viva sulla tua pelle queste sensazioni e per come ti emozioni guardando la vita di altri..a modo tuo ami ogni cosa.
    Less
  11. Aria59 16 gennaio 2014 ore 22:52
    @Lessien: In effetti, credo di saper amare. Ciò che ho lamentato, nelle mie parole, è la mancanza di una guida. Che non ho avuto, che non ho sentito. Hai ragione, sono una autodidatta, di quelle che sbagliano, si incaponiscono e riprovano, finché qualcosa si impara. E' solo che da soli si fa infinitamente tanta fatica in più. E certi giorni, la stanchezza ti sopraffà.... Grazie per le tue belle parole
  12. Lessien 16 gennaio 2014 ore 22:54
    :rosa

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