Indifferenza dell’azione individuale

07 dicembre 2007 ore 11:22 segnala
Qualunque cosa tu faccia o non faccia nella tua vita, la società non cambierà il suo corso. Ogni atto compiuto è unico, reale e determinante, e prescinde dalle sue motivazioni.

Tutti gli atti o avvenimenti si incatenano sempre nell’unico modo consentito dal sistema.

Nessuno di noi è indispensabile ad esso: un altro prenderà il posto che tu avrai lasciato. Se togli una goccia dal mare, questa vi ritorna. (Ovviamente non mi riferisco ai suoi aspetti etici, morali, ecc..)

Progresso

06 dicembre 2007 ore 02:11 segnala
Il progresso ha un suo ritmo obbligato.

Il progresso è spinto dai giovani e frenato dai “vecchi”.

Il “vecchio” ha visto molto, riflette sull’esperienza, ha molti dubbi e poche certezze. Il giovane ha forza, entusiasmo, fa’ e sbaglia; si corregge e rifà di nuovo.

Nella nostra vita la Quantità vince sulla Qualità. La società progredisce a caso, come i sassi che si arrotondano nel fiume.

Conta più fare subito, che corrisponde alla cultura pratica, che non il fare, meglio, in un “dopo” che potrebbe non arrivare mai.

Verso una nuova storia

04 dicembre 2007 ore 21:33 segnala
La storia dell’uomo è stata accompagnata da ideologie che ne hanno caratterizzato le singole fasi. Epoche collegate ad una determinata corrente di pensiero e superate nei secoli col rinnovamento culturale. Il passaggio dei massimi sistemi di pensiero è sempre avvenuto in modo irruento, con processi di rinnovamento culturale fondati principalmente sulla denigrazione della precedente corrente.

Alla fine dell’800 la Socialdemocrazia tedesca lanciò delle parole d’ordine per enunciare la fine della forza propulsiva della Comune di Parigi. Non era un attacco sferrato alla Comune di Parigi in sé, bensì un superamento ideologico dalle posizioni di classe a quelle riformiste.

Nel secolo scorso anche Enrico Berlinguer affermava che la spinta propulsiva della Rivoluzione d’Ottobre si stava esaurendo, proponendo nuove parole d’ordine alla base dell’ideologia comunista. Anche in questo caso non erano contestati i contenuti della Rivoluzione in sé, poiché il centro della discussione era la trasformazione del Pci da forza comunista a forza socialdemocratica (ovvero la premessa della Bolognina).

Oggi siamo in un altro processo storico, un invisibile cambiamento orchestrato dalle forze liberiste, volto alla denigrazione di ideali che vanno ben oltre al semplice concetto di appartenenza politica.

Il vergognoso modo in cui il Tg2 ha parlato, a più riprese, ed "educato" venti milioni di italiani sulla Rivoluzione d'Ottobre; l'invocazione di Luca Volontè (Udc) volta a mettere i comunisti fuorilegge anche in Italia; l'articolo di Bifo pubblicato il 7 novembre da Liberazione , nel quale si sostiene l'idea stravagante (ma pericolosa) secondo cui la Rivoluzione d'Ottobre sarebbe stata prodotta dalla depressione di Lenin: sono solo gli ultimi segni di un attacco su vasta scala contro la Rivoluzione russa che passa sui grandi media di destra e a volte anche di sinistra.

La Rivoluzione d'Ottobre è stata e rimane un evento di così grande portata nell'intera storia dell'umanità che non bastano certo alcune cialtronerie di fase a sminuirne il ruolo oggettivo. Essa - per l'immensa portata che ha avuto la sua concreta evocazione di un mondo nuovo - si difende da sé, come l'invenzione della ruota o la nozione della doppia elica del Dna.

La Rivoluzione d’Ottobre ebbe il grande merito di dire a tutta l’umanità che i rapporti di produzione capitalistici non sono immutabili. Disse una volta per tutte che il socialismo è possibile.

Riconosco il contributo che il cristianesimo, attraverso il quinto comandamento -"non uccidere" - ha dato alla costituzione, sul piano planetario, del tabù dell'assassinio. Come si fa a non riconoscere ai comunisti, alla Rivoluzione d'Ottobre, il tentativo di costituire un altro tabù, altrettanto rivoluzionario e volto a cambiare la storia dell'umanità e cioè il tabù dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo?

La destra tende a demonizzare il comunismo attraverso la strumentalizzazione dei suoi errori e delle sue degenerazioni. I comunisti conoscono la loro storia. Sanno ammettere l’errore dove realmente vi è stato. Con questo non si può ridurre il pensiero comune al semplice superamento del comunismo e dei comunisti. Ragionamento portato avanti anche dalla stessa dirigenza del Prc e dal giornale Liberazione, oramai rassegnati all’evoluzione di una società fondata sul capitalismo e sul potere della moneta.

La “Cosa Rossa” può diventare un grosso pericolo storico per il nostro paese, in particolar modo se si continua sulla linea d’onda di superare simbolo e nome di un’ideologia che non può tramontare. È ancora necessaria all’uomo per un possibile trasformazione della società attuale.  

 

 

 

 

NON POSSIAMO ACCETTARE!!!

04 dicembre 2007 ore 11:48 segnala
Spese militari in aumento

In due anni il Governo aumenta le spese militari del 24%. Omertà da parte di tutta la politica e della stampa

Rimango esterrefatto che la Sinistra Radicale (la cosiddetta Cosa Rossa ) abbia votato il 12 novembre con il Pd e tutta la destra, per finanziare i CPT, le missioni militari e il riarmo del nostro paese. Questo nel silenzio generale di tutta la stampa e i media. Ma anche nel quasi totale silenzio del "mondo della pace ".

Ero venuto a conoscenza di tutto questo poche ore prima del voto. Ho lanciato subito un appello in internet: era già troppo tardi. La "frittata" era già fatta.

Ne sono rimasto talmente male, da non avere neanche voglia di riprendere la penna. Oggi sento che devo esternare la mia delusione, la mia rabbia. Delusione profonda verso la Sinistra Radicale che in piazza chiede la chiusura dei "lager per gli immigrati ", parla contro le guerre e l´imperialismo e poi vota con la destra per rifinanziarli. E sono fior di quattrini! Non ne troviamo per la scuola, per i servizi sociali, ma per le armi SI´! Infatti la Difesa per il 2008, avrà a disposizione 23,5 miliardi di euro: un aumento di risorse dell´11 % rispetto alla finanziaria del 2007, che già aveva aumentato il bilancio militare del 13 %. Il governo Prodi in due anni ha già aumentato le spese militari del 24% !!!

Ancora più grave per me è il fatto dei soldi investiti in armi pesanti. Due esempi sono gli F35 e le fregate FREMM. Gli F35 (i cosiddetti Joint Strike Fighter) sono i nuovi aerei da combattimento (costano circa 110 milioni di Euro cadauno). Il sottosegretario alla Difesa Forcieri ne aveva sottoscritto, a Washington, lo scorso febbraio,  il protocollo di intesa.

In Senato, alcuni (solo 33) hanno votato a favore dell´emendamento Turigliatto -di Sinistra Critica- contro il finanziamento degli Eurofighters, ma subito dopo hanno tutti votato a favore dell´articolo 31 che prevede anche il finanziamento ai satelliti spia militari e le fregate da combattimento FREMM.

Per gli Eurofighters sono stati stanziati 318 milioni di Euro per il 2008, 468 per il 2009, 918 milioni per il 2010, 1.100 milioni per ciascuno degli anni 2011 e 2012 !

Altrettanto è avvenuto per le fregate FREMM e per i satelliti spia.

E´ grave che la Sinistra, anche la Radicale, abbia votato massicciamente per tutto questo, con la sola eccezione di Turigliatto e Rossi, e altri due astenuti o favorevoli. Purtroppo il voto non è stato registrato nominativamente! Noi vogliamo sapere come ogni senatore vota!

Tutto questo è di una gravità estrema! Il nostro paese entra così nella grande corsa al riarmo che ci porterà dritti all´attacco all´Iran e alla guerra atomica .

Trovo gravissimo il silenzio della stampa su tutto questo: una stampa sempre più appiattita !

Ma ancora più grave è il nostro silenzio: il mondo della pace che dorme sonni tranquilli. E´ questo silenzio assordante che mi fa male. Dobbiamo reagire, protestare, urlare!

Il nostro silenzio, il silenzio del movimento per la pace significa la morte di milioni di persone dello stesso pianeta. La nostra è follia collettiva, pazzia eretta a Sistema. E´ il trionfo di "O.Sistema". Dobbiamo riunire i nostri fili per legare il Gigante, l´impero del denaro. Come cittadini attivi non violenti dobbiamo formare la nuova rete per dire No a questo Sistema di Morte e un Sì perché vinca la Vita.

Coraggio!

29 novembre 2007 ore 11:08 segnala
Diversivo, di-versione, di-vertimento.

Uscire dal peso della noia; non cercare il difficile quando sei stanco.

Una parola, un incontro, un racconto, un diversivo ti può appagare, inavvertito, del tuo tempo; com’è delle cose compiute, normali. Via dal vuoto, dall’incertezza di riflessioni senza fine, stancati.

Bisogna sempre cercare di riagganciare comunque la vita, l’attenzione pratica alle cose tangibili, ed il tempo passa senza peso.

Diversione non è banalità è uscire dalla noia, dal vuoto momentaneo, toccare la vita delle piccole cose concrete.

Giustizia sociale per i cittadini stranieri

28 novembre 2007 ore 01:20 segnala
Impariamo a conoscere noi stessi per aprirci a nuove culture e tradizioni  

L’immigrazione, la clandestinità, il rapportarci con gli extracomunitari che vivono nel nostro paese, sono oramai argomenti discussi in numerosi ambiti della vita comune. In questi periodi si punta il dito contro i rumeni, i rom e persone provenienti in generale dall’est per il famoso episodio accaduto ai danni di una nostra concittadina. Il passaggio alla generalizzazione che tutti i cittadini rumeni siano dei criminali è attuato dai molti con superficialità e incoerenza per le nostre tradizioni.

Superficiale perché le generalizzazioni abusano forzatamente un concetto e spesso fanno comodo per alimentare quella indole pseudo-razzista presente in alcuni soggetti. Un reato compiuto da un italiano deve essere giudicato dalla nostra legge diverso rispetto al medesimo reato compiuto da un extracomunitario? Se si parte da un semplicistico ma sempre efficace concetto di uguaglianza, questo non dovrebbe accadere. Però il nostro Governo sta elaborando delle leggi che affrontano il problema degli stranieri con la tolleranza zero nei confronti di chi commette un reato, anche minore. Espulsione diretta, con alcuni parlamentari che chiedono l’accompagnamento fisico fino al confine.

Molte famiglie rumene residenti nelle grandi città italiane hanno abbandonato la loro dimora (spesso una semplice e già poco dignitosa roulotte) e sono ritornati al loro paese perché esausti di essere perseguiti dai nostri preconcetti, dalla nostra intolleranza ed indifferenza. Fino a qualche mese fa ci si scagliava contro i lavavetri “molesti” di Firenze, poi i campi nomadi di Bologna, adesso addirittura i rumeni in generale.

L’Italia soffre di una grave malattia: la sindrome leghista, basata sul nostro strapotere nei confronti delle minoranze. Un capro espiatorio da avere a portata di mano, un nemico debole da combattere, dove ci sentiamo forti, invincibili. Solo gli stolti possono tutt’oggi ancora pensare che gli extracomunitari sono un danno per il nostro paese perché ci portano via lavoro, case, donne (?). La maggioranza degli stranieri in Italia, in particolar modo clandestini, vengono spesso ridotti in veri e propri schiavi del nuovo millennio. Lavori che noi italiani non faremmo mai perché umilianti e faticosi. Loro lo fanno, con uno stipendio da elemosina, per vivere, perché nel loro paese non si può stare, un po’ come in Italia all’epoca dei conflitti mondiali (all’epoca anche noi siamo espatriati in cerca di un posto dove sopravvivere).

Fa più rumore un albero che cade rispetto ad una foresta che cresce. Un cittadino straniero che commette un reato perché deve infangare la reputazione di un’intera collettività? L’errore è concettuale: si parte comunque dalla divisione “noi italiani” e “loro stranieri”. Bisognerebbe invece partire da concetti più universali che pongono l’uomo come essenza della società, a prescindere dalla provenienza geografica.

Siamo bigotti, non siamo ancora pronti culturalmente ad aprirci ad altri costumi e tradizioni. Ci sono quei beceri dei giovani leghisti che spesso nei loro orrendi adesivi spronano a “difendere la tua terra”. Terra di chi? Dei Padani? Dell’Italia? Della nostra famiglia? Un cauto ed ironico ritorno al feudalesimo, dove ogni famiglia aveva il suo pezzo di terra e nessuno (se non il re) poteva toglierlo.

Noi viviamo però nel ventunesimo secolo, ci consideriamo evoluti e portatori di un pensiero razionale e moderno. Peccato che accadono ancora troppi episodi di intolleranza razziale nei confronti dei deboli. Prima di cambiare la società che ci circonda forse vale la pena fare un’analisi interiore con se stessi. Un mondo senza confini è utopico. Se tutti gli uomini lo pensassero potrebbe diventare anche possibile.

 

La perfezione?

26 novembre 2007 ore 00:30 segnala

Guardate e giudicate...

 

Eccomi qua

26 novembre 2007 ore 00:16 segnala

Ciao a tutti! Ecco un nuovo e sfizioso blog che aiuterà tutti i lettori a riflettere e trovare soluzioni per la realizzazione di una società migliore...

Nel frattempo che questo blog prenda organico vi consiglio di visitare un altro blog dove ci scrivo da un po'...

http://lafabbrica.ilcannocchiale.it