IL SIG CAZ IN LIBERA USCITA: Fuori dal condominio

13 febbraio 2018 ore 22:26 segnala
Capitolo primo

CAP. SECONDO
FINALMENTE LIBERO
L'incidente


Postilla del sig alter ego.

E' universalmente risaputo che qualsiasi umano, costretto a vivere in cattività in un posto chiuso, si lasci andare all'euforia appena fuori all'aria aperta. "Ah, finalmente libero", dirà l'umano, "ora si che si ricomincia a ragionare" e incomincerà a mettere in atto i suoi propositi a lungo maturati.
Ed è ciò che fa il nostro benemerito caz appena fuori dal portone che, stranamente, è aperto.
Devo specificare che il cosiddetto condomino, all'esterno, ha più la forma di un carcere che di una casa. Esso è circondato da un muro alto due metri che include, oltre al condominio, anche un giardino dove gli "ospiti" possono "rilassarsi" passeggiando o starsene comodamente parcheggiati sulle panchine al sole o sotto gli alberi di cui abbonda. Ed è la, in quel giardino, che il nostro tranquillo amico riflette costantemente sulla sua situazione e sul come superarla. E sono dette riflessioni a fargli maturare i suoi propositi che trova più che legittimi. Egli non ha mai capito come e perché sia finito al condominio. Sul chi l'abbia mandato è da tempo il centro delle sue riflessioni.

Indistinti saluti dal vostro ego.

Bene, ora che quel cazzone di ego ha finalmente finito di scrivere la sua misera postilla, posso ricominciare con le mie sublimi avventure da essere libero.

Dunque, appena chiusomi il portone alle spalle, mi guardo attorno allo scopo di controllare il territorio. "Bene, nessuno in vista", penso. Mi fiondo in direzione del centro che dista due isolati. Data l'ora, i negozi sono ancora perlopiù chiusi e la gente sui marciapiedi poca. In compenso il traffico abbonda; cosa che mi fa arrabbiare - forse perché non ho ancora capito la necessità degli umani di utilizzare un mezzo così dannoso. Comunque sia, mi muovo leggero - come una foglia d'autunno che scende lentamente verso terra sperando di non arrivarci mai -, con andatura andante ma non troppo, verso la libertà.
A un centinaio di metri dal primo incrocio con semaforo avvisto una vecchietta che cerca di attraversare la strada sulle zebre col rosso. Cazzo, penso e mi chiedo, sta a vedere che la signora intende porre fine ai suoi giorni? Aumento il passo, corro, poi... di colpo mi arresto. Già, mi chiedo, perché mai dovrei intervenire? chi sono io per influenzare la decisione di un essere umano nelle sue piene facoltà mentali? Ognuno è libero, no!

Mi fiondo di nuovo lungo la via. Supero il semaforo con la vecchietta ancora intenta ad attraversare. Dopo un centinaio di metri una frenata stridula mi arresta. Mi giro. Il corpo della vecchia disteso sull'asfalto in un'improbabile posizione, una macchina di traverso, un giovane al volante con le mani tra i capelli sembra pianga. In quei pochi secondi un capannello di persone si è formato sul luogo. In lontananza le sirene. Qualcuno ha già chiamato i soccorsi, penso. Bene, in fondo ciò che conta è la libertà.

Voltando le spalle al tutto, un bel respiro profondo per allontanare le tossine da corpo e mente, mi ri-fiondo lungo la via.
Bado un po' a tutto, e tutte. Niente e nessuna sfugge al segugio che è in me. Ad esempio, la fioraia all'angolo della prima traversa. Uno schianto di donna con ogni attributo al suo posto e una simpatia contagiosa che esprime senza malignità, anzi... Non solo, la sua esuberanza caratteriale è inversamente proporzionale a quella fisica. Con lei chiunque, dal più giovane al più anziano, può passare dieci minuti (i dieci minuti sono indicativi) senza problemi parlando liberamente che anzi, più si è diretti nelle parole più la fioraia risponde a tono creando un'atmosfera piacevole senza peraltro cadere nell'ambiguità. Ed è dalla fioraia che mi fermo.

DAL DIARIO DEL SIG ma_che_caz

07 febbraio 2018 ore 23:07 segnala
Fare o non fare; questo è il dilemma.



Cosa si può fare di diverso quando non si ha nulla da fare? Domanda da un milione di euro. Ma la risposta è semplice: se non si ha nulla da fare non c'è niente da fare; e vatti a fare una passeggiata, no? e che caz.
Mah, scherzi a parte, le giornate senza nulla da fare, dovete convenirne, sono noiose, troppo noiose. Noiose al punto di far pensare che la vita è tale se si agisce, no! un attimo, è più giusto dire: se si ha qualcosa da fare. E si torna al punto di partenza. Ma la domanda cambia. Diventa: è possibile invertarsi qualcosa da fare se non si ha nulla da fare? Ecco, questa va bene o, perlomeno, ha una risposta concreta: certo che è possibile, basta averne voglia! E che caz, direbbe il mio amico ma_che_caz.
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Fare o non fare; questo è il dilemma. « immagine » Cosa si può fare di diverso quando non si ha nulla da fare? Domanda da un milione di euro. Ma la risposta è semplice: se non si ha nulla da fare non c'è niente da fare; e vatti a fare una passeggiata, no? e che caz. Mah, scherzi a parte, le...
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07/02/2018 23:07:55
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IL DISFATTISMO DE ROMA CAPITALE.

15 dicembre 2017 ore 19:07 segnala
Post serio; per quanto si possa definire serio un fatto del genere.



Ha tutto l'aspetto di una barzelletta, invece è la realtà, PURTROPPO.
Succede a Roma. Nel rifare l'asfalto di una strada - per altro atteso da tempo dai residenti - succede che un furbo, uno dei tanti, ha lasciato parcheggiata la macchina al bordo della carreggiata - peraltro in divieto di sosta dato che erano stati messi i cartelli di divieto su quel tratto - impedendo agli operatori di proseguire nei lavori di asfaltatura. Però, purtroppo un però c'è sempre, i cosiddetti operatori - non si sa se per malavoglia o per inadempimento di coloro che avrebbero dovuto intervenire per la rimozione - hanno pensato bene di "girare attorno alla vettura risolvendo così il problema in tempi brevi, ma lasciando il manto stradale in quel tratto come l'hanno trovato.
Qualcuno dirà: hanno fatto bene. Altri alzeranno le spalle infischiandosene: tanto qui non cambia mai niente. Altri ancora, e io con loro, si saranno fatti una grassa risata perché, in fondo, è una barzelletta. O no?
Ah, roma roma roma, e dov'è finita la tua grandezza?
A questo punto, nemmeno l'iniziale maiuscola ti meriti più!
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Post serio; per quanto si possa definire serio un fatto del genere. « immagine » Ha tutto l'aspetto di una barzelletta, invece è la realtà, PURTROPPO. http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/roma_macchina_parcheggiata_asfalto-3429988.html. Nel rifare l'asfalto di una strada - per altro atteso...
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15/12/2017 19:07:37
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IL SIG CAZ IN LIBERA USCITA: LA FUGA DAL CONDOMINIO

11 dicembre 2017 ore 18:31 segnala
Ma_che_caz vuole oggi raccontarvi la sua "libera uscita" dalla casa dove è tenuto in cattività...

Ciao, cari infimi lettori

Stamattina, alle ore 08.00 in punto, ho deciso - al di la di ogni rischio - di fare una scappatella, dal condominio dove risiedo - mio malgrado confinato a causa di eventi che non ho nessuna voglia di raccontarvi - per il paesello.

- Scusi, signor Ma_che_caz (in avanti Ma), ma a me sembra giusto che lei racconti - dopo averlo dichiarato così apertamente, nonché sinceramente, d'essere suo malgrado confinato - la disavventura occorsale.
- Ma per favore, sig alter ego (in avanti ego), mi lasci in pace.

Chiedo scusa per l'intrusione del sig ego, a volte mette il naso in cose che non lo riguardano minimamente.
Dunque, dicevo che stamattina alle ore 08.00 in punto, ho deciso - al di la di ogni rischio - di fare una scappatella per il paesello dove mi trovo, mio malgrado, confinato a causa di eventi che non ho nessuna voglia di raccontarvi.
Continuo sperando che il sig ego non mi interrompa con i suoi estemporanei interventi.
Dopo una notte insonne a causa di un disturbo urinario; che non ho nessuna voglia di specificare, dopo abbondante colazione a base di pollo arrosto e una mezza bottiglia di Pecorino d'Abruzzo, mi faccio la doccia e mi vesto di tutto punto - come si conviene a un gentiluomo quale sono. A quel punto, invece di sentirmi stanco e desiderare, come si conviene a persona che non ha dormito, di starmene tranquillo nel mio piccolo appartamento, decido di uscire di casa in barba alle raccomandazioni del medico. Nella mia mente, però, subito - dopo la decisione, intendo - si accende una lampadina e una domanda mi si presenta davanti agli occhi: come fai con la colonnella? (Nome dato dal caz alla signora delle pulizie che ogni mattina s'ingegna, per prima cosa, a pulire le scale - cosa che, a dire il vero, non gli riesce per niente -; una persona autoritaria di stazza non inferiore al quintale). Già, penso, la colonnella. Come si fa? Semplice, invece di passare dalla portineria sguscerò fuori dalla finestra, ahahah. No!, no!, no!, fermo un attimo, l'appartamento si trova al primo piano, come farai a scendere? Già! Rifletto un attimo, subito però si accende la seconda lampadina: in fondo al corridoio c'è la porta di emergenza che da sulla scala antincendio, userò quella. Detto fatto. Azione.

Appena messo la faccia, immediatamente seguita dal resto, fuori la porta, mi sovviene d'aver dimenticato il fazzoletto; non per il naso, ovvio. Rientro immediatamente - prima che l'occhio lungo della colonnella tuttofare mi avvisti e mi veda rientrare; cosa che per lei sarebbe la conferma della mia distrazione (si, perché il caz è estremamente distratto e, pertanto, un problema per la portinaia che tutte le mattine, per mettere a posto il suo appartamentino, c'impiega più del dovuto), corro nella camera del guardaroba, rovisto nel cassetto ove tengo ogni sorta di gingilli per completare al meglio il mio abbigliamento, prendo il fazzoletto - ricordo della mia seconda moglie, o forse la terza? Scusate, non ricordo bene, ma in fondo non è importante; tanto a voi non può fregare men che meno -, lo infilo ben piegato nel taschino e corro alla porta. La apro un poco, sbircio fuori controllando che la colonnella- che tra tutti i suoi difetti spicca a colpo d'occhio la sua mole elefantiaca; al minimo movimento gli viene il fiatone e, a volte, rantola pure - non sia in vista. Bene, non è in vista, apro, esco, corro alla porta di sicurezza, apro e...
- Buon giorno, sig CAZ.
...mi blocco di colpo, giro la testa e mi trovo davanti il ventre della mole elefantiaca. Alzo la testa e la guardo per un istante con stampato in faccia un misto di sorpresa e rabbia. Come caz avrà fatto a non farsi vedere? Mi chiedo. In quel preciso momento la risposta che mi passa per la mente è un semplice Vaff....lo; che ingoio per la mia tranquillità.
Comunque sia, cancello la sorpresa e la rabbia dalla faccia e con tono noncurante, ma educato - come d'altronde si conviene a un sig distinto -, rispondo:
- Buon giorno a lei, cara signora. Sempre indaffarata, vedo.
- Eh già, caro il mio sig CAZ. Non ho tempo da perdere, io - tono molto marcato per dare risalto a se stessa -, se voglio guadagnarmi da vivere. Non come lei che se ne sta tutto il giorno rintanato in quel piccolo appartamento a... diciamo, contemplare se stesso. Poi, ogni tanto, decide di uscire dal suo dorato castello, e per far cosa? non certo per fare qualcosa di utile -. Si ferma un attimo per prendere fiato, che la lunghezza del periodo è troppa per i suoi polmoni già impegnati a dare ossigeno alla mole. Poi riprende unendo al sarcasmo una certa dose di astio: - Eh no, il sig non può sporcarsi le mani o affaticare il suo povero cervello, lui deve riposare. E poi chissà cosa racconterà alla capa per le sue scappatelle? - E qui si ferma ormai al limite dell'infarto. Si gira a fatica e, senza dar modo al sig caz di rispondere, svanisce nel nulla.
Ma che caz, pensa il sig caz, cosa gli avrò fatto mai di male? Beh, adesso è meglio che scenda le scale che tanto ormai la frittata è fatta; fra dieci minuti tutto il condominio (nome che il sig caz da alla struttura che lo ospita; in memoria dei vecchi tempi andati, quando ancora in forze, viveva in una comoda casa ed era libero di andare e venire come voleva) sarà al corrente che il sig CAZ è uscito a fare... chissà cosa s'inventerà stavolta.

Ma il problema per caz è un altro: andrà a dirlo alla capa? O la capa ne è già ha conoscenza?

Meglio non pensarci, pensa. Scende la scala e nel giro di due minuti è in strada. Libero come uccel di bosco.

Già! Ma uccel di bosco fa quel che vuole (una massima - peraltro letta su un libro di cui non ricorda ne titolo ne autore - che caz ha sempre seguito con scrupolo); ed è proprio quello che caz ha in mente quando fa le sue scappatelle.
Quello che il sig caz non sa è che gli altri lo tengono d'occhio. Ma poco importa, o meglio, ci penserà dopo; come sempre, d'altronde.
D''altra parte, le avventure del caz al di fuori della zona protetta sono alquanto discutibili. Lo leggerete nel prossimo capitolo; se mai avrà voglia di scriverlo!
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Ma_che_caz vuole oggi raccontarvi la sua "libera uscita" dalla casa dove è tenuto in cattività... Ciao, cari infimi lettori Stamattina, alle ore 08.00 in punto, ho deciso - al di la di ogni rischio - di fare una scappatella, dal condominio dove risiedo - mio malgrado confinato a causa di eventi...
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IDEE DEL SIG MA_CHE_CAZ INTORNO ALLA DIFESA PERSONALE

09 dicembre 2017 ore 22:25 segnala
Cari lettori, l'eminente, nonché strafottente, sig caz vuole oggi parlarvi, dall'alto del suo traballante scranno, del sempre più inquietante problema della difesa personale che, a quanto sembra, viene oggi considerata al pari del reato che anzi, se la vittima reagisce con violenza di fronte all'aggressore provocandogli un danno, ella stessa viene processata e condannata.

IDEE PERSONALI DEL SIG MA_CHE_CAZ INTORNO ALLA DIFESA PERSONALE

Cari lettori indifferenti, voglio oggi affrontare il problema, molto sentito oggi data la situazione alquanto precaria delle forze dell'ordine, della possibilità di difendersi da un'aggressione, sia essa armata che disarmata.
Ogni cittadino sente come diritto inalienabile la difesa dagli aggressori che vorrebbero alleggerirli dei loro averi: magari minacciandoli con una pistola. E questo la legge lo permette, ma entro limiti troppo stretti e vaghi.
Ogni cittadino si sente in dovere di difendere se stesso, la sua famiglia, la sua proprietà; ma anche di intervenire in aiuto delle persone aggredite o delle loro proprietà. Un dovere che si manifesta qualora le forze dell'ordine - per motivi a noi incomprensibili - siano impedite a intervenire nell'immediato. Il cittadino ritiene che la difesa della comunità sia un diritto sacrosanto; che il legislatore ha il sacrosanto dovere di estendere anche al cittadino la possibilità di intervenire, anche in modo estremo, e senza limiti di fronte all'aggressione; ma cosa più importante, di non essere indagato qualora provochi un danno, anche mortale, all'aggressore.
Purtroppo oggi la legge, pur permettendo la difesa personale, non tiene conto delle possibili reazioni del cittadino in situazioni di pericolo. In Italia, purtroppo, si sono verificate aggressioni - a persone che se ne stavano tranquilli in casa loro - in casa di privati cittadini poiché non avevano in essere materiale (soldi) per soddisfare le esigenze degli aggressori. Oltre a ciò, le situazioni di degrado, in grandi e piccoli centri urbani, si moltiplicano senza che le forze dell'ordine abbiano la possibilità di presenziare costantemente il territorio. Spaccio di droga, furti, aggressioni, liti ecc. sono ormai all'ordine del giorno ma, a quanto pare, nessuno riesce, o vuole portare avanti una seria politica di controllo. Ma la maggior beffa è la convinzione che il criminale abbia anch'esso i suoi diritti durante le sue azioni criminose; neanche stesse svolgendo un lavoro.
E' a questo punto che il cittadino, stanco di vivere situazioni di pericolo - o di dover starsene chiuso in casa dopo una certa ora - e impossibilitato a ottenere un maggior controllo del territorio, si trova nella necessità di reagire, usando le stesse metodi dei criminali, qualora ne abbia il coraggio.

Il vostro benemerito sig Ma_che_caz
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Cari lettori, l'eminente, nonché strafottente, sig caz vuole oggi parlarvi, dall'alto del suo traballante scranno, del sempre più inquietante problema della difesa personale che, a quanto sembra, viene oggi considerata al pari del reato che anzi, se la vittima reagisce con violenza di fronte...
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Ti guardo e... E? Ma!

22 novembre 2017 ore 22:30 segnala
Versi liberi di Vostra Eminenza Dot. Ma_che_caz scritti in una notte tempestosa.


L'emerito eccellentissimo prof. Ma_che_caz si è permesso, nella sua infinita bontà, di rubare la foto qui


Ti guardo,
mentre nel diafano azzurro cielo ti libri;
diafana visione del tempo che fu.

Ti guardo,
mentre leggiadra e lieve danzi;
d'informi veli coperta.

Ti guardo,
mentre la brezza i veli solleva;
il tuo corpo a nudo mette.

Ti guardo,
e la mente mia vacilla;
nel sogno t'abbraccio.

Ti stringo,
e assorbo il dolce calore;
i corpi aderenti fremono.

Ti stringo,
e insieme danziamo;
nella brezza tutto s'infiamma.

Ti stringo,
e il mondo scompare;
siamo, nel dolce vuoto, soli.

Ti stringo,
e nulla più ci divide;
due stelle si son fuse.

Ti guardo,
mentre nel vuoto sogno mi perdo
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Versi liberi di Vostra Eminenza Dot. Ma_che_caz scritti in una notte tempestosa. « immagine » L'emerito eccellentissimo prof. Ma_che_caz si è permesso, nella sua infinita bontà, di rubare https://kr.123rf.com/photo_15324669_the-beautiful-butterfly-with-wings.html Ti guardo, mentre nel diafano...
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Idee del Ma_..._caz sullo sport

17 novembre 2017 ore 22:27 segnala

Buon giorno,
Vs eminenza, Ma_che_caz si scusa per l'assenza prolungata, purtroppo anch'egli è stato investito da una depressione temporale interiore, sviluppatasi a causa di quella climatica, che la reso per alcuni giorni refrattario a ogni contatto con il prossimo. Ordunque, va detto che di depressione il sig ma_che_caz soffre da tempo immemorabile. Ora dice di essere pronto ad affrontare il mondo così com'è , pertanto lascio a lui la parola.
Non vs alter ego.

Buon giorno lettori distratti, nonché pignoli nel determinare le mie manchevolezze grammaticali.
Qui è il vostro - e no vs come ha scritto quel marameo del sig alter ego, che tra l'altro ha scritto EMINENZA talmente piccolo solo per farmi un dispetto - sig ma_che_caz che vi scrive sperando di illuminare, nonché rilassare, le vostre menti sicuramente buie e agitate a causa dell'esclusione dell'italia dai mondiali di Mosca.
Certo, siatene certi, capisco il vostro rammarico, anch'io lo provato eoni passati quando nel lontano futuro la mia squadra del cuore perse la finale del campionato intergalattico (Fu una cosa tremenda che mi portò al suicidio; ovviamente non morii per il semplice fatto che l'umanità, in quella meravigliosa era geologica, aveva raggiunto un sapere immenso portandola all'immortalità; di fatto, uomo e dio coincidevano). Una cosa che però mi portò a considerazioni elevate sul ruolo dello sport nella società.
Dicevo che la sconfitta, e seguente depressione neuronica, mi portò a considerazioni elevate del ruolo dello sport. Da tali considerazioni sviluppai due principi fondamentali per affrontare il mondo dello sport: considerare lo sport come mezzo per mantenersi sani e attivi e come mezzo per socializzare durante gli allenamenti. Ecco, questi due principi dovrebbero essere quelli fondanti di ogni sport, ovvero, bisogna eliminare dallo sport ogni tendenza a interpretarlo come: mezzo per arricchire e diventare famosi.
Certo, è difficile, in un mondo dove tutto vi spinge a considerare voi stessi come entità uniche - non nel senso fisico ne psichico, ma in quello sociale - che hanno come unico scopo il raggiungimento - con ogni mezzo - di un livello sociale sempre più alto, capire l'importanza dei principi sopra descritti. Ma va detto che per mettere in pratica detti principi si deve ottemperare ai bisogni di noi stessi e non a quelli delle stars di turno; e non solo quelle del calcio.
Bisogna altresì capire che, al di la del livello raggiunto, l'agonismo rimane sempre e solo un gioco; vedere in esso qualcosa di sublimante per la persona è un grave errore che ci porta a rinunciare - ovvero non praticare più nessun sport, qualora non raggiungiamo il livello adatto per la competizione. Un gioco, dunque, e non antagonismo.
Il fatto che la nazionale abbia perso l'opportunità di confrontarsi ai mondiali, a noi veri sportivi non dovrebbe importare men che meno.

Bene amici lettori, mi auguro che il mio messaggio vi giunga chiaro e che riflettiate sull'opportunità di riprendere lo sport ed appendere la poltrona al chiodo.

Con affetto, il vostro sig Ma_..._caz
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« immagine » Buon giorno, Vs eminenza, Ma_che_caz si scusa per l'assenza prolungata, purtroppo anch'egli è stato investito da una depressione temporale interiore, sviluppatasi a causa di quella climatica, che la reso per alcuni giorni refrattario a ogni contatto con il prossimo. Ordunque, va detto...
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Analisi sulla violenza moderna del venerando ma che caz

09 novembre 2017 ore 18:41 segnala
Il sig Ma_che_Caz mi ha dato mandato di redigere il presente comunicato per i pochissimi lettori del suo giovane blog: di-vagando.
Il testo riguarda la violenza in uso oggigiorno sia a livello individuale che collettivo; violenza che il sig caz aborre perché ritiene che metta in pericolo il suo quieto vivere da buon conservatore.

Ecco il comunicato da me redatto e visionato, nonché revisionato, dal sig caz.
Nb: Purtroppo, del testo da me redatto non è rimasto neanche una virgola.
In fede
sig alter ego

In merito alla violenza di cui tutti noi siamo le vittime potenziali.

Cari pochissimi lettori, è con rammarico che sono venuto a conoscenza* dell'enorme violenza che attraversa il mondo moderno. Violenza collettiva di natura socio/politica/religiosa et economica. Violenza privata causata da individui che hanno ormai perso ogni umanità. In ogni caso violenza determinata dalla totale pazzia nata con le cosiddette libertà; e io, sig caz, aggiungo: libertà a priori, ovvero dare la libertà senza valutarne i rischi; sia sociali che individuali. Ma anche con l'estrema pazzia di governanti che agiscono ancora con il principio: il mezzo giustifica il fine.
Questo tipo di violenza, al di la dei fini, porta unicamente al caos. Caos che determinerà la fine della civiltà in cui sono nato e vorrei morire. Caos che, sovvertendo le istituzioni, e di conseguenza i principi - e relative leggi - porterà alla fine del benessere acquisito, nonché dei privilegi e sicurezza di cui oggi, io e tutto il popolo godiamo.
Purtroppo, dalle notizie che arrivano ogni giorno - notizie redatte da una stampa asservita al potere, e per questo credibile - nelle nostre tranquille case, non lasciano nulla da sperare che i nostri governanti, ormai asserviti a un sistema di gestione sociale alquanto discutibile in quanto, i politici, più che servire si fanno servire come dei veri e propri monarca, possano porre rimedio all'imbarbarimento della società e ai continui attacchi di ideologie e religioni a noi estranee.
Ed è per questo che ci tengo a dire ad alta voce; urlando:

:pipistrello
VIVA LA TRANQUILLITA' E IL QUIETO VIVERE. ABBASSO OGNI CONTRARIETA' AL MIO BENESSERE.
:pipistrello

Con affetto il vostro caz.


:pissdx * Ebbene si, cari amici, nonché distratti lettori, oltre a essere contro l'inquinamento della parola, ma proprio per questo, sono un solitario che si rifiuta di venire in contatto - o venirne il meno possibile - con i problemi che la società - sia il potere che il popolino - si è creata per motivi a dir poco insulsi ma che fa passare per necessari al quieto vivere. :pisssx
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Il sig Ma_che_Caz mi ha dato mandato di redigere il presente comunicato per i pochissimi lettori del suo giovane blog: di-vagando. Il testo riguarda la violenza in uso oggigiorno sia a livello individuale che collettivo; violenza che il sig caz aborre perché ritiene che metta in pericolo il suo...
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Ma_che_caz e l'amore. Considerazione estemporanea.

08 novembre 2017 ore 18:14 segnala
:pipistrello
:pipistrello
Di-vagando qua e la nella rete, mi sono imbattuto in una frase molto, significativa, sull'amore; di Paulo Coelho: "L’amore è sempre nuovo. Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita: ci troviamo sempre davanti a una situazione che non conosciamo". Una frase che mi spinge a un'ulteriore riflessione sull'amore. Nel post: Dalle riflessioni sull'amore del ma-che-caz - un post che voleva essere serioso data la mia avversione a credere nell'esistenza di tale sentimento, considerando anche che le definizioni di amore sono tante quante le persone che popolano la terra; ognuno a una sua visione personale dell'amore (vedi qui) - dicevo che non credo nell'amore ma nel rispetto della/e persona/e.
Per Coelho l'amore è sempre nuovo e ogni volta che ci innamoriamo ci troviamo a vivere sempre situazioni sconosciute; vale a dire che, essendo sempre nuovo, è, pertanto, sconosciuto. l'amore come concetto non esiste. Esiste però quel sentire l'altro, l'oggetto del nostro amore(?), come un qualcuno che, almeno sotto certi aspetti, ci soddisfa, o meglio, soddisfa una parte delle nostre aspettative in merito al rapporto con gli altri. Il sentire però, come dice la parola, è un sentimento, un qualcosa che sentiamo dentro di noi; è forse questo l'amore? Un qualcosa che spinge dentro di noi e che quando emerge è sintomo di sensazioni sconosciute - ogni volta che emerge è simile e diverso dal precedente?
Con affetto, Vostro Ma_che_caz
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:pipistrello « immagine » :pipistrello Di-vagando qua e la nella rete, mi sono imbattuto in una frase molto, significativa, sull'amore; di Paulo Coelho: "L’amore è sempre nuovo. Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita: ci troviamo sempre davanti a una situazione che non...
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RIFLESSIONI DI MA_..._...: IL POTERE NON CORRODE,ARRICCHISCE

04 novembre 2017 ore 19:04 segnala

Il potere, non è mai stato, non lo è tutt'ora e non lo sarà mai una bella cosa.
Il potere è quello che è l'uomo; non esistono alternative; se l'uomo è violento, e lo è, lo è anche il potere; se l'uomo... non è violento, e non succede mai, non lo è neanche il potere. Semplice, o no?
SI può sperare che cambi ma, sul piano storico, si è sempre verificato che i "sognatori di un potere "pulito", una volta al potere, siano diventati essi stessi il potere e l'hanno sempre esercitato alla maniera dei loro predecessori; in modo sporco. IL POTERE ARRICCHISCE SENZA LOGORARE!
Qualcuno dirà che è risaputo, forse, sta di fatto che la realtà e la storia ci dice che il sogno non si verifica mai.
Dice il sig ma_che_caz: PER FAVORE, BASTA SOGNARE, EH.