
Latenza
15 dicembre 2009 ore 13:53 segnala
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Sfiducia
10 dicembre 2009 ore 22:11 segnala
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Cervello
24 novembre 2009 ore 20:18 segnala
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Sublimazione
19 novembre 2009 ore 14:52 segnala
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Formazione reattiva
17 novembre 2009 ore 13:14 segnala
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Regressione
16 novembre 2009 ore 16:02 segnala
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Introiezione
11 novembre 2009 ore 20:10 segnala
Questo meccanismo di difesa è certamente il più arcaico poichè risale a quella fase primitiva della vita nella quale non vi è ancora distinzione fra il soggetto e il mondo esterno. Per questo motivo è quasi sempre un meccanismo patologico quando compare nella vita adulta, normale solo nel superamento del complesso di Edipo, in un aspetto nel quale viene introiettato il genitore dello stesso sesso e si giunge ad una identificazione con esso. L'introiezione si manifesta chiaramente nel campo psicopatologico con l'incomunicabilità dello schizofrenico che vive soltanto in rapporto col mondo piacevole che ha introiettato e quindi non si cura del mondo esterno. Si evidenzia anche nella depressione grave che, di fatto, sembra iniziare col tentativo di proiettare su gli altri la propria aggressività. Tale tentativo, però, fallisce, e ciò induce il soggetto a reitrodurre in se stesso l'ostilità. Da questa introiezione nasce un sentimento di colpevolezza, di svalorizzazione che produce la depressione e porta quindi alla autopunizione.
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Proiezione
09 novembre 2009 ore 20:13 segnala
Altro meccanismo difensivo è la proiezione. La proiezione consiste nel fatto che un soggetto attribuisce un proprio desiderio o una pulsione non accettabile alla sua coscienza, a qualche altro o ad un oggetto del mondo esterno, allo scopo di liberarsene. Si può quindi considerare una complicazione della negazione, con la quale, spesso, si accompagna. Il caso più comune di proiezione è quello di vedere negli altri gli elementi aggressivi o di seduzione sessuale che invece sono propri; la percezione di ciò si accompagna generalmente al rimprovero di quanto si crede errato e in tal modo si raggiunge la doppia soddisfazione di negare in se l'aspetto indesiderato e di fare qualcosa contro di esso. Nella prima infanzia, dove manca la distinzione fra l'IO e il non-IO, il meccanismo proiettivo è normale: il lattante ha il bisogno di sentirsi buono e perciò proietta sul mondo esterno ogni propria modalità sgradita, per esempio, la causa di una colica addominale. Più tardi è ancora normale che il bambino picchi lo spigolo contro cui ha urtato, come se fosse animato. Nell'adulto, la proiezione, è però da considerarsi sempre un fatto anormale: in forma lieve come nella paura del malocchio; meno lieve quando si attua nello scaricare sugli altri la responsabilità delle cose in cui non si riesce; in forma grave, infine, nella schizofrenia paranoide e nelle forme di delirio persecutorio, dove si attribuiscono agli altri tutte le peggiori intenzioni, che invece sono proprie ma esteriorizzate.
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Negazione
05 novembre 2009 ore 20:19 segnala
Un ulteriore meccanismo di difesa è la negazione: il rifiuto di riconoscere una parte spiacevole o indesiderata della realtà esterna, sia per mezzo della fantasia, che rende esistente qualcosa di contrario, sia per mezzo di un comportamento che contraddice una realtà. Per questo meccanismo, ad esempio, chi di notte si trova a passare davanti a un cimitero ed ha paura dei morti, si mette a fischiettare o a cantare per negare con l'azione il suo timore. I sogni ad occhi aperti e certi aspetti del gioco dei bambini come degli adulti sono sottesi dallo stesso meccanismo perchè esprimono una evasione dagli impegni e dalle frustrazioni della vita quotidiana. Anche la excusatio non petita rientra nella dinamica di questo processo, perchè chi dice: "non sono stato io a commettere questa azione", senza che nessuno glielo abbia chiesto, di fatto o nella intenzione ne è l'autore. Allo stesso modo chi dice spontaneamente ad un altro: "Non ho intenzione di offenderti", di fatto, nel suo inconscio, lo vuole. Questo meccanismo si considera normale nell'età infantile, ma nella vita adulta è senz'altro patologico. Così è un fatto naturale che un bambino tenda a negare l'assenza del genitale esterno nel corpo della bambina, come sanno tutti genitori il cui bimbo abbia visto una bimba nuda; al contrario, nell'adulto, questa negazione è chiaramente psicotica e conduce alla formazione del feticismo, sempre in campo patologico. La negazione è presente nella gravi forme di compromissione mentale, nelle quali investe il riconoscimento di importanti aspetti della realtà: gli ipomaniaci e i megalomani, per esempio, sono tali in quanto negano tutto ciò che in essi è limitato o spiacevole.
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Annullamento
02 novembre 2009 ore 21:43 segnala
Ed ecco un altro dei meccanismi di difesa: l'annullamento. Con tale meccanismo, la persona che lo esercita, si sforza di fare in modo che pensieri, parole, atti o gesti che ha appena compiuto non si siano mai verificati:egli, infatti, utilizza a questo scopo un atto o un significato opposto a quello appena compiuto. Esso si realizza come la semplice ripetizione obbligata di un atto o di un pensiero oppure con una azione inversa ad una precedente. Un esempio della prima forma si ha nel bisogno di chiudere due volte una porta, gli interruttori del gas, per essere sicuri di aver compiuto bene la ripetitiva azione; esempio della seconda forma si ha quando si fa un gesto con una mano e si disfà con l'altra, come spesso fanno i bambini ( per esempio nel giuramento durante un gioco o una lite). L'analisi dimostra che il secondo momento del processo mira a rettificare il primo, come se questo fosse stato prodotto da un impulso proibito, il secondo da una azione correttrice o, se invertito, da una espiazione. Questo meccanismo spiega anche perchè alcuni abbiano la mania delle simmetrie: l'una parte serve a bilanciare l'altra, cioè la simmetria è simbolo della esistenza di un equilibrio fra istinto e contro-istinto. Spiega anche perchè alcuni hanno dei numeri favoriti o magici, che sono sempre pari perchè così la simmetria è rispettata. E' evidente che questo meccanismo ricoerre principalmente nelle stereotipie e nelle cerimonialità dei soggetti ossessivo-compulsivi.
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Scrive dal: | 12/10/2009 |
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