NO ALLA CENSURA !!!

05 luglio 2011 ore 21:22 segnala



La delibera 668/2010 dell'Agcom, prevede l'introduzione di un meccanismo automatico di cancellazione o inibizione dei siti sospettati di aver violato il diritto d'autore.

In pratica, di fronte a una violazione del diritto d'autore, l'Autorità potrebbe intervenire sia erogando sanzioni pecuniarie, sia ordinando ai provider di oscurare i siti web in modo da renderli irraggiungibili, il tutto senza alcun coinvolgimento di un'autorità giudiziaria.

Sotto la lente dell'Agenzia finirebbero tutti i blog personali e le pagine private degli utenti, ma anche le testate online: basterà una minima violazione (pochi secondi di una canzone, pochi spezzoni di un film) per incorrere nelle sanzioni e nelle cancellazione dei contenuti postati online.





"Noi difendiamo il diritto dell’autore ad una giusta ricompensa, ma ci opponiamo fermamente a chi intende strumentalizzare ignoranza e paura al fine di promulgare delibere che hanno il solo scopo di proteggere gli interessi finanziari dei soliti noti, ovvero di quei pochi lobbisti che si servono di Agcom a mo’ di longa manus per appropriarsi di un bene comune che molti già considerano un ‘diritto universale dell’uomo’: Internet”

L' Involuzione della Specie

30 giugno 2011 ore 23:29 segnala


Premessa: Ho sempre avuto la passione per la psicologia, purtroppo non ho potuto pensare a prendermi una laurea perchè la mia 'testa' (intesa come voglia ) ed una carriera scolastica turbolenta me l'hanno impedito.




Detto questo.. CHARLES TU CE LO DOVEVI DIRE.. Non puoi saltare fuori con i discorsi sull' Origine e l'evoluzione della specie, sulla selezione naturale e tante belle cose dimenticandoti quel piccolo particolare:


L'Evoluzione di una specie, in primis quella umana, compie un percorso di evoluzione raggiungendo un apogeo evolutivo per poi decadere lentamente nella barbaria..


Eh si perchè questo piccolo particolare è fondamentale e non potevi ignorarlo..

Non mi puoi dire che la nostra è una specie in evoluzione. Prendi il paragone tra due Tamarri (vanno bene anche quelli della trasmissione) e due Australopithecus (Lucy per intenderci):

Scena Uno si salutano (o rispondono al telefono): semplice no OH EH AH BEH OK, volete sapere come si scambiavano i messaggi gli ominidi preistorici OHO OHO OHO (L'onomatopeico non è il mio forte ma ci intendiamo);

Scena due il litigio: Oh beh che vuoi (spinta) e Vattene te ribbalto (mostrando il fisico) .. Scena tipica per il nostro ominide che per dimostrare la sua forza si batte sul petto scoraggiando i rivali.

Ora abbandoniamo i nostri quattro ominidi (Ops scusate i due ominidi ed i due tamarri) e proseguiamo..
Credo che a furia di stare con i cellulari molti funzionino come con un'antenna, avendo poco campo, quando parlano si capisce una parola si e quattro no e quando scrivono è peggio ancora.

Io, non dico di uscire tutti come formati dai Lincei usando un linguaggio tardo rinascimentale ma almeno un linguaggio per cui non serva il traduttore universale di Star Trek.
Poi do una notizia sconvolgente: LE VOCALI NON SI PAGANO !! SONO DI LIBERO UTILIZZO, SERVONO A COMPLETARE LE PAROLE..

Ed infine, se le vostre conoscenze delle lingue straniere, prendi l'inglese è al massimo a "Where is the Pen? The pen is on the table" non vi avventurate in un mondo straniero: SPIAGGIA = BEACH no BICH. VITA = LIFE no LAIF

Ultima cosa, perchè poi passo troppo per il vecchio e petulante zio, a volte mi piacerebbe avere qualcuno con cui parlare di qualche argomento sensato, ok io non ho un quoziente intellettivo degno del MENSA e nemmeno cerco qualcuno o qualcuna con tale requisito ma è possibile che non si trovi mai uno o una persona con cui parlare di qualcosa di diverso da : SESSO, BELLEZZA, SHOPPING, MOTORI, SPORT ed affini..

CHARLES Tu ora prendi scendi e finisci quello che hai iniziato, ho già in mente il titolo:

DALLA SCOPERTA DEL FUOCO AI TABLET: ORIGINE EVOLUZIONE ED INVOLUZIONE DELLA SPECIE UMANA

.. Non sei bello !!

29 giugno 2011 ore 23:11 segnala
".. Non sei bello"






Da qui voglio iniziare a scrivere. Non voglio giudicare, non sono nessuno per farlo. Voglio fare una semplice riflessione, tutto qua.
Una riflessione sulla infima condizione morale attuale di una parte della popolazione, specie di quella che frequenta social network, chat ed affini.

La generazione GRANDE FRATELLO, AMICI, UOMINI E DONNE, TAMARREIDE la generazione che ha fatto delle apparenze l'unico grande valore che regola l'esistenza.

Beh contenti voi, credo che giudicare una persona persona principalmente o solamente dal suo aspetto fisico sia come giudicare un libro solo dalla copertina.

La bellezza può essere un valore aggiunto ma sono altre le cose importanti: gli atteggiamenti, il modo in cui uno parla e ragiona, il modo in cui uno si pone nei confronti delle altre persone.

Questo non lo penso e scrivo come la favoletta della 'Volpe e l'Uva' perchè faccio parte dei ragazzi non da copertina ma perchè negli anni e stata sempre una cosa che mi ha fatto inca..are: vedere persone che si permettono di trattare tutti dall'alto al basso perchè 'sono belli e possono avere amici ed amori che vogliono' mentre altri, che magari avevano molto di più da dare, nemmeno presi in considerazione perchè non erano alti belli e muscolosi.

Con questo non voglio generalizzare, ci sono belli e pieni di valori come ci sono 'brutti e stronzi' ma forse la gente dovrebbe imparare a vivere ed analizzare bene quali siano i veri valori importanti perchè

'La bellezza esteriore passa, la bellezza interiore resta per sempre'
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".. Non sei bello" « IMMAGINE: http://www.writersdream.org/images/monster_book.jpg » Da qui voglio iniziare a scrivere. Non voglio giudicare, non sono nessuno per farlo. Voglio fare una semplice...
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Il Cerchio della Vita

28 giugno 2011 ore 18:53 segnala


Ciao Piccolo..
Non hai un nome e non lo avrai mai.
Ti hanno trovato davanti al mio Box, camminavi a stento e non riuscivi ad aprire le ali.
Ti hanno portato a casa, ti abbiamo visto ed abbiamo capito che per te non ci sarebbe stato un domani;
Abbiamo provato a darti da mangiare, un pò di pane inzuppato nel latte, con una siringa ma non riuscivi neanche ad aprire il becco ed i tuoi occhi erano socchiusi, facevi tenerezza a guardarti.
Ti ho preso tra le mani, ti abbiamo accarezzato, cullato nella nostra concezione umana di non 'farti sentire solo' in quelli che per te erano gli ultimi momenti. Forse abbiamo 'umanizzato' la tua morte ma a me piace pensare che tu sia partito sereno.
Ad un certo punto hai cinguettato ed aperto le ali un paio di volte ma si era capito che non era un canto il tuo, uno di quei canti che si sentono in questa stagione, il tuo era un saluto ed una richiesta al Grande Spirito di accoglierti tra le sue grandi e paterne braccia.
Chissà forse da qualche parte c'è una madre che a suo modo ha pianto la tua scomparsa ed almeno per un attimo ha sofferto la tua assenza.

Oggi sono ripassato sotto l'albero dove ho preferito appoggiarti piuttosto che 'buttarti da qualche parte' ed ho visto che gli spazzini stavano già iniziando il loro lavoro:

É IL CERCHIO DELLA VITA E NESSUNO LO PUO' INTERROMPERE !!
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« IMMAGINE: http://img.izismile.com/img/img2/20090518/bird_01.jpg » Ciao Piccolo.. Non hai un nome e non lo avrai mai. Ti hanno trovato davanti al mio Box, camminavi a stento e non riuscivi ad aprire...
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Discorso Carattere ~ Big Kahuna

27 giugno 2011 ore 00:02 segnala
Phil: C'è una cosa che voglio dirti. E voglio che ascolti con molta attenzione perché è molto importante. L'uomo che abbiamo appena cacciato da qui...
Bob: Non direi che abbiamo cacciato qualcuno.
Phil: L'uomo che è uscito da questa camera un momento fa è un mio carissimo amico. Perché lo conosco ormai da tanto tempo? Beh, ci sono un bel po' di persone che conosco da un bel pezzo e ad alcune non farei neanche pulire il culo del mio cane. Altre mi sono del tutto indifferenti. Non contano per me. Ma Larry per me conta molto, e la ragione è che posso fidarmi, io so che posso fidarmi. È onesto.
Bob: È onesto o è solo brutale?
Phil: È onesto, Bob, e anche brutale, certo, il che a volte fa parte dell'essere onesto. Perché tante persone sono brutali ma non sono oneste. Larry non è uno di quelli, Larry è una persona onesta. Anche tu sei una persona onesta, ne sono convinto, perché radicato profondamente dentro di te c'è qualcosa che combatte per l'onestà. La domanda che è bene che tu ti faccia è se questo qualcosa è presente in tutti gli aspetti della tua vita.
Bob: Che vorrebbe dire?
Phil: Vuol dire che il tuo propagandare Gesù, non è diverso da quando Larry o chiunque altro propaganda i lubrificanti. Non ha importanza se cerchi di vendere Gesù, o Buddah, o i diritti civili, o come arricchirsi nel settore immobiliare senza rischiare un soldo. Questo non fa di te un essere umano, semmai fa di te un agente vendite. Se vuoi parlare con qualcuno sinceramente, da essere umano, chiedigli dei suoi figli, scopri quali sono i suoi sogni, solo per saperlo, per nessun altra ragione. Perché appena cerchi di prendere le redini di una conversazione per pilotarla, non è più una conversazione, è un pistolotto. E tu non sei un essere umano, sei un venditore, un piazzista.
Bob: Perdonami se rispettosamente dissento.
Phil: Stavamo parlando prima del carattere, mi hai fatto delle domande sul carattere, e allora si è parlato delle facce, ma la questione è molto più profonda di così. La questione è: tu ne hai di carattere o no? E se vuoi la mia sincera opinione Bob, non ne hai. Per la semplice ragione che ancora non provi rammarico per qualcosa.
Bob: Vuoi dire che non avrò carattere finché non avrò fatto qualcosa che mi rincresce?
Phill: No Bob. Perché di sicuro hai fatto tante cose di cui rincrescerti, solo che non sai quali sono. È quando alla fine le scopri, quando vedi l'assurdità di qualcosa che hai fatto, e desidereresti tornare indietro, cancellarlo, ma sai di non potere. Perché è troppo tardi. Quindi quella cosa non puoi che prenderla e portarla con te. Perché ti ricordi che la vita va avanti. Il mondo girerà anche senza di te. Alla fine tu non conti. È allora che acquisterai il carattere. Perché l'onestà emergerà da dentro di te. E come un tatuaggio ti resterà impressa nella faccia. Fino a quel giorno, in ogni caso, non ti puoi aspettare di arrivare oltre un certo punto.
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Phil: C'è una cosa che voglio dirti. E voglio che ascolti con molta attenzione perché è molto importante. L'uomo che abbiamo appena cacciato da qui... Bob: Non direi che abbiamo cacciato qualcuno....
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I Cento Passi

26 giugno 2011 ore 23:28 segnala
Stamattina Peppino avrebbe dovuto tenere il comizio conclusivo della sua campagna elettorale.
Non ci sarà nessun comizio e non ci saranno più altre trasmissioni. Peppino non c'è più, è morto, si è suicidato. No, non sorprendetevi perché le cose sono andate veramente così. Lo dicono i carabinieri, il magistrato lo dice. Dice che hanno trovato un biglietto: "voglio abbandonare la politica e la vita".

Ecco questa sarebbe la prova del suicidio, la dimostrazione. E lui per abbandonare la politica e la vita che cosa fa: se ne va alla ferrovia, comincia a sbattersi la testa contro un sasso, comincia a sporcare di sangue tutto intorno, poi si fascia il corpo con il tritolo e salta in aria sui binari. Suicidio.

Come l'anarchico Pinelli che vola dalle finestre della questura di Milano oppure come l'editore Feltrinelli che salta in aria sui tralicci dell'Enel. Tutti suicidi. Questo leggerete domani sui giornali, questo vedrete alla televisione. Anzi non leggerete proprio niente, perché domani stampa e televisione si occuperanno di un caso molto importante: Il ritrovamento a Roma dell'onorevole Aldo Moro, ammazzato come un cane dalle brigate rosse.
E questa è una notizia che naturalmente fa impallidire tutto il resto.

Per cui chi se ne frega del piccolo siciliano di provincia, ma chi se ne fotte di questo Peppino Impastato.

Adesso fate una cosa: spegnetela questa radio, voltatevi pure dall'altra parte, tanto si sa come vanno a finire queste cose, si sa che niente può cambiare. Voi avete dalla vostra la forza del buonsenso, quella che non aveva Peppino.
Domani ci saranno i funerali. Voi non andateci, lasciamolo solo. E diciamolo una volta per tutte che noi siciliani la mafia la vogliamo. Ma non perché ci fa paura, perché ci dà sicurezza, perché ci identifica, perché ci piace. Noi siamo la mafia. E tu

Peppino non sei stato altro che un povero illuso, tu sei stato un ingenuo, sei stato un nuddu miscato cu niente.

Monologo Finale ~ Big Kahuna

26 giugno 2011 ore 23:25 segnala
Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.

Quante possibilità avevi di fronte
e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.

Non preoccuparti del futuro.


Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.

I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.

Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!

Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.


Lavati i denti.

Non perdere tempo con l'invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.

La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.


Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...

Conserva tutte le vecchie lettere d'amore,
butta i vecchi estratti-conto.

Rilassati!

Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.


Prendi molto calcio.

Sii gentile con le tue ginocchia,
quando saranno partite ti mancheranno.

Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.

Goditi il tuo corpo,
usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.

Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.

Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.

Cerca di conoscere i tuoi genitori,
non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli,
sono il miglior legame con il passato
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.

Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.


Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.

Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.

Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant'anni, sembreranno di un ottantacinquenne.

Sii cauto nell'accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.



Ma accetta il consiglio... per questa volta.
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Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare. Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto. E in un...
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Steve Jobs a Stanford 2005

23 giugno 2011 ore 14:01 segnala
Sono onorato di essere qui con voi oggi alle vostre lauree in una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. Anzi, per dire la verità, questa è la cosa più vicina a una laurea che mi sia mai capitata. Oggi voglio raccontarvi tre storie della mia vita. Tutto qui, niente di eccezionale: solo tre storie.

La prima storia è sull’unire i puntini.


Ho lasciato il Reed College dopo il primo semestre, ma poi ho continuato a frequentare in maniera ufficiosa per altri 18 mesi circa prima di lasciare veramente. Allora, perché ho mollato?

E’ cominciato tutto prima che nascessi. Mia madre biologica era una giovane studentessa di college non sposata, e decise di lasciarmi in adozione. Riteneva con determinazione che avrei dovuto essere adottato da laureati, e fece in modo che tutto fosse organizzato per farmi adottare fin dalla nascita da un avvocato e sua moglie. Però quando arrivai io loro decisero all’ultimo minuto che avrebbero voluto adottare una bambina. Così quelli che poi sono diventati i miei genitori adottivi e che erano in lista d’attesa, ricevettero una chiamata nel bel mezzo della notte che gli diceva: “C’è un bambino, un maschietto, non previsto. Lo volete voi?” Loro risposero: “Certamente”. Più tardi mia madre biologica scoprì che mia madre non si era mai laureata al college e che mio padre non aveva neanche finito il liceo. Rifiutò di firmare le ultime carte per l’adozione. Poi accetto di farlo, mesi dopo, solo quando i miei genitori adottivi promisero formalmente che un giorno io sarei andato al college.

Diciassette anni dopo andai al college. Ma ingenuamente ne scelsi uno altrettanto costoso di Stanford, e tutti i risparmi dei miei genitori finirono per pagarmi l’ammissione e i corsi. Dopo sei mesi, non riuscivo a vederci nessuna vera opportunità. Non avevo idea di quello che avrei voluto fare della mia vita e non vedevo come il college potesse aiutarmi a capirlo. Eppure ero là, che spendevo tutti quei soldi che i miei genitori avevano messo da parte lavorando per tutta la loro vita. Così decisi di mollare e avere fiducia che tutto sarebbe andato bene lo stesso. Era molto difficile all’epoca, ma guardandomi indietro ritengo che sia stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell’attimo che mollai il college, potei anche smettere di seguire i corsi che non mi interessavano e cominciai invece a capitare nelle classi che trovavo più interessanti.

Non è stato tutto rose e fiori, però. Non avevo più una camera nel dormitorio, ed ero costretto a dormire sul pavimento delle camere dei miei amici. Guadagnavo soldi riportando al venditore le bottiglie di Coca cola vuote per avere i cinque centesimi di deposito e poter comprare da mangiare. Una volta la settimana, alla domenica sera, camminavo per sette miglia attraverso la città per avere finalmente un buon pasto al tempio Hare Krishna: l’unico della settimana. Ma tutto quel che ho trovato seguendo la mia curiosità e la mia intuizione è risultato essere senza prezzo, dopo. Vi faccio subito un esempio.

Il Reed College all’epoca offriva probabilmente la miglior formazione del Paese relativamente alla calligrafia. Attraverso tutto il campus ogni poster, ogni etichetta, ogni cartello era scritto a mano con calligrafie meravigliose. Dato che avevo mollato i corsi ufficiali, decisi che avrei seguito la classe di calligrafia per imparare a scrivere così. Fu lì che imparai dei caratteri serif e san serif, della differenza tra gli spazi che dividono le differenti combinazioni di lettere, di che cosa rende grande una stampa tipografica del testo. Fu meraviglioso, in un modo che la scienza non è in grado di offrire, perché era artistico, bello, storico e io ne fui assolutamente affascinato.

Nessuna di queste cose però aveva alcuna speranza di trovare una applicazione pratica nella mia vita. Ma poi, dieci anni dopo, quando ci trovammo a progettare il primo Macintosh, mi tornò tutto utile. E lo utilizzammo tutto per il Mac. E’ stato il primo computer dotato di una meravigliosa capacità tipografica. Se non avessi mai lasciato il college e non avessi poi partecipato a quel singolo corso, il Mac non avrebbe probabilmente mai avuto la possibilità di gestire caratteri differenti o font spaziati in maniera proporzionale. E dato che Windows ha copiato il Mac, è probabile che non ci sarebbe stato nessun personal computer con quelle capacità. Se non avessi mollato il college, non sarei mai riuscito a frequentare quel corso di calligrafia e i persona computer potrebbero non avere quelle stupende capacità di tipografia che invece hanno. Certamente all’epoca in cui ero al college era impossibile unire i puntini guardando il futuro. Ma è diventato molto, molto chiaro dieci anni dopo, quando ho potuto guardare all’indietro.

Di nuovo, non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete solo unirli guardandovi all’indietro. Così, dovete aver fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire. Dovete credere in qualcosa – il vostro ombelico, il destino, la vita, il karma, qualsiasi cosa. Questo tipo di approccio non mi ha mai lasciato a piedi e invece ha sempre fatto la differenza nella mia vita.

La mia seconda storia è a proposito dell’amore e della perdita.


Sono stato fortunato: ho trovato molto presto che cosa amo fare nella mia vita. Woz e io abbiamo fondato Apple nel garage della casa dei miei genitori quando avevo appena 20 anni. Abbiamo lavorato duramente e in 10 anni Apple è cresciuta da un’azienda con noi due e un garage in una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti. L’anno prima avevamo appena realizzato la nostra migliore creazione – il Macintosh – e io avevo appena compiuto 30 anni, e in quel momento sono stato licenziato. Come si fa a venir licenziati dall’azienda che hai creato? Beh, quando Apple era cresciuta avevamo assunto qualcuno che ritenevo avesse molto talento e capacità per guidare l’azienda insieme a me, e per il primo anno le cose sono andate molto bene. Ma poi le nostre visioni del futuro hanno cominciato a divergere e alla fine abbiamo avuto uno scontro. Quando questo successe, il Board dei direttori si schierò dalla sua parte. Quindi, a 30 anni io ero fuori. E in maniera plateale. Quello che era stato il principale scopo della mia vita adulta era andato e io ero devastato da questa cosa.

Non ho saputo davvero cosa fare per alcun imesi. Mi sentivo come se avessi tradito la generazione di imprenditori prima di me – come se avessi lasciato cadere la fiaccola che mi era stata passata. Incontrai David Packard e Bob Noyce e tentai di scusarmi per aver rovinato tutto così malamente. Era stato un fallimento pubblico e io presi anche in considerazione l’ipotesi di scappare via dalla Silicon Valley. Ma qualcosa lentamente cominciò a crescere in me: ancora amavo quello che avevo fatto. L’evolvere degli eventi con Apple non avevano cambiato di un bit questa cosa. Ero stato respinto, ma ero sempre innamorato. E per questo decisi di ricominciare da capo.

Non me ne accorsi allora, ma il fatto di essere stato licenziato da Apple era stata la miglior cosa che mi potesse succedere. La pesantezza del successo era stata rimpiazzata dalla leggerezza di essere di nuovo un debuttante, senza più certezze su niente. Mi liberò dagli impedimenti consentendomi di entrare in uno dei periodi più creatvi della mia vita.

Durante i cinque anni successivi fondai un’azienda chiamata NeXT e poi un’altra azienda, chiamata Pixar, e mi innamorai di una donna meravigliosa che sarebbe diventata mia moglie. Pixar si è rivelata in grado di creare il primo film in animazione digitale, Toy Story, e adesso è lo studio di animazione più di successo al mondo. In un significativo susseguirsi degli eventi, Apple ha comprato NeXT, io sono ritornato ad Apple e la tecnologia sviluppata da NeXT è nel cuore dell’attuale rinascimento di Apple. E Laurene e io abbiamo una meravigliosa famiglia.

Sono sicuro che niente di tutto questo sarebbe successo se non fossi stato licenziato da Apple. E’ stata una medicina molto amara, ma ritengo che fosse necessaria per il paziente. Qualche volta la vita ti colpisce come un mattone in testa. Non perdete la fede, però. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha trattenuto dal mollare tutto sia stato l’amore per quello che ho fatto. Dovete trovare quel che amate. E questo vale sia per il vostro lavoro che per i vostri affetti. Il vostro lavoro riempirà una buona parte della vostra vita, e l’unico modo per essere realimente soddisfatti è fare quello che riterrete un buon lavoro. E l’unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate. Se ancora non l’avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Con tutto il cuore, sono sicuro che capirete quando lo troverete. E, come in tutte le grandi storie, diventerà sempre migliore mano a mano che gli anni passano. Perciò, continuate a cercare sino a che non lo avrete trovato. Non vi accontentate.

La mia terza storia è a proposto della morte.


Quando avevo 17 anni lessi una citazione che suonava più o meno così: “Se vivrai ogni giorno come se fosse l’ultimo, sicuramente una volta avrai ragione”. Mi colpì molto e da allora, per gli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni qualvolta la risposta è “no” per troppi giorni di fila, capisco che c’è qualcosa che deve essere cambiato.

Ricordarsi che morirò presto è il più importante strumento che io abbia mai incontrato per fare le grandi scelte della vita. Perché quasi tutte le cose – tutte le aspettative di eternità, tutto l’orgoglio, tutti i timori di essere imbarazzati o di fallire – semplicemente svaniscono di fronte all’idea della morte, lasciando solo quello che c’è di realmente importante. Ricordarsi che dobbiamo morire è il modo migliore che io conosca per evitare di cadere nella trappola di chi pensa che avete qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione per non seguire il vostro cuore.

Più o meno un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Ho fatto la scansione alle sette e mezzo del mattino e questa ha mostrato chiaramente un tumore nel mio pancreas. Non sapevo neanche che cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che si trattava di un cancro che era quasi sicuramente di tipo incurabile e che sarebbe stato meglio se avessi messo ordine nei miei affari (che è il codice dei dottori per dirti di prepararti a morire). Questo significa prepararsi a dire ai tuoi figli in pochi mesi tutto quello che pensavi avresti avuto ancora dieci anni di tempo per dirglielo. Questo significa essere sicuri che tutto sia stato organizzato in modo tale che per la tua famiglia sia il più semplice possibile. Questo significa prepararsi a dire i tuoi “addio”.

Ho vissuto con il responso di quella diagnosi tutto il giorno. La sera tardi è arrivata la biopsia, cioè il risultato dell’analisi effettuata infilando un endoscopio giù per la mia gola, attraverso lo stomaco sino agli intestini per inserire un ago nel mio pancreas e catturare poche cellule del mio tumore. Ero sotto anestesia ma mia moglie – che era là – mi ha detto che quando i medici hanno visto le cellule sotto il microscopio hanno cominciato a gridare, perché è saltato fuori che si trattava di un cancro al pancreas molto raro e curabile con un intervento chirurgico. Ho fatto l’intervento chirurgico e adesso sto bene.

Questa è stata la volta in cui sono andato più vicino alla morte e spero che sia anche la più vicina per qualche decennio. Essendoci passato attraverso posso parlarvi adesso con un po’ più di cognizione di causa di quando la morte era per me solo un concetto astratto e dirvi:

Nessuno vuole morire. Anche le persone che vogliono andare in paradiso non vogliono morire per andarci. E anche che la morte è la destinazione ultima che tutti abbiamo in comune. Nessuno gli è mai sfuggito. Ed è così come deve essere, perché la Morte è con tutta probabilità la più grande invenzione della Vita. E’ l’agente di cambiamento della Vita. Spazza via il vecchio per far posto al nuovo. Adesso il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo lontano diventerete gradualmente il vecchio e sarete spazzati via. Mi dispiace essere così drammatico ma è la pura verità.

Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno che cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario.

Quando ero un ragazzo c’era una incredibile rivista che si chiamava The Whole Earth Catalog, praticamente una delle bibbie della mia generazione. E’ stata creata da Stewart Brand non molto lontano da qui, a Menlo Park, e Stewart ci ha messo dentro tutto il suo tocco poetico. E’ stato alla fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer e del desktop publishing, quando tutto era fato con macchine da scrivere, forbici e foto polaroid. E’ stata una specie di Google in formato cartaceo tascabile, 35 anni prima che ci fosse Google: era idealistica e sconvolgente, traboccante di concetti chiari e fantastiche nozioni.

Stewart e il suo gruppo pubblicarono vari numeri di The Whole Earth Catalog e quando arrivarono alla fine del loro percorso, pubblicarono il numero finale. Era più o meno la metà degli anni Settanta e io avevo la vostra età. Nell’ultima pagina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna di prima mattina, il tipo di strada dove potreste trovarvi a fare l’autostop se siete dei tipi abbastanza avventurosi. Sotto la foto c’erano le parole: “Stay Hungry. Stay Foolish.”, siate affamati, siate folli. Era il loro messaggio di addio. Stay Hungry. Stay Foolish. Io me lo sono sempre augurato per me stesso. E adesso che vi laureate per cominciare una nuova vita, lo auguro a voi.

Stay Hungry. Stay Foolish.


Grazie a tutti.
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Sono onorato di essere qui con voi oggi alle vostre lauree in una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. Anzi, per dire la verità, questa è la cosa più vicina a una laurea...
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23/06/2011 14:01:09
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La storia di CAPPUCCETTO ROSSO raccontata dal LUPO (Ver. #1)

16 giugno 2011 ore 14:02 segnala
Erano diversi giorni che il lupo non ingoiava un boccone.
Non era vecchio, non era malato, semplicemente non aveva più la sua casa.
L’uomo “cattivo”, con la sua incuria e la sua fame di denaro, gli stava portando via la casa e il
cibo.
Nel bosco doveva passare un’autostrada.
Non c’era quasi più niente di quello che era stato il suo bosco, la sua dimora, fin da quando
cucciolo con gli altri lupi correva e scorrazzava allegramente.
Oggi nessun animale tutti spariti, scappati o portati via negli zoo (i più fortunati).
L’unica cosa rimasta era un sentiero brullo che attraversava quello che rimaneva del suo
regno, e proprio dal quel sentiero il lupo si incamminò in cerca di qualcosa da mangiare.
All’ingresso del paese incontrò una casa con un bellissimo e grande giardino. “Forse si
mangia”, pensò.
Si sollevò lentamente sulle zampe posteriori e dalla finestra vide Cappuccetto Rosso con un
cesto colmo di provviste per la nonna.
Nel frattempo la nonna era stata avvisata dal cacciatore reale che l’ultimo lupo cattivo si
aggirava nelle vicinanze del paese, che sarebbe stato il caso di prendere delle precauzioni e
che lui sarebbe ripassato più tardi a controllare.
La nonna per nulla spaventata chiese a Cappuccetto Rosso se durante il tragitto verso casa sua
avesse notato qualcosa di strano.
Cappucetto Rosso le rispose di si.
Le disse: “Nonna, il bosco non c’è più, sono rimasti solo pochi alberi spogli lungo il sentiero,
non ci sono più gli scoiattoli, non si sente più il profumo dei fiori freschi, solo rumori e cattivo
odore”.
Il lupo intanto non aveva più alternative. Non era vendetta la sua, ma solo fame.
Ruppe la finestra ed entrò in casa.
A quel punto la nonna afferrò Cappuccetto Rosso e la trascinò dietro di sé (come in un gesto di
protezione).
La nonna esclamò: “Cosa vuoi lupo? Non vedi che c’è una bambina spaventata? Cosa sei
venuto a fare? tornatene nel bosco”.
Il lupo rispose:”Non posso nonna, il bosco non c’è più, me lo avete portato via voi, ed io sono
giorni che non mangio”.
A quel punto la nonna sentì dei rumori nel giardino: era il cacciatore reale che tornava per
controllare.
La nonna esclamò: “Lupo, presto, nasconditi sotto il tavolo della cucina!”.
Il cacciatore si avvicinò alla casa e quando vide la finestra rotta chiese alla nonna se era tutto
a posto e se magari fosse stato il lupo cattivo a romperla. la nonna rispose che non c’erano
problemi e che a rompere il vetro era stata Cappuccetto Rosso mentre giocava in giardino.
Il cacciatore salutò e tornò sui suoi passi.
Cappuccetto Rosso guardò negli occhi la nonna e non riusciva a capirne il comportamento.
C’era il lupo sotto il tavolo e la nonna aveva detto al cacciatore che non c’erano problemi.
Cappuccetto Rosso pensò: “La nonna sarà impazzita?”
Allora la nonna chiese al lupo di uscire dal suo nascondiglio sotto al tavolo, e gli disse:”Ti
chiedo perdono lupo”, e gli offrì il cesto colmo di provviste che Cappuccetto Rosso aveva
portato con sé.
“Ma nonna” disse Cappuccetto Rosso “cosa stai facendo?”
“Nulla nipote mia, i lupi non sono cattivi” disse “cerco di riparare ai nostri errori ed orrori”.
Cappuccetto Rosso si ricordò di quello che aveva visto mentre andava dalla nonna e capì il
perché di quel gesto.
Il lupo visse contento e morì felice nel giardino della casa della nonna.
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Erano diversi giorni che il lupo non ingoiava un boccone. Non era vecchio, non era malato, semplicemente non aveva più la sua casa. L’uomo “cattivo”, con la sua incuria e la sua fame di denaro, gli...
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16/06/2011 14:02:17
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Il Lupo

16 giugno 2011 ore 13:58 segnala


Io ed il Lupo.


Come è nata la mia passione per i lupi ? Bella domanda, non lo so, penso sia stata una logica conseguenza del fatto che mi chiamavano lupo solitario per la mia voglia e desiderio di starmene per i fatti miei; da qui forse la mia passione che ormai dura da anni ed anni e che mi porta a collezionare qualsiasi cosa ne abbia l'apparenza (Impresa ardua data la fama di questo animale che porta la gente a collezionare e produrre in quantità industriale gadget di qualsiasi animale compreso lo scarabeo stercoraro ma che porta all'avversione per il canide in questione) e che un giorno, spero, mi porti a vederne uno dal vivo.

Qualcuno mi potrà dire che è un animale cattivo, aggressivo e via discorrendo, credo che sia un pò come me, mal conosciuto e valutato solo per alcuni lati del suo carattere: i lupi mostrano un affetto per i propri cuccioli maggiore rispetto ad altri animali, così come è nota la sua monogamia (che lo porta talvolta a portare una sorta di 'lutto' alla morte del compagno/a) ed infine è nota la loro saggezza per quanto riguarda le tecniche di caccia (cosa che li ha portati ad essere studiati da alcune popolazioni come quelle pellerossa e quelle mongole).

Mi direte che è aggressivo ed attacca uccidendo anche l'uomo. Beh credetemi non ho mai avuto notizia di un lupo che uccide un suo simile per un parcheggio o per noia, così come non ho mai sentito di lupi che fanno morire i cuccioli dimenticandoli in auto per andarsi a divertire, cosa che altre 'bestie' fanno..