L'11 gennaio 2008 scoppia l'emergenza rifiuti in Campania. Napoli è sommersa dal pattume. I motorini devono fare lo slalom tra i sacchi di immondizia. Le immagini fanno il giro del mondo. L'ormai decrepito governo Prodi, in procinto di esalare gli ultimi respiri, decide di nominare in tutta fretta l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro commissario straordinario per l'emergenza. Guido Bertolaso e Alessandro Pansa, che si erano alternati in quello stesso ruolo nei due anni precedenti, avevano fallito miseramente. La situazione sembra migliorare leggermente. I treni carichi di monnezza fanno la spola tra la Campania e la Germania. Viene messa in conto la costruzione di tre nuovi inceneritori. Vengono individuate due aree, quella di Pianura e quella di Chiaiano, dove aprire nuove discariche e sversare le montagne di rifiuti. Monta la protesta dei comitati cittadini inferociti. Nel frattempo cade il governo Prodi e la situazione degenera definitivamente.
Il 14 aprile 2008 Silvio Berlusconi si insedia a palazzo Chigi per la quarta volta. Il 12 maggio si forma il governo. Nicola Cosentino, coordinatore regionale di Forza Italia in Campania, viene nominato sottosegretario all'Economia. Coincidenza: Cosentino è parente acquisito del boss del clan dei casalesi Giuseppe Russo, detto Peppe O' Padrino. Ma, come si sa, i parenti, uno non è che può sceglierseli. Al suo posto, in Campania, come coordinatore vicario del Pdl, viene scelto l'ex ministro delle Comunicazioni del governo Berlusconi III, Mario Landolfi, appartenente ad Alleanza Nazionale. Coincidenza: sia il nome di Cosentino che quello di Landolfi sono apparsi nelle confessioni del collaboratore di giustizia Michele Orsi, che li ha accusati apertamente di scambiarsi favori con la Camorra nell'ambito degli appalti per lo smaltimento dell'immondizia. Michele Orsi è un importante imprenditore campano, arrestato l'anno prima insieme al fratello per lo scandalo del Consorzio Eco4 attivo nello smaltimento dei rifiuti. Da qualche mese ha cominciato a parlare e fare nomi di politici in forte odore di Camorra. Tra questi, appunto, Cosentino e Landolfi.
Il 21 maggio Berlusconi tiene il primo consiglio dei ministri a Napoli e approva un decreto legge per far fronte all'emergenza. Guido Bertolaso, quello che aveva fallito miseramente un anno prima, viene nominato sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega ai rifiuti. Il decreto prevede la progettazione di quattro inceneritori, uno in più di quanto stabilito dal governo Prodi, e, in barba a tutte le norme vigenti in materia, persino quelle comunitarie, si decide di sversare nelle nuove discariche ogni tipo di rifiuti, anche quelli più pericolosi. Per superare la resistenza dei comuni locali Berlusconi decide di militarizzare le discariche e le fa presidiare da soldati in divisa con tanto di mitra.
Dieci giorni dopo, domenica 1 giugno 2008, a Casal di Principe, regno incontrastato del clan camorristico dei Casalesi, cade ammazzato brutalmente sotto i colpi di mitra il collaboratore di giustizia Michele Orsi, quello che aveva da poco iniziato a parlare. Coincidenza: quattro giorni più tardi, giovedì 5 giugno, avrebbe dovuto deporre in un'udienza di un altro processo, sempre sulle irregolarità dello smaltimento dei rifiuti, tra i cui imputati figurava anche Mario Landolfi, accusato di corruzione, aggravata dall'avere agevolato l'organizzazione mafiosa. Da tempo l'autorità giudiziaria aveva chiesto che Orsi venisse messo sotto un programma di protezione speciale, ma la scorta non era mai arrivata. Roberto Saviano usa parole pesanti per commentare l'accaduto. Parla di analogie tra l'omicidio di Michele Orsi e l'omicidio di Salvo Lima del '92, sottintendendo come la Camorra abbia alzato il tiro e voglia mandare messaggi diretti alla politica. Nessuno pare raccogliere la denuncia. Fan tutti finta di non capire. D'Avanzo, addirittura, su Repubblica, accusa Saviano di essere imprudente e semplicistico.
Il 16 luglio 2008 Berlusconi annuncia ufficialmente la fine dell'emergenza rifiuti in Campania. Gli elicotteri del TG5 ronzano nei cieli per mostrare le vie del centro storico di Napoli completamente pulite. Tanto basta per gridare al miracolo e perchè le telecamere abbandonino completamente le zone incriminate. Non importa che la monnezza è stata spostata qualche chilometro più in là, ad ammorbare le periferie, dove si susseguono giorno e notte roghi a cielo aperto. La terra dei fuochi, come l'ha battezzata Saviano. L'emergenza rifiuti è mediaticamente terminata. E si sa: quando le telecamere si spengono, ogni cosa prima inquadrata smette di istantaneamente di esistere.
Il 28 agosto 2008, a poco più di un mese di distanza dall'annuncio della fine dell'emergenza rifiuti, quando gli Italiani stanno tornando dalle spiagge, cominciano a trapelare le rivelazioni del boss della Camorra Gaetano Vassallo, che in realtà aveva iniziato a collaborare con i magistrati in tutta segretezza qualche mese prima, il primo aprile 2008: "Temo per la mia vita e per questo ho deciso di collaborare con la giustizia e dire tutto quello che mi riguarda, anche reati da me commessi. In particolare, intendo riferire sullo smaltimento illegale dei rifiuti speciali, tossici e nocivi, a partire dal 1987-88 fino all'anno 2005. Smaltimenti realizzati in cave, in terreni vergini, in discariche non autorizzate e in siti che posso materialmente indicare, avendo anche io contribuito..."
Un racconto sconvolgente che narra per filo e per segno vent'anni di scempi che hanno ridotto il territorio campano ad uno sversatoio abusivo a cielo aperto. Vassallo è impietoso. Sa tutto del meccanismo perverso che ha permesso di creare l'emergenza rifiuti in Campania. Lo sa, perchè è stato lui l'inventore materiale del business del traffico dei rifiuti, al soldo di Francesco Bidognetti, colui che insieme a Sandokan, Francesco Schiavone, domina il clan dei Casalesi. E' lui che ha curato direttamente i rapporti con i politici compiacenti. E' lui che ha gestito fondi e investimenti. Coincidenza: prima di buttarsi nel business Vassallo prese la tessera di Forza Italia e puntò tutto sul partito di Berlusconi.
Vassallo racconta tutto. Racconta di amministrazioni corrotte, di sindaci collusi, di forze dell'ordine a disposizione della camorra. Tutti uniti in questo folle gioco che frutta miliardi su miliardi. Dieci centesimi per ogni chilo di rifiuti sversati illegalmente. Il richiamo è talmente forte che le imprese di tutta Italia, soprattutto del nord, iniziano a fare affari con la Camorra e a spedire giù in Campania tonnellate di immondizia. Ovviamente sorvolando ogni tipo di burocrazia e ogni tipo di controllo sulla tossicità di tali rifiuti. Vassallo non si perde in storielle. Va subito al sodo. Indica tutte le imprese campane che hanno usufruito del traffico criminale. Svela che sarebbero state coperte da logge massoniche segrete. Fa il nome di Licio Gelli. Ma soprattutto fa i nomi dei referenti politici che hanno permesso tutto questo.
Sono parole sconvolgenti che gettano una luce sinistra sull'omicidio Orsi: "Confesso che ho agito per conto della famiglia Bidognetti quale loro referente nel controllo della società Eco4 gestita dai fratelli Orsi. Ai fratelli Michele e Sergio Orsi era stata fissata una tangente mensile di 50 mila euro. Posso dire che la società Eco4 era controllata dall'onorevole Nicola Cosentino e anche l'onorevole Mario Landolfi vi aveva svariati interessi. Presenziai personalmente alla consegna di 50 mila euro in contanti da parte di Sergio Orsi a Cosentino, incontro avvenuto a casa di quest'ultimo a Casal di Principe. Ricordo che Cosentino ebbe a ricevere la somma in una busta gialla e Sergio mi informò del suo contenuto".
Vassallo racconta nei minimi particolari tutti gli incontri tra Cosentino e i boss camorristici e gli impegni presi da quest'ultimo per la costruzione dell'inceneritore di Santa Maria La Fossa. Cosentino fece in modo che l'appalto finisse nelle mani del boss Schiavone tenendo fuori il gruppo del boss Bidognetti.
Il 19 settembre 2008 a Castelvolturno si consuma l'ennesima strage di Camorra. Sei nordafricani vengono trucidati a bruciapelo in un raid teso a riaffermare il predominio sulla zona del boss Giuseppe Setola, al cui clan sono affiliati i Letizia. Appena dieci giorni dopo, il 30 settembre, i Carabinieri del comando di Caserta arrestano gli artefici dell’eccidio. Sono Alessandro Cirillo, Oreste Spagnuolo ed il ventottenne Giovanni Letizia, già ricercato per l'omicidio di Michele Orsi. Il 14 gennaio 2009, in un edificio diroccato di Trentula Ducenta, al confine con il Lazio, finisce anche la latitanza di Giuseppe Setola.
Il 22 marzo il Milan è impegnato in trasferta contro il Napoli. Per la prima volta, vengono accuratamente evitati i lussuosi hotel sul lungomare partenopeo. Kaka e compagni vengono dirottati sul più modesto Hotel Olimpia in località Sant'Antimo, un paesino sperduto nel desolato hinterland. L’Hotel Olimpia rientra nell’impero economico della famiglia Cesaro. Coincidenza: il leader della famiglia è Luigi Cesaro, deputato Pdl. Sui suoi pregressi legami coi clan della zona si soffermava a lungo la relazione di fuoco redatta dai commissari prefettizi inviati a Sant’Antimo dopo lo scioglimento per camorra del 1991.
Luigi Cesaro. Questo nome non è nuovo. Anche il boss pentito Gaetano Vassallo ha da poco fatto il suo nome, oltre a quelli di Cosentino e Landolfi, nell'ambito della collusione tra mafia e politica che investe lo scandalo rifiuti. Vassallo non usa mezze parole: "Luigi Cesaro è un fiduciario del clan di Bidognetti". Insomma, Cesaro sarebbe un uomo dei boss. Tra le altre cose, racconta di un incontro a cui assistette personalmente tra Cesaro e Luigi Guida, detto 'o ndrink, un camorrista pregiudicato trafficante di armi per la famiglia Bidognetti. Racconta delle mazzette che Cesaro versava ai clan. Racconta degli affari che Cesaro siglava con i boss della zona.
Quattro giorni dopo la partita Napoli-Milan, il 26 marzo, Berlusconi torna a Napoli per presenziare personalmente all'accensione dell'inceneritore di Acerra, quello che dovrà bruciare le tonnellate di rifiuti giacenti nelle discariche campane. E' solo un'operazione di facciata, l'inceneritore non inizierà a bruciare prima della fine dell'anno.
Domenica 26 aprile Berlusconi torna a Napoli per la quattordicesima volta da quando è primo ministro. Però lo fa in incognito. Viene "pizzicato" ad una festa di compleanno nei pressi di Casoria. Coincidenza: Casoria è una delle roccaforti dei Casalesi. La festeggiata è una ragazzina di 18 anni, Noemi Letizia, che chiama il premier col nomignolo affettuoso di "papi". Berlusconi giustificherà l'accaduto dicendo che il padre della ragazza, Benedetto-Elio Letizia, l'ha convinto a tutti i costi a passare di lì per il compleanno della figlia. Dice di aver conosciuto Letizia dai tempi del PSI: "Era l'autista di Craxi". Bobo Craxi lo smentisce e Berlusconi giura di non aver mai pronunciato quelle parole. Nessuno dei vecchi del PSI ha mai sentito nominare Elio Letizia. Berlusconi dice che Letizia gli aveva parlato al telefono di possibili candidati per le amministrative. Gli interessati negano di averlo mai conosciuto. Berlusconi prima dice di conoscere da poco Noemi, poi fa arretrare la conoscenza alla morte tragica del fratello di lei, dice di non averla mai incontrata da sola, ma poi si viene a sapere che frequenta da tempo tutte le feste mondane che il cavaliere organizza. Pressato dai cronisti Elio Letizia dirà che sotto il legame tra la sua famiglia e Berlusconi "c'è un segreto". C'è chi giura che Elio Letizia abbia avvicinato Berlusconi solo qualche mese fa, in occasione della presenza a Napoli del premier per risolvere la questione rifiuti.
Coincidenza: Elio Letizia aveva già avuto dei guai con la giustizia nel lontano 1993 per una storia di corruzione. Venne definito "il dominus di quell’organizzazione criminale che aveva il controllo del mercato delle compravendite di licenze commerciali". Viene indagato e rinviato a giudizio, ma il processo non parte mai. Misteriosamente insabbiato per 16 lunghi anni. Da semplice impiegato comunale ha subito tre sospensioni dal lavoro. Solo nel 2007 è stato riammesso a palazzo San Giacomo. Nel 2005 ha dichiarato 12.376 euro di redditi. La moglie invece gestisce un'edicola. Coincidenza: nonostante l'apparente ristrettezza economica della famiglia Letizia, la figlia Noemi risulta avere vari appartamenti intestati a suo nome, gira in Mercedes con l'autista, organizza feste sfavillanti nei locali più in di Casoria con decine e decine di invitati. Coincidenza: la security del premier era stata avvistata già in mattinata nel locale dove si sarebbe svolta la festa per bonificare il territorio. Coincidenza: stando alla ricostruzione di Berlusconi, una perturbazione atmosferica improvvisa avrebbe anticipato la partenza in elicottero da Milano. Coincidenza: il premier si presenta alla festa di cui non sapeva nulla fino a pochi momenti prima con un collier dal valore di 6 mila euro. Rimane chiuso in aereo all'aeroporto di Capodichino per più di un'ora aspettando l'inizio della festa. Coincidenza: ad attenderlo nel locale di Casoria una troupe di fotografi di Chi che lo immortaleranno nelle famose foto. Coincidenza: Chi è un settimanale italiano di gossip e cronaca rosa di proprietà Mondadori, ovvero del gruppo Berlusconi.
La notte del 9 maggio, poco prima dell'annunciata presenza di Berlusconi, a Marcianise, in provincia di Caserta, compaiono manifesti senza parole, listati a lutto: al centro sei bare ed una croce. E' una chiara minaccia di morte. Libero pubblica in prima pagina la foto dei manifesti con tanto di titolo: "Berlusconi minacciato dalla Camorra". Berlusconi annulla all'ultimo momento la visita.
Il 19 maggio, dopo la cattura in Spagna del boss Raffaele Amato, a Secondigliano un blitz porta in manette quasi cento persone ritenute affiliate agli Scissionisti. In nottata arriva l’arresto a San Cipriano d’Aversa del boss Franco Letizia, uno fra i cento latitanti più ricercati d’Italia. Siamo nei giorni in cui infuria la polemica tra Veronica Lario e il marito per il "ciarpame senza pudore". Coincidenza: alle 12:18 in punto nelle redazioni arriva un lancio Ansa. E’ firmato dalla giovane corrispondente casertana Rosanna Pugliese: "Nessuna parentela tra l’arrestato Franco Letizia ed il papà di Noemi, lo affermano “gli inquirenti che operano nel casertano". Nessuno l'aveva mai sospettato. Che bisogno c'è di dare un non-notizia?
L'8 giugno arrivano i risultati delle elezioni amministrative. Il Pdl sfonda a Napoli, un feudo da tempo in mano alla sinistra. Se si confrontano i dati con le passate elezioni i rapporti di forza paiono completamente ribaltati. Il Pdl e la sua coalizione passano dal 37% al 58%. Il nuovo presidente della provincia di Napoli può finalmente liberare la sua gioia.
Ultima coincidenza: sapete chi è costui? E' Luigi Cesaro. Vi dice niente?
Se volete sapere che faccia abbia e quali siano i suoi programmi, guardatevi il video. E piangete.
COINCIDENZE
11 giugno 2009 ore 17:46 segnala10905252
L'11 gennaio 2008 scoppia l'emergenza rifiuti in Campania. Napoli è sommersa dal pattume. I motorini devono fare lo slalom tra i sacchi di immondizia. Le immagini fanno il giro del mondo. L'ormai decrepito governo Prodi, in procinto di esalare gli ultimi respiri, decide di nominare in tutta fretta...

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11/06/2009 17:46:59
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