
Le compravendite calano ma i prezzi tengono. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerge dal terzo rapporto del 2007 sul mercato immobiliare redatto da Nomisma e presentato a Bologna dal presidente del centro di studi economici di strada Maggiore Gualtiero Tamburini.
Le diffuse aspettative di flessione hanno determinato un ulteriore innalzamento dei tempi medi vendita che sono arrivati a superare i 5 mesi per le abitazioni usate, mentre lo sconto praticato nel corso della trattatazione si è attestato all'11,6%.
Dopo il trend di continuo aumento degli ultimi 9 anni, il 2007 si chiuderà quindi con una riduzione del numero delle transazioni stimabile intorno al 3,3%, ma con punte addiruttura superiori al 10% nelle grandi città.
Per quanto riguarda i prezzi si è registrato un rallentamento della crescita, con un aumento che si attesta al 2% su base semestrale e al 5,1% sull'intero 2007, a conferma della progressiva decelerazione gia' manifestata dal 2004.
Per un'abitazione di 80 metri quadrati, in città come Roma e Milano il rapporto tra i due prezzi è di uno a due. Nella capitale, infatti, il canone mensile sostenibile è 646,1 euro a fronte dei 1.359 euro richiesti (+110,3%), a Milano lo scarto è del 92,8% e a Bologna del 28,7%.
Percentuale che precipita al 3,5% per Palermo e al 4,1% per Catania.
La media, calcolata sulle 13 città più grandi, si attesta al 38,6%. Rispetto, infine, alle tipologie di contratto il 73,6% è libero, il 19,4% è a canone concordato o convenzionato.
La metratura più richiesta, invece è quella che va dai 50 agli 80 metri quadrati (64%), mentre le zone più gettonate sono il semicentro (35,1%) e il centro (29,9%).
Diminuiscono le famiglie che preferiscono investire sul mattone rispetto ad altre forme di investimento (si è passati dal 70 per cento degli anni scorsi all'attuale 50 per cento). E di conseguenza diminuisce il ricorso all'indebitamento, dovuto anche al persistente aumento dei tassi di interesse: da luglio 2006 a giugno 2007 le erogazioni sono cresciute dell'1,2 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, quanto i dati degli anni prima hanno sempre segnato incrementi a due cifre.
Le famiglie che richiedono un sostegno agli istituti di credito, preferiscono comunque sempre di più mutui a tasso fisso. Il rapporto Nomisma rileva una diminuzione del numero dei mutui nel primo semestre 2007 del 3 per cento rispetto alla fine del 2006.
Le abitazioni acquistate nel secondo semestre 2007 hanno un valore medio di 250mila euro per un importo medio finanziato di 136mila. La metà dei finanziamenti erogati ha una durata superiore ai 20 anni. La durata media dei finanziamenti è di 22,6 anni, in aumento dell'1,6 per cento rispetto al semestre precedente. Il tasso di sofferenza dei mutui in essere passa dall'1,5 per cento di dicembre 2006 all'1,8 per cento del giugno 2007.
Rimane oggi più che mai fondamentale l'apporto di professionisti immobiliari nel campo dell'intermediazione.
Nell'anno 2007 il 63 immobili su 100 sono stati regolarmente intermediati da professionisti del settore (Tempocasa, Pirelli, Gabetti, Tecnocasa, piccole agenzie ecc.). I rimanenti 37 su cento hanno realizzato una compravendita "privata". Non solo si registra un incremento rispetto all'anno precedente da parte delle agenzie come "controllo" del mercato, ma i dati più significativi sono altri:dei 63 immobili intermediati dalle agenzie, nel 88% dei casi si è ottenuto un prezzo finale d'acquisto dichiarato sul rogito (nota bene successivamente) inferiore rispetto al prezzo "pubblicitario" del 33,5%. Mentre fra le compravendite private si registra un prezzo definitivo d'acquisto inferiore a quello pubblicitario del 8%. La differenza non è poca.
NOTA: ricordo che oggi le l'imposta di registro riguardo l'acquisto (le tasse che pagate allo stato) è data dalla rendita catastale rivalutata per prima o seconda casa (a secondo dei casi) dell'immobile. Pertanto non si paga più in base al valore dichiarato in atto. Con questo ovviamente non c'è più la necessità d'una volta di dichiarare un prezzo inferiore per "risparmiare" sul fisco. Pertanto le statistice precedentemente scritte sono più che attendibili. (riguardo a differenza fra prezzo "pubblicitario" e prezzo dichiarato in atto)
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