
O.Dirke 24 settembre 2012 ore 23:15
NAVIGAZIONE (2/3 maggio) – 60 miglia.
RAVENNA (3/6 maggio)
La navigazione da Venezia a Ravenna fu brevissima. Nemmeno il tempo di rassettare i cavi che già dovevano essere preparati per la manovra di ormeggio.
Avevo già cominciato ad imparare nel capoluogo veneto che, dove attracca la Amerigo Vespucci, il porto che la ospitava ne avrebbe onorato la presenza con eventi più o meno importanti.
La città romagnola organizzò una serie di manifestazioni che avrebbero dato lustro alla nave ed al suo equipaggio. Una di queste era la serata in onore di un Ammiraglio in pensione del luogo, da svolgersi in una discoteca con la presenza dell’orchestra del famoso Raul Casadei. Venne proprio lui di persona a bordo, attorniato da una serie di donne bellissime, a lanciare l’invito per noi marinai.
Cosa sono le “comandate” ? Si potrebbero definire come gruppi di lavoro o di rappresentanza che venivano formati da parte dell’equipaggio (numero e “gradi” a seconda dell’evento) scelti a dovere da ogni caposervizio. Si poteva essere “nominati” per la comandata atta a caricare le provviste a bordo, oppure per quella preposta a rappresentare la nave in un evento mondano. Quella sera dovevano essere scelti i marinai (30) da mandare alla festa in onore dell’insigne Ufficiale in pensione. Discoteca. Ne ero e ne sono allergico.
Quando ci radunarono tutti, allineati e coperti, cominciò l’appello dei nomi dei “volontari”. Mi rividi anni dopo in quella scena del film di Fantozzi. “Cazzo, siamo più di cento, vuoi che chiamino proprio me ?” pensavo....
“Radarista PAOLO!!” gridò invece l’Ufficiale. Come non detto...
La serata non fu l’incubo che pensai. Anzi. Mi divertii parecchio. Casadei sapeva come intrattenere un pubblico, e la sua musica trasmetteva allegria contagiosa. I balli tipici di quelle terre furono uno spettacolo, con le fruste in mano ad avvenenti signorine dalla perizia encomiabile che le facevano fluttuare sopra le nostre teste con sibili minacciosi. Gli “avventori”, data la serata di gala, erano per lo più donne e uomini che potevano essere i nostri genitori. E noi tutti venivamo trattati proprio come dei figli.
Una signora, avvolta in un elegantissimo tailleur nero, mi rapì per un valzer. “Signora guardi che a ballare sono proprio una frana ! Non le conviene” esclamai rosso d’imbarazzo.... “Mo vieni che è fazilissimo, lasciati portare bel burdel !”.
Ballai quel valzer pestandole i piedi solo due o tre volte... Alla fine la ringraziai, e lei mi salutò con uno splendido sorriso ed un abbraccio... “mo lo vedi che non era così difizile ?”. Già... ma per me il ballo è e rimarrà sempre un mistero...
Finita la sosta prevista, ripartimmo. Per qualche miglio ci affiancò in navigazione quella splendida barca che era “Azzurra”, reduce dalle glorie di Coppa America. Al suo timone c’era Cino Ricci, originario di quei posti. Ricordo l’incredibile velocità che riusciva a raggiungere pur in apparente assenza, o quasi, di vento. Salutammo lo skipper con prolungati suoni di sirena.... il nostro viaggio continuava.
NAVIGAZIONE (6/8 maggio) – 287 miglia.
E io intanto imparavo... osservavo... miglioravo me stesso....
BARI (8/11 maggio)
Non ricordo quasi nulla di quella sosta. A parte la processione in mare per il Patrono. S.Nicola. Osservarla da bordo è stato uno spettacolo davvero suggestivo.
NAVIGAZIONE (11/18 maggio) – 850 miglia.
Sette giorni di navigazione... lavoro, esercitazioni, lavoro... ma ricordo anche quei cinque minuti strappati quotidianamente al “dovere” per potermi fumare finalmente una sigaretta.... sublimi attimi di pace con se stessi ed il mare...
CANNES (18/22 maggio)
Il primo porto all’estero. E la presenza della nave più bella del mondo non casuale...
Era in pieno svolgimento il Festival del Cinema. Come arrivammo alla fonda, fummo assaliti da una serie impressionante di attori, registi, produttori, comparse, leccapiedi... e soprattutto superbia. Ormai conoscevo il Comandante Defranceschi. Dietro al suo sorriso nel salutare quella massa, si nascondeva un disprezzo tutto militare, e perchè no, umano.
Di tanti visi noti mi è rimasto impresso solo quello di Virna Lisi. Era davvero bella. E la mole impressionante di Bud Spencer. Sembrava fosse la custodia di sette marinai messi insieme. E di un’affabilità incredibile. Mai snob. L’amico che vorresti avere per vicino di casa.
Il giorno seguente all’arrivo ci sarebbero stati due eventi importanti. La serata conclusiva del Festival ed il Gran Premio di Montecarlo. Due “comandate”. Un gruppo a vedere i bolidi di Formula 1, l’altro a fare da picchetto di onore all’ingresso del palazzo del cinema. Tra i due, secondo voi, dove sono stato mandato ?
Due file di marinai ai due lati del tappeto. Quattro ore sull’attenti. Un male ai piedi allucinante. E per finire la serata in gloria, una troupe televisiva locale che mi piazza il microfono davanti al muso chiedendomi in francese (un mio compagno di sventura tradusse per me) cosa ne pensassi di Claude Lelouch. “Sonasega chi è Lelush” gli risposi nel peggior slang labronico. L’intervistatore non la prese bene. Il suo “Cochon” e “Cambronne” non ebbero bisogno di traduzione.
Sentire poi la sera il racconto dei miei compagni di reparto su come sia stato fantastico vedere la gara dalla terrazza di un Hotel, vista curva Tabaccaio, non faceva altro che farmi cogliere da istinti omicidi.
Rimanemmo altri due giorni in Costa Azzurra. Li capii quanto valesse avere una divisa, all’estero. Il fascino della Vespucci mi permise di conoscere molte ragazze. Cosa che in Italia difficilmente riusciva. Anita e Marie di Bastia. Sarah di Cannes. Le ricordo tutte. Simpaticissime. Aperte. Ricordo di essere rimasto in corrispondenza con loro per anni. Ma, ahimè, chi ci superava in “fascino” erano i molti signori che guidavano per le strade della Croisette varie, Ferrari, Maserati, Bugatti, Rolls...
Damiano, il sergente radiotelegrafista, con cui allacciai un’amicizia vera che ancor oggi resiste, osservando il passaggio di una ferrari gialla alla guida di un ragazzo della nostra età e che scarrozzava sei, dico sei, bionde mozzafiato esclamò, in quel sublime dialetto gaetano... “Secondo me dev’essere la sua cravatta. Gli devo chiedere dove l’ha comprata..”. Penso che smisi di ridere solo dopo mezz’ora...
NAVIGAZIONE (22/24 maggio) – 231 miglia.
Immagini nella mente, indelebili. Partimmo da Cannes con un discreto vento di Maestrale il quale aumentava via via che ci allontanavamo dalla costa. A bordo viaggiavano ospiti 3 giornalisti che dovevano effettuare un servizio per non so quale rivista.
Un vento in poppa così non s’era ancora visto da quando eravamo partiti, da La Spezia. Al Comandante si illuminarono gli occhi. Bastò un cenno al Nostromo che, fischietto alla mano, cominciò a impartire gli ordini. Come per incanto i nocchieri sbucarono da ogni anfratto della nave e salirono sugli alberi.
Trevi, parrocchetti, stralli, fiocchi, gabbie, mezzane... tutte le vele furono liberate al vento.
Signori miei. Uno spettacolo unico.
Furono spenti i motori. Si navigava solo a vela.
La nave sembrava ringraziare l’equipaggio.. come se l’avessero liberata da un giogo invisibile...
5... 6.. 8... 12... 14 nodi di velocità. Un’enormità per quello scafo. Le mura di sinistra che quasi fendevano le onde. Talmente “piegati” che chi teneva i piedi in coperta faticava a sorreggersi. I giornalisti, aggrappati al primo corrimano che capitasse loro sotto tiro, erano terrorizzati. Glielo si leggeva negli occhi. L’equipaggio, invece, pervaso da furore agonistico. Chiedevamo tutti al Dio dei Venti di aumentarne l’intensità.
Non riuscimmo a battere il record assoluto detenuto da Straulino, che era di 14,6 nodi. Ma nessuno ebbe il coraggio di dirlo al “nostro” Comandante.
CIVITAVECCHIA (24/27 maggio)
NAVIGAZIONE (27/29 maggio) – 248 miglia.
PALERMO (29 maggio /1 giugno)
NAVIGAZIONE (1/2 giugno) – 167 miglia.
NAPOLI (2/5 giugno)
NAVIGAZIONE (5/7 giugno) – 299 miglia.
Di quell’ultimo periodo di pre-crociera ricordo poco. La vana ricerca di Gigi a Civitavecchia (ve lo ricordate?) per sapere se avesse fatto progressi nella sua istruzione. I parenti siculi che mi fecero conoscere le bellezze di Monreale e Mondello. La visita su una nave da crociera ormeggiata accanto a noi, a Napoli.
E tanta esperienza acquisita sul tavolo da carteggio.
LA SPEZIA – IL SECONDO RITORNO – 7 giugno
Ed un’altra volta ancora tutto finì da dove iniziò.
Ma ora.... bisognava prepararsi per la Crociera.
(continua)
NON CHI COMINCIA MA QUEL CHE PERSEVERA
Semper Fidelis