Cerchi nel cielo

17 aprile 2012 ore 16:07 segnala
Come una piuma, conquistata dal vento
disegna ampie parabole nel cielo
ora la vedi ora si confonde col bianco delle nuvole,
così io da qui me ne andai,
e qui ritornai
con la cenere addosso
per aver guardato negli occhi
il sole!

Amico nel cuore

04 maggio 2009 ore 11:49 segnala

Il mio amico mi guarda, ed un poco mi aliena da lui,

vorrei trovare parole o formule magiche, per tenerlo stretto a me,

il mio amico elucubra, con pieno diritto

e nel suo elaborare dati ed idee, si allontana, come un palloncino

staccatosi dal filo, staccandosi da me.

Il mio amico mi manca quotidianamente, è un continuo buongiorno,

buonasera, che sa solo di formalità,

e poco di amore.

Il mio amico stà già volando via, ed io a naso in sù

piango e con la mano saluto.

Giornato priva di vento.

L'impegno sociale

04 maggio 2009 ore 11:46 segnala
Dietro un vetro opaco osservo il mondo
ed è chiaro che io, o lui, insomma entrambi, non siam fatti l'uno per l'altro.
Ricordo da giovane che agitavo le braccia per lamentarmi di qualcosa,
che bussavo alle porte perchè qualcuno capisse, ma ora,
dietro un vetro opaco lascio che accada, avrei troppo da lamentare, troppo da protestare,
non avrei abbastanza tempo per dire tutto.
E comunque, questo vetro opaco, mi consente di fare un po' ciò che voglio,
di scusarmi, di assecondarmi, di non prendermi sul serio, mentre giudico gli altri.
Alla fine mi piace questa passività, che meno mi consuma di quando,
preso da fame di giustizia, con la cartella dei buoni e cattivi in mano,
inseguivo, fermavo, puntualizzavo,
e gli altri, più avanti di me, già aveva bruciato le tappe,
e sorridevano.

Farfalla per poco

22 aprile 2009 ore 14:10 segnala
 Sono nato farfalla e ho pochi giorni per vivere. Sono nato farfalla e vivo appiccicato ad un vetro

ne tentativo di passarlo, nella volontà di uscire

di abbracciare quel verde che vedo aldilà del vetro.

E ho le ali per volare, ma vivo attaccato ad un vetro,

ed ho la fantasia per creare, ma di qua non mi muovo,

sono nato farfalla ma sogno perfettamente come te

sono nato farfalla, ma per quel poco di tempo che ho

vorrei amare esattamente come te.

Mi vedo appoggiarmi su rami di baobab

mi sento trascinato da venti tunisini,

mi sogno sfiorare soli mediorientali

mi trovo o battere e ribattere su un vetro di magazzino

sporco, polveroso, solo, di un bagno.

Mi è restato poco tempo, e sogno.

Generale inverno

19 febbraio 2009 ore 11:06 segnala
Il generale inverno, ha preso possesso del paese:

l’ululato del vento allontana buoni propositi,

il fischio creato dai fili elettrici,

il fruscio dei rami, le antenne che dondolano,

declamano la loro arresa.

La pioggia si abbatte sui vetri e insiste a provare ad entrare,

dalle porte, mi turba, mi innervosisce.

È tutto chiuso, è meglio tener chiuso ogni spiraglio,

è meglio tacere ed aspettare che lo spazio venga da lui definitivamente conquistato,

quando il silenzio si potrà ascoltare, quando la pace ci fredderà il sangue,

quando ogni oggetto si depositerà,

invocheremo l’arrivo, della primavera.

Su ordinazione....

03 febbraio 2009 ore 12:55 segnala
Chi volete che io sia?

Devo essere un bonaccione, sempre sorriso, sempre presente?

Devo essere un serioso padre, con una parola buona per tutto, un abbraccio tra le gente?

Devo essere un caloroso padrone, che accarezza e striglia se necessario?

Come volete che io sia? Devo sempre centrare bersaglio?

Salato, tritato, condito di giusto punto,

sorriso alla mano, capelli ordinati, sguardo attento?

Puntuale agli appuntamenti, con tanto di agenda ed ombrello,

o giocoliere che lancia birilli, nasconde conigli sotto il cappello?

Son biondo o pelato, moro o brizzolato?

Son subito da te, o aspetto quest’oretta, per prepararmi ai tuoi perché!

Sono bello, sono inutile, con parole o con silenzi,

come volete che mi addobbi, con cappotto o giacchetta leggera?

Seduto composto a questa tavola ad aspettare che tu pranzi,

o mi tuffo sulle portate e mi abbuffo fino a questa sera?

Son costante o scanzonato, vero o artefatto, libero o sposato?

Sono uno, son nessuno, sono centomila facce,

sono chi dopo quel bacio, non ha più lasciato tracce!

Riflessioni

30 gennaio 2009 ore 09:23 segnala
Cerco un senso, dei miei trentasette anni, un fil rouge che attraversi la mia vita,

ed in mezzo a scatoloni di ricordi, sacchetti di avvenimenti,

pile di giornali con segnati appuntamenti, più o meno storici,

c’è poco che possa trasparire, esaltare, che possa segnare, me.

Tra lavori travagliati, affetti prima negati poi essenziali come le vele per l’albero maestro,

tra amici persi e ritrovati, persi,

forse solo il libro della vita di mio padre, libro corto, mancante di pagine,

pieno di imprecisioni, ma libro in cui mi leggo,

in cui mi rispecchio, su cui piango tutto il pianto trattenuto al momento adatto.

Sono nato con il tv in bianco e nero, sono arrivato nell’era del pc e del palmare,

ma son nato pure tra poco affetto, e son arrivato arido come un povero deserto.

Aspetto quotidianamente un motivo per sparire, un’occasione per mancare,

aspetto un senso per restare, e lo intravedo solo,

nel sorriso di mio figlio.

Forse il senso è mio figlio?

È il mio capolavoro, certo, ma so pure,

che non ha bisogno di me per crescere, io son cresciuto senza mio padre,

che non ha bisogno di me per sopravvivere,

io son sopravvissuto a me,

fin’ora,

senza un senso, fin’ora.

Il giorno della nostra memoria!

27 gennaio 2009 ore 16:59 segnala

Oggi taccio! il giorno della memoria è molto più importante delle cose che dico, penso o faccio!

è un giorno che ricorda avvenimenti terribili, che ricorda la pochezza dell'uomo, della religione, delle idee, ma pure ricorda la grandezza dell'uomo, della religione, delle idee.

tutto sta dalla parte che lo si vede.

io lo vedo dalla parte degli ebrei, dei rom, dei gay, degli 'studenti biblici' degli obiettori, di tutti coloro che più forti dei forni, più forti dei camini, più forti del pugno di chi ha il coltello dalla parte giusta, più forti del Fuhrer, del papa, del duce, dell'obbligo, delle vetrine che venivano rotte, dei diritti negati, dei vagoni riempiti, dei bambini separati dai genitori, più forti del massacro, più forti degli idioti che negano, più forti dei poveretti che oggi dicono che allora erano dalla parte degli ebrei, ma dovevano adeguarsi.

tutto sta dalla parte di dove lo si vede.

io credo che chi è morto, vive, chi sopravvisse per codardia

è morto!

ricordare perchè non accada più, ricordare per continuare e continuare ed ancora continuare,

a condannare stato chiesa codardi omertosi.

luca

'Message in a bottle'

26 gennaio 2009 ore 11:14 segnala
Vi  parlo dalla mia isola, un rettangolo di terra che galleggia sul mare,

e non è un paradiso, come lo puoi immaginare,

e non è idilliaca, come leggi scritto nei romanzi.

Ma è comunque la mia isola, con ringhiere di ferro, battuto poco,

con cartelli pubblicitari, logori, con fermate d’autobus, abbandonate.

Ma è comunque la mia isola, quella nella quale approdai,

dopo vite sciupate a trovarmi motivazioni, ragioni, traguardi,

è quella in cui approdai, dopo mesi di tempeste, tormente, pesce crudo.

Ho con me una cesta i ricordi, ho un bacio di mio figlio, un abbraccio di mia moglie,

un occhio malizioso di incontri casuali.

Ho in questo sacco un libro, pieno o traboccante di pagine bianche,

un secchio di inchiostro, uno scatolone, un baule di idee.

Ho una barchetta, una piccola barchetta di carta, fatta da me, fatta a mano,

fatta perché spesso mi viene la voglia di liberarmi della mia isola, privata,

e quando preso dalla crisi la metto in acqua,

quando in balia dei ricordi la varo, con spumante e salatini per gli invitati,

che non ci sono,

quando faccio per salirci su, ho paura,

so di essere ai confini del mare, so che questa terra piatta ha una fine,

che poco più in là il mare cade per chilometri nel vuoto,

non so dove arrivi, e resto qui.

Resto posato sul’asfalto della mia isola a scrutare l’orizzonte,

mangio ciò che resta, resta solo una mela,

poi resto io, sulla mia isola, a galleggiare sul mare.

Rapporti

22 gennaio 2009 ore 10:58 segnala
Mi scanso, evitando così di incontrare

la mia parte migliore.

Rimango nella mia posizione, togliendomi pietre,

cominciando dal basso.