LO STATO PROTETTORE

16 maggio 2009 ore 13:16 segnala


Lo Stato prima l'ha usato poi l'ha gettato via. Come si fa con un rotolo di carta igienica. Ci si è pulito il deretano e poi ha tirato lo sciacquone.

Pino Màsciari (con l'accento sulla prima "a") è uno dei più importanti "testimoni di giustizia" ancora viventi in Italia. Il termine "testimoni di giustizia" si riferisce a quei cittadini che, non volendo cedere ai ricatti della mafia, decidono di denunciare i propri estorsori facendo nomi e cognomi e aiutando lo Stato a smantellare pezzi di criminalità organizzata.

Pino Masciari ha osato mettersi contro la più potente organizzazione mafiosa italiana, la 'Ndrangheta. Ha denunciato connivenze, pressioni, ricatti, racket. Ha fatto nomi e cognomi. Ha fatto andare in galera fior di delinquenti. Ha scelto di rinunciare per sempre alla propria vita in cambio di un bene supremo: la dignità della giustizia.

Pino Masciari non è un eroe. Non è nemmeno un martire, visto che non l'hanno ancora fatto fuori (anche se le minacce arrivano a getto continuo). Pino Masciari è semplicemente pazzo.

Un pazzo che ha donato la propria vita, quella di sua moglie e quella dei suoi due figli allo Stato. Un pazzo che, nonostante tutto, ha creduto (e crede ancora) nelle Istituzioni. Da quando ha denunciato i propri estorsori, Pino e la sua famiglia sono entrati in un tunnel senza fine. Sono stati trasferiti in una località segreta, hanno perso la loro identità, sorvegliati ventiquattro ore su ventiquattro. Una non-vita.

Al termine del programma speciale di protezione, quando sono terminati i processi a carico dei suoi estorsori, la Stato l'ha ringraziato: tanti saluti e arrivederci.

A Pino Masciari e alla sua famiglia è stata tolta la scorta. Non serve più. Ora possono pure arrangiarsi. Lui e la sua famiglia sono stati lasciati soli di fronte al pericolo. Non hanno più protezione. La località in cui vive la sua famiglia è tutt'altro che segreta. La 'Ndragheta potrebbe colpirli in ogni momento. Se non l'ha ancora fatto è perchè una fetta della società civile si è mossa e si è stretta fisicamente attorno a loro. Sono normali cittadini, ragazzi, ragazze, si fanno chiamare "gli amici di Pino Masciari". Lo seguono dappertutto. Sono i suoi angeli custodi, le sue guardie del corpo, la sua assicurazione sulla vita.

Pino Masciari è da mesi che chiede giustizia. Non può sopportare, prima per la sua famiglia che per sè, di vivere in una situazione atroce di esposizione totale al pericolo. E' qualcosa di insostenibile. C'è una sentenza del Tar del Lazio che gli dà ragione e riconosce l'importanza dei testimoni di giustizia e la necessità di garantirne l'incolumità sempre. Sempre. Non solo quando fa comodo.

Nonostante la sentenza del Tar, Pino non ha ricevuto alcuna risposta dalle Istituzioni. Ha allora deciso di compiere un gesto estremo. Ha annunciato, col consenso della moglie, di voler iniziare lo sciopero della fame e della sete e di lasciarsi morire nel caso in cui non gli venisse riproposta la scorta e non venisse reinserito in un programma di protezione speciale. Ha deciso di restituire alla sua famiglia quella vita che le è stata tolta. Con l'estremo sacrificio. Ha iniziato lo sciopero ieri davanti al Quirinale. Ha aspettato ore. Napolitano non si è fatto vivo. A tarda sera è arrivato un laconico comunicato in cui si diceva che sarebbe stato ricevuto nei giorni a seguire dal Viminale.

Pino oggi si è recato al Viminale. Ore e ore di colloqui con il Ministro dell'Interno Maroni, quello a cui piace tanto essere cattivo con gli extracomunitari. Stando agli ultimi aggiornamenti, il colloquio si sarebbe concluso in un nulla di fatto.

Lo Stato non ha i soldi nè l'interesse di proteggere uno dei suoi uomini migliori. Lo Stato ha invece i soldi per garantire la scorta, con tanto di auto blu lampeggiante, a Bruno Vespa ed Emilio Fede: lo Stato protettore, nel senso delle prostitute.


Dal blog www.pinomasciari.org:

Giuseppe Masciari è un imprenditore edile calabrese, nato a Catanzaro nel 1959, sottoposto a programma speciale di protezione dal 18 ottobre 1997, insieme a sua moglie (medico odontoiatra) e ai loro due bambini.

Pino ha denunciato la ‘ndrangheta e le sue collusioni con il mondo della politica. La criminalità organizzata ha distrutto le sue imprese di costruzioni edili, bloccandone le attività sia nelle opere pubbliche che nel settore privato, rallentando le pratiche nella pubblica amministrazione dove essa è infiltrata, intralciando i rapporti con le banche con cui operava. Tutto ciò dal giorno in cui ha detto basta alle pressioni mafiose dei politici ed al racket della ‘ndrangheta.

Il sei per cento ai politici e il tre per cento ai mafiosi, ma anche angherie, assunzioni pilotate, forniture di materiali e di manodopera imposta da qualche capo-cosca o da qualche amministratore, nonché costruzioni di fabbricati e di uffici senza percepire alcun compenso, regali di appartamenti, e acquisto di autovetture: questo fu il prezzo che si rifiutò di pagare.

Fu allontanato dalla sua terra per l’imminente pericolo di vita a cui si è trovato esposto lui e la sua famiglia.

Da quando operava nella sua attività con le sue aziende, Pino Masciari non si arrese mai ai soprusi della ‘ndrangheta, si ribella, riferisce all’Autorità Giudiziaria e denuncia, fino al punto di decidere la chiusura delle sue imprese licenziando nel settembre 1994 gli ultimi 58 operai rimasti. Ingresso nel Programma Speciale di Protezione Il 18 Ottobre 1997 Pino, Marisa e i due figli appena nati entrano nel programma speciale di protezione e scompaiono dalla notte al giorno: niente più famiglia, lavoro, affetti, niente più Calabria. Pino testimonia nei principali processi contro la ‘ndrangheta e il sistema di collusione, quale parte offesa e costituito parte civile. Diventa “il principale testimone di giustizia italiano”, così lo definisce il procuratore generale Pier Luigi Vigna. Inizia il CALVARIO: accompagnamenti con veicoli non blindati, con la targa della località protetta, fatto sedere in mezzo ai numerosi imputati denunciati, intimidito, lasciato senza scorta in diverse occasioni relative ai processi in Calabria, registrato negli alberghi con suo vero nome e cognome, senza documenti di copertura. Troppi episodi svelano le falle del sistema di protezione che dovrebbe garantire sicurezza per lui e la famiglia.

2001. Con la legge 45/2001 si istituisce la figura del testimone di giustizia, cittadino esemplare che sente il senso civico di testimoniare quale servizio allo Stato e alla Società.Il 28 Luglio 2004, la Commissione Centrale del Ministero degli Interni gli notifica “che sussistono gravi ed attuali profili di rischio, che non consentono di poter autorizzare il ritorno del Masciari e del suo nucleo familiare nella località di origine; Ritenuto che il rientro non autorizzato nella località di origine potrebbe configurare violazione suscettibile di revoca del programma speciale di protezione”.

Il 27 Ottobre 2004, tre mesi dopo, la stessa Commissione Centrale del Ministero degli Interni gli notifica il temine del programma speciale di protezione. Tra le motivazioni si indica che i processi erano terminati. Cosa non vera: i processi erano in corso e la D.D.A. di Catanzaro emetteva in data , 6 febbraio 2006 successiva alla delibera, attestato che i processi era in corso di trattazione.

19 Gennaio 2005, Pino fa ricorso al TAR del Lazio contro la revoca, azione che gli permette di rimanere sotto programma di protezione in attesa di sentenza.

1 Febbraio 2005, senza tenere conto del ricorso già in atto, la Commissione Centrale del Ministero dell’Interno delibera ancora una volta di “ invitare il testimone di giustizia Masciari Giuseppe ad esprimere la formale accettazione della precedente delibera ricordando che alla mancata accettazione da parte del Masciari, seguirà comunque la cessazione del programma speciale di protezione”.

Il 19 Maggio 2006, il legale di Masciari invia una nota alle Autorità competenti per segnalare che i Tribunali erano stati notiziati della fuoriuscita del Masciari dal programma di protezione per cui lo stesso non risultava essere più soggetto a scorta per accompagnamento nelle sedi di Giustizia. Pino Masciari si è recato ugualmente nei processi con senso di DOVERE, accompagnato dalla società civile.

Gennaio 2009, dopo 50 mesi a fronte dei 6 mesi stabiliti dalla legge 45/2001 art.10 comma 2 sexies-, il TAR del Lazio pronuncia la sentenza riguardo il ricorso e stabilisce l’inalienabilità del diritto alla sicurezza, l’impossibilità di sistemi di protezione o programmi a scadenza temporale predeterminata e ordina al Ministero di attuare le delibere su sicurezza, reinserimento sociale, lavorativo, risarcimento dei danni. Pino Masciari per tramite del suo legale fa richiesta formale dell’ottemperanza della sentenza.

Aprile 2009 Non avendo ricevuto nessuna risposta dalla Commissione Centrale del Ministero dell’Interno, Pino annuncia la volontà di cominciare il 7 aprile lo sciopero della fame e della sete, fintanto che non vedrà rispettati i diritti della sua famiglia ancor prima che i propri. Lo sciopero della fame è l’ultima risorsa, noi la supportiamo vista l’urgente necessità di tornare a vivere. Grazie a pino Masciari abbiamo imparato ad amare lo STATO. Dodici anni di sofferenza e esilio sono un prezzo altissimo che i Masciari hanno pagato con dignità, senza mai rinnegare la scelta fatta. E’ ora che questo STATO riconosca loro quanto dovuto. Noi, Società Civile, non possiamo accettare questa scelta senza lottare fino all’ultimo istante al fine di evitare l’ ennesimo estremo sacrificio della famiglia Masciari. Basta una firma, e la volontà di apporla. Per i cittadini, lo STATO e la Costituzione. Per la Famiglia Masciari.

CHE DICONO DI LUI

12 maggio 2009 ore 19:23 segnala

Sarà che dorme tre ore per notte (“per altre tre faccio l’amore”, dixit), sarà che ultimamente gli è andato di traverso tutto: la gita a Casoria dalla bimba, il campionato del Milan, le passeggiate elettrorali tra le salme e le macerie a L’Aquila, la festicciola l’altra sera a Sharm El Sheik dal suo amico Umberto Smaila, e pure il benedetto matrimonio con Veronica, ma da qualche settimana il Cavaliere non è più lui. Ride tirato persino da Vespa. Per il resto gira funereo, reagisce irascibile, litiga con tutti. Con l’Onu e con i vescovi per il respingimento degli immigrati.
Litiga con il presidente Giorgio Napolitano che gli proibisce di nominare ministro della Sanità il suo medico personale Ferruccio Fazio, scienziato della nidiata San Raffaele.
Litiga con il ministro Giulio Tremonti che se ne frega dei miliardi promessi dal Cavaliere ai terremotati (prima 6, poi 8, poi 12) e gliene concede uno solo subito, altri 4 nei prossimi 24 anni, niet su tutto il resto, addio al Ponte sullo Stretto.  
Litiga con il presidente della Camera Gianfranco Fini per le nomine Rai (che al momento saltano) per le veline, che dovuto ritirare, per gli sbarchi, per i decreti legge, e per tutte le forzature costituzionali che invece continuano.
Litiga con la Lega per il suo appoggio al referendum elettorale, ideato dall’astuto Mariotto Segni, che se approvato rischierebbe di consegnargli definitivamente l’intera Italia.
Litiga persino con Paolo Guzzanti, giornalista, imitatore, senatore azzurro, che dopo una decina d’anni di velluti rossi e penombre si è accorto della mignottocrazia imperante in quegli stessi paraggi, coerente, dice lui, con la prossima deriva autoritaria del suo (ex) leader.

Non placa l’ira di Silvio neppure la sua mitologica biografia a colori, appena varata dall’amico Vittorio Feltri, quello di Libero. E’ tutto roba vecchia, edulcorata e farlocca, ma lucidata come nuova. Lo stile è pura Corea del Nord. Irresistibile persino ai depressi. Parte da Silvio bimbo che gioca con un telefono e la didascalia che recita: “Gli piaceva giocare con il finto telefono. “Oggi - dice il presidente del Consiglio - quello vero suona in continuazione e mi diverte molto meno”. Le immagini sono da antologia. Il senno è quello di Renato Farina, giornalista e agente segreto, che annuncia il suo “Silvio visto da vicino”, cosi’ vicino da condividerne “comuni amicizia, letture, ideali”. Specialmente ideali. E tanta stima. Tanta lealtà da osare, talvolta, di “dirgli di levarsi il prezzemolo dai denti”. Lealtà odontoiatrica. 

ZOO ITALIA

11 maggio 2009 ore 19:33 segnala

Testo:
"Buongiorno a tutti, le liste per le elezioni europee sono complete, me le sono studiate, anche perché ho dovuto fare un lungo pezzo sugli Impresentabili per Micromega e quindi, come ci eravamo detti quando le liste erano ancora provvisorie, dedichiamo questo Passaparola a una specie di guida al voto, ai consigli per il non voto, ossia ai consigli per scansare quelli che, secondo il mio parere - poi ciascuno potrà decidere, ma almeno lo farà in base a elementi concreti - sono persone che bisognerebbe tenere lontane dalle istituzioni, soprattutto dalle istituzioni europee.

Zoo PDL

Cominciamo con il Popolo delle Libertà in ordine alfabetico: Lucio Barani, che è un ex socialista che è stato Sindaco di Aulla, famoso per avere fatto di Aulla un Comune de/dipietrizzato e per aver inaugurato addirittura Piazza Martiri di Tangentopoli, dove i martiri di Tangentopoli non siamo noi derubati, ma sono quelli che rubavano e infatti la piazza, che si chiamava Piazza Matteotti, è diventata Piazza Martiri di Tangentopoli con un bel monumento a Craxi, forse un monumento equestre. Questo direi che è meglio lasciarlo perdere. 
Berlusconi, è inutile che vi spieghi per quale motivo sarebbe meglio non votarlo; oltre a tutti i motivi etici, politici, conflitti di interesse, giudiziari etc. etc., c’è un fatto: che Berlusconi, essendo Presidente del Consiglio, non solo, come tanti altri leaders che si candidano, dovrà poi optare tra il Parlamento italiano e quello europeo, lui proprio al Parlamento europeo non ci può andare perché è Presidente del Consiglio, a meno che non decida di dimettersi da Presidente del Consiglio, nel qual  caso potremmo anche votarlo, ma non credo che lo farà. 
Bonsignore Vito: Bonsignore Vito stava nell’Udc, è un pregiudicato per tentata corruzione per gli appalti dell’ospedale di Asti, la Tangentopoli torinese, stava con Casini e, appena Berlusconi ha scoperto che c’era un pregiudicato che non stava con lui, ha immediatamente fatto campagna acquisti e l’ha portato nel Popolo delle Libertà. Tentata corruzione, perché Bonsignore non aveva fatto in tempo a intascare le tangenti, in quanto l’avevano preso prima: era un andreottiano, poi era un casiniano, adesso è diventato berlusconiano. E' anche indagato per le scalate bancarie, per concorso in aggiotaggio: è quello di cui D’Alema diceva “ l’ho incontrato per vedere la destinazione di quel pacchetto di azioni della BNL”, Bonsignore possedeva il 2% della BNL, che interessava molto a Consorte: anche questo forse sarebbe meglio tenerlo lontano dalle istituzioni europee. 
Poi c’è Clemente Mastella: di lui sappiamo molte cose naturalmente, ci siamo forse dimenticati un fatto importante, ossia che Mastella è tutt’ora indagato, anzi c’è alle viste una richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti per la famosa inchiesta di Santa Maria Capua Vetere; c’è una vulgata completamente falsa, in base alla quale De Magistris, con l’inchiesta “ why not?”, indagando Mastella avrebbe fatto cadere il governo: in realtà Mastella fu indagato nell’ottobre del 2007, mentre il governo cadde nel gennaio del 2008, quando Mastella fu indagato per l’altra vicenda, quella di Santa Maria Capua Vetere che, con De Magistris, non c’entra niente, la stessa nella quale furono arrestati la moglie di mastella, messa agli arresti domiciliari e il consuocero di Mastella, l’ingegner Camilleri. 
Mastella è rimasto indagato anche quando l’indagine è passata, per competenza, a Napoli e adesso la Procura di Napoli, confermando la bontà delle indagini di Santa Maria Capua Vetere, ha depositato gli atti a beneficio dei difensori che, di solito, è una mossa che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Le indagini sono finite e Mastella dovrà essere, con ogni probabilità, processato per tre episodi di concussione tra riuscita e tentata e alcuni altri reati e, naturalmente, è passato all’incasso, avendo fatto cadere il governo Prodi, Berlusconi non subito l’anno scorso, perché la gente ancora si ricordava che aveva la moglie dentro, ma con un anno di distanza, confidando nella smemoratezza degli italiani la l’ha messo in lista, perché molti italiani pensano che le indagini siano finite nel nulla, mentre invece come abbiamo visto non è vero e quindi facciamo memoria, almeno noi, di questa vicenda che riguarda l’ottimo ex Ministro della Giustizia che ci ha regalato l’indulto e tante altre belle leggi! 
Patriciello Aldo: ecco, Aldo Patriciello è un altro che stava nell’Udc, anche lui è un condannato imputato in altri processi, appena Berlusconi ha visto un pregiudicato nell’Udc si è ingelosito e si è portato Patricello in casa. Quindi Patriciello, che era Europarlamentare dell’Udc, adesso è ricandidato come Europarlamentare nel Popolo delle Libertà. Ne avevamo parlato a proposito del dopo /terremoto, perché Patriciello, che ha una condanna definitiva a quattro mesi per un finanziamento illecito degli anni 90, è sotto processo in udienza preliminare a Isernia per truffa all’Anas, nel senso che insieme al fratello Gaetano, che è costruttore, avrebbe messo in piedi un appalto per la variante stradale di Venafro, costruita con materiali scadenti che mettevano a rischio la solidità di quest’opera, per cui l’Anas ha dovuto spendere un sacco di soldi per consolidare l’opera, una volta finita. Quindi c’è questo processo che è in corso in udienza preliminare, dove si ipotizzano truffa e frode nelle forniture di questi materiali scadenti. 
Sempre nel gennaio di quest’anno, Patriciello è stato nuovamente rinviato a giudizio per tentata truffa, abuso e malversazione stavolta, addirittura, per un altro scandalo: quello di un centro di riabilitazione nel Comune di Salcito, dove anche lì c’entra il gruppo imprenditoriale della famiglia Patriciello che, secondo l’accusa, avrebbe fregato enti pubblici facendo perdere soldi di denaro pubblico, cioè di denaro nostro. C’è stata una votazione al Parlamento Europeo per coprire di immunità Patriciello in questo processo e il Parlamento Europeo, che pure per le opinioni espresse e i voti dati, ossia quando uno è accusato per le cose che ha detto, concede sempre l’immunità e invece per le cose che si sono fatte l’ha negata e infatti il Parlamento Europeo ha votato a amplissima maggioranza che le accuse di truffa e malversazione non fanno riferimento a opinioni e a voti espressi, per il semplice motivo che la malversazione di fondi pubblici e i reati urbanistici non possono essere equiparati a un’opinione e a un voto, conseguentemente Patriciello verrà processato naturalmente da Europarlamentare, se i cittadini avranno la bontà di rieleggerlo per un’altra volta non più nell’Udc, stavolta nel Popolo della Libertà provvisoria, direi. 
Nino Strano tutti lo ricordano, stava in Alleanza Nazionale, era in Parlamento quando cadde il governo Prodi, festeggiò tirando fuori una bottiglia di Champagne e infilandosi anche delle fette di mortadella in bocca: una scena memorabile che ha fatto il giro del mondo, dissero che mai più questo signore avrebbe calcato le scene parlamentari, infatti lo mandano in Europa, non essendo riusciti a rimandarlo in Parlamento! Tra una mortadella e un brindisi con lo Champagne in pieno Senato l’ottimo Nino Strano trovò anche il modo di insultare un Senatore dell’Udeur, Nuccio Cusumano, che era l’unico che non aveva tradito il mandato elettorale e che, quindi, aveva votato a favore del governo Prodi mentre tutto il suo partito era passato con Mastella, armi e bagagli, all’opposizione. Quindi il fatto di non aver tradito ne fece un traditore e infatti Strano gridò a Cusumano “ pezzo di merda, checca squallida, venduto e mafioso” addirittura. Poi disse che era stata una goliardata.
Per non farsi mancare niente, Strano ha anche una condanna recente in primo grado a Catania per lo scandalo della cenere lavica: che cosa era successo? Che nel 2005, tre giorni prima delle elezioni comunali a Catania, Strano, che era Assessore della Giunta Scapagnini, il medico di Berlusconi, insieme agli altri Assessori e a Scapagnini aveva deciso di regalare tra i 300 e i mille Euro a ciascuno dei 4.000 dipendenti del comune per risarcirli dei danni causati dall’eruzione dell’Etna, che anni prima aveva ricoperto di cenere nera la città. Naturalmente era un chiaro regalo ai dipendenti pubblici affinché votassero per i partiti di centrodestra, che sostenevano la Giunta: la stessa Giunta Comunale che ha svuotato le casse comunali e ha mandato completamente in fallimento Catania. 
E’ quindi condannato insieme a Scapagnini, Strano, a due anni e due mesi in primo grado per abuso d’ufficio e violazione della legge elettorale. Inoltre, dato che avevano anche svuotato le casse del comune, Strano ha anche una richiesta di rinvio a giudizio e conseguentemente è imputato in un altro processo sempre a Catania per abuso aggravato e falso in atto pubblico, proprio per il buco nelle casse comunali.

Zoo Lega Nord

Poi abbiamo la Lega Nord: nella Lega Nord si ripresenta per l’ennesima volta Mario Borghezio. Mario Borghezio è quello che strillò contro Ciampi durante il discorso che il Presidente Ciampi fece al Parlamento Europeo, sventolò bandiere, gridò “ abbasso l’Italia” facendosi espellere dall’aula, “ Italia vaffanculo!” questo era l’urlo di Borghezio, parlamentare europeo italiano, mentre parlava il Presidente della Repubblica italiano, è quello che va in giro per treni a disinfestare e a disinfettare le carrozze inquinate, dice lui, dagli extracomunitari; è quello che guidò, insieme a Calderoli, una famosa marcia di protesta a Verona contro il Procuratore Papalia, che aveva osato indagare sui leghisti: alcuni di questi marciatori esibivano una bara che, come si fa nelle terre di mafia, è naturalmente un auspicio di morte immediata per il Procuratore. 
Borghezio ha, anche lui, la sua bella condanna definitiva, è un pregiudicato anche lui, due mesi e venti giorni per incendio aggravato con finalità di discriminazione xenofoba ai danni di alcuni rumeni, che rischiarano di finire arrosto a causa delle fiaccole che avevano incendiato i loro giacigli sotto un ponte della Dora, durante un raid delle camice verdi capitanate da Borghezio. 
Borghezio ha anche tentato di avere l’immunità parlamentare europea per un altro processo: per avere diffamato Clementina Forleo; non l’aveva diffamata a parole, ma aveva scritto con vernice spray sul marciapiede davanti al Palazzo di Giustizia di Milano “ vergogna Forleo”, come fanno i writers , quelli che vorrebbero arrestare, quelli di questo governo, Borghezio scrisse questa frase sul marciapiede , “ vergogna Forleo” e quindi la Forleo lo denunciò è lui tentò di farsi proteggere dall’immunità parlamentare: purtroppo il Parlamento Europeo ha ritenuto che quell’atto non fosse un reato di opinione, ma di danno e infatti aveva imbrattato un marciapiede stradale. 
Abbiamo poi Umberto Bossi, il quale sapete, perché ne abbiamo parlato spesso, che oltre a essere quello che è, è anche stato condannato per finanziamento illecito per i 200 milioni che Carlo Sama, del gruppo Ferruzzi, versò illegalmente alla Lega Nord nel 1992. E poi Bossi è un altro grandioso, luminoso esempio di parlamentare italiano per avere più volte insolentito la bandiera, cioè il simbolo nazionale, dicendo una volta che ci si sarebbe pulito il culo e altre volte usando altre espressioni ancora più irriferibili. 
In più, quando era antiberlusconiano e antifiniano, invitò in due comizi a Bergamo i suoi a andare a stanare casa per casa i fascisti, cioè i suoi attuali alleati di Alleanza Nazionale, confluiti nel Popolo della Libertà e questo è Bossi, anche lui naturalmente si candida al Parlamento europeo anche se, essendo Ministro, è un po’ difficile che opterà per il Parlamento europeo. 
Poi c’è l’Avvocato Brigandin, che è l’Avvocato di Bossi, messinese e leghista, già Procuratore generale della Padania, sapete che loro si danno queste cariche di pura fantasia, è imputato davanti alla Cassazione per truffa aggravata ai danni della Regione Piemonte, per aver procurato - così dice l’accusa - dei finanziamenti non dovuti a un imprenditore suo amico che sosteneva di essere stato duramente danneggiato dall’alluvione, mentre invece pare che l’alluvione non avesse neanche lambito la sua concessionaria di automobili. In primo grado è stato condannato a due anni, era stato anche arrestato per questo in appello e invece è stato assolto, la Procura Generale ha fatto ricorso in Cassazione e quindi il processo è pendente in Cassazione. Brigandin intanto è parlamentare italiano e vuole diventare anche parlamentare europeo. 
Poi c’è Matteo Salvini, che non ha nessuna questione penale, ma qui l’impresentabilità non è soltanto penale: l’impresentabilità deriva anche da elementi di coerenza o di indecenza semplicemente politica, mentre magari può capitare che ci siano delle vicende penali che non turbano minimamente la possibilità di fare carriera. Pensate soltanto a De Magistris, che è stato indagato perché l’avevano denunciato dei suoi colleghi che gliene avevano combinate di tutti i colori, è stato recentemente assolto, ha ancora qualche rimanenza per altre denunce che gli hanno fatto: pensate, la Procura di Roma l’ha indagato per interruzione di pubblico servizio, perché con le sue rivelazioni alla Procura di Salerno avrebbe innescato quella perquisizione fatta dalla Procura di Salerno a Catanzaro che, portando via, sequestrando gli atti di “ why not?”, avrebbe paralizzato addirittura per un paio di giorni l’inchiesta “ why not?”, che invece procedeva così spedita. Stiamo parlando evidentemente di altro, non stiamo parlando di gente che va a bruciare, a imbrattare o a insultare o addirittura a approfittare del denaro pubblico o a mafiare, stiamo parlando di persone che vengono denunciate per essersi comportate correttamente e quindi le indagini fanno il suo corso. 
Salvini non ha nessuna indagine di nessun genere: lo cito perché c’è un caso di nepotismo; sapete che la Lega Nord ha sempre combattuto il nepotismo (altrui naturalmente!), Salvini è quello che, diventando parlamentare europeo nel 2004, pensò bene di scegliere di portarsi come portaborse - lì lo chiamato l’assistente accreditato - il fratello di Bossi, Renzo Bossi, che aveva come curriculum europeo il fatto di gestire uno splendido negozio di autoricambi a Fagnano Olona, proprio il curriculum ideale per andare a fare l’assistente parlamentare a Bruxelles e a Strasburgo. 
Francesco Speroni invece ha avuto un problema per quanto riguarda il processo di Verona sulle camice verdi, ma poi si è salvato grazie all’immunità parlamentare. Anche lui era con Borghezio a sventolare bandiere verdi e a insultare l’Italia durante il discorso di Ciampi qualche anno fa e, nel 2006, quando gli italiani hanno bocciato al referendum confermativo la controriforma costituzionale della devolution, per fortuna, ha così commentato: “ gli italiani fanno schifo, l’Italia fa schifo perché non vuole essere moderna!”. Uno che dice che gli italiani fanno schifo chiede il voto agli italiani per tornare al Parlamento europeo: anche lui ha sempre tuonato contro le pratiche nepotiste di Roma ladrona e quindi, come assistente accreditato al Parlamento europeo, si è portato un altro membro della famiglia Bossi, ovvero il primogenito di primo letto Renzo Bossi, che studia da fuoricorso all’università, è noto come un appassionato di automobili e non si è capito bene che cosa ci stia a fare o ci stesse a fare al Parlamento europeo. Stiamo parlando di portaborse, assistenti pagati profumatamente con denaro pubblico: pare che prendano al lordo 12. 000 Euro al mese, pensate. 

Zoo UDC

L'Udc ha Magdi Allam, il quale anche lui non ha nessun problema di tipo penale etc.: forse è un po’ tanto invasato, ha una rubrica che si chiama Il Crociato, ha un partito che si chiama Protagonisti per l’Europa Cristiana e si propone di dichiarare non leciti eticamente addirittura il divorzio e le unioni tra omosessuali e ha sostenuto, in nome del dialogo con l’Islam, che l’Islam moderato non esiste e che l’Islam non è una vera religione buona e anzi il Corano è un libro che incita all’odio, alla violenza e alla morte. Forse buttare benzina sul fuoco con un personaggio così stravagante non è il caso, di questi tempi! 
Poi c’è Ugo Bergamo: Ugo Bergamo non lo conosce nessuno, è un Avvocato, un ex Sindaco di Venezia della Democrazia Cristiana, un ex parlamentare dell’Udc che dal 2005 siede nel Consiglio Superiore della Magistratura e ha avuto un ruolo fondamentale nello sparare a zero contro i magistrati di Salerno, il giorno stesso in cui perquisirono il palazzaccio di Catanzaro. 
Promise di provvedere immediatamente per rimuovere questo bubbone (i magistrati onesti di Salerno), anticipò allegramente il giudizio, come già aveva fatto la signora Letizia Vacca, contro Clementina Forleo e Luigi De Magistris e poi fu di parola, perché infatti Nuzzi, Verasani e Apicella furono tutti cacciati. Questo maestro di morale in casa altrui era anche passato alle cronache perché, nel 2002, mentre in Senato si approvava la Legge Cirami, lui fu beccato come pianista: era una specie di piovra di Laoconte, che votava con molte mani e molte braccia per i vicini assenti e quindi, naturalmente, era proprio la figura morale ideale per insegnare l’etica ai magistrati di Salerno. 
Poi c’è Ciriaco De Mita, il quale è uno spettacolo vivente: ha 82 anni, è in Parlamento da 46 anni, si è fatto 12 legislature, insomma è stato protagonista di quella meravigliosa ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia. Si è salvato per molte prescrizioni e, soprattutto, per l’amnistia dell’89 da Tangentopoli per tutti i finanziamenti illeciti che la DC  prendeva prima dell’89 e quindi prima che fosse tutto amnistiato e insomma, è proprio una giovane promessa della politica che si affaccia sul campo, pronta a dare il suo contributo al rinnovamento delle classi dirigenti! 
Sempre nell’Udc c’è Giuseppe Naro, che è un messinese che ha una condanna definitiva a sei mesi per abuso d’ufficio, in quanto avrebbe acquistato.. anzi, la sentenza è definitiva, degli ingrandimenti fotografici, 462  ingrandimenti fotografici con denaro pubblico per 800 milioni di lire e poi ha avuto due prescrizioni in altre due inchieste e quindi, naturalmente, è pronto, anche lui, per l’Europa. 
Poi c’è Ferdinando Pinto, che è stato processato -e poi con fasi alterne alla fine è stato assolto, perché mancavano le prove - per aver incendiato il Teatro Petruzzelli. Ma nel processo civile che gli hanno intentato i proprietari del Teatro Petruzzelli, di cui lui era il gestore e il Presidente, è stato condannato a pagare 57 miliardi di lire alla famiglia dei proprietari: miliardi che non ha mai pagato, perché pare che il teatro non fosse assicurato. 
L’altro giorno, proprio pochi giorni fa, si è aperto il 29 aprile a suo carico un altro processo penale, davanti al Gup di Bari, perché lui è accusato di aver depistato le indagini per procurarsi l’impunità nel processo sul rogo al Petruzzelli e lì la Procura ha chiesto il suo rinvio a giudizio per reati che vanno dal falso materiale e ideologico alla contraffazione di pubblici sigilli, alla calunnia, al falso giuramento della parte, alla falsa testimonianza, alla violenza privata e alla violenza semplice, il tutto aggravato dalla finalità di coprire le responsabilità del clan della Sacra Corona Unita e il famoso clan Capriati, quello del boss di Barivecchia.
Completa il quadro di questa meravigliosa squadra messa insieme dall’Udc Saverio Romano, il quale è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa in Sicilia,  a Palermo, per i suoi rapporti insieme a Cuffaro presunti con il clan Guttadauro e, in più, è sotto osservazione per certe dichiarazioni che ha fatto il figlio di Ciancimino su certi regali in denaro che sarebbero arrivati, tra gli altri, anche a lui, anche se lui legittimamente nega. 
C’è poi Angelo Sanza, sempre nell’Udc , che è lì da undici legislature, un quasi De Mita: un quasi De Mita lucano che ha passato una serie di partiti e che era uscito da Tangentopoli perché si era accertato che aveva ricevuto 200 milioni dal finanziere Florio Fiorini, ma un giudice molto spiritoso aveva stabilito che, essendo soldi arrivati da una società estera, allora non costituivano reato e poi la Procura di Milano fece appello contro questa sentenza stravagante, ma lo fece fuori termine e conseguentemente Sanza se la cavò e anche lui lo riportiamo, se tutto va bene, in Europa, visto che è in Parlamento ininterrottamente soltanto dal 1972, quando molti di voi credo non fossero mai nati, lui era già lì. 
Dimenticavo Emanuele Filiberto di Savoia: non mi pare di dover aggiungere niente, insomma Emanuele Filiberto di Savoia, quello di “ Ballando con le Stelle”, quello.. Emanuele Filiberto di Savoia, quello lì, quella testa coronata potremmo definirlo.

Zoo MPA

Per l’Mpa, Movimento Per l’Autonomia di Raffaele Lombardo, abbiamo Francesco Musotto, che è stato assolto con una formula che echeggia la vecchia insufficienza di prove nel processo per mafia, nel quale il fratello è stato condannato perché si è accertato che, nella loro villa al mare, a Finale di Pollina, venivano ospitati alcuni boss latitanti come Tullio Cannella, Giovanni Brusca, Domenico Farinella e Leoluca Bagarella, ma evidentemente poco fisionomista, Musotto non se ne era accorto e infatti è stato assolto, perché non c’erano prove sufficienti per dimostrare che lui si rendesse conto che quei simpatici ceffi che si aggiravano per casa sua erano boss mafiosi, i cui volti campeggiavano in tutte le Questure come i più ricercati tra i latitanti. 
Poi abbiamo Vittorio Sgarbi, sempre nel Movimento per l’Autonomia, che è stato condannato per truffa ai danni dello Stato ai beni culturali, è attualmente Sindaco di Salemi e un sacco di altre cose. Un altro equilibratissimo uomo politico che proprio bisogna assolutamente mandare al Parlamento europeo per farci fare bella figura! 
Poi abbiamo Raffaele Lombardo, che è il governatore della Sicilia e che, naturalmente, ha fatto tutta la sua carriera politica a Catania: quella Catania che i suoi amici e anche lui, in quanto leader, hanno amministrato così bene da portarla al fallimento.

Zoo PDmenoelle

E poi c’è il PD: nel PD c’è qualcuno che sembrerebbe un po’ incoerente, tipo Cofferati, che pure è una persona di estremo valore, il quale aveva dichiarato “ non si può fare il Sindaco a Bologna e il padre a Genova” e adesso invece farà l’Europarlamentare tra Strasburgo e Bruxelles e il padre a Genova, forse Bruxelles e Strasburgo sono più vicine a Genova di Bologna, non si sa! Aveva anche detto “ se mi vedrete candidato alle europee, siete autorizzati a chiamarmi ciarlatano”: praticamente se lo vedremo candidato alle europee saremmo autorizzati a chiamarlo ciarlatano e l’abbiamo visto, è candidato alle europee. Traetene voi le conseguenze. 
Poi c’è Andrea Cozzolino: questo invece ha dei problemi giudiziari, è l’Assessore alle attività produttive della Regione Campania e ha ricevuto un avviso di garanzia proprio nei giorni della candidatura, con perquisizione in casa sua, perché è sotto inchiesta a proposito della costruzione di una centrale a biomasse in Provincia di Caserta. L’impianto si chiama Biopower. Poi c’è un altro esponente della politica campana: Andrea Losco, che è stato - risparmiamoci le ironie sul cognome, perché non si scherza sui cognomi - governatore della Campania per l’Udeur tra il 99 e il 2000, è stato commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, così brillantemente risolta naturalmente, prima di passare la palla a quell’altro genio di Bassolino. Losco era noto per aver raccomandato - così risulta da un elenco che è stato trovato negli uffici dell’alto commissariato - ben 14 persone che lavoravano lì dentro. E’ già parlamentare europeo, non più nell’Udeur ma nella Margherita, rutelliano e adesso si ricandida. 
Sempre a Napoli c’è un altro candidato eccellente: l’ex Assessore regionale alla sanità che Bassolino ha fatto fuori in una faida interna, anche lui nei giorni della candidatura è stato indagato dalla Procura di Napoli per corruzione a proposito dell’affidamento dei lavori per l’ospedale Del Mare a Ponticelli. Anche qui stiamo parlando solo e esclusivamente di avvisi di garanzia, quindi diciamo che, salvo forse qualche dibattito sull’opportunità o meno, non stiamo neanche parlando di un rinvio a giudizio, ma è bene che queste cose si sappiamo, di modo che chi deve votare ne sia al corrente. 
E poi c’è l’Assessore all’agricoltura della Giunta Loiero, Mario Pirillo, che ha cambiato una dozzina di partiti: dalla DC  al Cdu, all’Udr, all’Udeur, alla Margherita, al PDM e al PD, e che è stato appena imputato, con richiesta di rinvio a giudizio, nell’inchiesta “ why not?”, è uno dei 98 per i quali la Procura generale di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio e pare che le accuse vadano dal peculato all’abuso d’ufficio, alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. 

Zoo Alleanza di Centro

Nell'Alleanza di Centro di Pionati, l’ex mezzobusto RAI, troverete Tommaso Barbato: è lo sputacchiere, è quello famoso perché sputò in faccia a Cusumano mentre cadeva il governo Prodi e quindi una preclara figura di quel calibro non poteva restare fuori dalle liste, l'Alleanza di Centro di Pionati lo candida e tenta di riportarlo in auge. 

Zoo IDV

Mi segnalano da Cattolica che c’è un candidato dell’Italia dei Valori, che non ha nessun problema giudiziario, ma anche qui stiamo parlando di questioni di opportunità politica, che si chiama Bulletti Carlo, che ha fatto un po’ il giro dei partiti anche lui: potremmo definirlo un riciclato, che si trova sempre più o meno dalla parte giusta. Fa il medico chirurgo, mi dicono che aveva fatto parte di una coalizione Arcobaleno formata da una lista civica, Italia dei Valori, Verdi e Comunisti Italiani e poi, a un certo punto, si è candidato con Lega Nord, Forza Italia, Alleanza Nazionale e altre liste di destra, poi è tornato tra i banchi dell’opposizione e, quando è nato il PD, è passato al PD attivandosi per le primarie e adesso, in occasione dell’ultima campagna elettorale, è candidato alle europee per l’Italia dei Valori. Forse bisognerebbe stare attenti a questi candidati che si spostano con questa frequenza e che, evidentemente, sono continuamente folgorati sulla Via di Damasco, sempre in dirittura di  elezioni. 

Zoo Sinistra e Libertà

Nella Sinistra e Libertà, che è quella della Sinistra Democratica, dei Verdi e dei Vendoliani, c’è la candidatura di Sergio Staino, che è un vignettista molto famoso: anche qui non c’è niente di male nel fatto che Staino sia candidato, se nonché Staino, che è candidato con Vendola, è iscritto al Partito Democratico, il quale ha detto “ ma come? Sei iscritto al Partito Democratico e ti candidi con Vendola? Ma allora ti espelliamo”, il minimo che può fare un partito è espellere un suo iscritto che si candita in un altro partito. 
Ebbene, Staino si è pure offeso dicendo che non capisce per quale motivo lo vogliono espellere: io il motivo lo capisco, uno dovrebbe decidere nella vita un partito, più di uno, soprattutto quando sono in concorrenza, è un po’ troppo! 

Zoo Sinistra Europea

Per quanto riguarda invece l’altra formazione della sinistra radicale, quella si chiama Sinistra Europea, che ingloba Rifondazione Comunista e i Comunisti Italiani, mi segnalano un certo Bruno De Vita, che è il leader di uno dei tanti movimenti di consumatori, ma che mi dicono essere stato radiato dall’Associazione Stampa Romana per aver licenziato cinque giornalisti che avevano aderito a uno sciopero. E’ un po’ strana questa cosa, spero che abbia modo di rettificare quest’informazione, perché qui a me giungono notizie piuttosto precise, ossia che questo signore, amministratore unico e editore di Teleambiente e della collegata Teleagenzia 1, avrebbe cacciato questi cinque redattori che avevano partecipato allo sciopero del 18 e 19 dicembre 2006. Naturalmente i padroni possono sempre licenziare chi gli pare, purché rispettino le leggi, però essere candidati nella Sinistra Radicale e avere questo concetto del diritto di sciopero è abbastanza strano: guardate che il fatto che la radiazione di De Vita dal sindacato sia stata confermata dalla Federazione della Stampa all’unanimità significa proprio che qualcosa di grosso l’aveva fatto, perché insomma prima di radiare un giornalista in Italia bisogna veramente che ne abbia fatte di tutti i colori. 
Questo era quello che mi sentivo di dire tra le cose che ho scoperto io, naturalmente se qualcuno ha qualcosa da obiettare i nostri blog sono pronti a pubblicare eventualmente precisazioni e rettifiche e soprattutto, se qualcuno ha da segnalarci altri candidati che è bene non votare, i nostri blog sono a disposizione. Per intanto passate parola."

TERREMOTO: UN TERNO AL LOTTO

09 maggio 2009 ore 10:32 segnala

E' passato esattamente un mese da quel maledetto 6 aprile che si è portato via una regione intera, case, ospedali, chiese, scuole e con sè anche centinaia di anime disgraziate, col solo torto di trovarsi a dormire nel posto sbagliato al momento sbagliato. E' passato solo un mese e, come prevedibile, i riflettori sulle macerie si sono completamente spenti. La schiera di giornalisti con la bava alla bocca, assatanati, alla ricerca estenuante del sangue, della lacrima, dell'orsacchiotto impolverato si sono improvvisamente ritirati su ordine dei propri editori. Non c'è più lacrima che si possa spremere, ne c'è più goccia di sangue che si possa versare per soddisfare la morbosità del pubblico. Il terremoto, lasciato alla sua squallida normalità di disastro e vite distrutte, ormai non fa più notizia: la "normalizzazione" fa calare il sipario. Le decine di migliaia di sfollati che si arrabattano tra una tenda e una macchina, sottoposti al freddo e alle intemperie, sono tornati ad essere come d'incanto parte integrante della schiera dei "vinti", delle cui storie l'Italia è piena e a cui va ogni tanto, ma sempre più sporadicamente, il nostro pensiero, compassionevole, ormai distaccato.

Nel frattempo sono scoppiate altre due emergenze molto più gravi. Che poi è una sola, declinata in due modi differenti: la febbre suina, intesa nel senso del maiale, e la febbre suina, intesa nel senso delle "pulsioni irrefrenabili" del nostro presidente del consiglio. Cosa che, per inciso, ha fatto sbroccare la Veronica e ha fatto andare in estasi il nostro Vespa, che aveva già pronto il plastico della discoteca dove si sarebbe svolta la festa incriminata della neodiciottenne e che ha utilizzato il servizio pubblico per lasciar sfogare un marito contro la propria moglie. Che quel marito fosse anche il presidente del consiglio è un dettaglio del tutto trascurabile. Ma tant'è. Il 33% di share gli ha dato ragione. Un Italiano su tre inebetito davanti al one man show.

Mentre dunque l'Italia dibatte sul fatto che il divorzio tra i due sia da considerarsi o meno un evento di dominio pubblico e mentre Berlusconi, dopo aver spiattellato davanti a 60 milioni di Italiani le proprie beghe famigliari facendo un uso quanto meno imbarazzante del servizio pubblico e dopo aver venduto alla stampa scandalistica foto taroccate della festa napoletana, afferma soddisfatto di aver "gestito con classe la separazione", passano via, colpevolmente trascurate dall'opposizione, notizie di fondamentale importanza. Come, ad esempio, il decreto legge numero 39 in materia di norme eccezionali per far fronte all'emergenza Abruzzo e alla sua ricostruzione. Berlusconi ci ha speso la faccia, e non solo, su una pronta ricostruzione della regione. Come a Napoli, sommersa dai rifiuti, aveva detto che sarebbero tornati a spuntare i fiori dai cassonetti, così, ballando allegramente sui morti, tra una battuta oscena e l'altra, tra un tentativo di palpata e l'altro, fantasticava di new town e L'Aquila 2 la vendetta, sul modello della sua Milano2, "la città dei numeri uno".

Peccato che, dopo aver letto attentamente il decreto, ai terremotati è dapprima venuto un tuffo al cuore, poi ha cominciato a montare la rabbia. Perchè l'ennesima truffa, l'ennesimo spot pubblicitario si è materializzato davanti ai loro occhi. A tutti, più o meno, era chiaro che in Italia non ci fosse una lira per la ricostruzione: non c'era una lira prima del terremoto, figuriamoci dopo. Ma un conto è prospettare agli sfollati una realtà inevitabilmente dura, ma obiettiva, un conto è prenderli bellamente per il culo, sfruttando la loro debolezza, la loro condizione di bisogno disperato e la loro buona fede per accalappiare voti e poi lasciarli lì, nella loro miseria, ad arrangiarsi.

Perchè questo è quello che sta succedendo. Se nei prossimi giorni il testo del decreto non verrà modificato da opportuni emendamenti, per l'Abruzzo sarà un disastro. Forse più grande di quello lasciato dalle scosse di terremoto. Ci sono tanti punti oscuri nel decreto. Vorrei soffermarmi su quattro in particolare.

Il primo riguarda i soldi freschi messi a disposizione da Tremonti per la costruzione delle prime abitazioni di emergenza. Si tratta di 700 milioni di euro. Saranno impiegati un due tranches: 400 entro la fine del 2009 e 300 nella primavera del 2010. Il decreto definisce queste dimore provvisorie "a durevole utilizzazione". Cosa significa, si chiedono allarmati gli sfollati? E' più che concreto lo spettro di doversi abituare a vivere in queste casette di legno per anni e anni a venire. La prospettiva di tornare nelle proprie case, quelle vere, di vedere L'Aquila risorgere dalle proprie ceneri, si sta definendo in queste ore sempre più come una chimera.

Tanto più che qui finiscono i soldi veri. Tutte le fantasmagoriche promesse recitate a favore di telecamera si sono ridotte a questo misero provvedimento che, lungi dall'essere provvisorio, stiamone certi, formalizzerà lo status quo da sfollati ad aeternum. E qui arriviamo al secondo punto. Dove sono finiti tutti quei miliardi di euro che erano stati annunciati? Si era parlato di qualcosa come 13 miliardi di euro per la ricostruzione completa. Erano evidentemente soldi finti. E il governo non prova vergogna nel metterlo nero su bianco. Se si va a guardare l'articolo 18 del decreto alla voce "Copertura finanziaria" e si fanno le somme con una semplice calcolatrice si scoprirà che l'ammontare dei finanziamenti statali si aggira attorno a poco meno di 5 miliardi di euro. Ma la beffa più atroce è che quei soldi verranno spalmati nell'arco di 25 anni! Avete capito bene: i terremotati finiranno di ricevere i finanziamenti nel 2033. Una data francamente ridicola, a fronte delle dichiarazioni di un presidente del consiglio, che giocando come al solito con le parole, prometteva un ritorno alla normalità nel giro di qualche mese.

Il terzo punto è che questi fantomatici miliardi di euro non esistono. C'è scritto nel decreto. Ora come ora, non ci sono. Per recuperarli, il governo si impegnerà ad indire giochi a premi e lotterie. Non sto scherzando. Tutta la copertura finanziaria è basata su ricavi aleatori provenienti da Lotto, Enalotto, estrazioni e slot machines. Sembra una pagliacciata inconcepibile, invece è l'unica soluzione che questo governo ha trovato. Il futuro dei terremotati è letteralmente nelle mani di una roulette, che assomiglia sempre di più ad una roulette russa. Per non perderci completamente la faccia, il governo ha anche inserito un comma in cui si dice che parte dei soldi verranno recuperati dalla lotta all'evasione fiscale. Un ritornello ormai stantio, buono per ogni occasione. Quando non si sa dove recuperare la moneta, si parla di una non ben definita lotta all'evasore. Peccato che non ci sia una, dico una spiegazione di come tale contrasto all'evasione verrà messo in atto.

I cittadini abruzzesi sono giustamente in allarme e sul piede di guerra. Leggete la lettera che questa donna ha recapitato al Messaggero per farvi un'idea dell'inganno mostruoso e del raggiro a cui sono stati sottoposti i terremotati, che solo ora cominciano a prenderne coscienza. Hanno capito benissimo che questo decreto è un chiaro segnale alla popolazione disagiata: noi vi diamo soccorso per i primi aiuti, al resto dovrete pensare voi, perchè qui "nun c'è 'na lira". Si sentono abbandonati dallo Stato e ne hanno tutte le ragioni. Tanto più che sta montando lo spettro del vortice infinito dei mutui.

E qui arriviamo al quarto e ultimo punto. Per la ricostruzione vera, quella delle case in muratura, non in legno, il governo ha stabilito che il tetto massimo di spesa per ogni abitazione sarà di 150 mila euro. Ora, anche un non addetto ai lavori capisce che 150 mila euro bastano giusto giusto per tirar su una casa popolare e non certo per rimettere in piedi le più di 1000 case del centro storico de L'Aquila, dal valore elevatissimo. Come risponde lo Stato di fronte a questo problema? Ti dice: arrangiati. Se ti bastano quei soldi buon per te, se non ti bastano accenditi un mutuo, a tasso agevolato si intende! Ma la beffa più atroce è che di quei 150 mila euro lo Stato è disposto a metterne solo un terzo a fondo perduto. I restanti due terzi ce li dovranno mettere i privati cittadini, sempre grazie a dei mutui a tasso agevolato si intende!

Gli Aquilani sono allibiti di fronte ad una tale prospettiva. Temono giustamente di doversi vendere l'anima alle banche, in particolare ad una società, la Fintecna (tenete bene a mente questo nome), che compare come unica società autorizzata dal governo ad offrire dei mutui. Il sindaco de L'Aquila, Massimo Caliente, quello che prima del terremoto aveva mandato una lettera alla Presidenza del Consiglio dei Ministri informandolo sullo stato di emergenza della zona e chiedendo l'immediato intervento dello Stato, senza per altro ricevere alcuna risposta, ha già definito "sempre più oscuro" il ruolo di questa Fintecna, che di fatto, "rilevando gli immobili diventerà il primo azionista del Comune".

Che vantaggio ne trae il governo a svendere un'intera regione ad una società finanziaria? Chi controlla Fintecna? Quali interessi ci stanno dietro? Perchè gli Abruzzaesi sono stati messi nelle condizioni di buttarsi nelle grinfie delle banche? Interrogativi che probabilmente non avranno mai una risposta.

Nel frattempo, se fossi un Abruzzese, comincerei a comprarmi un bel po' di biglietti per la Lotteria di Capodanno.

IL SILENZIO E VERONICA

06 maggio 2009 ore 17:48 segnala

Ma poi i più commoventi sono quei commentatori di carta stampata che già da 48 ore (appena suonata la sveglia) si affannano a dire che il divorzio tra Silvio e Veronica è un fatto privato, privatissimo, che pretende il silenzio, per buon gusto, riservatezza, persino tornaconto politico (“guai se l’opposizione cadesse nel gorgo”) e naturalmente stile.
Silenzio. Non si fruga tra le lenzuola. Né tra i diari delle minorenni, dio le perdoni, eventualmente coinvolte per puro amore filiale.

Non c’è nulla da insinuare. Le bimbe, in fin dei conti, sono limpide consolazioni nelle ore più cupe, o noiose, che seguono il calo dell’adrenalina e dei cardiotonici, tra un reperimento di dentiere a l’Aquila e una telefonata d’alto profilo con il premier turco Erdogan per spianare un intoppo planetario e poi vantarsene con altre pupe di settimanale ingaggio, tutte convocate al piano nobile di Palazzo Grazioli, dopo l’ora di cena, tra i divani fioriti a ascoltare barzellette, mimando festosi trenini, sulle note della celebre (e bellissima) Cristina Ravot, abbronzata anche lei, ma stavolta solo perché sassarese, che canta il suo hit “Tempo di rumba”, un crescendo di percussioni, aspettando l’annuncio dell’apertura delle buste (la uno, la due, la tre) con premi esclusivi per le ragazze, tipo farfalla con brillanti, o un corso di diplomazia portatile chez Franco Frattini, o un viaggio a Strasburgo su wagon lit per una vacanza al Parlamento, Commissione Etica, della durata di anni quattro, tutto spesato, tipo Grande Fratello.

Silenzio. Sono gli stessi commentatori che da quindici anni – neanche tanto pagati, a parte l’inchiostro e i sonni tranquilli - dicono che no, le televisioni al premier non servono (“ma che ingenuità”) come non serve l’accanimento dei processi (“ma che volgarità”) o i soldi (“maledetti invidiosi”) gli è d’avanzo il carisma, l’intuizione politica, la sintonia con il popolo. E’ quella a farlo lievitare nei sondaggi. E’ il suo sorriso a conquistare i banchieri e i costruttori, le partite Iva e gli operai, i falsificatori di bilanci e il Vaticano. E’ la sua prodigiosa simpatia che ci ha fatto tutti innamorare di lui al 75 per cento. Tranne Veronica, povera lei, privatizzata al cento per cento fino a ieri. E ora inspiegabilmente in fuga. Lasciatela andare, non impiccatevi, neanche quando dice: “Non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni”, e poi: “Aiutatelo è una persona che non sta bene”. Silenzio, sono fatti loro. Anzi del Cavaliere. Il quale molto prima di questo dolore privato (“sono molto addolorato”) agli amici di gazzarra serale, insegnava che le donne (“ah, le donne!”) sono solo roba da uomini

LIBERTA' DI STAMPA: L'ITALIA FA UN PASSO INDIETRO

01 maggio 2009 ore 13:03 segnala
Rapporto di Freedom House, organizzazione non-profit e indipendente Libertà di stampa: l'Italia fa un passo indietro, unica nazione in Europa La causa: la «situazione anomala a livello mondiale di un premier che controlla tutti i media, pubblici e privati»

(da Freedomhouse.org)NEW YORK - L'Italia è l’unico Paese europeo a essere retrocesso nell’ultimo anno dalla categoria dei «Paesi con stampa libera» a quella dei Paesi dove la libertà di stampa è «parziale». La causa: la «situazione anomala a livello mondiale di un premier che controlla tutti i media, pubblici e privati». Lo afferma in un rapporto Freedom House, un'organizzazione non-profit e indipendente fondata negli Stati Uniti nel 1941 per la difesa della democrazia e la libertà nel mondo, la cui prima presidente fu la first lady Eleanor Roosevelt. Lo studio viene presentato venerdì al News Museum di Washington e sarà accompagnato da un live web cast che si potrà scaricare sul sito Freedomhouse.org.

CLASSIFICA - Nell’annuale classifica di Freedom House, l’Italia va indietro come i gamberi, insieme a Israele, Taiwan e Hong Kong. «Un declino che dimostra come anche democrazie consolidate e con media tradizionalmente aperti non sono immuni da restrizioni alla libertà», ha commentato Arch Puddington, direttore di ricerca per Freedom House. Su un punteggio che va da 0 (i Paesi più liberi) a 100 (i meno liberi), l’Italia ottiene 32 voti: unico Paese occidentale con una pagella così bassa. I «migliori della classe» restano le nazioni del Nord Europa e scandinave: Islanda, Finlandia, Norvegia, Danimarca e Svezia (prime cinque a livello mondiale). Le «peggiori»: Corea del nord, Turkmenistan, Birmania, Libia, Eritrea e Cuba.

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PROBLEMA ITALIA - Il «problema principale dell’Italia», secondo Karin Karlekar, la ricercatrice che ha guidato lo studio, è Berlusconi. «Il suo ritorno nel 2008 al posto di premier ha risvegliato i timori sulla concentrazione di mezzi di comunicazione pubblici e privati sotto una sola guida», spiega. Altri fattori: l’abuso di denunce per diffamazione contro i giornalisti e l’escalation di intimidazioni fisiche da parte del crimine organizzato. Intanto giovedì il Committee to Protect Journalists, un’organizzazione non-profit che lavora per salvaguardare la libertà di stampa nel mondo, ha pubblicato la top ten dei peggiori Paesi al mondo per i blogger. La Birmania guida la lista, seguita da Iran, Siria, Cuba e Arabia Saudita. Sesto il Vietnam, seguito a ruota da Tunisia, Cina, Turkmenistan ed Egitto.

Alessandra Farkas

PREMIO INVISIBILE

29 aprile 2009 ore 22:00 segnala

All’indomani della consegna del premio per il giornalismo libero a Marco Travaglio, conferito ieri a Berlino dall’associazione dei giornalisti tedeschi Djv, la redazione di Voglioscendere ha provato vivo stupore nel rilevare che ben quattro testate on line facilmente rintracciabili dai motori di ricerca riportavano la notizia in Italia. Desideriamo ringraziare, per questo, agoravox, youreporter, Cronaca 24 e Brindisi Sera.

La premiazione si è svolta in un’atmosfera piacevole e in un clima di stima reciproca. Forse in virtù di questo il tg1 non ha ritenuto di dovere manifestare lo stesso interesse mostrato per Marco in altre occasioni. Forse, chissà. Preferiamo affidarci alle parole di Ilaria Pompei, una ragazza che ieri era a Berlino e che ha potuto seguire la premiazione in prima persona, condividendo con noi le sue riflessioni e alcuni scatti della serata. A lei e a tutti gli amici che hanno condiviso la bella notizia, grazie.
La redazione

La lettera e le foto di Ilaria


Ieri ho assistito all'assegnazione del premio a Marco Travaglio qui a Berlino. Con mio grande disappunto (ma il mio intuito già lo sospettava) ho visto che nessun giornale italiano ha parlato dell'evento.
Nel mio piccolo, farò una piccola "azione di disturbo" per far sapere ai quotidiani italiani quello che è successo ieri (alla faccia di tutti i paggi e servitori!).
Ieri ho conosciuto dei ragazzi che vivono qui in Germania e, tra registratori, foto e articoli su piccole riviste, ci daremo da fare con i mezzi che abbiamo a disposizione, per diffondere il più possibile la notizia. In fondo, siamo o non siamo la generazione che sta crescendo con facebook, flickr e blog vari?!
Cordiali saluti, e ringrazi Travaglio della sua simpatia e disponibilità: per la prima volta in 23 anni mi sono sentita orgogliosa di essere italiana.
Ilaria

 

 

La notizia sulla stampa estera

Marco Travaglio wurde ausgezeichnet (djv.de)
Marco Travaglio mit DJV-Preis der Pressefreiheit ausgezeichnet (firmenpresse.de)
Marco Travaglio mit DJV-Preis der Pressefreiheit ausgezeichnet (marketing-boerse.de)
Une synthèse sur la situation politico-médiatique italienne (mediapart.fr)
Italian journalist receives German press freedom award (earthtimes.org)

Avvistamenti della notizia scomparsa che giungono alla redazione

A Travaglio il premio “libertà di stampa” dei giornalisti tedeschi (Micromega.net)
A Travaglio premio libertà di stampa dei giornalisti tedeschi  (Wall Street Italia)
Il discorso di Marco Travaglio alla premiazione della Djv - guarda il video


POLITICI RAVVICINATI DI UN CERTO TIPO

27 aprile 2009 ore 19:20 segnala

Testo:
Buongiorno a tutti, stavo consultando i siti dei giornali, ci sono notizie che sono perfettamente coerenti l’una con l’altra, la prima è la febbre suina che naturalmente possiamo applicare a qualunque cosa vediamo in Italia, dice “non c’è pericolo di contagio”: perché siamo già contagiati, ovviamente, e non ce ne siamo accorti! 
Bologna: “Cofferati condannato per comportamento antisindacale”. Sembra una barzelletta e invece è vero, come Presidente del Teatro comunale è stato ritenuto colpevole, in primo grado, di aver decurtato la paga non solo ai dipendenti che aderiscono agli scioperi di marzo ma anche ai lavoratori che si presentarono. Il giudice dà ragione ai sindacati. 
La terza e ultima notizia che mi ha destato una certa attenzione è “Onna, l’irritazione degli sfollati del sisma vengono qui tutti e la ricostruzione?” Vedrete quando ci saranno pure quelli del G8 a passeggiarli sulla testa che allegria.
Ma la notizia del giorno è “Bagaglino flop: Canale 5 lo ha cancellato”. Anche qui le interpretazioni si sprecano ma insomma è evidente che il Bagaglino è stato degnamente e autorevolmente sostituito dalle più alte istituzioni e quindi ha esaurito la sua spinta propulsiva.
Oggi vorrei parlare di candidature, vorrei parlare di candidature perché il “Bagaglino” sta per trasferirsi al Parlamento europeo, come sempre non è la prima volta ma questa volta devo dire c’è un quid di più rispetto alle altre volte che appassiona particolarmente, anche perché tutti i partiti ci avevano garantito massima serietà e massima autorevolezza, infatti ho qui dei ritagli. Franceschini “A Strasburgo manderemo solo persone autorevoli, che ci resteranno per tutto il mandato”. 
Berlusconi, ricorderete che un anno fa voleva abolire le preferenze anche alle elezioni europee perché poi c’era il rischio che qualche candidato, magari non voluto da lui, passasse davanti a quelli voluti da lui, che spesso sono in grado di essere eletti soltanto quando non c’è nessun altro intorno. Infatti lui disse “voglio che in Europa ci vada gente altamente qualificata e che in tutte le commissioni ci siano professionisti di ciascuna materia. Solo scegliendo noi chi va in lista saremmo sicuri di una rappresentanza capace di difendere i nostri interessi” qua si è tradito, ovviamente per lui il Parlamento europeo serve a difendere i suoi interessi ma “gente capace, gente autorevole, altamente qualificata, professionisti di ciascuna materia”. 29 ottobre 2008.
Un mese prima il Papa aveva detto che ci voleva una nuova generazione di politici “con maggiore rigore morale e competenze” e allora Berlusconi disse “ma basta che  ci indichi le persone da mettere in lista e noi siamo pronti a metterli tutti in lista e a valorizzarli nell’azione di governo” e infatti è stato subito di parola, sapete che sono in corso i provini e anche degli stage per preparare questi nuovi candidati giovani e soprattutto giovani candidate donne. I giornali fanno alcuni nomi di candidate che hanno grande rigore morale, grande competenza e soprattutto, lo ripeto perché è fondamentale, “gente altamente qualificata che vada in tutte le commissioni come professionisti di ciascuna materia, rappresentanza capace di difendere i nostri interessi”.
Vediamo alcune selezioni, le punte di diamante di cui parlano i giornali, sono le gemelle De Vivo reduci da L’isola dei famosi già ricevute a Palazzo Grazioli o Palazzo Chigi, non ricordo più tanto i due palazzi sono la stessa cosa, Barbara Matera, già letteronza a Mai dire domenica e comparsa nella serie Carabinieri. Letteronza proprio alla lettera vuole dire “letterina stronza”, era una invenzione della Gialappas, non pensavano quelli della Gialappas di essere diventati i selezionatori delle candidature europee, Barbara segnatevela perché questa va sicuramente a presiedere una qualche commissione che decide del nostro futuro, stiamo dicendo sempre “gente altamente qualificata, professionisti della materia” anzi in questo caso della Matera! 
Angelo Sozio, capelli rossi folti ricci, queste sono le uniche note caratteristiche di cui parlano i giornali, oltre al fatto che la ragazza nel curriculum può vantare alcune giornate trascorse a Il grande fratello e alcune ore trascorse nella villa Certosa sulle ginocchia o nei paraggi del Presidente del Consiglio. Quindi quando chiedono curriculum lei è una “altamente qualificata professionista” di quali materie, dice “permanenza a Il grande fratello per alcuni giorni e dalle parti delle ginocchia del Premier per alcune ore”. 
Camilla Ferranti, reduce da Incantesimo ma anche, questo è importante perché c’è un suo perché, sorella di un Consigliere comunale di Forza Italia a Terni, quindi c’è una competenza specifica familiare, ereditaria potremmo dire, contagiosa da parte del fratello che è un grosso politico a Terni.
Eleonora Gaggioli che ha partecipato alle serie televisive Don Matteo e Elisa di Rivombrosa e quindi anche lei ovviamente ha diritto a un posto, sono proprio candidate di diritto al Parlamento europeo.
Mi pare che la regola sia chiara, non essendo riuscito a piazzarle tutte a RAI Fiction perché gli hanno mandato via Saccà sul più bello ma adesso forse ritorna, non essendo riusciti a piazzarle tutte al Ministero delle pari opportunità perché insomma più di una non si poteva, allora le manda al Parlamento europeo. Però ripeto “tutta gente altamente qualificata, professionisti della materia in ogni commissione”, quindi sbizzarritevi a immaginare in quali commissioni potrebbero infilare queste “professioniste della materia”.

Le candidature del PD

Prima di passare invece alle candidature impresentabili perché questo era avanspettacolo berlusconiano, vorrei partire dal PD, il PD ha un Segretario che si chiama Franceschini che a differenza di Veltroni è, se non altro, vivo, mentre l’altro era un caso, politicamente parlando, di coma profondo. Aveva iniziato bene anche con qualche ideuzza, non che fossero idee geniali, non è un genio ma delle idee diceva delle cose sensate tipo accorpare il referendum nell’election day, è andato avanti per alcune settimane, ha guadagnato pochi con questa idea perché comunque la gente è sensibile al risparmio. Bene, quando si trattava di passare all’attacco perché Berlusconi l’election day, causa Lega Nord, non lo vuole e quindi è disposto a buttare nel cesso, poi vedremo i calcoli quali saranno quelli giusti ma sicuramente alcune centinaia di milioni di Euro, Franceschini si arreso, Berlusconi ha detto che si farà l’ election day nel giorno del ballottaggio e Franceschini ha detto “va bene, purché siano d’accordo i referendari” ma chi se ne frega dei referendari? Tieni la posizione, ne avevi detta una giusta, per una giusta che hai detto ti sei spaventato, da allora non ha capito più niente e infatti l’altro giorno ha fatto la mossa del cavallo, proprio ha sfidato Berlusconi a partecipare al 25 Aprile. Purtroppo per lui Berlusconi ha raccolto la sfida e quindi si è impossessato del 25 Aprile, se c’era almeno un giorno dell’anno in cui fino all’altro ieri Berlusconi non lo vedevamo e non lo sentivamo, se ne stava rintanato in qualcuna delle sue ville aspettando che passasse la giornate e anche la nuttata, adesso ce l’abbiamo pure il 25 aprile e qualunque stronzata dica (vedi quelle che ha detto a Onna con il fazzoletto partigiano al collo) è in grado di oscurare i discorsi di chiunque altro, se tornassero anche Peppini, Duccio Galimberti etc. comunque il discorso di Berlusconi sarebbe l’unico citato dalle televisioni e dai giornali, che poi naturalmente si sperticano in elogi per questa meravigliosa conversione all’antifascismo che lo ha colto all’alba dei 73 anni.
Quindi temo purtroppo che stiamo perdendo anche Franceschini e questa non ci voleva perché si sperava che riuscisse a durare almeno fino al giorno delle elezioni, non so che altro sarà capace a fare per fare guadagnare punti al Cavaliere che già ne guadagna per conto suo.
Vediamo le candidature del Pd che Mercedes Bresso, Presidente della Regione Piemonte, ha efficacemente descritto come “una sfilata di pensionati di lusso”, certe candidature del PD ricordano il carrello dei bolliti misti che viene servito in alcune trattorie piemontesi, soprattutto  nelle Langhe e nel Monferrato.
Intanto abbiamo dei superpensionati come Luigi Berlinguer che è stato ex  parlamentare, ex  docente universitario, ex  Ministro dell’istruzione, ex  membro del Consiglio Superiore della Magistratura, lui è della famiglia Berlinguer e quindi è sardo di origine. Bene, lo mettono capolista nel nordest, sapete che nel nordest il centro-sinistra non è che abbia una grossa popolarità, forse dovevano cercare qualcuno del luogo o qualcuno che almeno per l’accento che ha ricordasse qualcosa di familiare agli eventuali elettori. Niente. Li hanno mandato un sardo capolista nel nordest. Dopo avere parlato per mesi del Partito Democratico federale, del Partito Democratico del nord: un sardo capolista nel nordest. Geniale! 
Cofferati invece capolista nel nordovest, Cofferati ex  sindaco di Bologna che aveva giurato che non si sarebbe candidato né per rifare il sindaco di Bologna, visto che tra l’altro non ce lo volevano più e non ce lo voleva neanche lui perché purtroppo ha fatto per cinque anni un mestiere che non è il suo, che non amava in una città che non gli piaceva, non vedendo l’ora di andarsene ma aveva detto che c’era questo bambino che gli era appena nato e quindi massimo rispetto per i bambini e per i papà, senonché poi Strasburgo e Bruxelles sono un po’ più lontani da Genova dove risiedono la signora e il bambino che non Bologna. La Genova – Bologna, per quanto riguarda mal funzionanti siano le ferrovie italiane, è un po’ più rapida della Genova – Bruxelles o della Genova – Strasburgo, Resta da capire per quale motivo questo signore, ma anche per lui visto che è una persona di valore, vada a ibernarsi e a mummificarsi al Parlamento europeo.
Nordovest, anche lì polemiche etc.. 
Nel sud invece, qui si parla sempre di liste provvisorie, stiamo facendo come i giornali sul calcio mercato, stiamo parlando di intenzioni di, poi le liste non sono ancora complete e definitive e quindi sono ancora suscettibili di qualche miglioramento o di qualche peggioramento, visto che siamo in Italia. È sicuro al numero 1 o al numero 2 del sud, da quello che si legge, Sergio D’Antoni, Sergio D’Antoni è una vecchia lenza, prima del sindacato C.I.S.L. e poi della politica, quello che nello scandalo di Affittopoli fu beccato perché aveva un attico credo ai Parioli se non ricordo male non con una Jacuzzi, che è poco, due Iacuzzi idromassaggio per avvicinarsi all’operaio della catena di montaggio. D’Antoni è riuscito a essere di centro-destra, di centro, cioè fondò un partito insieme a Andreotti “L’Italia di centro” e quindi è una compagnia anche di un certo prestigio Andreotti, dopodiché passò al centro-sinistra dove fece il sottosegretario e adesso per entusiasmare proprio le folle del sud sarà numero 1 o numero 2 della lista. Bisogna vedere dove si sistemeranno Rita Borsellino che anche lei sorprendentemente si è candidata nel Partito Democratico che un anno fa l’aveva fatta fuori da candidata naturale alle regionali, dopo che tre anni fa aveva stravinto un sacco di voti riuscendo a arrivare addirittura al 40 per cento contro Toto Cuffaro, che è la macchina portavoti più poderosa d’Europa. Dato che aveva avuto questo buon risultato hanno pensato bene di farla fuori e di mettere al suo posto la Finocchiaro che è stata doppiata da uno che ha molti meno voti di Cuffaro e cioè Lombardo, il quale fece 60 a 30, la Finocchiaro poi fu portata immediatamente a Roma per sottrarla probabilmente agli elettori superstiti. E adesso insieme a Franceschini spiega a Di Pietro, a Vendola, a Bossi e a Berlusconi che non si devono candidare perché non ci si candida per una carica che poi non si va a occupare, è esattamente quello che ha fatto lei l’anno scorso quando si è candidata alle regionali in Sicilia, già sapendo che non avrebbe messo mai piede in Assemblea regionale siciliana ma dimenticandosi di dirlo agli elettori e tenete presente non era nemmeno la candidatura del leader che è abbastanza naturale in una elezione dove si va alla conta. Era la candidata di una sottoleader, perdente per giunta.
Ci sono poi altri pensionati di lusso come Paolo Costa, ex  sindaco di Venezia, Patrizia Toia che è una persona anche gradevole, piuttosto usata dal punto di vista politico, anche lei viene dal mercatino dell’usato, viene anche da una vicenda piuttosto spiacevole: fu beccata, insieme a altri assessori regionali, nel 95 a spartirsi le A.S.L. della Lombardia, finirono tutti sotto processo e poi si salvarono tutti perché fu abolito il reato, il reato di abuso d’ufficio e non patrimoniale. Adesso la mandano in Europa e insieme a altri superpensionati di lusso, come Leonardo Domenici, il sindaco uscente di Firenze, quello che tre mesi fa si era ritirato dalla politica e si era andato a incatenare alla sede di Repubblica perché Repubblica aveva usato scrivere un pezzo sui suoi rapporti, i suoi incontri con Ligresti etc. e aveva detto “basta sono disgustato lascio la politica” ci ha ripensato. Parte anche lui con il primo treno, con il primo aereo per l’Europa insieme a Andrea Losco, che già parlamentare europeo viene ricandidato. Andrea Losco è uno degli ex  Presidenti della Regione Campania che hanno la responsabilità politica dello scandalo della mondezza in Campania, quando fu nominato Presidente della regione e commissario ai rifiuti era nell’Udeur , stava con Mastella, poi è passato con Rutelli, segno che si può anche peggiorare le proprie frequentazioni. Ed è probabile che lo riportino al Parlamento europeo, poi sai con quel nome “Losco”, è proprio il posto giusto!  
C’è anche un ex  assessore regionale della Campania, Montemarano, che da quello che scrivono i giornali è stato appena indagato per corruzione, era finito nelle liste e vedremo se l’hanno tolto o se ce l’hanno lasciato.

Le candidature di Di Pietro

Di Pietro. Di Pietro ha fatto delle liste che hanno dei candidati piuttosto interessanti, alcuni dei quali decisamente di rottura come Demagistris, come Vulpio, come il sindacalista ex  C.G.I.L. Zipponi, come Sonia Alfano, come Gianni Vattimo, come Tranfaglia e ne ho dimenticati sicuramente tantissimi, ci sono anche intellettuali importanti che si sono avvicinati a quel movimento. Personalmente penso che potesse evitarsi la candidatura di Marusca Piredda che è una bravissima ragazza che fa la hostess all’Alitalia , capisco l’intenzione di portare avanti la battaglia contro la truffa dell’Alitalia però mi pare che quella sia una candidatura spot che si poteva evitare, a mio gusto personale.

Fabrizio Corona, Storace e l'UDC

Forse se tutto va bene nella Fiamma avremo Fabrizio Corona, reduce dai trionfi processuali e caraibici, avremo anche una nuova alleanza meravigliosa tra Raffaele Lombardo, uno di quelli che hanno contribuito a mandare in vacca il comune di Catania, che si alleerà con Storace, Storace è indagato, anzi imputato ormai per lo spionaggio ai danni di Piero Marrazzo e Alessandra Mussolini, quindi una festosa alleanza che si spera non superi il 4 per cento ma il meglio devo dire questa volta lo dà l’UDC. L’UDC è una cosa, se verranno confermate le candidature di cui parlano i giornali ci sarà da sbudellarsi dalle risate, pensate che nell’UDC ci sono Vittorio Sgarbi, tenetevi forte ho voluto creare un po’ di suspanse, Vittorio Sgarbi la battuta è già piuttosto usurata, l’ha fatta Sebastiano Messina, l’ha ricopiata la Littizzetto l’altra sera, se lo slogan del partito è “non litigate” e poi ci si mette Sgarbi fa un po’ ridere lo slogan del partito, fa un po’ ridere anche l’uso dei bambini di Casini che nei suoi manifesti esibisce la sua famiglia. Però comunque capisco l’intento, è il partito della difesa della famiglia tradizionale, della famiglia di Santa Romana Chiesa, lasciamo poi perdere se uno ne ha una o ne ha due di famiglie, come nel caso di Casini e di gran parte dei dirigenti del suo partito, ma insomma più uno ama la famiglia più ha delle famiglie, quindi è anche coerente.
Cosa  interessante è che vogliono candidare Sgarbi che invece è, legittimamente, un libertino dichiarato contrario alla famiglia tant’è che ha avuto tre figli da tre signore diverse, nessuna delle quali erano sua moglie, c’è stata anche una certa difficoltà nel riconoscerli e nel pagare gli alimenti, ci sono state delle cause ma d’altra parte Sgarbi senza cause sarebbe come la bagna cauda senza l’aglio e quindi lui ci sguazza proprio in queste cause. 
Che cosa c’entri con la difesa della famiglia tradizionale Sgarbi, che è solito accompagnarsi non so chiunque vada su Internet lo trova in compagnia di tutto il meglio della squadra di Schicchi per esempio, la scuderia delle pornostar, beato lui eh intendiamoci, ma cosa c’entri con l’Udc tutto questo, che cosa c’entri con la vicinanza al Vaticano, al Cardinal Ruini, chissà che Cardinal Ruini non riscopra una giovinezza ulteriore nella frequentazione con Sgarbi! 
Ma si parla, anzi è sicuro che sarà presente come capolista al sud l’ottimo avvocato Taormina, no Taormina non è sicuro scusate, Taormina è una voce che corre che non si sa se abbia messo in giro lui o cosa e anche Taormina non c’è nessuna controindicazione, lui tra l’altro a differenza di Sgarbi pare che invece dal punto di vista della famiglia tradizionale abbia le carte in regola. C’è un piccolo problema, che fu cacciato dal governo Berlusconi 2001 dalla sua stessa maggioranza proprio perché lo chiese l’Udc e quindi è un po’ strano un partito che caccia uno dal governo e poi se lo prende e se lo porta alle europee. Ma può darsi che la sua candidatura sia soltanto una voce.
Invece la candidatura certa è quella di Ciriaco De Mita, questo giovane virgulto che si sta affacciando da pochi mesi alla politica, ha 81 anni, sta in Parlamento, lo trovo veramente encomiabile lo spirito di sacrificio con cui quest’uomo alla sua età ancora si mette al servizio della collettività, lui è consecutivamente in Parlamento da 45 anni, ne ha 81 e minaccia che “il mio ultimo comizio lo farò in punto di morte”. Quindi auguriamogli lunga vita, adesso andrà al Parlamento europeo perché i migliori vanno esibiti all’estero, naturalmente.
C’è anche nell’Udc Magdi Allam che è quell’ex  giornalista di Repubblica e del Corriere che a un certo punto ha scoperto la vocazione del crociato proprio e che si sta proponendo come leader di un partito tutto suo. Fino a qualche mese fa voleva addirittura presentarsi da solo alle europee, poi gli hanno spiegato che forse non solo non prendeva voti ma forse non riusciva nemmeno a raccogliere le firme per presentare la lista, allora si è imbarcato nell’Udc ma proprio in veste di crociato, è quello che scriveva sempre lo stesso articolo sulle moschee dove si predica l’odio e la ribellione, il terrorismo, chiedeva l’espulsione di questo e di quell’altro imam.
Devo dire che da quando l’allarme terrorismo si è un po’ placato non è che si sentisse granché la mancanza di questo Magdi Allam, però si è pure convertito nel giorno di Pasqua a favore di Telecamere l’anno scorso, quindi un posto bisognava trovarglielo e credo che il più contento sia stato Paolo Mieli che se l’è levato dai piedi de Il corriere della sera, visto che era costretto a pubblicare sempre lo stesso articolo sull’imam non so se di Gallarate o di Carmagnola, pericolosissimi avamposti di Al Quaida.
Infine per completare l’opera dell’Udc c’è un certo Domenico Zinzi di cui parlano i giornali, lui è un casertano, è stato condannato in primo grado a Avellino a tre anni per omicidio colposo insieme a altri amministratori ritenuti colpevoli, ritenuti responsabili delle omesse misure di sicurezza che provocarono la frana nel comune di Quindici nel 1988. 11 persone morte. Uno così è ovvio, non può che essere premiato soprattutto in tempi di catastrofi e di terremoti, del resto sapete che De Mita è protagonista della grande e meravigliosa ricostruzione in Irpinia, che ci costò insieme al resto della Campania 62 mila miliardi e che non ha portato a nessun tipo di ricostruzione, tant’è che ci sono ancora persone nelle baracche. 
Ma segnalo anche la presenza nelle file dell’Udc di Saverio Romano, Saverio Romano è sotto indagine a Palermo per i suoi rapporti con Cuffaro e dunque con alcuni mafiosi, pare che il suo nome emerga di nuovo in nuove vicende di cui si parlerà molto nei prossimi mesi.
Poi c’è Ugo Bergamo, Ugo Bergamo è famoso perché è quello che ha praticamente ordinato la fucilazione in effige dei magistrati di Salerno che avevano osato occuparsi dello scandalo di Catanzaro, quindi anche lui è talmente indipendente come il Consiglio Superiore che pare sia in lista con l’Udc . E poi Pierluigi Mantini, Pierluigi Mantini è meraviglioso, è un Avvocato milanese, fino a qualche anno fa era un dipietrista sfegatato, poi progressivamente, via Margherita, è recentemente passato all’Udc . Era un nemico acerrimo dell’immunità parlamentare e adesso è diventato un sostenitore accanito dell’immunità parlamentare e quindi il suo posto è l’Udc.

Le vallette dello psiconano

Popolo delle Libertà. Bisognerà ritornarci perché ovviamente le liste del Popolo delle Libertà sono un serbatoio di impresentabili che non si può certo esaurire in pochi minuti, vi anticipo solo le chicche migliori, le punte più avanzate oltre alle professioniste di cui abbiamo parlato all’inizio.
Mastella, Mastella che fece cadere il governo Prodi e fu fregato poi da Berlusconi che gli aveva promesso venti deputati e dieci senatori sicuri, poi non ha candidato manco lui, adesso viene risarcito con un bel posto al Parlamento europeo, che insomma sono soldi, sono immunità, serve soprattutto quando si è imputati o quasi, Mastella ha ricevuto l’avviso di chiusura indagini per concussione insieme al moglie a mezzo del suo partito, quindi insomma può servire un seggio al Parlamento europeo e poi non gli era mai capitato, era dal 76 che aveva sempre sotto il sedere una poltrona, adesso questo anno di astinenza lo ha consumato, chi l’ha visto di recente l’ha trovato smunto e emaciato, adesso bisognerà in qualche modo rivitalizzarlo! 
Pomicino, Pomicino è un altro che in tempi di terremoto è proprio il caso di candidare, perché Pomicino oltre alle due condanne definitive aveva pure il processo per le ruberie sugli appalti della ricostruzione del dopo-terremoto, si salvò grazie alla prescrizione e quindi naturalmente uno che era imputato per avere rubato nella ricostruzione del dopo-terremoto bisogna proprio esporlo in vetrina al Parlamento europeo, come del resto era già fino a pochi anni fa.
Credo, se non ci sono novità, che sarà ricandidato anche Aldo Patricello, Aldo Patricello è sotto processo in Molise per la famosa variante di Venafro, costruita su piloni di cemento disarmato che rischiava di venire giù, che ha costretto l’Anas a spendere una barcata di soldi per rifare quei piloni o per metterli in sicurezza. Quindi è un altro, ha il fratello costruttore, infatti sono imputati tutti e due, il fratello fu pure arrestato, lui era Vicepresidente della giunta e quindi naturalmente visto che è imputato in udienza preliminare per le costruzioni fatte senza le dovute quantità di cemento, è ovvio che  in tempi di post-terremoto vada anche lui premiato un’altra volta con un posto al Parlamento europeo. Tra l’altro quando fu eletto non era ancora imputato, adesso invece viene riconfermato da imputato.
Se qualcuno vuole poi un po’ di Bagaglino c’è Capezzone, pare che candidino Capezzone salvo sorprese dell’ultima ora e quindi potrà dividersi tra il Parlamento europeo e quello italiano.
La chicca finale è Sinistra e libertà, il partito di Nichy Vendola, che tra gli altri candidati, alcuni anche molto decorosi , interessanti, importanti esattamente come invece l’altro partito, quello della sinistra di Claudio Fava, di Mussi etc. questi candidano il vignettista Staino. Persona gradevolissima, amabilissima etc., senonché Staino è iscritto al Pd, Staino è iscritto al Pd, si candica con Sinistra e libertà, il Pd lo dovrà espellere perché uno candidato al Pd non può candidarsi con un partito rivale e lui si è incazzato, ha detto beh “ma insomma potevano anche capirmi”. Come potevano capirti? Devi essere iscritto almeno al partito del quale ti candidi, oppure ti candidi come indipendente, ma se sei indipendente di Sinistra e libertà non puoi essere dipendente dal Pd. 
Questo è un tocco di Bagaglino finale alle nostre candidature, intanto aspettiamo che completino le formazioni e così in una delle prossime settimane daremo informazioni più definitive, ma insomma era perché veste un antipasto.
Vi segnalo in chiusura, è uscito sempre per l’autofinanziamento di questo nostro spazio che costa qualcosa e che noi riusciamo a mantenere grazie a questi Dvd, è uscito il quarto volume intitolato Io so contraddistinto dal colore verde e contiene i passaparola dell’inizio di quest’anno, quindi dall’inizio di quest’anno “Bettino nostro che sei nei cieli, Dieci piccoli indiani, Borsellino: omicidio di Stato, Io so, Intercettazioni impossibili e crimine libero, La terza repubblica di Berlusconi, La legge della Cosca, I girorondini, La macchina del complotto perpetuo e c’è una introduzione di Beppe Grillo che lascio a chi vorrà prendere questo Dvd. Ci vediamo lunedì prossimo: passate parola.

SICILIA: 500 DIRIGENTI IN PIU'

26 aprile 2009 ore 13:07 segnala
La Regione autonoma sta per approvare un’infornata di assunzioni. Risultato: un capo ogni 8,4 sottoposti

 

Ancora poche ore e la regione Si­cilia batterà un record planeta­rio: su 3.450 dipendenti, ai Beni Cul­turali, ci saranno 770 dirigenti. Il tri­plo dell'intero parco dirigenziale del­la regione Lombardia. Il tutto grazie a un'infornata di assunzioni e pro­mozioni che vedrà l'ente isolano re­galarsi, a dispetto della Corte dei Conti che aveva denunciato come ab­norme la presenza di un «colonnel­lo » ogni 8,4 «soldati semplici», altri 500 nuovi dirigenti in un colpo solo.

Certo, non è solo la Sicilia a esse­re di manica larga. Spiegava l’anno scorso uno studio dell’Università di Milano, che dai dati 2006 risulta­va una media nazionale di un diri­gente ogni 15 dipendenti ma che questa media era composta da real­tà assai differenti: da un minimo di un dirigente ogni 31 sottoposti in Puglia a uno ogni 7,7 nel Lazio. Numeri aggiornati meno di un me­se fa, sulla base dei dati della Ra­gioneria Generale dello Stato, dal Sole 24 ore: un dirigente ogni 25 dipendenti scarsi nelle Marche, ogni 22 in Emilia Romagna, ogni 17 circa in Lombardia e nel Vene­to, ogni 18 in Liguria, ogni 16 in Piemonte... Fino agli eccessi: uno ogni 8,3 in Molise e ancora ogni 7,7 nel Lazio. Vogliamo rileggere l’atto di accu­sa lanciato nel 2008 dalla Corte dei Conti alla Sicilia? «I dipendenti a carico del bilancio regionale rag­giungono la notevole cifra di 21.104 unità (erano 20.781 nel 2006), di cui 2.320 dirigenti (era­no 2.150 nel 2005, anno a cui risa­le l’ultimo rilevamento nazionale pubblicato in tabella), con un rap­porto di un dirigente ogni 8,4 di­pendenti.

Il confronto con altre re­altà regionali è improponibile sol che si consideri che in Sicilia vi è un dipendente ogni 239 abitanti, in Lombardia uno ogni 2.500 lom­bardi ». Conosciamo l’obiezione: la Sici­lia gode di uno statuto speciale quindi ha tutta una serie di compe­tenze che le regioni a statuto ordi­nario non hanno. Giusto. La stessa tabella del Sole riporta però il da­to, per fare un esempio, del Friuli Venezia Giulia. Anche quella è una regione autonoma. Ma ha un diri­gente ogni 28 dipendenti. Prova provata che l’autonomia forse c’en­tra con le competenze, e non c’è dubbio che le regioni a statuto or­dinario ne hanno di meno, ma non c’entra un fico secco con la ge­rarchia interna. Che nell’isola non è solo speciale ma specialissima. Basti dire che non solo la Sicilia ha tanti «regionali» quanto Pie­monte, Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia Romagna, Friuli e Liguria messe insieme. Ma che oltre alle fi­gure di dirigenti prima e di secon­da fascia, la Regione ha inventato quella di terza fascia.

Il risultato lo spiega Marcello Minio dei Co­bas/ Codir, che insieme con altri due sindacati autonomi (Sadirs e Siad) ha denunciato l’infornata in arrivo di assunzioni e promozioni: su 18.508 dipendenti regionali (ai quali vanno aggiunti quelli a cari­co dell’Ars, l’assemblea regionale più altri ancora) ci sono oggi un di­rigente di prima fascia, 199 di se­conda e 2.146 di terza per un tota­le di 2.346. Vale a dire che c’è un colonnello ogni 7,8 «marmittoni». Ma questo solo se si contano i 4.571 precari. Tolti quelli, il rappor­to sarebbe ancora più assurdo: un dirigente ogni 5,9 dipendenti. Cosa farebbe, davanti a un pano­rama così, il «buon padre di fami­glia » tante volte invocato da Silvio Berlusconi? Cercherebbe di dare un «drizzone», per usare una paro­la sbandierata qualche mese fa dal Cavaliere. Macché.

La manovra in­titolata «Disposizioni programma­tiche e correttive per l’anno 2009» che è firmata dal presidente Raffae­le Lombardo e dall’assessore al Bi­lancio Michele Cimino e arriva do­mani in aula dopo avere ottenuto qualche giorno fa il via libera in Commissione Bilancio, allarga la manica ulteriormente. Avvia infatti la sistemazione co­me dirigenti di seconda fascia (un paradosso: quelli di terza fascia fu­rono inventati con l’impegno che si trattava di un provvedimento non rinnovabile, quindi non se ne possono fare altri) di 55 precari un tempo a busta paga di due aziende parastatali (Italter e Sirap) sciolte perché improduttive e rimasti per anni a carico prima dello Stato e poi della Regione. Più un’altra cin­quantina di dipendenti di altre am­ministrazioni da tempo distaccati all’Assessorato regionale al Bilan­cio. Più altre 250 persone dichiara­te idonee anni fa al concorso per storici dell’arte, architetti, fisici, ar­cheologi e archivisti. Più altri 150 vincitori di questo concorso già in­quadrati ai beni Culturali con con­tratti da funzionari direttivi. Per un totale, appunto, di circa 500 nuovi dirigenti. Che porteranno a un nuovo rapporto interno: un co­lonnello ogni 6,6 dipendenti. Tolti i soliti precari, che hanno anziani­tà di precariato a volte intorno ai venti anni, uno ogni 4,9. Numeri da brivido. Che diventeranno anco­ra più incredibili, come dicevamo, al diparti­mento dei Beni cultura­li: un dirigente ogni di­pendenti e mezzo.

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«Un vero e proprio as­salto alla diligenza», de­nuncia il comunicato dei tre sindacati autono­mi, «che trasformereb­be la Regione Siciliana in una macchina cliente­lare al servizio d’una classe politica capace di varare soltanto norme per i propri accoliti». Ma passeranno an­che in aula queste scel­te, che il governo regio­nale motiva con la ne­cessità di chiudere col passato, sanare quanto va sanato e chiudere i contenziosi aperti? E’ probabile. Anche per­ché una parte non secondaria dei promossi sarebbe vicina alla sini­stra. Che avrebbe grosse difficoltà a mettersi di traverso. Si vedrà... Certo è che la scelta, accusa il presidente della commissione An­timafia siciliana Calogero Speziale, arriva in un momento in cui la Re­gione non trova la copertura finan­ziaria per la legge varata solo sei mesi fa per combattere la piovra mafiosa. «Non c’è un euro», come scrive Emanuele Lauria su Repub­blica, a sostegno degli sgravi con­tributivi e fiscali alle imprese che denunciano il racket. E non ci so­no risorse per diffondere la cultu­ra nelle scuole e alimentare il fon­do di rotazione per i beni confisca­ti alla mafia». E meno male che quella legge era stata salutata co­me «una svolta epocale»...

 

Gian Antonio Stella