La farsa delle primarie negli Stati Uniti
10 febbraio 2008 ore 20:11 segnala
rda@giornalelafabbrica.org
A livello politico internazionale i riflettori sono puntati sulle primarie americane, consultazione popolare precedente alle elezioni per eleggere il Presidente nazionale.
In entrambe le consultazioni vota una stretta minoranza di elettori, ovvero solo quelli più informati e più abbienti. Difficile trovare fra gli elettori persone povere, emarginati o classi sociali in difficoltà. Le primarie oramai servono ad una autocelebrazione di popolo, immagine, apparenza, che non cambierà le sorti della nazione economicamente più forte al mondo, ma che incomincia anch’essa a vacillare.
Nelle primarie si confrontano candidati falsamente alternativi che sulle questioni di fondo, politica estera Usa (imperialismo) e politica economica e sociale (liberismo), sostengono gli stessi principi. Uniche diversità rimangono i dettagli programmatici e la competizione personale.
E voi lettori cosa preferite? Obama o la Clinton? Gli americani che pensano di aver scelto liberamente il proprio candidato hanno provato a chiedersi quali sono le differenze fra i due contendenti? E gli altri candidati: Bloomberg, Edwards, Giuliani, Huckabee, McCain, Rice, Romney e Thompson, tutti multimilionari che, proprio in virtù di ciò, possono concorrere alla loro democratica elezione.
Le somiglianze tra i due candidati democratici non si limitano al denaro che possiedono. Anche quelle dei loro consiglieri personali per la campagna, che senza alcun dubbio faranno parte del gabinetto del prossimo Presidente, non sono meno sorprendenti.
Dalla parte di Obama troviamo in prima fila Zbigniew Brzezinski, ex consigliere del presidente Carter per la Sicurezza Nazionale, Richard Clarke, grande specialista dell’antiterrorismo statunitense, e l’ex negoziatore in Medio Oriente Denis Ross.
Dalla parte di Hillary Clinton, i nomi dei consiglieri ci sono famigliari, poiché erano i personaggi più importanti del gabinetto di suo marito: Madeleine Albright, ex Segretaria di Stato, Samuel Berger, ex della Sicurezza Nazionale e l’ex ambasciatore alle Nazioni Unite Richard Holbrooke.
Tutti i nuovi candidati continueranno le politiche interventiste iniziate da Bush dopo gli attentati dell’11 settembre in nome di una sanguinaria “democrazia” a stelle e strisce.
Oramai la politica standard degli Stati Uniti negli ultimi quindici anni è volta al potere economico che il paese americano vuole imporre a tutto il mondo.
Alcuni esempi: Madeleine Albright in primo luogo, considerata la collaboratrice più stretta della coppia Clinton. Fu lei all’origine delle sanzioni economiche contro l’Iraq che provocarono approssimativamente 400.000 morti tra la popolazione civile. Approvò anche i bombardamenti strategici sull’Iraq e difese le teorie che sostenevano che Saddam Hussein era in possesso di armi di distruzione di massa. Si oppose anche a Colin Powell nel 1993, quando egli chiese che non venisse bombardata la Bosnia.
Richard Holbrooke, prima di essere ambasciatore alle Nazioni Unite e consigliere di Hillary Clinton, è stato membro dell’amministrazione Carter. Fu Holbrooke in persona a supervisionare le forniture di armi all’esercito indonesiano quando questo invase illegalmente Timor Est, massacrando 500.000 persone. E fu lui a bloccare la Risoluzione dell’ONU che denunciava questa invasione.
Un altro uomo di Obama è Denis Ross, che è stato consigliere degli ultimi tre presidenti degli Stati Uniti (Clinton e i due Bush). Ha supervisionato la politica palestinese-israeliana per quasi quindici anni, con le conseguenze che tutti conosciamo e senza concedere mai allo stato palestinese il diritto ad esistere senza dover subire i diktat imposti dagli israeliani.
Questi sono solo alcuni esempi di persone fidate che girano attorno alla campagna elettorale delle primarie statunitensi. Devono cambiare la faccia di un presidente impopolare, non cambieranno quello spirito con la quale stanno uccidendo il mondo.
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rda@giornalelafabbrica.org
A livello politico internazionale i riflettori sono puntati sulle primarie americane, consultazione popolare precedente alle elezioni per eleggere il Presidente nazionale.
In entrambe le consultazioni vota una stretta minoranza di elettori, ovvero solo quelli più...
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10/02/2008 20:11:59
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Commenti
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octopus.g 11 febbraio 2008 ore 00:39
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sytry82 11 febbraio 2008 ore 17:15
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CucciolaCoccolosa90 11 febbraio 2008 ore 22:42
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Lillya 29 giugno 2008 ore 08:37
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