
Arrivati nella sala del Palabiennale , tutti seduti distanziati abbiamo potuto vedere un documentario di
Andrea Segre: Molecole. Le molecole erano la materia di studio del padre del regista. Abbiamo potuto
vedere dei veri e propri quadri viventi, spaccati di vita di alcuni abitanti di Venezia e delle isole della laguna,
sentendo dal vivo i loro commenti, i loro stati d'animo per esempio sul fatto di abitare ad un piano terra
soggetto alle acque alte, di abitare in isole devastate dal turismo, e desiderare di rimanere nonostante
qualsiasi difficoltà per l'amore per Venezia.
Si sono viste ragazze che remavano durante la chiusura delle attività dovuta alle ordinanze per il Covid
apprezzando la bellezza serena della laguna senza moto ondoso, si è vista una signora lamentarsi del fatto
che la barena si vada sempre più rimpicciolendo e perché sembra che questo non interessi a nessuno, veri
quadri viventi apparentemente staccati tra loro ma uniti dalla sensibilità del regista. La vera bravura del
regista è stata nel riunire tutte queste situazioni nella cornice delle sue domande al proprio padre che non
hanno mai avuto risposta. Il padre era veneziano , e il figlio , vissuto a Padova, avrebbe voluto essere
aiutato a capire, scoprire quell'essenza della città che ha tentato di trovare nelle persone che ha
intervistato. Questo film mi ha colpito perché il regista nella sua ricerca ha sfiorato ripetutamente quello
che stava cercando, ma non poteva riconoscere proprio perché non sapeva cosa fosse esattamente .

Quanto sopra sembra un paradosso, ma forse posso far intuire qualcosa al proposito.
Dialogo, tutto in dialetto:
A: Scusi, posso chiederle dove ha comprato quella mascherina con il Leone di San Marco? Io ne ho una con
la bandiera, ma non è così bella come la sua.
B: L'ha fatta mia sorella, ne ha fatte due o tre.
A: A me il Leone piace tanto, si vedono tante maschere molto belle con il Leone, ma non si sa dove
acquistarle. Peccato che ora il Leone sia usato anche dalla politica.
B: El Leòn no se toca, el Leòn ze nostro, de Venessia. A me piace talmente tanto che me lo sono perfino
tatuato.
A:Noi non siamo fatti solo di sangue, ma di sangue e ..acqua. Ieri ho visto un film su Venezia qua al
Palabiennale.
B. Io le conosco tutte, le persone intervistate, se vuole può trovare gli spezzoni delle interviste in internet,
su you tube.
Questo dialogo ,realmente svoltosi, si può leggere come qualcosa di leggermente surreale, ma anche come
un dialogo tra fratelli.
Questo il padre del regista non avrebbe potuto trasmettere nemmeno con la migliore buona volontà: un
attaccamento viscerale a Venezia , alla laguna, al suo Leone, simbolo della forza ormai passata, fatto e
sentito nella propria carne, e nel sangue, perfino tatuato per esibirlo. Chi lo può capire? Chi lo può
condividere? Solo chi ha respirato in quella stessa acqua, chi ha visto sventolare l'oro del leone sulla porpora fin dai primi anni di vita.