Il mio pezzo di cuore

22 gennaio 2009 ore 09:01 segnala
Poveri figli nel vento, come fogli di carta,

posati, ordinati sul tavolo, ma leggeri e vulnerabili alle correnti d’aria.

Figli che sorridono, quando son così ancora piccoli, che ignorano cosa li aspetta la fuori,

che gioiscono della vita che gli abbiam donato, che ci malediranno

passata l’adolescenza.

Poveri figli, pieni di baci ed abbracci, nelle prime ore del mattino,

carichi di energia nel pomeriggio di giochi,

con gli occhi assonnati all’ora di cena,

che osservano i nostri occhi assonnati e che ancora, con coraggio illimitato

chiedono di giocare con loro.

Poveri figli che il vento ora li prende e li porta in volo, un volo definitivo

tra torti, soddisfazioni, rinunce, complicità,

li porta tra scelte e respiri, tra studi e sotterfugi,

poveri bimbi, portati dal vento nel cielo della vita,

nella tormenta dei problemi, nella tempesta della coscienza.

Vi vorrei in grembo, come un canguro sempre con me, come una scimmia col piccolo sulle spalle,

come un pesce con i figli in bocca,

ed invece mio figlio mi guarda, mi sorride,

mi conferma il suo bene, si volta

e guarda i giorni passare in tv.

'XFactor'

21 gennaio 2009 ore 09:10 segnala
Ebbene si, mi piace XFACTOR!

Vi deludo? Dirò che non esiste reality che apprezzo, e che guardo; guardai il primo G.F. ai suoi tempi perché, ovvio, era una novità, e il gusto del voyeurismo non mi manca, ma mi è bastato….

Poi son seguiti tutti gli altri, tra mediaset e rai, che trovo davvero sciocchi: che mi frega di vedere che fa o che dice un ‘poveretto’ che per vivere non ha di meglio da fare che farsi vedere fare niente in tv…..che mi frega se gli piace più una dell’altra o viceversa, se dice bianco o se pensa nero, se piange, finge o va a letto….trovo davvero idiota il G.F.

Uguale l’isola, la fattoria, e chi più ne ha più ne metta, vedere ad esempio un trans, che è passato dai filmetti più poveri dei cinepanettoni, al parlamento dove ovvio, trovano posto tutti, tranne coloro che hanno idee, a vincere l’edizione dell’isola, con commenti del tipo: ‘un trionfo della sinistra italiana’……..!

Però, XFactor, mi piace, amo la musica, amo chi ha idee, chi le esprime in poesia e musica, amo chi ha il coraggio di osare, cioè far musica in controtendenza, musica nuova, musica di nicchia, e riconosco che per farlo, il prezzo da pagare è spesso passare attraverso la musica commerciale o orecchiabile.

XFactor perlomeno, presenta gente che sa fare qualcosa, sa cantare, sa esprimersi, non è un nulla facente come G.F. o un Vip che cerca ribalta come gli altri reality, sono sconosciuti, come me, che cercano di inseguire un sogno, illusione, perché ormai son ben pochi coloro che potranno mai inserirsi nella costellazione dei cantanti…penso che tra un anno, se chiederanno chi sia la Ferreri, sembrerà una contrazione tra un auto da corsa e le merendine, purtroppo per lei, o per fortuna per noi, chi lo sa…..

Una volta si chiamavano ‘meteore’, coloro che facevano un successo o due e poi sparivano, oggi è la prassi, dentro l’occhio del ciclone per un anno o due e poi silenzio, tanto che i più intelligenti riescono a intraprendere strade alternative, parallele alla musica magari, ma i più vulnerabili annegano in depressione, alcool o sostanze….speciali, anzi, stupefacenti….

Che con la musica ormai non si possa più vivere lo dimostrano i fatti: ormai i cantanti fanno dei dvd, delle comparse, delle fondazioni, delle trasmissioni, quando vendono 100.000 cd vincono questo o quello, se qualche decennio fa si fossero fatti questi numeri la casa discografica lasciava a piedi il cantante o il gruppo….

Oggi vogliamo sempre novità, generi nuovi ma che siano simili ai vecchi….sperimentazioni che assomiglino agli altri….facce nuove in play-back su canzoni conosciute….

Siamo pigri mentalmente, non abbiamo voglia di meditare su cosa dice, su com’è la musica, sul lavoro che c’è dietro, ci basta il successo preconfezionato da ascoltare: testi idioti, musiche semplici, accordi facili, atmosfere ruffiane…

E’ in tutto ciò allora XFactor che c’entra?

Poco, ma da speranza….

A Daniela

19 gennaio 2009 ore 14:50 segnala
Con un principio di sorriso, si apre questo giorno di mezzo inverno,

tra nasi umidi e sciarpe tenute vive dal vento.

Una nebbia ci abbraccia laddove non possiamo pubblicamente abbracciarci,

per cento motivi costituzionali, per dettami morali, per scelte tra i denti.

Il ciottolato del centro sembra girare concentrico attorno a noi,

e spostarsi come le immagini di un ciclone qua e là per l’america.

Che bello che è il centro, con tanto di alberi che al nostro passaggio,

si chinano verso noi a domandare, tipo servitù, se manca qualcosa, se tutto è

di comune gradimento.

Ma certo che si, eppure forse no, sarebbe tutto da cambiare, o forse tutto da lustrare,

o meglio tutto da illuminare con gocce di sole, e raggi di pioggia.

Quel sorriso è ormai completo, questo proposito realizzato,

ed il genio sorride malizioso e mi dice:

‘Te ne restano altri due!’

'dejà-vu'

19 gennaio 2009 ore 11:25 segnala
Come senza forza, senza forza, aggiungo soprammobili ai miei ripiani,

che se ricordi richiamano, specie nei pomeriggi autunnali,

sono un impegno enorme, da spolverare, cosa che

ne mette in discussione il valore.

Come senza voglia, senza voglia, richiamo gli ultimi dieci numeri della rubrica,

per capire se per caso qualcuno mi ha chiamato davvero,

con uno scopo, con il motivo di parlare con me.

Come senza fiducia, sfiduciato, apro per un’altra volta la porta di casa,

ed esco, tra la bufera, il vento, la nebbia che offusca, il sole che acceca,

e non intuisco le frasi, gli sguardi i doppi sensi degli occhi.

Come da ragazzino, che avevo gli amici tra le dita,

e le ragazze mi filavano ma io non le vedevo, non le sentivo,

come da ragzzino quando avevo il mio appuntamento in piazza con gli amici,

e chi me lo toglieva, e chi me lo impediva,

la gioia di essere con loro,

la trasparenza di chi invece mi invitava, mi sbirciava.

Come senza respiro, senza respiro, sfoglio album di fotografie di decenni fa,

mi immergo nelle effusioni delle immagini a colori, in bianco e nero,

decido di non uscir più di casa, di aver visto abbastanza,

mi scelgo come compagnia e rifiuto, le auto, lo smog, le strade, il caos,

anche te.

'Il grande sogno'

16 gennaio 2009 ore 09:53 segnala
Ieri sera sotto il cuscino, ho trovato una chiave,

una chiave d’oro, di quelle semplici, di una volta, una chiave da fiaba,

e con questa chiave in mano, mi son addormentato.

 

Per fortuna, ho trovato quella chiave, appena appena infatti,

ho trovato un portone chiuso con un catenaccio e, incredibile,

la chiave lo ha aperto!

 

Così, entrato, ho trovato tutto ciò che per anni ho messo via,

spiagge in penombra, colline anguste, amici nuovi sconosciuti

e poi corse su strade che ancora devo trovare

pianti senza vergogna davanti a giudici o patriarchi

e bollicine di idee, soffi di bisbigli,

canti, giochi, quanto divertimento, poca, pochissima razionalità,

ed è motivo di sopravvivenza.

 

Come non oltrepassare più, quel portone?

Come restare in quel limbo di inconscio?

Come fuggire ad importanti ed istituzionali responsabilità,

dettatemi dal ruolo societario che ricopro?

 

Tengo per ora la chiave

a portata di mano,

sospiro.

Nei miei sogni

14 gennaio 2009 ore 10:21 segnala
Come faccio a restare dentro i sogni?

I miei luoghi preferiti son nei sogni, strade strette di collina, luce sempre di pomeriggio tardo,

circondato da amici, affetti, anche persone che non ci son più.

Passeggiate su ombrose spiagge, percorsi accidentati, porte sempre aperte.

Ed ho sempre cose da fare che mi dan soddisfazione,

che mi divertono,

che mi spaventano, ma tanto son sogni.

Come posso evitare di andarmene quando suona la sveglia,

quando magari sono nel bel mezzo della storia, quando son proprio preso

ad andare a fare o brigare.

Non ci si crede, ma è un dispiacere ogni volta lasciare questi posti magici, quotidiani,

in cui accade tutto, in cui ogni pazzia ha una logica, ovvio,

in cui se mi fan male o danni, tanto è un sogno,

in cui se stavo vivendo così bene,

è purtroppo un sogno.

Leggerissime piume

08 gennaio 2009 ore 15:09 segnala
Non aprire quell’armadio, te ne prego,

che non ricordo se ho sistemato tutti i miei scheletri

sufficientemente bene.

Che non voglio che il tuo sorriso, la tua fiducia,

diventino solo un bel ricordo di stagioni precedenti.

Non aprire quella porta, non toccare quel telefono,

non guardare la rubrica,

cos’altro ho mai dimenticato?

Ma che stupido che sono,

il mio cuscino perde piume e fingo che sia comodo:

io potrò pure ammucchiarlo, fino a che potrò,

ma le piume che svolazzano,

come le cancellerò?

Tutte le lettere d'amore F. Pessoa

23 dicembre 2008 ore 12:53 segnala
Tutte le lettere d'amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d'amore se non fossero
ridicole.

Anch'io ho scritto ai miei tempi lettere d'amore,
come le altre,
ridicole.

Le lettere d'amore, se c'è l'amore,
devono essere
ridicole.

Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d'amore
sono
ridicoli.

Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d'amore
ridicole.

La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.

Il meglio che arriva

22 dicembre 2008 ore 08:27 segnala
Il meglio deve ancora arrivare, ed io starò qua ad aspettarlo

guardo nervosamente l’orologio, alzo lo sguardo ad ogni rumore che sento,

non c’è appuntamento o incrocio precedentemente stabilito, quindi è chiaro che potrebbe essere ovunque, anche qui, anche domani.

Il meglio della mia vita, deve ancora arrivare, tra stagioni che pragmaticamente trascorrono,

senza spesso salutare, senza far cenni con gli occhi.

Mentre maree e lune si alternano, nutrendo piccoli crostacei e speranze,

con estati di giallo e eccitante blu, inverni di bianco ed attonito grigio.

ma ci son su, ci son dentro e non posso che lasciarmi trasportare

nell’attesa nell’esasperante tic tac dell’orologio, delle ore

degli anni che, loro si, allontanandosi

salutano.

'Fini Dixit'

18 dicembre 2008 ore 11:20 segnala

cos'ha detto? cosa cosa?

in un'era in cui la parola 'tabù' non ha più significato, perlomeno applicato, in cui si accusa quotidianamente il presidente del consiglio di qualche frode, si imita e ironizza sul papa, tempo fa vietatissimo, in cui forse solo il presidente della repubblica ancora gode di una leggera aurea protezionistica, Fini ha detto cose sul rapporto chiesa/fascismo, pazzesche! tabù, appunto, uno degli ultimi....

ma è vero? è falso, e 'opportunismo'?

ma da perfetti 'semi' ignoranti della storia della seconda guerra mondiale, vogliamo semplicemente decidere in base ai fatti?

l'atto più famoso, più conosciuto, più pubblico del periodo fascista, furono i patti lateranensi: la chiesa diceva, ciò che è mio, è mio, voi più in là di qua non andate! e poi?  e poi....?

ma si alzò mai la voce dell'allora papa contro mussolini o hitler? si fece mai una condanna pubblica delle azioni nazifasciste? si invitarono mai i fedeli all'ostruzionismo al boicotaggio come spesso invece accade oggi per tutti quei provvedimenti che vanno contro gli interessi del vaticano centinaia, migliaia di volte meno pazzeschi, disumani pericolosi, quali le leggi razziali?

cosa facevano i cattolici, i buoni 'padri' le delicatissime 'sorelle' o vescovi o cardinali in quel periodo? sono storia le denunce all'autorità di dove si nasconndessero ebrei che cercavano di fuggire a quelle vergognose catture! sono storia bambini strappati a genitori 'disertori' del partito fascista e richiusi in orfanotrofi ovviamente cattolici dove ovviamente avrebbero rimesso in sesto i loro poveri cervelli rovinati da genitori antifascisti! sono storia le foto di vescovi e cardinali seduti accanto i capi del fascismo in celebrazioni, messe, inaugurazioni, allora come oggi, poi! di messe contenenti canti o preghiere specifiche per chiedere il sostegno divino per lo sforzo fascista o nazista!

ma poi scusate: non è la storia più semplice e gigantesca, il fatto che centinaia di ebrei italiani, migliaia, venivano razziati, sotto gli occhi di tutti, senza che nessuno sollevasse un minimo problema, senza che alcuno si offendesse, ecco anche solo offendesse? facile la questione: erano loro ad essere ebrei, peggio per loro! i cattolici erano dalla parte giusta!!!! quella nazifascista!!!!

e allora di cosa, vaticano, chiesa osservatore romano e quali altri scagnozzi, devono lamentarsi, devono protestare, devono sentirsi offesi, è la storia che parla, i fatti, i morti, le torture, bambini che se andava bene erano strappati alle famiglie, se male uccisi come tutti gli altri, erano i negozi bruciati di questi ebrei, i lavori tolti, i valori azzerati, perchè erano ebrei, o polacchi o rom, o di religioni diverse da quella che sponsorizzava il fascismo italiano: religione cattolica!

ps: credo in Dio, credo in Cristo, non credo in coloro che dicono di rappresentarLi!