
Data di prima pubblicazione in Internet: 27/04/2009
C'era una volta, in un paesino lontano lontano, un nugolo di bambini che erano quasi sempre tristi. Quando li incontrava il figlio del cantastorie della cittadina si domandava cosa avessero da esser così immusoniti, ma non parlava molto con loro e non sapeva come aiutarli. Un giorno si decise, e chiese loro cosa avessero mai. Gli risposero che quando si svegliavano non ricordavano i loro sogni e tutto gli sembrava grigio ed incolore. Allora il bambino andò da suo padre e gli chiese cosa stesse succedendo, lui ci ragionò sopra e disse:- Credo sia colpa del Leprechaun che vive sotto la collina. La notte entra nei sogni dei bambini e li ruba, perché non sa sognare e allora prende quelli degli altri. Dovreste chiudere i vostri sogni in tanti cassetti, lui non li troverebbe. - Allora il bambino, venuta la notte, si nascose sotto le coperte e si addormentò, iniziando a sognare. Sognò la sua soffitta, tutta di legno, con una grande finestra tonda da cui la luce del sole scendeva tranquilla. Col pensiero costruì tante librerie piene di scatole e cassetti e vi mise in bell'ordine tutti i suoi sogni, quelli di quando era piccino e il padre gli dava le pappe, le canzoni che gli cantava per farlo dormire, le favole che gli raccontava, i suoi giochi di oggi e di ieri, le storie che inventava con i suoi giocattoli, le idee ancora confuse su cosa fare da grande, i misteri che non capiva delle bambine che incontrava e tutte le altre cianfrusaglie che vorticavano nel suo cervellino. Finì il suo lavoro e chiuse tutto con una chiave d'oro che si legò al collo. Ed ecco bussare forte alla porta, aprì ed il Leprechaun, piccolo, peloso e tutto vestito di verde gli ordinò:- Dammi tutti i tuoi sogni! - Il bambino lo lasciò entrare e assistette ridendo alla sfuriata del folletto che non trovava i sogni, e che se ne andò sbattendo la porta. Erano proprio al sicuro! Allora, una volta sveglio, corse dai bambini del luogo e gli raccontò tutto e loro, felici, aspettarono con gioia l'ora di andare a dormire. Guarda caso, la mattina dopo, erano tutti lì in piazza a giocare contenti, e i loro sorrisi rivaleggiavano con la lieta luce del sole. Anche il figlio del cantastorie stavolta giocava con loro, lo festeggiarono a lungo. Da allora, la notte, solo i lontani lamenti del Leprechaun sotto la collina si alzano verso le stelle. Gli altri dormono. E sognano!