Indigenismo, socialismo e lotta di classe
14 gennaio 2008 ore 12:06 segnala
Il tema ideologico ed intellettuale sul superamento del socialismo è oramai trattato da mesi sotto vari profili ed angolature. Analisi che diviene ancor più significativa se anche il Presidente della Camera, nonché responsabile (possiamo dire anche ufficiale) di Rifondazione Comunista si permette di fare analisi politiche ed ideologiche che aprono nuovi scenari anche a sinistra del Partito Democratico.
Fausto Bertinotti, nel recente viaggio effettuato nei paesi dell’America Latina, ha lasciato dichiarazioni che devono quantomeno far riflettere per il futuro di un’ideologia (quella socialista) che sta per essere definitivamente parcheggiata sui libri di storia; anche dagli stessi dirigenti dei partiti comunisti.
Bertinotti afferma che oramai vi deve essere il superamento del socialismo, bisogna predisporre la storia dell’uomo a nuove prospettive ideologiche. La ricetta è già pronta e Bertinotti la ritrova nei movimenti dell’America Latina, il cosiddetto Indigenismo. Etimologicamente “Indigenismo” vuol significare quella politica che mira a “restituire il petrolio, gas e acqua agli indigeni boliviani, restituire i redditi delle terre agli indios che le abitano”. Un processo sicuramente da non mettere in secondo piano ma che trova senza dubbio le sue fondamenta nella matrice socialista (almeno nei contenuti dell’azione).
Che la democrazia rappresentativa vada integrata con processi di partecipazione e convivenza diretti da parte del popolo è in sé positivo, anche se prima di arrivare a collegamenti diretti all’Indigenismo bisogna attuare molte analisi spesso contraddittorie fra loro e con le proprie radici.
Innanzitutto l’America Latina è in una fase storica molto complessa e non unificata da un punto di vista politico. Chavez in Venezuela sta facendo un buon lavoro, forse l’unico che sta compiendo nel sud America un processo di rinnovamento sociale su basi realmente socialiste. Tale processo in questa fase non può essere paragonato alla situazione della Bolivia di Evo Morales o alla politica sindacal-riformista di Lula in Brasile, senza considerare il Chile che con la Bachelet rappresenta una delle forme di Governo più moderate di tutto il Sud-America.
Bertinotti probabilmente ha trovato nel suo viaggio nuovi orizzonti politici, afferma che il Socialismo nel sistema moderno non può essere realizzabile. Perché allora non si dimette da qualsiasi carica del suo partito? Se pensa che l’unico futuro è l’Indigenismo, perché non fonda una nuova realtà partitica piuttosto che dirottare lo stesso partito su posizioni neanche discusse nel Cpn?
Il Socialismo nelle grandi opere scritte da Marx, Owen e Lenin deve essere studiato e rapportato con il contesto sociale, politico e storico dei nostri anni. Detto questo, il Socialismo dei giorni d’oggi deve portare avanti battaglie su temi sociali quali la sicurezza e il diritto al lavoro, rendere completamente pubblici i beni comuni (acqua, gas, smaltimento rifiuti, energia), diritto allo studio, sanità pubblica e di qualità, tenore di vita decoroso per tutti gli ambiti lavoratori con un’adeguata spartizione dei profitti aziendali.
Non importa che tali conquiste prenderanno il nome dal socialismo, l’importante è che si attuino nel più breve tempo possibile. Bertinotti paragona la situazione dell’attuale America Latina con quella dell’Italia degli anni passati. La nostra penisola affronta invece una fase storica a sé, che non può essere paragonata a quella dei paesi del Sud America.
Questo è il tipico esempio di come si può perdere tempo in intellettualismi quando le questioni pratiche da risolvere sono numerose. Anche nella nostra quotidianità: quante volte nelle nostre giornate siamo soliti incontrare persone emarginate o pressoché tali? Barboni, tossicodipendenti, cittadini stranieri, ma anche persone anziane, nuclei familiari che vivono con meno di mille euro al mese, giovani coppie che non hanno garanzie di lavoro per il mese futuro perché interinali...
Quindi la società non è ancora divisa in classi ben distinte? Semplicemente rispetto a qualche decennio fa la scala di valori è stata spostata su altri piani. I lavoratori devono riacquistare la loro coscienza. Capire che non si può morire sul lavoro per mille euro al mese. Concetti difficili per i lavoratori d’oggi, dato che per le categorie interinali (ovvero la buona parte di giovani) non esiste neanche diritto sindacale o possibilità di sciopero.
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Il tema ideologico ed intellettuale sul superamento del socialismo è oramai trattato da mesi sotto vari profili ed angolature. Analisi che diviene ancor più significativa se anche il Presidente della Camera, nonché responsabile (possiamo dire anche ufficiale) di Rifondazione Comunista si permette...
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14/01/2008 12:06:59
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sytry82 14 gennaio 2008 ore 13:06
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