passione e'....amore !!!

05 settembre 2012 ore 12:19 segnala
Una passione si alimenta di quello che non sai di un'altra persona, molto più che di quello che sai. Se non la conosci e hai qualche buon elemento di partenza ti puoi immaginare qualsiasi cosa. Sovrapponi le tue fantasie alle zone d'ombra, e se ci sono tante zone d'ombra hai ancora più spazio, puoi farci stare dei sogni interi.

poesia sulla violenza delle donne

30 gennaio 2012 ore 12:24 segnala
CHI USA VIOLENZA SULLE DONNE E' UN VIGLIACCO !!!!

Un fiore calpestato
Non torna più
ad essere quello di prima
i segni sul suo stelo
resteranno per sempre,
attento quando vai nei prati,
un bocciolo si spezza e muore
se viene preso
dalla mano maldestra dell’uomo
accarezzalo con cura,
L’acqua pura disseta e da la vita
Ma se la inquini avvelenerà
Tutto quello che
dalla tua terra raccogli,
una donna
è sempre al tuo fianco
ti rende padre,
fa di te l’uomo che sei
non approfittarne del potere
usa bene la forza che hai
è grazie a lei se sei nato,
non violentarla!

RAGIONARE, DISCUTERE CON LE PAROLE
E SINONIMO DI INTELLIGENZA
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CHI USA VIOLENZA SULLE DONNE E' UN VIGLIACCO !!!! Un fiore calpestato Non torna più ad essere quello di prima i segni sul suo stelo resteranno per sempre, attento quando vai nei prati, un bocciolo si spezza e muore se viene preso dalla mano maldestra dell’uomo accarezzalo con cura, L’acqua pura...
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OLOCAUSTO - GIORNATA DELLA MEMORIA

26 gennaio 2012 ore 08:29 segnala
La Shoah, il Giorno della Memoria



27 GENNAIO GIORNATA DELLA MEMORIA - L'OLOCAUSTO

Perché oggi si celebra il Giorno della Memoria?
Istituito dieci anni fa, il Giorno della Memoria si celebra il 27 gennaio perché in questa data le Forze Alleate liberarono Auschwitz dai tedeschi. Al di là di quel cancello, oltre la scritta «Arbeit macht frei» (Il lavoro rende liberi), apparve l’inferno. E il mondo vide allora per la prima volta da vicino quel che era successo, conobbe lo sterminio in tutta la sua realtà. Il Giorno della Memoria non è una mobilitazione collettiva per una solidarietà ormai inutile. È piuttosto, un atto di riconoscimento di questa storia: come se tutti, quest’oggi, ci affacciassimo dei cancelli di Auschwitz, a riconoscervi il male che è stato.

Che cosa è, che cosa rappresenta Auschwitz?
Auschwitz è il nome tedesco di Oswiecin, una cittadina situata nel sud della Polonia. Qui, a partire dalla metà del 1940, funzionò il più grande campo di sterminio di quella sofisticata «macchina» tedesca denominata «soluzione finale del problema ebraico». Auschwitz era una vera e propria metropoli della morte, composta da diversi campi - come Birkenau e Monowitz - ed estesa per chilometri. C’erano camere a gas e forni crematori, ma anche baracche dove i prigionieri lavoravano e soffrivano prima di venire avviati alla morte. Gli ebrei arrivavano in treni merci e, fatti scendere sulla cosiddetta «Judenrampe» (la rampa dei giudei) subivano una immediata selezione, che li portava quasi tutti direttamente alle «docce» (così i nazisti chiamavano le camere a gas). Solo ad Auschwitz sono stati uccisi quasi un milione e mezzo di ebrei.

Con il termine Shoah che cosa si definisce?
Shoah è una parola ebraica che significa «catastrofe», e ha sostituito il termine «olocausto» usato in precedenza per definire lo sterminio nazista, perché con il suo richiamo al sacrificio biblico, esso dava implicitamente un senso a questo evento e alla morte, invece insensata e incomprensibile, di sei milioni di persone. La Shoah è il frutto di un progetto d’eliminazione di massa che non ha precedenti, né paralleli: nel gennaio del 1942 la conferenza di Wansee approva il piano di «soluzione finale» del cosiddetto problema ebraico, che prevede l’estinzione di questo popolo dalla faccia della terra. Lo sterminio degli ebrei non ha una motivazione territoriale, non è determinato da ragioni espansionistiche o da una per quanto deviata strategia politica. È deciso sulla base del fatto che il popolo ebraico non merita di vivere. È una forma di razzismo radicale che vuole rendere il mondo «Judenfrei» («ripulito» dagli ebrei).

Quali sono gli antecedenti?
L’odio antisemita è un motivo conduttore del nazismo. La Germania vara nel 1935 a Norimberga una legislazione antiebraica che sancisce l'emarginazione. Tre anni dopo l’Italia approva anch’essa un complesso e aberrante sistema di «difesa della razza», rinchiudendo gli ebrei entro un rigido sistema di esclusione e separazione dal resto del paese. Ma questa terribile storia ha dei millenari precedenti. Prima dell’Emancipazione, ottenuta in Europa nella seconda metà dell'Ottocento, gli ebrei erano vissuti per millenni come una minoranza appena tollerata, non di rado perseguitata e cacciata, e sempre relegata entro i ghetti. Tanto nel mondo cristiano quanto sotto l'Islam. Visti con diffidenza e odio per la loro fede tenace (e, dal punto di vista della maggioranza, sbagliata), hanno sempre rappresentato il «diverso», la presenza estranea. Anche se da millenni vivono qui e si sentono europei.

Perché la Shoah è un evento unico?
Dopo la Shoah è stato coniato il termine «genocidio». Purtroppo il mondo ne ha conosciuti tanti, e ancora troppi sono in corso sulla faccia della terra. Riconoscere delle differenze non significa stabilire delle gerarchie nel dolore: come dice un adagio ebraico «Chi uccide una vita, uccide il mondo intero». Ma mai, nella storia, s’è visto progettare a tavolino, con totale freddezza e determinazione, lo sterminio di un popolo. Studiando le possibili forme di eliminazione, le formule dei gas più letali ed «efficaci», allestendo i ghetti nelle città occupate, costruendo i campi, studiando una complessa logistica nei trasporti, e tanto altro. La soluzione finale non è stata solo un atto di inaudita violenza, ma soprattutto un progetto collettivo, un sistema di morte.

Perché ricordare e commemorare?
Il Giorno della Memoria non vuole misconoscere gli altri genocidi di cui l'umanità è stata capace, né sostenere un’assai poco ambita «superiorità» del dolore ebraico. Non è infatti, un omaggio alle vittime, ma una presa di coscienza collettiva del fatto che l’uomo è stato capace di questo. Non è la pietà per i morti ad animarlo, ma la consapevolezza di quel che è accaduto. Che non deve più accadere, ma che in un passato ancora molto vicino a noi, nella civile e illuminata Europa, milioni di persone hanno permesso che accadesse.

Donna di Passione

18 gennaio 2012 ore 09:11 segnala
Mi piacerebbe viziarti
e poi deliziarti,
con baci infiniti
e giochi proibiti:
io e te come impazziti...
Sguardi che si sciolgono
voglie che ci assalgono,
corpi che si uniscono
in un caloroso abbraccio.
baci ardenti che si incrociano
Fuochi che
non si spengono mai:
chissá se tu nella mia vita
davvero ci sarai,
Donna di Passione
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Mi piacerebbe viziarti e poi deliziarti, con baci infiniti e giochi proibiti: io e te come impazziti... Sguardi che si sciolgono voglie che ci assalgono, corpi che si uniscono in un caloroso...
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18/01/2012 09:11:37
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Il coraggio delle donne

04 gennaio 2012 ore 09:53 segnala
Sono coraggiose le donne,
ci costa caro, ma bisogna ammetterlo.
La fragilità? Solo uno stato culturale,
più che un dato biologico.
Sono forti e coraggiose, le donne.
Quando scelgono la solitudine,
rinunciando a un falso amore,
smascherandone la superficialità.
Sono coraggiose le donne, quando
crescono i figli senza l'aiuto di nessuno,
rivalutando l'ancestrale primato,
quello di essere mamme.
Hanno il coraggio di non chiedere
a uomini che sono anche padri,
la loro presenza, puntualmente assente.
Uomini che rifuggono le proprie responsabilità,
trincerandosi in comodi ruoli o paraventi
infantili di adulti mai cresciuti.
Sono forti e coraggiose, le donne,
quando a discapito di tutto e di tutti
scelgono i propri compagni; costruendo solide storie
spendendo patrimoni sentimentali, contro la morale comune.
Sono forti e coraggiose, le donne, quando sopportano,
violenze di ogni tipo, per salvaguardare quello che resta di famiglie,
che non son più tali
Sono la speranza del mondo, le donne, in qualsiasi
circostanza continuano a far nascere uomini,
che poi le tradiranno.
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Sono coraggiose le donne, ci costa caro, ma bisogna ammetterlo. La fragilità? Solo uno stato culturale, più che un dato biologico. Sono forti e coraggiose, le donne. Quando scelgono la...
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il coraggio delle donne

31 dicembre 2011 ore 07:39 segnala
IL CORAGGIO DELLE DONNE
Il coraggio delle donne

Sono coraggiose le donne,
ci costa caro, ma bisogna ammetterlo.
La fragilità? Solo uno stato culturale,
più che un dato biologico.
Sono forti e coraggiose, le donne.
Quando scelgono la solitudine,
rinunciando a un falso amore,
smascherandone la superficialità.
Sono coraggiose le donne, quando
crescono i figli senza l'aiuto di nessuno,
rivalutando l'ancestrale primato,
quello di essere mamme.
Hanno il coraggio di non chiedere
a uomini che sono anche padri,
la loro presenza,puntualmente assente.
Uomini che rifuggono le proprie responsabilità,
trincerandosi in comodi ruoli o paraventi
infantili di adulti mai cresciuti.
Sono forti e coraggiose, le donne,
quando a discapito di tutto e di tutti
scelgono i propri compagni; costruendo solide storie
spendendo patrimoni sentimentali, contro la morale comune.
Sono forti e coraggiose, le donne, quando sopportano,
violenze di ogni tipo, per salvaguardare quello che resta di famiglie,
che non son più tali
Sono la speranza del mondo, le donne, in qualsiasi
circostanza continuano a far nascere uomini,
che poi le tradiranno

la passione .......

21 dicembre 2011 ore 12:39 segnala
E' impossibile spiegarla a parole..
Ti travolge e non si accorge che non gli si puo' sfuggire!
E' una calamita che ti attrae,ti lega
che ti inebria e poi confonde.
Ti sussurra all'orecchio irresistibili parole,
alle quali il corpo, non puo' non reagire.
Trasuda lento da ogni suo poro,
la voglia che cresce.
La fantasia si scatena
mettendo in allerta i 5 sensi..
Brividi solcano la schiena,
ansima il respiro,
la bramosia cresce..
In un vortice di sensazioni ci travolge
e plachera' i suoi istinti
solo dopo aver ottenuto cio' che vuole...
la passione e'.....la voglia d'amore travolgente.