L'amore si moltiplica

06 agosto 2020 ore 16:19 segnala
L'amore non si può dividere, ma solo moltiplicare. Quando nasce un bambino, un amore tutto nuovo è pronto per lui, e quando nasce il fratellino o la sorellina, un altro amore è pronto, un nuovo amore che si è formato senza togliere niente all'amore per il primo bambino. Se nasceranno altri fratellini, ognuno di loro avrà la sua parte di amore senza che l'amore per i primo figlio venga suddiviso in tante parti, perché è un amore che viene moltiplicato. E poi possiamo amare un amico, due amici, cento amici . L'amore si forma come se scaturisse da una fonte inesauribile. Amiamo i familiari, i parenti, gli amici, ma abbiamo strani rappporti con chi non rientra in queste categorie. Eppure, chi è l'altro?
L'altro è un altro io, che come noi ha sentimenti, emozioni, gioie e dolori. E' "io" proprio come noi. Non è noi, ma non è diverso da noi. Come amarlo? Un giorno un mio amico vide con me una persona che sembrava veramente cattiva e disse: "Poverino, chissà come sta soffrendo!" Solo davvero vedendo il cosiddetto prossimo come uno come noi potremo avvicinarci alla comprensione, perché l'amore è un fiume che deve scorrere, e ogni ostacolo crea solo disordine , onde di squilibrio, vortici di incomprensioni.
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L'amore non si può dividere, ma solo moltiplicare. Quando nasce un bambino, un amore tutto nuovo è pronto per lui, e quando nasce il fratellino o la sorellina, un altro amore è pronto, un nuovo amore che si è formato senza togliere niente all'amore per il primo bambino. Se nasceranno altri...
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Molte domande e una risposta

05 agosto 2020 ore 22:24 segnala
La storiella dei binari e delle domande.
Che cosa è la normalità? Definizione da Treccani.it:" carattere, condizione di ciò che è o si ritiene normale, cioè regolare e consueto, non eccezionale o casuale o patologico...... in senso più astratto, condizione o situazione normale..."
Che cosa è la norma? E la consuetudine? Binari entro cui stare? e perché?
e chi sta fuori dai binari è pazzo o è libero? E in base a cosa giudichiamo se abbiamo a che fare con una persona pazza o una persona libera?
E che qualifica abbiamo che ci consenta di giudicare? E se chi per me è libero per un altro è pazzo?
E cosa è la pazzia? Chi è qualificato a giudicare? Per un cervello limitato, un cervello senza limiti può essere sinonimo di pazzia.
Credo che ci sia una sola risposta: tolleranza.
Se non limiti le libertà altrui e non sei distruttivo né verso di te né verso altri, puoi anche essere libero di essere pazzo..
Qualcuno ha detto che la mia libertà finisce dove comincia la tua. Quindi, si può uscire dai binari senza invadere quelli altrui.

Però, perché ci sono dei binari e chi li ha messi ? Qualcuno che vuole limitarci. E perché? Forse perché le persone libere non sono prevedibili, e se non sono prevedibili non sono conducibili, e se non sono conducibili non le puoi spingere verso un interesse che non è il loro.
Morale della favola: la normalità, cioè seguire i binari/sentieri battuti da tutti, conduce allo sfruttamento.
Altra morale: tutte queste domande per arrivare ad una risposta che si sapeva già.

La foto è mia: chissadoveequando tutti i diritti riservati
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« immagine » La storiella dei binari e delle domande. Che cosa è la normalità? Definizione da Treccani.it:" carattere, condizione di ciò che è o si ritiene normale, cioè regolare e consueto, non eccezionale o casuale o patologico...... in senso più astratto, condizione o situazione normale..." Che ...
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La CIttà, la Dea, la Madre

27 luglio 2020 ore 22:52 segnala
Venezia è nata dall'acqua come Venere, e con Venere condivide addirittura una parte del nome, le prime quattro lettere. La sua commistione con gli dei non si ferma qui, infatti Paolo Veronese la dipinse con Nettuno e Marte, e Gianbattista Tiepolo con un Nettuno che le offre doni. Nata dal mare e amata dagli dei.
La città vive nella pietra, nel legno che sostiene la pietra, nel flusso e riflusso delle acque che anticamente la pulivano e la rinforzavano con energie sempre fresche e rinnovate , nei venti marini che la rinfrescano, e, sorpresa,nelle "energie cosmiche che entrano in lei attraverso le chiese" ( Marko Pogacnik: Percorso segreto attraverso Venezia. Roma 1986). C'è anche un altro libro poco conosciuto che vorrei citare: di Giuseppe Sinopoli, Parsifal a Venezia. Qua l'autore si smarrisce di notte nei misteri della città, e cercando se stesso trova delle linee di forza che attraversano i luoghi.
E' qui che sono nata , e, come tutti i nativi, sento fortemente l'appartenenza al luogo. A Venezia si partorisce come in altri luoghi, e chi nasce qua è e rimarrà anche e forse prima di tutto un figlio/a della città..non so come sia in altri posti, a Venezia è così.

Domenica 19 luglio 2020 mi trovavo sull'isola della Giudecca ad ammirare la regata per la festa del Redentore, una competizione tra eleganti barche dette pupparini . Come tutti, ho applaudito con tutte le mie forze i ragazzini che erano partiti come riserva, per poi meritarsi il terzo posto, e ho aiutato chi li chiamava chiamandoli anch'io, perché si facessero fotografare con la bandiera vinta.
...e lo ho sentito: ho sentito il veneziano puro, il purissimo accento che ora non ho più del dialetto di Venezia ( centro storico), l'accento della mia infanzia. Se ci penso mi vengono le lacrime: ero in mezzo a veneziani festosi, seduta con gli altri per terra sui marmi con le gambe penzolanti sul canale, e ho sentito di essere tra le braccia della città come Madre, avvolta nel suo grembo accogliente e protettivo, dove niente e nessuno avrebbe mai potuto toccarmi o scalfirmi, ero una parte della mia città, una vita tra le altre vite nella Sua vita.

Foto arcobaleno di E. A. ;canale della Giudecca di chissadoveequando
c/o chissadoveequando tutti i diritti riservati
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« immagine » Venezia è nata dall'acqua come Venere, e con Venere condivide addirittura una parte del nome, le prime quattro lettere. La sua commistione con gli dei non si ferma qui, infatti Paolo Veronese la dipinse con Nettuno e Marte, e Gianbattista Tiepolo con un Nettuno che le offre doni. Nata ...
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La presenza del passato

21 luglio 2020 ore 20:33 segnala

Cavalli selvaggi. Cascate scroscianti. Fulmini con tuoni e lampi. Torrenti in piena. I buoi sono fuggiti dalla stalla.

Cielo blu profondo pieno di stelle, ecco che appaiono le poesie scritte in vari momenti della mia vita. Credevo di averle seppellite, chiuse, annullate, ed ecco che sono ancora qui. Un terremoto inaspettato ha fatto emergere ciò che credevo digerito, superato.
Rivedere, capire, ricominciare.
Soprattutto capire come e perché sia successo, come e perché si sia aperta questa breccia. Un giorno era tutto normale, e il giorno dopo avevo il passato danzante con il presente.
Ho la mente così leggera che volo via con un soffio.
Ora il momento di maggior crisi è passato, e sono planata, ma senza per il momento dimenticare la confusione dove sono stata.

Per cominciare, ecco qualcosa che credevo vecchio, ma oggi mi è attuale. Oggi la chiamerei :

Nostalgia

Presa nel vortice
ansiosamente vi cerco
i sorrisi
che il giorno mi dava.
Miracolo vagabondo
di una goccia di pioggia sul naso:
lei sa di cadere
e basta.
Ancora una volta
atrocemente ricordo
realtà sconosciute.
chissadoveequando, tutti i diritti riservati.
La foto dei cavalli è tratta dal web: Amoreaquattrozampe
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« immagine » Cavalli selvaggi. Cascate scroscianti. Fulmini con tuoni e lampi. Torrenti in piena. I buoi sono fuggiti dalla stalla. Cielo blu profondo pieno di stelle, ecco che appaiono le poesie scritte in vari momenti della mia vita. Credevo di averle seppellite, chiuse, annullate, ed ecco che ...
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L'apparenza fà la differenza

17 luglio 2020 ore 18:29 segnala
Questa volta non condividerò certezze od esperienze, ma perplessità: l'abito fà il monaco, ma fà anche l'ascoltatrice o l'amica ritrovata? Trasforma una donna invisibile in un essere senziente?
Qualche settimana fa sono uscita per comprare un quotidiano. Stavo per partecipare alla festa di compleanno di una cara amica, e perciò avevo i capelli tutti inanellati e un bel fermaglio laccato a forma di fiore li teneva liberi ma ordinati, indossavo un vestito carino, calzavo sandali argentati e avevo le unghie dei piedi smaltate. E incontrai un ex collega, che mi guardò come se non mi avesse mai vista, cosa che in effetti risulta vera: siamo stati colleghi, ma non mi vedeva. Mi salutò festosamente, mi chiese come andasse, e si dilungò sulle sue attuali difficoltà lavorative. Qualcuno penserà che non ci sia nulla di strano in questo comportamento; purtroppo c'è, eccome! Questo collega mi aveva sempre trattata come se fossi stata trasparente. " E' mai possibile o porco di un cane" (cit. ) che un po' di cosiddetto trucco e parrucco facciano trasformare una donna invisibile in una persona che può ascoltare e capire? Prima di questa preparazione non ero una persona con cui poter parlare?
Viviamo nel mondo dell'apparenza e per questo mondo esistiamo solo se l'estetica è apprezzabile. E' triste, ma è la cruda realtà. Sono disgustata. A questo punto posso vestirmi di pelle di pecora e ritirarmi a fare l'eremita in una caverna, oppure...
......oppure eccomi qua a condividere.....e ne approfitto per condividere anche due immagini di tranquilla bellezza.
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« immagine » Questa volta non condividerò certezze od esperienze, ma perplessità: l'abito fà il monaco, ma fà anche l'ascoltatrice o l'amica ritrovata? Trasforma una donna invisibile in un essere senziente? Qualche settimana fa sono uscita per comprare un quotidiano. Stavo per partecipare alla fest...
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Una grande eresia e due segreti ri-velati

12 luglio 2020 ore 23:14 segnala
A volte le verità sono così grandi, incomprensibili, inaccettabili, che sono ricoperte da veli e veli, perché ri- velarle vuole solo dire velarle di nuovo, dare loro un vestito forse più leggero, ma sempre una copertura.
Non qui da noi in Europa, ma in un altrove ormai mentalmente vicino, si parla della grande eresia che rovina la vita degli uomini, l'eresia della separazione o della separatività. Significa che se dentro Ouroboros, il serpente che si morde la coda , è scritto En to Pan, tutto in uno, oppure tutto è uno, questa cosa si sapeva già qualche migliaio di anni fa. Ci sono anche altri significati in quel simbolo, ma mi interessava questo, come riusciamo a non notare le cose che ci vengono dette e presentate anche con il disegnino. Anche Ermete lo ha detto: " Il miracolo della cosa unica".
Nel secolo scorso ci hanno provato anche i Beatles, con una canzone che sembrerebbe totalmente fuori di testa: Sono il tricheco. Comincia così:" Io sono lui come tu sei lui e come tu sei me , e lo siamo tutti insieme -oppure - e noi siamo tutto insieme". Parole senza senso, o con un senso inaccettabile?
Ma non è finita qui: cos'è che tiene insieme il tutto, che impedisce che le nostre molecole sfreccino per ogni dove nello spazio? Dante Alighieri ce lo disse: Amor che move il sole e l' altre stelle.
Questi due segreti, che l'umanità è una e che l'amore è la forza di coesione che con equilibrio tiene insieme il tutto, rimarranno segreti da scoprire, perché sono velati e ri-velati, parlandone si dà loro un nuovo vestito lasciandoli così coperti.
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« video » A volte le verità sono così grandi, incomprensibili, inaccettabili, che sono ricoperte da veli e veli, perché ri- velarle vuole solo dire velarle di nuovo, dare loro un vestito forse più leggero, ma sempre una copertura. Non qui da noi in Europa, ma in un altrove ormai mentalmente vicino...
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La trasparenza e l'ovvietà

08 luglio 2020 ore 19:00 segnala

Ho fotografato una medusa, con l'intenzione di creare una foto dove qualcosa di trasparente fosse contenuto in un mezzo trasparente, e sono rimasta molto sorpresa nel vedere che oltre alla trasparenza avevo fotografato l'ombra.
Prima ovvietà: dove c 'è luce c'è ombra.
Seconda ovvietà: non sempre vediamo tutto.
Terza ovvietà: quello che per qualcuno è ovvio, per altri non lo è, e viceversa.
Credere di fotografare luce e trasparenza, per poi scoprire che l'ombra è ciò che si vede di più , mi dice che le cose non sono come sembrano (e qua mi verrebbe in mente un autore di divulgazione scientifica). L'ombra vive con la luce, e la maggior parte delle volte non la vediamo. Puntiamo il nostro sguardo su qualcosa, e il particolare non ci fa vedere l'insieme.
Crediamo di sapere, di conoscere, e la sorpresa è dietro l'angolo. Anzi, sarebbe davanti agli occhi, ma visto che non si vede , possiamo dire che è dietro l'angolo fino al momento in cui la vedremo.
Per concludere, un po' di trasparenza.
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« immagine » Ho fotografato una medusa, con l'intenzione di creare una foto dove qualcosa di trasparente fossse contenuto in un mezzo trasparente, e sono rimasta molto sorpresa nel vedere che oltre alla trasparenza avevo fotografato l'ombra. Prima ovvietà: dove c 'è luce c'è ombra. Seconda ovviet...
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Parole che fanno pensare

07 luglio 2020 ore 13:12 segnala
Ci sono frasi che possono aprire orizzonti e contemporaneamente spalancare abissi. Tra il prima e il dopo la lettura, c'è un dislivello nella consapevolezza, un gradino di portata illimitata. Può passare del tempo prima di aprire gli occhi e vedere, capire che niente sarà mai più come prima. "Ma cosa sta dicendo questo!" fu il mio primo pensiero quando cominciai la lettura, per poi scoprire che ogni riga conteneva un messaggio, messo lì senza fronzoli o preamboli, semplicemente da scoprire ed eventualmente vivere.
"Parlate come se l'intero mondo non fosse altro che un singolo orecchio intento ad ascoltare ciò che dite. Poiché così in verità è.
Agite come se ogni vostra azione dovesse ricadere sulle vostre teste. Poiché così in realtà succede." (
citazione da" Il libro di Mirdad"di Mikhail Naimy).
Quando leggo queste frasi ecco che mi trovo in un mondo iperconnesso, dove non esiste la distanza, non esiste il tempo, ci sono solo cause ed effetti e la nostra responsabilità.
D'altronde è vero che queste cose si sanno, che questo è il mondo dove viviamo, ma scritte così...è come trovarsi all'improvviso davanti ad uno specchio luminoso che ci invita a guardare meglio.
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Ci sono frasi che possono aprire orizzonti e contemporaneamente spalancare abissi. Tra il prima e il dopo la lettura, c'è un dislivello nella consapevolezza, un gradino di portata illimitata. Può passare del tempo prima di aprire gli occhi e vedere, capire che niente sarà mai più come prima. "Ma...
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L'andante del concerto Kv 467 di W.A. Mozart e il trasloco

04 luglio 2020 ore 22:53 segnala
DLIN! DLIN! DLIN! Nella mia testa palline metalliche si rincorrevano e si scontravano illuminandosi: mi stavano dicendo che avevo avuto la fortuna e la possibilità di vincere un cambiamento nella mia vita, una nuova prospettiva.
In quel periodo avevo molti problemi di vita pratica, ma oltre alla sopravvivenza ero interessata ad altro, più precisamente all'altro che è in noi e fuori di noi. Mi ero recata ad una conferenza sul simbolismo delle fiabe e avevo trovato un piccolo gruppo di pionieri che studiava le leggi della vibrazione, e pensava possibile con l'innalzamento della frequenza vibratoria migliorare lo stato del mondo in cui viviamo.
Prima di pensare di cambiare qualsiasi altra cosa o persona dobbiamo cambiare noi: quale nota potrà mai diffondersi da uno strumento non accordato? e con chi o cosa sarà consonante?

Una sera di molti anni fa ci trovavamo in montagna, un gruppetto di poco più di dieci persone. Anche la vibrazione di chi è presente è importante, perché può creare un accordo invisibile, qualcosa che unisce e sostiene tutti i presenti. Quindi io non lo sapevo, ma ero in comunicazione con quelle persone. Non ero una grande appassionata di alcun genere di musica, ma stavo lì in piena presenza ad ascoltare, avendo escluso dalla mia mente tutto ciò che non era l'attento ascolto. Le note fluivano dal pianoforte e da chi stava suonando, non avevo mai sentito una musica così dolce ed al tempo stesso così coinvolgente, anzi per me si rivelò sconvolgente. Qualcosa stava succedendo dentro di me, qualcosa che come un ciclone stava travolgendo, spostando, sollevando... non ero preparata. Piansi, piansi, piansi, non sapevo perché, mi sentivo disperata.
E il pianista mi si avvicinò e me ne chiese il motivo. Risposi, e ricordo benissimo le parole che pronunciai: " Quello che c'era non c'è più, e quello che non c'era, adesso c'è!" E lui mi disse: "Stai già facendo trasloco".

In quel periodo stavo davvero per traslocare, ma lui si stava riferendo alla mia interiorità, dove in quel momento e purtroppo non per molto, si erano spostati verso una vibrazione più elevata il baricentro e la prospettiva.

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DLIN! DLIN! DLIN! Nella mia testa palline metalliche si rincorrevano e si scontravano illuminandosi: mi stavano dicendo che avevo avuto la fortuna e la possibilità di vincere un cambiamento nella mia vita, una nuova prospettiva. In quel periodo avevo molti problemi di vita pratica, ma oltre alla...
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Fu lì che accadde

01 luglio 2020 ore 19:22 segnala
La casa si trova sulla cima di una collina, circondata da boschi e da prati. Dopo circa 15 minuti di tornanti, finalmente la vedemmo, e già fummo disposti alla gioia, perché per noi è come tornare dopo un viaggio alla nostra vera casa.
Essa può ospitare fino a trecento persone, poiché è nata come colonia estiva per ragazzi, ma quel giorno eravamo una ottantina di invitati .

Per prima cosa mi cambiai le scarpe e poi mi diressi verso la hall. E fu lì che accadde.
Accadde qualcosa di inaspettato ed elettrizzante:...all'improvviso sentii che l'aria era frizzante, come se fosse piena di bollicine e queste fossero palpabili, e sentivo l'attesa, un'aspettativa piena di gioia. Sentivo con i miei sensi improvvisamente vigili e attenti il battito d'ali di una primavera che stava per sbocciare, ma come se invece di fiori si stessero aprendo fuochi artificiali. Stavo inalando la gioia ad ogni respiro.
Siamo circondati da forze, onde, radiazioni, tutte cose che di solito non si vedono e non si sentono, ma io in quel momento stavo percependo l'essenza, il succo concentrato del pensiero di tutti i presenti su ciò che stava per accadere. Ogni persona che incontravo sorrideva e aveva gli occhi sfavillanti. Fu questa la mia esperienza: la coscienza della percezione di uno stato dell'ambiente.
Poi mi lavai, mi cambiai d'abito, in modo che niente di quello che apparteneva al fuori potesse contaminare la purezza del luogo, cambiai ancora le scarpe, e insieme agli altri salii le scale in silenzio, mentre l'atmosfera era sempre più brillante e il campo magnetico che sentivo aveva raggiunto la sua tensione massima.

Eravamo tutti felici, tutti raggianti; non c'era bisogno di parole, perché ci bastava guardarci negli occhi e sorridere.

La porta del Tempio era aperta, e......

......e fu così che assistemmo al rito del matrimonio di Isabella e Andrea
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« immagine » La casa si trova sulla cima di una collina, circondata da boschi e da prati. Dopo circa 15 minuti di tornanti, finalmente la vedemmo, e già fummo disposti alla gioia, perché per noi è come tornare dopo un viaggio alla nostra vera casa. Essa può ospitare fino a trecento persone, poiché...
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