La porta misteriosa

09 marzo 2021 ore 23:10 segnala

Del libro di Kieerkegaard intitolato "Aut aut", che lessi decenni fa, mi è rimasto un concetto: se apri una porta automaticamente ne escludi altre, e non si può tornare indietro, tutte le scelte e le possibilità successive dipenderanno dalla scelta fatta.

Qualche settimana fa mi capitò di leggere un riassunto liberamente tratto dal racconto "La porta nel muro" di H. G. Wells. Qui si tratta di una porta che appare e scompare, una porta oltrepassata solo una volta, che conduce ad un giardino di felicità:

"...tutto era diverso, profondamente diverso..provavo come la sensazione di essere tornato a casa, un'impressione di giustizia appagata, qualcosa che mi riportava alla mente circostanze felici stranamente dimenticate...;

eppure ogni volta che si rese visibile dopo la prima, le circostanze erano tali , gli impegni così inderogabili, da non permetterne l'accesso.
La seconda volta che vide la porta il protagonista stava andando al funerale del proprio padre , quella successiva stava parlando con un politico che sarebbe potuto essere molto utile per la sua carriera... Perché si è trovato davanti a scelte così difficili? Non ho una risposta. Forse si trattò di prove per sapere se fosse stato in grado di abbandonare ciò che sembrava più giusto e necessario per addentrarsi in qualcosa di simile ad un sogno. Ma perché?
Ho pensato di condividere questo racconto perché, da quando lo ho letto, il pensiero del protagonista, che conclude dicendo che spera e sospira che gli si presenti ancora nella vita la possibilità di attraversare quella porta, non mi ha più lasciato. Ormai è diventato importante per me darmi una risposta.

La risposta è arrivata da un post di facebook che aveva anche una bellissima foto che non ho pensato di salvare, ma ricordo le parole: la porta non è mai esistita, la porta è dentro di te.


La foto è mia, ma non la porta. Se dovesse ledere i diritti di qualcuno, la toglierò immediatamente.
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« immagine » Del libro di Kieerkegaard intitolato "Aut aut", che lessi decenni fa, mi è rimasto un concetto: se apri una porta automaticamente ne escludi altre, e non si può tornare indietro, tutte le scelte e le possibilità successive dipenderanno dalla scelta fatta. Qualche settimana fa mi cap...
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Lo splendore

18 gennaio 2021 ore 22:39 segnala

Lo splendore apparve, lo splendore era.

Era nel silenzio, era nelle parole, era nei sorrisi.

Era negli spazi fra una parola e l'altra, era nel -grazie- che veniva detto ad ogni persona che aveva parlato.

Era nella consapevolezza di essere presenti a quel momento in quel momento, e di ritrovarsi fra simili.

Era nelle associazioni e nelle atmosfere che le parole creavano in noi.

Era nella gioia di specchiarsi in qualcosa di puro...online.




Le foto dei mosaici sono tratte da cartoline del mausoleo di Galla Placidia a Ravenna. Se dovessero essere stati lesi i diritti di qualcuno, le rimuoverò immediatamente.
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« immagine » Lo splendore apparve, lo splendore era. Era nel silenzio, era nelle parole, era nei sorrisi. Era negli spazi fra una parola e l'altra, era nel -grazie- che veniva detto ad ogni persona che aveva parlato. Era nella consapevolezza di essere presenti a quel momento in quel momento,...
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Mi riferisco liberamente al "Canto della perla"

11 dicembre 2020 ore 21:23 segnala

Svegliati, svegliati, devi tornare dove da tempo ti stanno aspettando!
Nella notte e nella tempesta la luce pura è un sostegno, una melodia che ti ricorda il regno da cui sei venuto, figlio di re che hai perso la memoria della perla che sei chiamato a cercare.
Prendi la perla e vola, non voltarti indietro.
Supera gli abissi che sono in te, liberati dei veleni con cui ti sei nutrito, rifiuta il sonno che tanto ti ha confuso, e vola...
Vola via da tutto questo. Quando indosserai di nuovo il tuo mantello d'oro, questo mondo non potrà più farti dimenticare le tue reali origini.
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« immagine » Svegliati, svegliati, devi tornare dove da tempo ti stanno aspettando! Nella notte e nella tempesta la luce pura è un sostegno, una melodia che ti ricorda il regno da cui sei venuto, figlio di re che hai perso la memoria della perla che sei chiamato a cercare. Prendi la perla e vola...
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L'energia personale

19 novembre 2020 ore 22:33 segnala

Un'invisibile energia che circola tra le cose e gli esseri viventi li unisce oltre il loro corpo (fisico, materiale). Fenomeni semplici, come simpatie e antipatie, dipendono dal contatto tra lo spazio energetico che circonda una persona, a volte anche per metri, e quello dell'altra. Ci tocchiamo e ci tastiamo al di là delle possibilità del tatto della nostra pelle. La pelle è un confine, ma non è l'unico confine. Questo spazio permeato da onde veicola anche pensieri e sensazioni, a volte semplicemente stati d'animo. E veicola l'energia, come l'energia vitale che ci portano miriadi di scintille di luce in una giornata di sole, e l'energia di una persona felice, oppure stanca o ammalata. Alcune persone sono coscientemente sensibili a questi impatti energetici, altre li subiscono senza rendersi conto di cosa stia accadendo. Amo , seguo , adoro l'energia delle persone positive. Se non ce la facciamo a trasmettere positività, pazienza, a volte basta anche solo l'intenzione, ma dovremmo cercare di non portare le nostre negatività nel mondo, tutelando così i più fragili, che in questo momento hanno bisogno solo di vedere , a soprattutto sentire, luce e amore.
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« immagine » Un'invisibile energia che circola tra le cose e gli esseri viventi li unisce oltre il loro corpo (fisico, materiale). Fenomeni semplici, come simpatie e antipatie, dipendono dal contatto tra lo spazio energetico che circonda una persona, a volte anche per metri, e quello dell'altra. C...
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Uno e tutto

21 ottobre 2020 ore 00:07 segnala
Un gruppo è un'entità, come una molecola che è formata da un insieme di cellule. La molecola è una e ogni cellula è una, ma il potere della singola cellula non è allo stesso livello di quello della molecola: il potere della molecola è molto più grande di quello di ciascuna cellula, e questi poteri non sono addizionati, ma moltiplicati.
La forza di coesione è un amore impersonale che fa sì che l'io diventi noi, il quale noi è a sua volta un'entità a sè stante. Con questa forza in sè, la molecola si unisce ad altre e forma un organo, e tanti organi insieme
formano un corpo.
Corpi, oggetti, atomi si trovano uniti nel contenitore che è il nostro pianeta, che con altri pianeti è nel sistema solare, che con altri si trova in una galassia, che con altre galassie si trova nello spazio.
Dove comincia e dove finisce l'uno?



L'immagine è tratta da una chat di whatsapp. Se dovesse ledere i diritti di qualcuno la cancellerò immediatamente.
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« immagine » Un gruppo è un'entità, come una molecola che è formata da un insieme di cellule. La molecola è una e ogni cellula è una, ma il potere della singola cellula non è allo stesso livello di quello della molecola: il potere della molecola è molto più grande di quello di ciascuna cellula, e q...
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Io sono

19 settembre 2020 ore 23:02 segnala

Sono la dolcezza. Sono una carezza.
Sono la bellezza, sono la grazia. Sono Venere e sono Giunone, sono Flora, sono Proserpina. Tutte le dee, tutte le storie, tutte le leggende vivono in me e con me. Sono la madre di tutte le madri, la loro figlia, la loro sorella. Sono la goccia di rugiada e sono la fatina che fa sbocciare il fiore, sono la strega e sono la medicina che cura. Sono la melodia e sono la voce che canta, sono la parola. Sono la nuvola e sono il temporale. Sono l'aria e sono le ali, sono l'acqua del mare e l'acqua dei ruscelli.
Sono la forza di Lilith e la curiosità di Eva, sono la follia, sono la sapienza.Sono la terra e sono la luna, sono la vita e sono la morte.
Sono l'argento, sono la notte, sono fatta di luce. Sono una stella splendente.
Sono le illusioni e sono i sogni, sono la materia che darà loro la forma.
Perché io sono. Sono l'universo, e sono il suo aspetto femminile. Sono, e risuono nelle corde che faccio vibrare.
Le foto vengono da una chat di whatsapp. Tutti i diritti riservati.
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« immagine » Sono la dolcezza. Sono una carezza. Sono la bellezza, sono la grazia. Sono Venere e sono Giunone, sono Flora, sono Proserpina. Tutte le dee, tutte le storie, tutte le leggende vivono in me e con me. Sono la madre di tutte le madri, la loro figlia, la loro sorella. Sono la goccia di ru...
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Venezia, un film e la domanda senza risposta

08 settembre 2020 ore 21:48 segnala


Arrivati nella sala del Palabiennale , tutti seduti distanziati abbiamo potuto vedere un documentario di
Andrea Segre: Molecole. Le molecole erano la materia di studio del padre del regista. Abbiamo potuto
vedere dei veri e propri quadri viventi, spaccati di vita di alcuni abitanti di Venezia e delle isole della laguna,
sentendo dal vivo i loro commenti, i loro stati d'animo per esempio sul fatto di abitare ad un piano terra
soggetto alle acque alte, di abitare in isole devastate dal turismo, e desiderare di rimanere nonostante
qualsiasi difficoltà per l'amore per Venezia.
Si sono viste ragazze che remavano durante la chiusura delle attività dovuta alle ordinanze per il Covid
apprezzando la bellezza serena della laguna senza moto ondoso, si è vista una signora lamentarsi del fatto
che la barena si vada sempre più rimpicciolendo e perché sembra che questo non interessi a nessuno, veri
quadri viventi apparentemente staccati tra loro ma uniti dalla sensibilità del regista. La vera bravura del
regista è stata nel riunire tutte queste situazioni nella cornice delle sue domande al proprio padre che non
hanno mai avuto risposta. Il padre era veneziano , e il figlio , vissuto a Padova, avrebbe voluto essere
aiutato a capire, scoprire quell'essenza della città che ha tentato di trovare nelle persone che ha
intervistato. Questo film mi ha colpito perché il regista nella sua ricerca ha sfiorato ripetutamente quello
che stava cercando, ma non poteva riconoscere proprio perché non sapeva cosa fosse esattamente .
Quanto sopra sembra un paradosso, ma forse posso far intuire qualcosa al proposito.
Dialogo, tutto in dialetto:
A: Scusi, posso chiederle dove ha comprato quella mascherina con il Leone di San Marco? Io ne ho una con
la bandiera, ma non è così bella come la sua.
B: L'ha fatta mia sorella, ne ha fatte due o tre.
A: A me il Leone piace tanto, si vedono tante maschere molto belle con il Leone, ma non si sa dove
acquistarle. Peccato che ora il Leone sia usato anche dalla politica.
B: El Leòn no se toca, el Leòn ze nostro, de Venessia. A me piace talmente tanto che me lo sono perfino
tatuato.
A:Noi non siamo fatti solo di sangue, ma di sangue e ..acqua. Ieri ho visto un film su Venezia qua al
Palabiennale.
B. Io le conosco tutte, le persone intervistate, se vuole può trovare gli spezzoni delle interviste in internet,
su you tube.
Questo dialogo ,realmente svoltosi, si può leggere come qualcosa di leggermente surreale, ma anche come
un dialogo tra fratelli.
Questo il padre del regista non avrebbe potuto trasmettere nemmeno con la migliore buona volontà: un
attaccamento viscerale a Venezia , alla laguna, al suo Leone, simbolo della forza ormai passata, fatto e
sentito nella propria carne, e nel sangue, perfino tatuato per esibirlo. Chi lo può capire? Chi lo può
condividere? Solo chi ha respirato in quella stessa acqua, chi ha visto sventolare l'oro del leone sulla porpora fin dai primi anni di vita.
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« immagine » Arrivati nella sala del Palabiennale , tutti seduti distanziati abbiamo potuto vedere un documentario di Andrea Segre: Molecole. Le molecole erano la materia di studio del padre del regista. Abbiamo potuto vedere dei veri e propri quadri viventi, spaccati di vita di alcuni abitanti d...
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La nostra vibrazione

17 agosto 2020 ore 22:18 segnala

Siamo vibrazione, una vibrazione che si fa conoscere come suono, come colore, che si manifesta nel visibile con una forma.
Abbiamo bisogno di vibrazioni consonanti per formare accordi e armonie. Sono stata in una sala che aveva un'illuminazione come se il sole fosse stato dentro, come se il sole nascesse sulle pareti, ma la vera luce era negli occhi delle persone. In questo momento in Italia non ci sono riunioni di questo tipo, ma presto si riuscirà ad adeguarsi alle norme.
Abbiamo bisogno di stare tra di noi, di vederci, di parlarci, di comunicare. Lo pseudo balletto del toccamento di piedi e o di gomiti, che alcuni, soprattutto giovani ,fanno, all'inizio può fare sorridere, ma poi genera solo tristezza. Passerà anche questo virus e ne verranno altri.
Troviamo un appiglio, un'ancora, una melodia che protegga il nostro equilibrio e mantenga le nostre fequenze impedendone l'abbassamento, in modo da non perturbare altre persone con la negatività che il momento attuale ci porta, e cerchiamo di non essere un pericolo, ma possibilmente una fonte di sorriso o almeno un mare senza tempeste per chi ci si avvicina.
La foto della rosa viene da una chat di whatsapp: chissadoveequando tutti i diritti riservati
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« immagine » Siamo vibrazione, una vibrazione che si fa conoscere come suono, come colore, che si manifesta nel visibile con una forma. Abbiamo bisogno di vibrazioni consonanti per formare accordi e armonie. Sono stata in una sala che aveva un'illuminazione come se il sole fosse stato dentro, com...
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Pregiudizi, Shakespeare e la badante

12 agosto 2020 ore 16:27 segnala
Mi propongo di non avere pregiudizi, ma episodi da me vissuti durante gli ultimi anni di vita di mia mamma e di mia zia, hanno fatto nascere in me dei sentimenti di scarsa simpatia verso quelle signore che lasciano coraggiosamente il loro paese e la loro famiglia per venire ad accudire le nostre. Però so che tutto ciò è molto soggettivo e che non si deve fare di ogni erba un fascio.
Pochi giorni fa dissi alla mia amica di Verona che mi trovavo disponibile ad andare con lei a prendere il sole sul lago di Garda. Lei aveva già preso accordi con due sue amiche, badanti, appunto, ma teneva anche alla mia compagnia, perciò con il consenso delle suddette signore mi aggregai. Quando ci presentò mi chiesi come sarebbe andata la mia giornata , ma ben presto dovetti ricredermi. La signora L. esordì parlando della Giulietta di Shakespeare, e continuammo sull'argomento tutte d'accordo sul fatto che la cosiddetta casa di Giulietta in realtà non fu la sua casa e serva solo per incrementare il turismo in città. A quel punto dissi qualcosa sul fatto che non era certa nemmeno la paternità delle opere attribuite a Shakespeare, e che uno dei candidati a tale paternità era Francis Bacon. Qui la signora dimostrò tutta la sua cultura ed erudizione con deliziosi aneddoti sulle ricerche dei discendenti di Bacon e, addirittura con la candidatura a tale paternità (in questo caso maternità) di una delle sorelle Bronte. Era stupita che io sapessi dell'esistenza di tali dubbi, perché nei tredici anni passati da quando arrivò in Italia non incontrò mai nessuno con cui parlare di questo. So cosa significhi essere soli in mezzo a tanti, parlare una lingua incomprensibile ai più anche se si è nati nello stesso posto. Figuriamoci quanto sia dura per chi non è nato qua! Vuol dire essere un cigno in mezzo alle papere come il brutto anatroccolo.
La signora , che è anche una bravissima cuoca, aveva portato delle ottime pizze e dei dolci per tutte fatti da lei.
E io mi sono riconciliata con le signore dell'est.
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Mi propongo di non avere pregiudizi, ma episodi da me vissuti durante gli ultimi anni di vita di mia mamma e di mia zia, hanno fatto nascere in me dei sentimenti di scarsa simpatia verso quelle signore che lasciano coraggiosamente il loro paese e la loro famiglia per venire ad accudire le nostre....
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Una storia nuova

06 agosto 2020 ore 16:44 segnala
Nel mondo degli opposti, dove le cose mutano continuamente, il giorno diviene notte, la notte diviene giorno, la luna sembra diminuire e poi crescere, il sole sembra levarsi e poi sparire, una rete di piccole luci ha la sua ragione di essere. Non sono tutte uguali e pulsano come le stelle, ora più visibili e brillanti, ora più offuscate, ognuna con il proprio ritmo. Non sono visibili subito, sono visibili soltanto a chi sta cominciando, o lo ha fatto in passato, ad allenare i propri occhi ad una visione diversa. Alcune luci diffondono amore che ristora il cuore di chi lo percepisce, altre sono come dei veri e propri fari che indicano la via a chi la sta cercando, altre luci illuminano lo spazio intorno a loro senza altro scopo che splendere e illuminare. Alcune luci soffrono molto nel vedere la sofferenza nel mondo , ma sanno che non è di loro competenza fare altro che non sia brillare e illuminare. A volte nuove luci si accendono e si aggiungono a quelle già luminose, e grande è la gioia nella comunità delle luci. Talvolta qualcuno sente che vicino a qualche persona sta meglio, è più sereno, ma non riesce a vedere la luce che brilla da dentro.
Come disse Platone nel Timeo: "la luce che viene da dentro s'urta con quella che viene da fuori". Se in qualcuno non c'è un minimo bagliore di luce, sarà difficile che possa percepire una luce fuori di lui: poiché non la conosce, non la può riconoscere. Può succedere che qualcuno percepisca qualcosa di indefinito, senta di stare bene e ne prenda coscienza solo quando si allontana dalle fonti di luce. Con questa consapevolezza una storia nuova potrebbe cominciare.
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« immagine » Nel mondo degli opposti, dove le cose mutano continuamente, il giorno diviene notte, la notte diviene giorno, la luna sembra diminuire e poi crescere, il sole sembra levarsi e poi sparire, una rete di piccole luci ha la sua ragione di essere. Non sono tutte uguali e pulsano come le ste...
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06/08/2020 16:44:16
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