
Da più di trent’anni non andavo a Testa dell’Acqua, una frazione del mio paese, dove ho fatto la mia prima supplenza. Era una contrada dove si conduceva una vita diversa rispetto ai paesi. Si panificava in casa con antichi attrezzi secolari perché passavano da generazione in generazione, da madre a figlia e così via. In estate facevano la salsa per loro, per i loro figli, per chiunque volesse acquistarla. Con i frutti degli alberi preparavano deliziose marmellate di ogni tipo. Nelle sere d’inverno, in un grande catino accendevano il fuoco e uomini e donne si riunivano per parlare, farsi compagnia, e intanto si riscaldavano. Le donne cullavano i piccoli in braccio e cantavano loro la ninna nanna in dialetto. Una vita molto sacrificata ma ricca di valori.

Ci sono andata qualche mattina fa e la mia sorpresa è stata nel vedere che nulla è cambiato. Appena arrivata, nella grande piazza, le donne tutte in fila lavavano la biancheria con il sapone fatto in casa, nell’acqua della vecchia fontana. L’odore di quel fresco bucato mi fece avvicinare a loro

Chiesi come mai non usavano la lavatrice invece di lavare i panni nell’acqua gelata e rovinarsi le mani. Mi guardarono, poi una di loro mi disse: “Non c’è cosa più bella al mattino, di venire alla fontana, qui si lava, si canta, ci si racconta, si piange, ci si rallegra quando ascoltiamo un avvenimento felice. E’ qui, nell’acqua della fontana, dove ogni giorno l’amicizia si rinnova e quando una di noi manca, andiamo a casa sua preoccupate. Ma voi signorina che avete le mani bianche e sottili, queste cose non le potete capire, noi apparteniamo ad altri tempi, ad un’altra storia, ad un’altra epoca. Qui non esiste il tempo, perché abbiamo tanto tempo, non abbiamo un padrone, siamo figlie della libertà, mentre voi paesani, correte correte, siete figli della fretta e quindi schiavi”….

Di certo non laverei la biancheria a mano in un lavatoio, ritengo che la lavatrice sia un elettrodomestico utilissimo, ma non vi nego che mi piacerebbe trascorrere le lunghe serate invernali attorno al fuoco con le persone a me care, a parlare, raccontare, ascoltare mentre il sottofondo del respiro dei bimbi e la ninna nanna delle mamme allevierebbero le pene del giorno….


