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05 giugno 2012 ore 22:49 segnala
Devo andarmene.
E me ne andrò. Qui non è piu il mio posto, ho bisogno di piu spazio.
Non ho voglia di avervi attorno a me e non lo scrivo per rabbia.
" i need something new " ..non ho bisogno di qualcuno che mi dica cosa devo e non devo fare, lo capirò col tempo, sarò io a giudicare se per me dovranno andare bene i movimenti e i gesti degli altri.
L'unica persona che può proteggermi sono io e non ho paura del mondo, se avessi paura mi perderei troppe cose.
So che se voglio, posso e so che se c'è qualcosa che mi sta aspettando io me la andrò a prendere.
Se non vorrete non sarà un problema, i miei 'non' 18 nemmeno.
Ho un cervello, cuore, amore, sangue e occhi.
Resto vigile e non guardo indietro. Tornerò dopo qualche giorno piu fiera di prima e se quello che ad aspettarmi a casa sarà 'brutale' allora non mi importa ancora di piu.
Da un po' ho capito che la mia felicità viene prima di ogni cosa e nulla, NULLA, può fermarmi.
Se un abbraccio caldo davanti ad una cioccolata bollente mi aspetta a meno di 300 km allora li percorrerò e lascierò parlare chi non vuole questo.
Se saranno pericoli li riconoscerò ma c'è qualcosa che mi suggerisce di non pensarci perchè consapevole che non ne scontrerò.
Mi avevate detto che mi sarei arrangiata, eccomi qua ad arrangiarmi.

Sta arrivando l'inverno ma già da tempo io sento freddo, figurati ora che i gradi arriveranno sotto lo zero quanto bisogno di caldo avrò.
Non importa chi fa il primo passo, importano quelli dopo, importano quanto paralleli siano e quante stelle si percorrano guardandole, quanti sogni si incontreranno e quali si realizzeranno.
Cosa saremo qua sù dopo questa corsa verso il tempo e il mondo del 'NO'?
Dove ciò che chiediamo noi sognatori, noi che ci crediamo, noi che siamo "troppo grandi" di spazio in questo mondo di uomini increduli e incosapevoli di vivere nel vuoto della vita, risparmiando a se stessi ciò che invece il cielo e la libertà ci propone.
Non sopporto le commedie, il teatro, gli spettacoli, le visite guidate.
Non sopporto i musei ne le mostre.
E sapete perchè? Perchè non danno altro a che vedere. Ti fanno vedere qualcosa che è di qualcun altro, mentre le persone dovrebbero vedere qualcosa di proprio.
E non conta il fatto di ritrovarsi in un opera o in un colore, bisogna inventare.
Bisogna scappare e trovarsi a guardarsi allo specchio a parlare da soli di quello che siamo e di quello che vorremmo per essere piu felici, non ci serve una scenetta aperto il sipario rosso.

Qual'è il punto?

05 giugno 2012 ore 22:31 segnala
Non ho mai saputo gestire nulla nella mia vita, come potrei riuscire a gestire queste situazioni ora?
Comincio a bere acqua. Passano altri 3 secondi, un altro sorso d'acqua e così via. Ho il cuore che corre.
Una tachicardia che mi parla. Sento e vedo i capelli muoversi, un ritmo.
Mi chiedo perchè stia succedendo e soprattutto perchè debba per forza succedere. Di vite ce ne sono tante, insomma.
Forse dovrei andare a letto, sono le 5 meno 6 minuti ..ma io volo, la notte è il mio cielo.
Ora sento tutto morbido, fluido e mio. L'ansia è il mio habitat, la città in cui sono nata e da cui vorrei andare via ma se mai mi trasferissi me ne dovrei andare con la certezza che poi mi mancherà. Che mi mancherà avere quei dubbi fissi, la paura di smettere, la paura di smettere anche di respirare.
Ti fa sentire viva. Io esisto. Qualche anno fa ogni volta che andavo in bagno mi ritrovavo davanti allo specchio, senza spiegazione. E pensavo.. mi chiedevo per quale motivo ero qua, mi pensavo e mi sentivo viva ma nel senso che dicevo "cazzo io sono qui, che sensazione strana, che senso ho?" ora che ci penso era una coscienza. Mi sentivo come se fossi stata scelta, non so da cosa ne da chi.
Ora che mi trovo qui, con questo stato d'animo, con queste domande, con queste mani sopra a queste parole, ancora non riesco a rispondermi.
Le cose succedono se devono. Non c'avevo mai creduto detto in tutta onestà, ma da un po'.. da un po' credo che invece ci sia un significato.
Ora vi starò sicuramente annoiando, sono i soliti discorsi dai. Però nel link del mio blog c'è scritto "reflections" e il titolo dello stesso è "shit" vale a dirsi "merda", insomma: merda di riflessioni.
Perchè sono un essere umano, ed è bello sentirsi tale.
A volte no, ecco perchè finisco sempre in negatività. Un lieto fine non c'è mai, nemmeno alla vita; ma dipende da come la guardiamo, c'è chi quella tomba la vede anche una cosa positiva, il tutto in un certo senso, perchè esiste anche il dolore ..o meglio, ne fa parte.
Sono il tipo di persona che riflette e se rifletto non vuol dire che io sia intelligente, per come la vivo e la vedo io è il modo giusto per crearsi paure. (troppo) Spesso inutili.
A volte penso che sia esagerato il modo in cui mi attacco al panico, all'ansia, ai pensieri.
Al fine di una vita e all'inizio di una morte. Ci penso troppo e finisco per dirmi che sarebbe tutto migliore se la smettessi-non di pensare-ma di vivermi, di viverla.
Che dovrei lasciarmi andare, tutto in contro, l'aria cattiva, il vento, gli odori che non mi piacciono e per cui ho la paura costante di vomitare. A volte penso anche che dovrei schiantarmi contro un treno o un tir.
Sono pensieri pesanti e le mie spalle-se potessero parlare-ve lo racconterebbero.
I miei discorsi sono sconnessi. Bipolarismo. Contraddittorietà.
Quindi ora la finisco che è meglio. Insopportabile, non mi sopporto.
Datemi uno schiaffo.

Gradirei un po' di Brandy.

05 giugno 2012 ore 22:19 segnala
Rabbia. Un bicchiere rotto.
Credi alle parole? C'è chi crede in dio, chi nell'amore, chi nella solitudine.
Ho lasciato gli scuri chiusi, il cielo non lo voglio vedere, oggi. La strada mi porta ad altre parti, meglio non guardarla, oggi.
Ore 9.09:
Oggi. Cosa c'è da fare? Avevo appena finito di dire che sono una di quelle che non tiene guinzaglio al controllo e poi? Poi confusione; mettiamo in ordine un attimo allora.
L'onestà non è tutto. E infondo questi esseri umani non sono nemmeno fatti per esser coniugati.
Abbiamo inventato tutto. Abbiamo dato un nome alle cose, alle emozioni e alle persone, persino ai sentimenti.
Abbiamo attribuito immagini alle sensazioni. Alla mente.
Per cosa? Per vederci scrollare tutto davanti? Perchè allora a cosa serve sapere tutto di tutto..
Ovviamente sono discorsi delicati, non c'è fluidità.
Il mondo viene giu, e non si tratta di fisica, gravità. Siamo noi persone che ce lo tiriamo addosso, che prendiamo le pietre, ci disegnamo sopra uno "smile"e le tiriamo-dritto-sullo sterno degli altri, con le lacrime addosso, con le colpe che ci portiamo su di un'ipotetica coscienza. Noi, gli stessi che rispondiamo "Va tutto alla grande amico!".
Che sembriamo correre da un ufficio all'altro per mantenere una certa flora batterica, quella della vita, l'equilibrio. Altrimenti al primo sbalzo ci ritroviamo a terra con il trucco colato a leccare il pavimento, cercando di sopravvivere: qualcosa riusciremo pure a trattenere.
Spesso non riesci nemmeno a fare la pipì. Ruzzoli giu dalle scale, non sentivi nemmeno lo stimolo.
Ma intanto se non la fai peggiora la situation.
Ore 9.22:
Brucia. Imbroglia. Sbuccia. Strappa. Non lenisce. Non attutisce, non fa un cazzo insomma.
Peggiora tutto. Non sono ancora riuscita a capire dov'è che sia stato disegnato il punto..
Io sono ancora fragile, dicono di capirmi e sorridono. Di sicuro qualcosa che non và, c'è.
Dire che è tutto ok, che questo periodo sta correndo via lontano sarebbe menzogna.
Ma io sono vera, non sono l'ologramma di una Micol che se ne va. Resto.
Qui non c'è altro da guardare, ma là.. dall'altra parte c'è qualcosa che è ancora peggio, meglio il niente.
Al buio perchè questa stanza non ha niente da raccontare, preferisce stare zitta, che forse alla fine capiscono lo stesso. Mille scatole. Luci trasparenti e senza "luce".
Ore 9.34:
Ho smesso con le psicologhe. Con l'inseguire bendata una soluzione che non esiste. Mosca ceca. Mi chiedo a cosa serva restare qui, digitando lettere, componendo parole: frasi senza scopi.
Mi chiedo perchè guardo ancora i violini suonare se non succede niente qui. Se guardo la strada mentre è notte e sono in macchina, perchè mi piace da morire, è vuoto. E io lo amo. Amore a prima vista. Il vuoto.
Che se ci metti una luce accanto diventano occhi. A volte verdi, a volte gialli, color Brandy. Quasi arancione.Un aureola nera intorno e ti mozzi il fiato..

Così cresci, così a decrescere.

Come si chiama? ..

05 giugno 2012 ore 22:10 segnala
Ricordo che aveva sempre lo sguardo disperso nel nulla, stava tutte le 6 ore appoggiata su quel palmo a pensare agli affari suoi. Aveva sempre un espressione di quando stai pensando a qualcosa di non troppo bello.. ma comunque non ci faceva caso, si notava che di certo non gli importava di quello che gli altri pensavano a guardarla.
Non so come descrivervela, non la conoscevo al limite nemmeno io e forse nemmeno lei si conosceva al 100%.
Quello che posso dirvi è che ero innamorato di lei.. quando si è innamorati di una persona la si vede sotto un'altra luce, come se ogni ombra la illuminasse e la luce su di lei brillasse; quante volte avrei voluto farlo.. accarezzare la sua pelle chiara e nitida, non pura, aveva le sue imperfezioni ed era perfetta così.. con quel mento buffo che la rendeva piccola, e quegli occhi profondi che la rendevano una bomba, talmente bella che solo guardarla mi faceva sentire vivo davvero.
Non le parlavo mai, la sua voce mi metteva in imbarazzo.. non sarei riuscito nemmeno a risponderle probabilmente, nei sogni parlavamo e lei mi baciava anche, ma era troppo anche quello.
Non so se proprio l'amavo ma di sicuro avrei saputo farlo col tempo se me ne avesse dato possibilità e se forse non avesse avuto quello stupido ragazzo che non l'apprezzava mai.
Lei era così, un fiore.. sbocciava ogni giorno, era fresca, un po ingenua, furbissima e con un sorriso appiccicato perennemente al viso.
Mi piaceva il mondo in cui trattava il suo tempo, lo spazio e come guardava le vetrine per evitare gli sguardi dei passanti..
ero innamorato, fine.
Poi si lasciò con quell'Andrea.. da lì fu come vederla svanire.
I suoi sguardi erano lucidi e pungevano, quando mi guardava per quei secondi abbassava lo sguardo in un nano secondo e la sua bocca era impassibile.
Cambiarono le cose e lo capìì subito.. l'aria era torpida, non si respirava, guardarla in quel modo faceva male
non sapevo cosa fare, avrei voluto abbracciarla ma sapevo che si sarebbe messa a piangere, la conoscevo troppo bene.
A scuola non ci veniva piu così frequentemente il suo tempo si era fermato, tutto scorreva e io insieme a lei ero fermo.
A separarci c'era un muro alto infinito da cui io la vedevo ma lei non vedeva me.. credo che sarei potuto essere la sua salvezza.. anzi che dico.. non sarei potuto essere niente, io non ero il suo destino, il suo destino era quel lui.
Ma ora io sto ripensando a lei e son passati mesi, me la ricordo ancora benissimo.. chi sà dovè ora, cosa starà facendo, magari avrà trovato un altro ragazzo ma secondo me no.
Ad ogni modo ora mi rendo conto che l'avrei amata alla follia.. era una pozione magica per me, un veleno e un sangue mai esistito fra gli umani.