sai ti penso spesso in questi giorni. Mi piace ricordare i nostri momenti insieme. Uno a cui sono particolarmente affezionata risale a quando vivevamo sotto lo stesso tetto e tu di notte entravi piano in camera mia, mi accarezzavi la guancia e mi dicevi sottovoce “Svegliati bambina, ho bisogno di aria!”. Io ti guardavo assonnata e mi giravo dall’altra parte dicendoti “Vai a dormire è tardi …”. Tu mi toglievi le coperte di dosso e mi sussurravi “Dai pigrona! Ho comprato gli orsetti gommosi!“. Maledetti orsetti gommosi, con quelli mi avresti portato in capo al mondo. Avevo solo due mele nello stomaco ed ero inerme di fronte a quel ricatto.
Allora infilavo gli Ugg, il giubbotto e sgattaiolavamo assieme nella notte silenziosa e solitaria. Quanto freddo ho patito, il gelo mi irrigidiva fin dentro le ossa. Già le mie ossa, l’unica linea di confine impenetrabile tra me e il resto del mondo. Poi andavamo verso quel giardinetto, di solito gremito di voci e gente, che invece ora era deserto e avvolto dalle ombre. Scavalcavamo i cancelli e andavamo a sdraiarci su due panchine, una di fronte all’altra. Io sceglievo sempre quella sotto l'albero enorme, perché speravo di vedere il mio piccolo scoiattolo sbucare tra i rami. Tu ti accedevi la sigaretta e cominciavi a fare i cerchi con il fumo. E io restavo sempre affascinata dalla tua bravura. Salivano verso il cielo uno dietro l’altro ingrandendosi fino a scomparire. Erano ipnotizzanti … Mi chiedevo perché una cosa così perfetta doveva sparire nel nulla. Allora ti dicevo “I tuoi cerchi di fumo sono perfetti, questo momento è perfetto, perché non possiamo restare qui così per sempre… La perfezione dovrebbe essere eterna”. Tu mi guadavi, sorridevi e mi dicevi “Bambina, la perfezione non esiste, per fortuna, e il tempo non lo si può fermare, un giorno ti ricorderai di questo momento come di uno dei tuoi momenti perfetti per questo motivo, se durasse in eterno non ne avresti memoria e comunque diventerebbe la normalità”. Io ti rispondevo “Forse basterebbe volerlo, dicono che se desideri fortissimamente qualcosa potrebbe avverarsi”.
In quel momento vedevo che il tuo sguardo si rabbuiava e con un filo di durezza nella voce mi rispondevi “Tutti credono di poter governare la propria vita, ma non è così bambina, è quella stronza che governa noi l’unica cosa che possiamo fare è metterle i bastoni fra le ruote”. Io allora non ero d’accordo con te, ma non dicevo nulla perché sapevo che ti avrebbe infastidito e non volevo rovinare il mio “momento perfetto”.
Però sai S., dopo con il tempo ho capito cosa intendevi e ora avrei tanta voglia di essere di nuovo sdraiata su quella panchina e dirtelo … Ma questa è un’altra storia.
Buona notte S.
