Caro S.,
Sono arrivate le giornate uggiose, quelle che a noi sono sempre tanto piaciute. Noi non abbiamo mai amato quelle tipicamente estive e soleggiate, abbiamo sempre preferito quelle un po' grigie che alla maggior parte della gente mettono malinconia e che invece a noi facevano sentire in sintonia con il nostro stato d'animo.
Non felici, ma nemmeno tristi, stavamo sempre in un limbo per nulla statico e ogni piccola cosa poteva disorientarci verso l'una o l'altra direzione. Ma credo che a quell'età fosse piuttosto normale. Ogni problema anche futile e di facile soluzione diventava una tragedia epica che avrebbe dovuto avere il suo finale tragico, e ogni spiraglio di buona nuova diventava una scusa per un'uscita notturna che sarebbe finita con l'aspettare l'alba seduti sul nostro muretto.
Si, quel muretto credo che dovrebbero intestarcelo di diritto per tutte le scritte e i disegni che abbiamo lasciato in nostra memoria. I tuoi versi di Byron incorniciati dalle mie pergamene disegnate con una matita, un giorno, lo so, qualcuno li leggerà e si chiederà di chi sono quelle iniziali e penseranno che eravamo due amanti solitari in vena di romanticherie ...
Ah se solo sapessero che non eravamo nulla di tutto ciò, che non era l'amore sentimentale a legarci.
Noi eravamo molto di più. Noi eravamo un incontro di anime, eravamo una mano tesa verso l'altra sull'orlo di due abissi diversi, noi eravamo la compagnia nei momenti buoni, ma soprattutto di quelli meno buoni, eravamo le risate, eravamo le urla, eravamo l'affetto incondizionato, eravamo il confessionale dei nostri sentimenti più nascosti, eravamo gli abbracci, eravamo i pugni dati al muro, eravamo le verità che feriscono, eravamo l'amicizia vera ... Noi eravamo fratelli.
E ora che guardo dalla finestra la pioggia che scende, non ricordo più come fosse stare in quel limbo, ma mi ricordo benissimo di come fosse starci con te.
Cerca di stare bene anche tu amico mio.
NOI
05 novembre 2014 ore 23:25 segnala0f908074-1352-4de5-9b1b-e2ac28169dc2
Caro S.,
Sono arrivate le giornate uggiose, quelle che a noi sono sempre tanto piaciute. Noi non abbiamo mai amato quelle tipicamente estive e soleggiate, abbiamo sempre preferito quelle un po' grigie che alla maggior parte della gente mettono malinconia e che invece a noi facevano sentire in...
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05/11/2014 23:25:16
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IL MOMENTO PERFETTO
02 novembre 2014 ore 22:47 segnala
Caro S.,
sai ti penso spesso in questi giorni. Mi piace ricordare i nostri momenti insieme. Uno a cui sono particolarmente affezionata risale a quando vivevamo sotto lo stesso tetto e tu di notte entravi piano in camera mia, mi accarezzavi la guancia e mi dicevi sottovoce “Svegliati bambina, ho bisogno di aria!”. Io ti guardavo assonnata e mi giravo dall’altra parte dicendoti “Vai a dormire è tardi …”. Tu mi toglievi le coperte di dosso e mi sussurravi “Dai pigrona! Ho comprato gli orsetti gommosi!“. Maledetti orsetti gommosi, con quelli mi avresti portato in capo al mondo. Avevo solo due mele nello stomaco ed ero inerme di fronte a quel ricatto.
Allora infilavo gli Ugg, il giubbotto e sgattaiolavamo assieme nella notte silenziosa e solitaria. Quanto freddo ho patito, il gelo mi irrigidiva fin dentro le ossa. Già le mie ossa, l’unica linea di confine impenetrabile tra me e il resto del mondo. Poi andavamo verso quel giardinetto, di solito gremito di voci e gente, che invece ora era deserto e avvolto dalle ombre. Scavalcavamo i cancelli e andavamo a sdraiarci su due panchine, una di fronte all’altra. Io sceglievo sempre quella sotto l'albero enorme, perché speravo di vedere il mio piccolo scoiattolo sbucare tra i rami. Tu ti accedevi la sigaretta e cominciavi a fare i cerchi con il fumo. E io restavo sempre affascinata dalla tua bravura. Salivano verso il cielo uno dietro l’altro ingrandendosi fino a scomparire. Erano ipnotizzanti … Mi chiedevo perché una cosa così perfetta doveva sparire nel nulla. Allora ti dicevo “I tuoi cerchi di fumo sono perfetti, questo momento è perfetto, perché non possiamo restare qui così per sempre… La perfezione dovrebbe essere eterna”. Tu mi guadavi, sorridevi e mi dicevi “Bambina, la perfezione non esiste, per fortuna, e il tempo non lo si può fermare, un giorno ti ricorderai di questo momento come di uno dei tuoi momenti perfetti per questo motivo, se durasse in eterno non ne avresti memoria e comunque diventerebbe la normalità”. Io ti rispondevo “Forse basterebbe volerlo, dicono che se desideri fortissimamente qualcosa potrebbe avverarsi”.
In quel momento vedevo che il tuo sguardo si rabbuiava e con un filo di durezza nella voce mi rispondevi “Tutti credono di poter governare la propria vita, ma non è così bambina, è quella stronza che governa noi l’unica cosa che possiamo fare è metterle i bastoni fra le ruote”. Io allora non ero d’accordo con te, ma non dicevo nulla perché sapevo che ti avrebbe infastidito e non volevo rovinare il mio “momento perfetto”.
Però sai S., dopo con il tempo ho capito cosa intendevi e ora avrei tanta voglia di essere di nuovo sdraiata su quella panchina e dirtelo … Ma questa è un’altra storia.
Buona notte S.
sai ti penso spesso in questi giorni. Mi piace ricordare i nostri momenti insieme. Uno a cui sono particolarmente affezionata risale a quando vivevamo sotto lo stesso tetto e tu di notte entravi piano in camera mia, mi accarezzavi la guancia e mi dicevi sottovoce “Svegliati bambina, ho bisogno di aria!”. Io ti guardavo assonnata e mi giravo dall’altra parte dicendoti “Vai a dormire è tardi …”. Tu mi toglievi le coperte di dosso e mi sussurravi “Dai pigrona! Ho comprato gli orsetti gommosi!“. Maledetti orsetti gommosi, con quelli mi avresti portato in capo al mondo. Avevo solo due mele nello stomaco ed ero inerme di fronte a quel ricatto.
Allora infilavo gli Ugg, il giubbotto e sgattaiolavamo assieme nella notte silenziosa e solitaria. Quanto freddo ho patito, il gelo mi irrigidiva fin dentro le ossa. Già le mie ossa, l’unica linea di confine impenetrabile tra me e il resto del mondo. Poi andavamo verso quel giardinetto, di solito gremito di voci e gente, che invece ora era deserto e avvolto dalle ombre. Scavalcavamo i cancelli e andavamo a sdraiarci su due panchine, una di fronte all’altra. Io sceglievo sempre quella sotto l'albero enorme, perché speravo di vedere il mio piccolo scoiattolo sbucare tra i rami. Tu ti accedevi la sigaretta e cominciavi a fare i cerchi con il fumo. E io restavo sempre affascinata dalla tua bravura. Salivano verso il cielo uno dietro l’altro ingrandendosi fino a scomparire. Erano ipnotizzanti … Mi chiedevo perché una cosa così perfetta doveva sparire nel nulla. Allora ti dicevo “I tuoi cerchi di fumo sono perfetti, questo momento è perfetto, perché non possiamo restare qui così per sempre… La perfezione dovrebbe essere eterna”. Tu mi guadavi, sorridevi e mi dicevi “Bambina, la perfezione non esiste, per fortuna, e il tempo non lo si può fermare, un giorno ti ricorderai di questo momento come di uno dei tuoi momenti perfetti per questo motivo, se durasse in eterno non ne avresti memoria e comunque diventerebbe la normalità”. Io ti rispondevo “Forse basterebbe volerlo, dicono che se desideri fortissimamente qualcosa potrebbe avverarsi”.
In quel momento vedevo che il tuo sguardo si rabbuiava e con un filo di durezza nella voce mi rispondevi “Tutti credono di poter governare la propria vita, ma non è così bambina, è quella stronza che governa noi l’unica cosa che possiamo fare è metterle i bastoni fra le ruote”. Io allora non ero d’accordo con te, ma non dicevo nulla perché sapevo che ti avrebbe infastidito e non volevo rovinare il mio “momento perfetto”.
Però sai S., dopo con il tempo ho capito cosa intendevi e ora avrei tanta voglia di essere di nuovo sdraiata su quella panchina e dirtelo … Ma questa è un’altra storia.
Buona notte S.
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Caro S.,
sai ti penso spesso in questi giorni. Mi piace ricordare i nostri momenti insieme. Uno a cui sono particolarmente affezionata risale a quando vivevamo sotto lo stesso tetto e tu di notte entravi piano in camera mia, mi accarezzavi la guancia e mi dicevi sottovoce “Svegliati bambina, ho...
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02/11/2014 22:47:47
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