
Senza avere corpo, sii solo un soffio, leggera come l'idea, un graffio lieve sulla mia ombra, una dea. Nell'ambra.
Lasciamo che sia, che questo tempo scivoli via, ché sono affranto. Tanto. Tanto non si affievolisce, non svanisce, questa pena non guarisce, ormai la indosso come un abito attillato su quest'animo percosso.
Che il mio corpo sia esiliato.
Tu, tu ce l'hai un amuleto? che concluda questo essere come Amleto, che cancelli dalla mente il mio fantasma decadente. Che dissolva i miei ricordi, che disperda sentimenti ingordi, che mi lasci riposare ai bordi della vita, ché tanto è solo eccitamento, fastidio di un momento. Rumore. Tormento.
Vorrei poterti trattenere, senza bisogno di contenere, vorrei poterti lasciare andare e poi, forse, davanti al mare brindare, e affondare, come quei velieri di viaggiatori i cimiteri.
Vorrei potermi addormentare, i miei sogni recintare, ma non servirebbe a niente.
Non c'è nulla nei sogni che sia.
Dolcemente.
(Parlando di lei, insieme a Tomasz Stanko Quartet, aspettandoci qualcosa, mentre lui suonava "Song for Sarah")