Raccolta differenziata

21 gennaio 2014 ore 00:24 segnala
Il suo nome era Giacomo Fasano, ma tutti ormai lo conoscevano come Giacu.

Non era possibile determinare la sua età. Il viso era appena rugoso, gli occhi profondi del colore del mare. I folti capelli, nero corvino, erano ricci e arruffati. Gli abiti che portava sembravano essere appartenuti a persone vissute molti lustri prima, tanto erano vecchi e lisi: i pantaloni (un tempo forse neri, ma ormai grigi), di almeno due taglie più grandi, erano legati in vita da una cordicella, per impedire che cadessero. La camicia felpata a quadrettoni aveva un colore indefinito, oscillante tra il mattone e l’ocra, i gomiti consumati e a tratti trasparenti. Ai piedi, scarpe logore, che portava senza calzini.

Un tempo non era quella persona lì: viveva in una bella casa, con una splendida moglie, due figli, e lavorava come affermato dirigente. E poi … la sua gelosia ossessiva, peggio di un Otello, distrusse il suo rapporto e la sua famiglia, facendolo cadere in una profonda depressione, che poté vincere solo fuggendo. Da tutto, da tutti, da ogni cosa. Per rifugiarsi nel suo purgatorio personale …

Camminava con un incedere fiero, a testa alta, senza dimostrare alcuna vergogna per il suo aspetto. Teneva in una tasca una borsa di tela ocra, di quelle utilizzate per la spesa. Si muoveva a passo veloce verso una discarica abusiva che si trovava appena fuori dal centro abitato, come spesso accade alla periferia delle grandi metropoli, nelle zone più degradate.



Lì era possibile individuare un cumulo di oggetti impilati a mo’ di montagnola, dei più vari: vecchi elettrodomestici, televisori, scatole e scatoloni, pile di libri e riviste, abiti, stracci, macerie di ogni tipo, una vecchia vasca da bagno, pezzi di ingranaggi, una scala arrugginita …

Si diresse con molta decisione verso quella montagna che per lui rappresentava una valida fonte di ricchezza. Lo sapeva, le persone si liberano di molte cose anche quando queste sono ancora funzionali e funzionanti, per il solo gusto di rinnovare l’ambiente, o anche solo per cambiare il colore delle cose che non soddisfano più.

Riuscì a trovare, in mezzo a quella miniera inesauribile, un vecchio papiro egiziano, contenente una serie di incomprensibili geroglifici, e il disegno del dio Anubi; un libro sgualcito, con la sovra copertina lucida, nera, molto consumata, il cui titolo si riusciva ad intuire: ” I tre moschettieri”, e si vedeva il disegno con i quattro moschettieri (il quarto è D’Artagnan, lo sanno tutti!). Mise il suo bottino, con grande soddisfazione, nella borsa di tela, e si incamminò verso il parco, dove c’era la casetta dell’acqua, nei pressi della quale aveva insediato la sua dimora.

Arrivato alla panchina davanti alla costruzione, sistemò gli oggetti contenuti nella borsa all’interno di un carrello dove teneva le sue cose, si sedette e aprì la confezione di gorgonzola scaduto, recuperato tra i rifiuti di un supermercato a pochi isolati dalla sua “casa” , e qualche pezzo di finocchio, un po’ marcio, ma che togliendo le foglie esterne rivelava un cuore ancora fresco e tenero, e mangiò con voracità la sua lauta cena, soddisfatto del bottino della sua incursione.

Infine, dopo aver tirato su il tessuto del pantalone della sua gamba destra, si massaggiò con dolcezza il ginocchio con un unguento (balsamo di tigre, forse?) che aveva raccolto qualche giorno prima vicino alla farmacia: l’umidità, talvolta, gli procurava qualche dolorino, ma sapeva come farlo passare.



Gli bastava poco, a Giacu, perché non gli mancasse nulla.



Cle

Questo post nasce da un gioco di scrittura praticato tra amici ed è un post "a tema" su elementi dati, suggeriti a turno dai vari partecipanti e pubblicati ogni 15 giorni sul blog del profilo Ilpassaparole (per questo scritto, le parole – suggerite da thya - erano: Geroglifici - D'Artagnan – Gorgonzola – Purgatorio – Otello – Unguento). Sullo stesso blog potrete trovare, nei commenti, i link ai racconti degli altri partecipanti. E... siete invitati a partecipare anche voi!!!
http://www.chatta.it/community/ilpassaparole/
6fdb151e-8c52-40fa-a722-ab13fbce2b96
Il suo nome era Giacomo Fasano, ma tutti ormai lo conoscevano come Giacu. Non era possibile determinare la sua età. Il viso era appena rugoso, gli occhi profondi del colore del mare. I folti capelli, nero corvino, erano ricci e arruffati. Gli abiti che portava sembravano essere appartenuti a...
Post
21/01/2014 00:24:52
none
  • mi piace
    iLikeIt
    PublicVote
    12

Commenti

  1. dealma 21 gennaio 2014 ore 08:44
    wow! che esordio!
  2. still.man 21 gennaio 2014 ore 14:30
    credo non vi sia città al mondo che non ospiti simili personaggi,
    che per scelta o necessità fanno una vita "diversa"...
    benvenuta!
  3. Aria59 21 gennaio 2014 ore 14:34
    @dealma: ma grazie... ci ho provato, mi avete incuriosito, sulla mia capacità di inventare. Esperimento... direi valido!

    @still.man: è vero. Mi ci immedesimo, talvolta. Grazie per il benvenuto, felice di incontrarvi

    :rosa
  4. malenaRM 21 gennaio 2014 ore 14:48
    Benvenuta, Aria, tra noi parolieri.
    Il tuo racconto ha un cuore fresco e tenero, come il finocchio di Giacu e passa con leggerezza sulle macerie di una vita, per raccontarne la possibile rinascita.
    Grazie e complimenti :rosa
  5. VirPaucisVerbo 21 gennaio 2014 ore 14:58
    Bello, nella sua essenzialità. Con pochi tratti rendi "tridimensionale" il tuo racconto.
  6. Antelao 21 gennaio 2014 ore 15:16
    non è che il balsamo di tigre lo ha recuperato dalle parti del Luigi del mio racconto? Bel racconto, realistico ma lieve. Quasi invidio la libertà di Giacu.
  7. kel.tika 21 gennaio 2014 ore 15:17
    Seconda esordiente, la comunità si ingrossa e direi di elementi validi.
    Vorrei segnalare a Giacu di avere buttato nel terzo cassonetto un paio di scarpe che ormai mi vengono piccole. La misura è il 48 ma mettendo un poco di carta in fondo penso che gli potranno servire. ;-)
  8. kaagainput 21 gennaio 2014 ore 16:32
    ih ih ih!!! ottimo!!! una bella paraculata la discarica eh? al prossimo giro la uso pure io!!! ;-)
  9. salyma 21 gennaio 2014 ore 18:45
    Speriamo che qui cambi qualcosa altrimenti sai in quanti finiremo come Giacu? Benvenuta sia tra i parolieri che tra questa gabbia di "quasi" matti.
    Un racconto semplice, genuino e purtroppo .....veritiero!
    Complimenti! :rosa
  10. tyha 21 gennaio 2014 ore 19:39
    Ciao Aria, passo a leggerti con calma nei prossimi giorni :-)
  11. Aria59 21 gennaio 2014 ore 20:08
    @malenaRM: si... un modo di raccontare un po' infantile, forse. Ma al momento è il mio modo. Sempre con la luce in fondo ad ogni tunnel. Grazie!

    @VirPaucisVerbo: mi piace molto l'idea di rendere "tridimensionale" una pagina, inizialmente bianca. Darle vita. Entusiasmante!

    @Antelao: dobbiamo decidere chi ha rubato a chi, il Balsamo di Tigre. Incredibile, vero? ;-) E il Giacu... potrebbe essere, secondo me, ognuno di noi. Con incoscienza, o con grandissimo coraggio. In fondo, io lo invidio davvero, sai?

    @kel.tika: bella proprio, questa comunità.
    Farò presente a Giacu la localizzazione delle scarpe, sono certa che abbia un grande spirito di adattamento, e non faticherà ad sistemarle per le sue esigenze ;) (però, che piede….!!)

    @kaagainput: ciao neo paroliere e collega! Piaciuto, il colpaccio della discarica? Che si trova davvero ma davvero di tutto…. :-p
  12. Aria59 21 gennaio 2014 ore 20:14
    @salyma: credo che i Giacu siano sempre esistiti, ma indubbio che in questo periodo proliferano :-(
    Mi piace tantissimo, questa gabbia di “quasi” matti, sai? Ha dato un senso alla mia presenza sul sito! Ti ringrazio molto per i complimenti

    @tyha: anche io sono indietro nel leggere la copiosissima produzione che c’è, e la vostra è entusiasmante. Ci vogliono tempi aggiuntivi, per stare dietro. Ma che bello!! Ciao, grazie, sei la benvenuta!

    Grazie a tutti tutti, mi incentivate a continuare... :rosa
  13. dealma 21 gennaio 2014 ore 20:31
    certo che sì, devi continuare!
  14. Aria59 21 gennaio 2014 ore 20:33
    @dealma: oh si... e adesso, chi mi ferma più? :-)
  15. PollAstro.MI 21 gennaio 2014 ore 23:04
    chi ben comincia ...
    complimenti, un esordio che promette bene.
  16. tyha 22 gennaio 2014 ore 21:05
    Un racconto tenerissimo nella sua drammaticità. É quasi incredibile, oggi, pensare che ci si possa accontentare di poco e sentire che non ci manca nulla.
    Brava davvero!
  17. Aria59 22 gennaio 2014 ore 21:07
    @PollAstro.Mi: ti ringrazio :)

    @tyha: alle volte penso che sarebbe bello, riuscirci... grazie! :rosa

Scrivi commento

Fai la login per commentare

Accedi al sito per lasciare un commento a questo post.