E mi ascolterai
mentre mi nutro
di silenzio,

innaffierai devoto
con parole cristalline
quest'arido deserto,

piantando carezze
con allegria
come fossi un tesoro.

Ruscello caro
che porti frescura
ai miei occhi socchiusi

seguirai i miei passi
svelando il cielo
senza imprigionarmi

e bacerai ferite
per dar loro sollievo!

Posso dirti che t'amo
togliendo la dolcezza
dall'assoluto silenzio
per rubarti il cielo.

Con il palmo della mano fresca
posso trattenerti
e con l'altro infuocato
lasciarti andare

e posso farlo sfregando
un fiammifero
sullo spavento delle tue parole.

Il fiato caldo volteggia
nell'ultima notte insieme
su questa fragile fune.

Gatteggiando senza memoria
offrirò tardiva primavera
al viandante pensieroso.

Note perplesse
lusingano lo specchio...

Parola d'ordine: mascherare.
Spasmo arride alla frangetta.

In debito di sorrisi
le sento impreparate.

In superficie sghignazzano le compagne
nuotano pasciute e indisponenti.

Solo per un attimo
si piegano al reale.

Trionfano, rompono le catene,
ai microcosmi tolgono il malumore

e spalancano le mascelle
senza educazione.

Pioggia di note d'amore
la fertilità del cuore

perle dell'anima
le carezze del bene
la linfa del sogno

Non essermi nemico
guarda il cielo con me

Avvicina i tuoi sogni
accanto ai miei

due anime s'incontrano
oscillando tentennanti
a braccia aperte

acrobati senza regole
in bilico tra sogni e realtà
andiamo avanti

con il cuore in gola
trasportiamo valigie
piene d'illusioni

sulle punte estreme
dei cuori!

Arrampica misero relitto
al filo elettrico s'intreccia
implora l'attenzione
che mai incontrerà

Nessuna impronta luminosa
a colorar corolla.
Veste di petali
anela spremuta di cielo.

Sulla scarpata giardino sogna
impara ad aspettare
Stregata l'aria intorno
atterrita da vertigini d'assenza.

Prima d'incontrare il buio
al centro dell'universo
arrochito dalla malinconia
muore sotto uno scarpone.

Il sole cala
nei frammenti d'ombre
sulla scacchiera dell'anima

col sale del mare
riempie le soglie
della terra all'orizzonte

e luce scende sgocciolando,
infradicia il volto
attorciglia la gola.

si sposta e infetta
il mio sguardo fisso
inchiodato dal tempo.

Estasi serale sulla soglia,
battaglione di gabbiani.

Mi Manchi nello specchio quotidiano
negli occhi del cielo e del rimpianto
rimane l'amore sconfinato che mi hai dato

Sei l'esempio portato alla fine
cicatrice aperta la tua mancanza
ogni giorno più profonda

Torpore dell'alba chiede risveglio
non riapre
le tue palpebre stanche

Cordone nell'assenza non si spezza
pellicola avvolge banchetto
posto al centro del mio cuore

Desiderio rimpiange le tue saggezze
e il flusso del tuo pensiero intenso
condiziona il mio sentire

M'accompagnano ancora le tue mani
nemmeno la morte potrà scippare
le superstiti sfumature... MAMMA

In una notte d'estate
m'innamorai di te
complice un cavallo nero
che galoppava nella steppa
con fierezza...

Scrivesti sul muro
ti amo per caso,
una sola vibrazione
un solo battito...
Apparente molteplicità...

Era un gioco!
Briciole d'amore davi
per saziarmi,
astro appannato
dal sale del mare.

In eclissi di sole
sorgevo e tramontavo
con te.

E ora resto soltanto
la faccia da idiota
da mettere
sulla copertina del libro
di Dostoevskij.

Acqua cristallina
sgorga da una fonte, scorre,
non resta nel pantano.

A litigare con pozzanghere di fango
costretta a tono distaccato
per accordare le sue meste canzoni.

Salti mortali nell'integrità
per ingannar la miseria quotidiana
che berla vorrebbe.

A spigolare nelle altrui vedute
i venditori di fumo noto
ma rimetto sempre i panni miei.