
Premesso che in pratica sto sveglio da un giorno e mezzo e reduce da una nottata infame sotto la pioggia, era da ieri che andavo palleggiandomi in mente un articolo stupendo, un florilegio delle migliori scempiaggini che mi venivano giusto per farci qualche sana risata insieme e invece eccomi qui, stanco come Ercole dopo aver pulito le celebri stalle, che mi sono scordato praticamente tutto... Mh, e dunque che possiamo inventarci? Sta comunque tutto nel titolo, un poliglotta bric-a-brac per intendere che il potere va sempre e solo alle parole, e ci ragionavo sia sulla scorta di una discussione amabile con @63klimo circa il reiterarsi di certi post dedicati ad un monotema sia su quanto contino le parole, che razza di peso abbiano. Ma non nel senso di parole importanti, foriere di alti ragionamenti, no, io intendevo quelle parole - ma sì, meglio essere precisi, diciamo frasi - che magari hanno fatto storia o ce le siamo ritrovate nei cartigli dei dolcissimi Baci Perugina. E definito quanto esse siano diventate iconiche, usate ad ogni piè sospinto, quanto abbiano viaggiato nelle bocche di attori teatrali, fini dicitori pubblici, elzeviristi cronici e bella gente seduta nella piazzetta di Capri come Totò con le braghe bianche e la canottiera da fiero marinaio, ci viene (vi viene? a me mi - e sottolineo a me mi - viene) da chiederci nella concreta coattissima realtà postmoderna e preapocalittica che ci circonda - quando addirittura non ci stia già sommergendo - cosa succeda davvero. Perchè è bello pensare che io vada in giro e tutto ad un tratto, ispirato da profondi pensieri poetici, magari rivolto ad una qualche entità femminile usualmente appetibile e normalmente inaccessibile, quindi meritoria di qualsiasi gioco di fioretto uno possa fare tendendo a una conquista, insomma via, che io me ne esca con quel microscopico frammento celeberrimo, che da sempre si usa slegato dal pieno contesto della poesia natìa perchè, per qualche bizzarra profezia Maja nei cervelli della gente è stato instillato soltanto quel frammento. Eccomi, bello come un fiore, la barba spazzolata e onusta, il classico Atkinsons Lavender che ci tramandiamo da generazioni, i soliti pantaloni della divisa che non mi levo che cinque ore al giorno perchè sono pigro... e dopo averla guardata negli occhi, approfittando che si avvicina l'ora dell'aperitivo (happy hour per i beoni non per me che sono astemio ma anche lì, visto che sete fa venire il potere della parola HAPPY HOUR?) gli dico in un sussurro: "...ed è subito sera" . Fatto! Tombola! Bingo! Crollerà subitaneamente avvolta nelle spire della mia eclettica intelligenza! Scocca la scintilla? Finiamo abbrancicati in un anfratto? Ma lei alza il visino, sgrulla le lunghe ciglia da quella dolce Venere di Rimmel che certamente è e mi dice: " mbè? " . Senza pietà, senza rimorso alcuno, senza che je ne possa frega' de meno, soltanto "...mbè?? " Oh amabile resto di sognata creatura, ma hai ragione, così deve essere, lo so che è subito sera, lo so che il sole è tramontato, che inizia a fare freddo, che i tram iniziano a diminuire, che se non ce ne andiamo tra poco usciranno i pazzi dai tombini come in FUGA DA NEW YORK, ed è normale, ovvio, quotidiano il fatto che sia sera, come potrebbe essere altrimenti, mica siamo eroi giudei beneficiati da Jehova con il fermarsi del sole fino alla fine della battaglia. Siamo solo due tipi che stanno camminando, una immersa in elucubrazioni leggere sui prezzi delle scarpe nelle vetrine, l'altro abbruttito nella profonda afflizione derivata dalla piena consapevolezza che si può anche usare le migliori frasi fatte, si può anche sfoggiare una cultura enciclopedica, all'atto pratico - come ci insegnava Er Piotta - il segreto del giaguaro sta nel portare mutande leopardate. E ahimè, davanti a quelle, sono senza parole!