Mentre Ancora Geme, Andarsene Rende Indifferenti
Mi Aspettavo Già Afferrata, Ridicola Illusione
Momentanee Ascese Guidano A Repentini Inciampi
Mentre Affondo Guardo Alti Rami Immobili
Mille Ancora Girano l’Angolo. Resto Isolata
Ma Aggiungere Garbo Al Rifiuto è Inutile
Magari Aspettare Galleggiando, Ancorati Ruvidi e Inoffensivi
Magari
15 luglio 2012 ore 02:19 segnalabc84b941-89c6-47f1-a43a-d6a7f73171db
Mentre Ancora Geme, Andarsene Rende Indifferenti
Mi Aspettavo Già Afferrata, Ridicola Illusione
Momentanee Ascese Guidano A Repentini Inciampi
Mentre Affondo Guardo Alti Rami Immobili
Mille Ancora Girano l’Angolo. Resto Isolata
Ma Aggiungere Garbo Al Rifiuto è Inutile
Magari Aspettare...

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15/07/2012 02:19:26
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Alla ricerca di un posto in cui impossibile mentire
13 luglio 2012 ore 02:52 segnala
Non voglio dormire...
Vorrei invece restare con musica in vista di
qualcosa che voglio e non posso
avere.
Non provo più niente. E la
cosa nemmeno mi terrorizza.
Vorrei invece restare con musica in vista di
qualcosa che voglio e non posso
avere.
Non provo più niente. E la
cosa nemmeno mi terrorizza.
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Non voglio dormire...
Vorrei invece restare con musica in vista di
qualcosa che voglio e non posso
avere.
Non provo più niente. E la
cosa nemmeno mi terrorizza.

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13/07/2012 02:52:32
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Doccia
09 luglio 2012 ore 01:47 segnala
L’ha scoperto da piccola l’amore per l’acqua. Tenendoci le mani immerse per ore e guardandole cambiare. Gonfiarsi. Rigarsi spaccate bianche di pelle affogata. Ma non le basta per convincersi. Per lasciare il caldo perfetto e pigro delle coperte corte e cadenti. Per affrontare il gelo delle sette.
Piede sinistro parquet. Braccio destro coperte tirate di lato. Palpebre lente ad aprirsi a quello che resta buio laminato appena. Addominali contratti. Prima dalla tosse stordente. Ora dallo sforzo di sedersi per un secondo prima di tendere alla porta. Piede destro parquet. Mano destra alla maniglia che cede e schiude altro buio sul corridoio. Passi accavallati e diseguali.
Vestiti sulla lavatrice e acqua bollente. Vapore nel naso e contro il bianco sotto le ciglia. Ancora l’ultimo calcio del sogno incastrato nelle orecchie bagnate.
Cade una neve strana. Piccole sfere congelate. Pioggia abortita e bloccata in un corpo non suo. Ma leggero. Che non affonda soffice. Dritto e grasso come fanno i fiocchi di neve. Quella vera.
Oggi no. Vagano a caso. Se provi a seguirli con lo sguardo ti perdi tra strade, antenne e il cielo bianco. Vanno verso l’alto. E aumenta la sensazione di vivere in una cupola, anch’essa piena d’acqua e neve plastificata e sfericamente perfetta. Ora capovolta.
Ancora più simile a lei e alla sua vita. Una palla fredda e ghiacciata trasportata a caso da volontà altrui, fino a scontrarsi con altre mine dal cuore più freddo del suo. O a sparire confondendosi con il bianco intorno.
Mentre l’acqua calda promette improbabile purificazione e la neve fuori rapisce i pensieri, tira una linea nera sotto la colonna dei numeri della settimana passata, appoggiando le spalle alle piastrelle fredde a tratti e la mente al pallottoliere a -2° C che scorre al di là dei doppi vetri.
Fogli stampati: 153.
Ragazzi baciati: 4.
Email tra inviate e ricevute: 1.472.
Celle di excel riempite: 53.427.129.
Cannoli siciliani acquistati: 3.
Espedienti per evitare maschi in calore: 9.
Colpi di tosse: troppi.
Ore di videochiamate in sottoveste. 12.
Ragazzi invitati a salire: 3.
Telefonate alla mamma: 2.
E un totale di: 53.428.787 + tosse.
Il dito conserva il numero sul vapore del vetro. Sotto i precedenti bilanci. Apparentemente invisibili. Che riappaiono ad ogni doccia.
Finito lo spazio sul vetro smetterà di contare. Ha deciso. Per sempre.
Piede sinistro parquet. Braccio destro coperte tirate di lato. Palpebre lente ad aprirsi a quello che resta buio laminato appena. Addominali contratti. Prima dalla tosse stordente. Ora dallo sforzo di sedersi per un secondo prima di tendere alla porta. Piede destro parquet. Mano destra alla maniglia che cede e schiude altro buio sul corridoio. Passi accavallati e diseguali.
Vestiti sulla lavatrice e acqua bollente. Vapore nel naso e contro il bianco sotto le ciglia. Ancora l’ultimo calcio del sogno incastrato nelle orecchie bagnate.
Cade una neve strana. Piccole sfere congelate. Pioggia abortita e bloccata in un corpo non suo. Ma leggero. Che non affonda soffice. Dritto e grasso come fanno i fiocchi di neve. Quella vera.
Oggi no. Vagano a caso. Se provi a seguirli con lo sguardo ti perdi tra strade, antenne e il cielo bianco. Vanno verso l’alto. E aumenta la sensazione di vivere in una cupola, anch’essa piena d’acqua e neve plastificata e sfericamente perfetta. Ora capovolta.
Ancora più simile a lei e alla sua vita. Una palla fredda e ghiacciata trasportata a caso da volontà altrui, fino a scontrarsi con altre mine dal cuore più freddo del suo. O a sparire confondendosi con il bianco intorno.
Mentre l’acqua calda promette improbabile purificazione e la neve fuori rapisce i pensieri, tira una linea nera sotto la colonna dei numeri della settimana passata, appoggiando le spalle alle piastrelle fredde a tratti e la mente al pallottoliere a -2° C che scorre al di là dei doppi vetri.
Fogli stampati: 153.
Ragazzi baciati: 4.
Email tra inviate e ricevute: 1.472.
Celle di excel riempite: 53.427.129.
Cannoli siciliani acquistati: 3.
Espedienti per evitare maschi in calore: 9.
Colpi di tosse: troppi.
Ore di videochiamate in sottoveste. 12.
Ragazzi invitati a salire: 3.
Telefonate alla mamma: 2.
E un totale di: 53.428.787 + tosse.
Il dito conserva il numero sul vapore del vetro. Sotto i precedenti bilanci. Apparentemente invisibili. Che riappaiono ad ogni doccia.
Finito lo spazio sul vetro smetterà di contare. Ha deciso. Per sempre.
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L’ha scoperto da piccola l’amore per l’acqua. Tenendoci le mani immerse per ore e guardandole cambiare. Gonfiarsi. Rigarsi spaccate bianche di pelle affogata. Ma non le basta per convincersi. Per lasciare il caldo perfetto e pigro delle coperte corte e cadenti. Per affrontare il gelo delle sette....

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09/07/2012 01:47:12
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Scrive dal: | 09/07/2012 |
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