*** La Liberta’ dell’Egoismo***

27 gennaio 2025 ore 13:49 segnala


L’altro giorno mi sono soffermata a leggere un articolo il cui titolo mi aveva incuriosito da subito “La Liberta’ dell’Egoismo”.

Il connubio di questi due sostantivi “liberta’” ed “egoismo” mi ha stupito perche’ difficile e improbabile un’unione di due modi opposti di comportamento.

La liberta’ e’ quando una persona puo’ dire, pensare ed agire senza costrizioni, un valore irrinunciabile che dovrebbe darci sempre la possibilita’ di scegliere tra diverse alternative.





L’egoismo e’ il comportamento di coloro che si preoccupano esclusivamente di se stessi e non tengono conto delle esigenze altrui perche’ conta solo la propria.

Continuo a leggere l’articolo e mi soffermo su una immagine di una torta a cui mancano due fette.





Il relatore espone una teoria dove un gruppo di 6 persone sono invitate a prendersi una fetta di torta.
Il primo ha preso una fetta di torta e l’ha tagliata in maniera tale di prendere uno spicchio e lasciare il resto agli altri.
Il secondo ha preso la stessa quantita’ e misura di torta solo che l’ha tagliata in maniera diversa non curandosi di cio’ che lasciava agli altri.
Entrambi hanno esercitato la loro liberta’ di scelta solo che il secondo ha leso il diritto degli altri di avere la stessa fetta di torta.




La liberta’ quindi puo’ essere intesa in maniera differente?

Possiamo intenderla come autonomia/trasgressione cioe’ il potere di fare cio’ che desideriamo senza impedimentI, senza regole e senza curarsi delle conseguenze.

Forse se vivessimo isolati da tutto e tutti si potrebbe anche fare ma quando pero’ si vive all’interno di una societa’ che si basa sulla condivisione di alcune regole che stabiliscono diritti e doveri e queste regole non vengono rispettate succede che la liberta’ si trasforma in libero arbitrio.

Ed eccola qua la liberta’ dell’egoismo.




Sinceramente non ci avevo pensato in questi termini perche’ il mio istinto e il mio modo di essere mi porta sempre a comportarmi ed agire nel rispetto degli altri.

Nei miei cassetti della memoria ricordo di aver letto che “La Liberta’ di uno finisce dove inizia quella dell’altro” e di non averla capita fino in fondo.




Se penso alla liberta’ di pensiero beh posso dire che e’ assolutamente libera e indipendente dove nessun altro puo’ dirti cosa pensare.

Pero’ la realta’ che ci circonda e cio’ che noi viviamo puo’ influenzare il nostro modo di pensare.

Quando mettiamo da parte le nostre convinzioni personali e gli egoismi e pensiamo piu’ nella totalita’ e per il bene comune forse riusciamo a comprendere meglio il valore della liberta’ propria quella degli altri anche se cio’ porta a definire un limite che non vorremmo.




C’e’ quindi una liberta’ assoluta personale e poi una serie di altre liberta’ sicuramente piu ‘limitate perche’ createe condizionate per il bene comune.

Se penso a queste ultime sono d’accordo sui limiti di liberta’ se seguono il buon senso della convivenza e lo scopo di raggiungere un bene collettivo ma se viene fatto un abuso della liberta’ allora divento trasgressiva e non li sopporto come le prevaricazioni, oppressioni, volonta’ di emergere a tutti i costi, poco rispetto per le persone e le cose.




“La Liberta’ di uno finisce dove inizia quella dell’altro”.
Mi resta ancora difficile comprendere pienamente questo limite pero’ di una cosa sono certa che la liberta’ dell’egoismo non rientra nei mie canoni di vita.

Buona Giornata









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« immagine » L’altro giorno mi sono soffermata a leggere un articolo il cui titolo mi aveva incuriosito da subito “La Liberta’ dell’Egoismo”. Il connubio di questi due sostantivi “liberta’” ed “egoismo” mi ha stupito perche’ difficile e improbabile un’unione di due modi opposti di comportamento....
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*** Grattineria ***

20 novembre 2024 ore 15:56 segnala


Anche voi state pensando cio’ che sto pensando io?

Se in gelateria fanno i gelati e in panetteria il pane…
in grattineria ti fanno veramente i grattini?

Beh con un sorriso incredulo sono andata alla ricerca di questo nuovo vocabolo che non avevo mai letto e che mi sono imbattuta, qualche giorno fa, leggendolo sul web.

Trasformare il grattino da semplice coccola ad un’ attivita’ lavorativa e
pensare di inserirli nella propria attivita’ di un centro benessere
e massaggi lo trovo assolutamente consono e geniale.




Questo business sta spopolando e stanno aprendo centri in alcune grosse citta’ come Roma e Milano.
Spinti dalla curiosita’ e dalla voglia di coccole sicuramente sarebbe
da provare anche se il dubbio che nasce spontaneo e’ se l’effetto coccoloso
del grattino ha la stessa intensita’ di quello familiare nonostante
sia stato fatto da un estraneo.




I grattini sono quei leggeri sfioramenti sulla pelle fatti
con le dita o con le unghie che generalmente ti vengono fatti da una persona
a noi cara, sul divano o sul letto, e rientrano in quelle coccole che
ci rilassano e ci fanno star bene.

Sorrido se penso a quelli di mia mamma che mi faceva sulla testa accarezzandomi i capelli.

Sorrido se penso a quelli fatti e ricevuti dal consorte dove immancabilmente
si dice …. piu’ su’…piu’ giu’…ecco proprio li’!
(una sorta di godimento anche quello.)




I grattini fatti bene ci procurano reazioni fisiche come
i brividi e la pelle d’oca ma la cosa curiosa e’ che questa reazione
l’abbiamo solo se i grattini ce li fanno gli altri perche’
se me li facessi da sola non avrei lo stessa reazione.




Dicono che i grattini piu’ richiesti e piu’ goduriosi siano
alla nuca, al collo, al cuoio capelluto.
Ma perche’ limitarci ?
Abbondiamo quindi e a mio gusto personale aggiungerei anche la schiena dove
anche se il grattino si trasformasse in graffio la cosa non
mi dispiacerebbe per nulla ..anzi!




Per eseguire grattini casalinghi penso che non ci sia uno schema ben preciso da seguire,
invece per quelli “professionali” da grattineria credo che ci siano delle indicazioni specifiche
dato che l’esecutore e’ un operatore specializzato e preparato
sulla conoscenza del corpo umano,
come lo solo del resto anche i massaggiatori.

Che siano casalinghi o professionali e’ comunque indiscutibile il fatto
che i grattini siano un rilassamento non solo fisico
ma anche psicologico.




Ma sapete una cosa buffa che vi confesso ora …
mentre sto finendo di scrivere questo post vorrei che una mano
si allungasse tra i miei capelli e sfiorasse il collo e… c
on le unghie mi graffiasse la schiena..
uhmmmm




A.A.A Cercasi grattinaio urgentemente! Offro ricompensa in fusa e miagolii


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« immagine » Anche voi state pensando cio’ che sto pensano io? Se in gelateria fanno i gelati e in panetteria il pane… in grattineria ti fanno veramente i grattini? Beh con un sorriso incredulo sono andata alla ricerca di questo nuovo vocabolo che non avevo mai letto e che mi sono imbattuta, qu...
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*** Immagine Bistabile ***

28 ottobre 2024 ore 16:33 segnala


Guardi quell'immagine e mi dica che cosa vede? Un'anatra!

E se io le dicessi che invece e' un coniglio? Riesci a vederlo? Ah si !

Spesso ci capita di osservare delle immagini che nell’immediato identifichiamo una determinata cosa che in realta’,
guardandola meglio, non lo e’.

Sono per caso io la distratta che non riesco a vedere subito cio’ che rappresenta in realta’ oppure sono proprio le immagini che, a seconda di chi le guarda, possono avere una diversa interpretazione?

Beh in entrambi i casi devo dire che la cosa mi incuriosisce perche’ e’ come se il nostro cervello voglia vedere una cosa rispetto un'altra.




Sicuramente ad un primo sguardo riconosciamo e identifichiamo qualcosa
a noi conosciuto e vediamo solo quello, poi pero’ prestando piu’ attenzione
e con il suggerimento di altri notiamo che invece l’immagine e’ di per se’
ambigua e oltre a cio’ che abbiamo visto cela anche altri immagini.

Ed ecco qui le famose “immagini bistabili”

Un gioco di illusione ottica che ci regala una magia visiva di cio’
che sembra, di cio’ che e’ e di cio’ che invece potrebbe essere.




La nostra e’ una civilta’ basata sulle immagini dove tutto
deve essere visualizzabile.

Li usiamo per vendere prodotti di ogni tipo, li usiamo per condividere la nostra vita sui social, li usiamo per catturare l’altrui attenzione e allora mi domando sara’ reale cio’ che vedo? oppure e’ cio’ che voglio vedere o che vogliono farmi vedere?

Bella domanda ..sicuramente entrambe le cose.

Di certo e’ impressionante la potenza che le immagini hanno sul
nostro modo di pensare, sulle nostre scelte, sulla nostra coscienza
.


Se pensate a cio’ che fanno le influencer oggi
vi e’ abbastanza chiaro il loro messaggio.

Siamo passati da un semplice spot pubblicitario che promuoveva la vendita di un prodotto ad invece influenzare e creare uno stereotipo di persona priva di personalita’.





Il gioco che si crea guardando un'immagine bistabile
comunque mi diverte ed e' quasi sempre un rapporto ambiguo di figura/sfondo che lo identifica.
Credo di vedere un oggetto ma se mi focalizzo sul rapporto figura/sfondo ecco che ne vedo un altro.




La piu’ famosa immagine bistabile e’ “Il Vaso” di Ruben (psicologo danese).
Un’ immagine fatta di due colori, il bianco e il nero.
Se il tuo sguardo e’ verso il bianco vedrai un vaso, se invece e’ verso il nero vedrai il profilo di due volti che si guardano.
La cosa affascinante e’ che pur facendo parte della stessa immagine
non posso vedere entrambe le cose ma soltanto uno alla volta e in modo alternato.





La vista e’ uno dei nostri principali sensi percettivi e
devo potermi fidare, quindi anche se un illusione ottica o un’immagine bistabile
puo’ ingannarmi non lo percepisco come un vero e proprio inganno
ma solo una diversa prospettiva nel vedere le cose e come dico molto spesso
avere la scelta o l’alternativa in ogni cosa e’ sempre positivo.

Buona Giornata
R.



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« immagine » Guardi quell'immagine e mi dica che cosa vede? Un'anatra! E se io le dicessi che invece e' un coniglio? Riesci a vederlo? Ah si ! Spesso ci capita di osservare delle immagini che nell’immediato identifichiamo una determinata cosa che in realta’, guardandola meglio, non lo e’. Son...
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*** L’Angolo Nascosto ***

14 ottobre 2024 ore 06:38 segnala


Molto spesso se pensiamo ad un angolo
lo associamo a qualcosa di periferico, di marginale
che ci allontana da cio’ che invece e’ il fulcro delle cose.

Invece oggi provo a condividere con voi una mia riflessione
su un aspetto diverso di cio’ che potrebbe essere un angolo per me.




Caratterialmente sono una persona
che non ama mettersi al centro delle cose
perche’ ho sempre pensato che la visuale vista dall’esterno
possa essere piu’ completa, piu gestibile.

Essere dentro un vortice non mi darebbe la possibilita’ di osservare
i minimi dettagli e sarei coinvolta da emozioni che mi distrarrebbero.

Sono consapevole pero’ che non tutto deve essere gestito sempre con scrupolosita’ perche’ e’ anche fondamentale, per il nostro benessere, seguire l’istinto e lasciarsi andare ad emozioni salutari.




Detto cio’ pero’ mi piace pensare che se questo piccolo spazio/angolo fosse tutto mio e solo mio accrescerebbe ancora di piu’ la sua importanza per me.

Chi mi conosce sa’ che spesso mi isolo da cio’ che mi circonda, divento taciturna e limito al minimo indispensabile il mio interagire con gli altri.

In questo modo concentro la mia energia
che mi serve per affrontare un ostacolo.

So’ che puo’ sembrare egoistico ma e’ l’unico modo che conosco di autoricaricarmi.




Questo spazio che mi creo fa parte del mio angolo ..nascosto da tutto e tutti,
dove nessuno mi vede,
dove nessuno mi parla,
dove non devo per forza essere cio’ che vorrebbero tutti.

Li’ trovo anche tutte quelle cose importanti che custodisco
e che nessuno deve conoscere. insomma i miei segreti.
(chi nn li ha!)




I segreti non sono obbligatoriamente tradimenti
o fantasie inconfessabili o cose di cui ci vergogniamo
ma possono anche riguardare progetti e/o novita’ in attesa di conferma
oppure semplicemente quando qualcuno a cui teniamo ci confessa qualcosa
chiedendo di mantenere il segreto
beh allora ci troviamo a custodirlo come se fosse nostro.

L’importante che il segreto non diventi un peso che ci fa star male
perche’ altrimenti e’ meglio rivelarlo e condividerlo con qualcuno.

Se rendessimo pubblico qualsiasi nostro errore, imbroglio,
abitudine, ambizione, sogno, desiderio probabilmente
ci sentiremmo “ nudi” e vulnerabili al giudizio altrui.




Mi hanno chiesto se ho paura del mio angolo nascosto
...io ho risposto di NO
perche’ Lo conosco
perche’ e’ il Mio rifugio
e mi da protezione.

Vi domanderete quindi se io non provo mai paura?
Assolutamente falso perche’ e’ una emozione che considero
innata in ognuno di noi.

Per molte persone la paura produce adrenalina e li fa sentire vivi.

Io invece riconosco le mie paure e i miei limiti
che a volte combatto, che a volte li accetto.




Esiste sempre un lato nascosto in ogni cosa, un lato non visto
e questo personalmente fa scattare in me la curiosita’.

Il mistero di cio’ che non vedo stimola la mia fantasia,
alimenta l’immaginazione e nutre la mia fame di conoscenza.


Chissa’ com’e’ il vostro angolo nascosto?




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« immagine » Molto spesso se pensiamo ad un angolo lo associamo a qualcosa di periferico, di marginale che ci allontana da cio’ che invece e’ il fulcro delle cose. Invece oggi provo a condividere con voi una mia riflessione su un aspetto diverso di cio’ che potrebbe essere un angolo per me. ...
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*** Parola non detta o Parola di troppo ***

23 settembre 2024 ore 16:25 segnala


Quante volte ci troviamo nella situazione di avere detto
qualche parola di troppo?

Per chi e’ impulsivo sicuramente capita spesso perche’ trascinati da un discorso o dall’enfasi diciamo senza freni cio’ che pensiamo.

Succede di parlare troppo e magari di farlo anche a sproposito e le parole una volta uscite dalla nostra bocca non e’ possibile cancellarle.

Quando questo succede e ferisce moralmente qualcuno capita, a volte, di pentirci di averle dette e… quindi mi domando se sarebbe meglio tacere.




E’ una domanda che non riesco a dare una risposta immediata perche’ penso che in una buona comunicazione tra due persone sia fondamentale sapere quando tacere e quando parlare.

Le parole assumono un peso diverso a seconda di chi
le pronuncia e da come si dicono.

Feriscono se dette con rabbia, per scherzo o perche’ abbiamo bevuto
troppi alcolici

oppure

Infastidiscono se vengono riportate a modi pettegolezzo




oppure

al contrario possono darci coraggio e guarire se sono dette
per aiutarci in determinate situazioni.




Al riguardo nel mio cassetto della memoria affiora questa citazione

“Le parole sono forza e distruzione, amore e odio, speranza e perdizione”


Anche se non ricordo dove l’ho letta e chi l’ha scritta posso dire che ha perfettamente ragione.

E’ una sorta di potere che abbiamo e possiamo scegliere e decidere cosa farne.




Di nuovo mi chiedo la stessa domanda di prima …
” meglio una parola non detta o una parola di troppo”?

Piu’ me lo domando e piu’ non so rispondere.
Sara’ che forse e’ sbagliata la domanda in se’.

Non mi piace pensare alle parole non dette
… perche’ mi lasciano il dubbio, lasciano interpretazione diverse
e mi sembra di fuggire dall’evidenza.

Non mi piace pensare alle parole di troppo….
perche’ sono comunque una esagerazione, un superare il limite
con la conseguente perdita del controllo.
Non gradisco quindi nessuna delle due opzioni ed e’ forse per questo
che non riesco a scegliere quella ottimale.




Sarebbe bello che ognuno di noi saprebbe sempre
quando tacere e quando parlare.

Quindi se “due parole sono di troppo…. ed una e’ poca” cosa facciamo?

Per quanto mi riguarda seguo il mio istinto e seguo il mio essere me stessa inteso che non direi mai qualcosa che io stessa non vorrei sentire detta a me cercando quindi, nel possibile, di rispettare l’altro.




A volte il silenzio, al momento giusto, e’ necessario
perche’ funge da contenitore
per quelle parole che vorremmo dire ma che una volta dette farebbero
del male alle persone che ami.

Le contengo, le elaboro e le riformulo al momento giusto.




Sarebbe bello avere una bilancia pesa parole che ci aiuti
a capire quali sono quelle insufficienti e quali quelle in esubero.

Siccome non l’hanno ancora inventata direi di trovare s
empre il giusto equilibrio in ogni cosa.
Equilibrio che rincorro ogni giorno per vivere al meglio.

Buona Giornata a voi
R.


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« immagine » Quante volte ci troviamo nella situazione di avere detto qualche parola di troppo? Per chi e’ impulsivo sicuramente capita spesso perche’ trascinati da un discorso o dall’enfasi diciamo senza freni cio’ che pensiamo. Succede di parlare troppo e magari di farlo anche a sproposito e...
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***La Timidezza della Corona***

10 settembre 2024 ore 12:54 segnala


Avete mai letto o sentito parlare della timidezza della corona?

Io personalmente no ed e’ stato immediato l’impulso di saperne di piu’ e condividere con voi le mie curiosita’.

Quando camminiamo sotto degli alberi e’ naturale che ognuno di noi alzi la testa verso l’alto, per vedere dove arrivano le cime e per scorgere se si vede il cielo. Beh ogni volta cio’ che vediamo e’ uno spettacolo unico.

I cambi di stagione che ci regalano piu’ tonalita’ delle foglie e il crescere delle piante fa si’ che cio’ che vediamo e’ diverso ogni volta.I rami, come se fossero braccia, si uniscono, si intrecciano e spesso alimentano la nostra fantasia perche’ vediamo in quegli intrecci delle forme riconducibili ad oggetti o cose reali.




Ancora una volta la natura ci emoziona e si dimostra essere un eccellente artista.

Pero’ e’ successo che invece di intrecciarsi o toccarsi ….i rami delle fronde non si tocchino o non si sfiorino e tutto cio’, alla nostra vista, appare come un puzzle o mosaico dove delle minuscole righe di cielo dividono i vari elementi e mi ricordano molto il percorso di un fiume.

Io non lo sapevo ma questo fenomeno speciale viene chiamato appunto “timidezza della corona o delle chiome” (crown shyness).




Alcune specie di piante crescendo lasciano uno spazio tra le loro chiome e quelle degli alberi vicini. Alcuni botanici sin dagli anni ’20 notarono questo fenomeno e con il tempo e vari studi formularono diverse ipotesi.

Alberi con chiome molto folte se non agissero cosi’ i loro rami urterebbero di continuo con i rami attigui e nelle giornate di vento e si spezzerebbero.

Questa sorta di distanziamento ridurrebbe la possibilita’ di danneggiarsi a vicenda.




Rimanendo distanti le chiome riuscirebbero a ricevere piu’ luce, circolerebbe piu’ aria cosi’ da rendere piu’ facile il processo della fotosintesi eliminando l’umidita’ e non solo ma permettendo anche alla luce di arrivare al suolo dove garantirebbe la vita ad altre specie. Trovo incredibile questa decisione innata delle piante.

Se una pianta dovesse ammalarsi la lontananza dalle chiome circostanti potrebbe limitare il contagio di parassiti o il passaggio di animali che attraversando da pianta a pianta giungono a cibarsi delle loro foglie.




Affascinante pensare come anche nel regno vegetale si possano trovare personalita’ diverse che li distinguono.

Troviamo piante rampicanti come l’edera che il suo scopo e’ quello di attaccarsi a tutto cio’ che trova risultante molto spesso invadente e infestante togliendo quindi vita a cio’ che aggrovigliano.




Pero’ ci sono anche altre piante, come alcuni tipi di conifere come i pini o le mangrovie, che decidono di crescere evitando di toccarsi, di non invadere lo spazio altrui, creando una sorta di distanziamento sociale che potrebbe apparire in effetti una timidezza delle chiome.





Prima dell’epidemia covid la parola “distanziamento sociale” probabilmente per molti di noi non aveva gran significato ma poi per limitare i contagi era una quotidianita’ che abbiamo vissuto.

Nel mondo animale e vegetale invece sembra invece un fenomeno piu’ diffuso e conosciuto.




Mi piace pensare, almeno per questa volta. che la timidezza non sia un difetto ma una sorta di precauzione per la sopravvivenza.

Quindi esistono anche degli alberi timidi!
..... e anche oggi ho imparato qualcosa di nuovo.
R
.


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« immagine » Avete mai letto o sentito parlare della timidezza della corona? Io personalmente no ed e’ stato immediato l’impulso di saperne di piu’ e condividere con voi le mie curiosita’. Quando camminiamo sotto degli alberi e’ naturale che ognuno di noi alzi la testa verso l’alto, per vedere ...
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*** Blue Mind ***

28 giugno 2024 ore 07:37 segnala


Avete mai sentito parlare del “Blue Mind”?
Io personalmente no.

Il week end scorso ero alla mia casa al mare e durante le mie passeggiate serali, tra vetrine scintillanti di vestiti, monili, sale giochi e gelaterie scelgo di entrare in un preciso negozio apparentemente meno invitante degli altri ma, ai miei occhi, esattamente l’opposto.




Quando ci passo davanti non resisto e devo entrare.
E’ una libreria di quelle che d’estate mette all’esterno banconi con libri di vario genere, a prezzi decisamente ridotti grazie alle versioni economiche o tascabili.

Nonostante ci siano intorno mormorii di gente che chiacchiera e grida di bambini felici che giocano, io ogni volta che entro li’ mi ritrovo in una bolla dove ci sono solo io e la mia infinita fame di leggere.




Il tempo scorre velocemente senza accorgermi, prendo in mano un libro dopo l’altro, apro la pagina interna della copertina per cercare la sinossi (riassunto breve) e se la storia accende la mia curiosita’… sara’ mio! …
ed esco dal negozio soddisfatta con il mio “trofeo”.

Questa volta il mio “trofeo” e’ stato “BLUE MIND” scritto da un biologo marino californiano Wallace J.Nichols.
Apprezzato soprattutto da sportivi a contatto dell’acqua ma la cosa che mi ha affascinato di piu’ e’ l’importanza che lui da’ alla connessione che c’e’ sempre stata tra l’acqua e la mente umana.




Che l’acqua avesse un potere benefico enorme lo abbiamo sempre saputo ma la prova tangibile che ne da conferma e’ che ogni qualvolta veniamo in contatto fisico o visivo con essa nascono sensazioni ed emozioni profonde.

A me capita che se sono nervosa e stressata e se ho la possibilita’ di sedermi ad osservare il mare magicamente il potere dell’acqua mi rilassa e mi calma.
La sua energia, la sua potenza, la sua maestosita’ mi svuota la mente.
I movimenti delle onde, i suoni e i colori permettono al mio cervello di riposare e rallentare. Quindi “l’effetto blue mind” con me funziona.




Anche immergendoci nella natura di un bosco, di un parco, in un prato abbiamo lo stesso dei benefici positivi, percepiamo sensazioni di liberta’ e tranquillita’.
Quindi anche il colore verde (green) rigenera il nostro stato mentale e la nostra anima.




Avevo letto che la cromoterapia e’ una terapia alternativa che accellera la guarigione di lievi patologie sfruttando il potere curativo dei colori.
Affascinante pensare come un colore possa influenzare il nostro corpo e la nostra mente: stimolante il rosso, rilassante il blu, riequilibrante il verde,rinvigorente il giallo.

Scegliere un colore rispetto ad un altro non e’solo una questione estetica ma un aiuto a migliorare il nostro benessere come per esempio il colore delle pareti di casa o il colore del vestito che devo indossare.




Chissa’ se io ho piu’ una “BlueMind” o una “GreenMind” ?

Nel dubbio…
fammi un bonifico e regalami una vacanza e ……
saro’ la Tua RainbowMind!




PS unico post di questo mio blog
in cui ho usato immagini colorate…
ma era inevitabile!
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« immagine » Avete mai sentito parlare del “Blue Mind”? Io personalmente no. Il week end scorso ero alla mia casa al mare e durante le mie passeggiate serali, tra vetrine scintillanti di vestiti, monili, sale giochi e gelaterie scelgo di entrare in un preciso negozio apparentemente meno invitan...
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*** Dalla Supercazzola ai Sofismi ***

19 giugno 2024 ore 07:28 segnala


In questi ultimi giorni mi e’ capitato di ascoltare alcuni politici che per incentivare la campagna elettorale hanno spiegato i loro progetti
per il futuro del nostro paese.

Fiumi di parole che ci hanno travolti, ricchi sia di buoni propositi ma anche purtroppo di critiche accusatorie sull’operato degli altri.
Come se per farsi piu’ belli bisogna dire che gli altri sono piu’ brutti.




Capita anche a voi di non capire cio’ che dicono?

Usano vocaboli poco conosciuti e articolano frasi che
sembrano dire cose giuste e reali
ma che in realta’ non lo sono.




Ogni qualvolta che non comprendiamo cio’ di cui stanno parlando
ci sentiamo inizialmente stupidi e inadeguati ma pensandoci bene
puo’ anche essere che sia un discorso volutamente confezionato apposta
per affrontare un argomento senza in realta’ dire alcunche’,
come un girare intorno senza esporsi a giudizi mirati.

E’ un parlare senza informare, senza spiegare
mirato invece ad incantare e confondere
insomma un vero e proprio sofisma
(ragionamento apparentemente valido ma non concludente).




Beh sofismo e’ un termine poco conosciuto ma se dicessi invece “supercazzola” vi viene in mente qualcosa?




Il termine “supercazzola” e’ nato dalla scena
di un film famoso degli anni 70/80 “Amici Miei”
dove i protagonisti, un gruppetto di amici burloni,
si divertivano a prendere in giro alcune persone
allo scopo di confonderli e imbrogliarli dicendo loro
frasi senza senso e usando parole inventate.

Beh il passaggio dalla famosa supercazzola ai sofismi attuali e’ stato breve.




Di sofisti in giro ormai ne e’ pieno il mondo,
che sia un politico o il tuo capo in azienda,
che sia un promoter di qualche televendita
o uno dei tanti influencer che spopolano sul web,
non c’e’ grande differenza.

Loro sono abili oratori capaci di rigirare a loro piacimento
un discorso attraverso le parole apparentemente sensate ma non concludenti.

Il loro parlare difficile gli da’ credibilita’ e li fa' sembrare persone intelligenti.




Una cosa pero’ bisogna dirla che le frasi insensate
spesso sono divertenti e ironiche.

Piu’ sono stupide e strane e piu’ ci piacciono.

Piu' si cerca di capire cosa dicono e meno si capisce.





Il bisogno emergente riconduce a sintesi il ribaltamento della logica preesistente
secondo un modulo di interdipendenza orizzontale,
non assumendo mai come implicito in un’ottica preventiva
e non ex.post l’appianamento delle discrepanze e discrasie esistenti.


L’attuale ottimizzazione persegue un organico collegamento interdisciplinare
ed una prassi di lavoro di gruppo nel primario interesse di tutti,
sostanziando e vitalizzando nel rispetto della normativa vigente
una congrua flessibilita’ delle strutture.


Bisogna abbraccia prospetti dinamici che esprimano paradigmi virtuali di impatto permeante e perifrastico

Che cazzo hanno detto? Eehehehe




Allora possiamo far finta di nulla e fingiamo di aver capito
ma in questo caso la supercazzola ci ha colpito ed affondato

oppure rispondiamo

"Lo sa che ha pienamente ragione anche se devo ammettere che io
la preferisco prematura con lo scappellamento a destra!"


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*** Immune dalla F.O.M.O ***

10 maggio 2024 ore 10:19 segnala


Scusate la mia ignoranza ma cos’e’ la F.O.M.O?

E’ un termine sentito per la prima volta qualche gg fa e non conoscendolo sono andata a documentarmi perche’ la scimmia curiosa che e’ in me
non ha limiti.

"Fear Of Missing Out" tradotto in “paura di esserne fuori”

Gran parte delle paure/fobie sono considerate delle vere e proprie malattie e questa FOMO e’ una di queste.
Oggi molte persone ne soffrono ed e’ una vera e propria ossessione che causa disagio e malessere.




Sono rimasta stupita e perplessa ma anche incuriosita di sapere quali sono i sintomi che ci fanno capire se soffriamo di FOMO.

Postiamo una foto sui social e dopo pochi secondi controlliamo se abbiamo commenti, like o condivisioni?
Verifichiamo assiduamente se abbiamo ricevuto email, notifiche, messaggi sul cellulare per vedere se qualcuno ci ha scritto o ci ha cercato?
Non riesci a fare a meno di controllare e sbirciare cosa fanno o scrivono sui social i tuoi amici/conoscenti?




Tutto cio’ genera ansia e piacere nello stesso momento ed e’ legato soprattutto al nostro rapporto con i social.

A questo punto mi domando, come penso stia facendo anche tu che mi stai leggendo…. se ci riconosciamo in alcuni di questi sintomi e che obbiettivamente pensiamo ci appartengano.




Io mi riconosco nella “tentazione” che ho di vedere le reazioni altrui quando
condivido qualcosa che creo, che sia uno scritto, una creazione artistica, una poesia.
Quando qualcuno condivide le sue creazioni o le sue idee e le offre a chiunque pubblicandole in rete e’ normale che sia interessato ad avere dei riscontri, basta pero’ che questa scelta di condivisione non si trasformi in una richiesta di approvazione.
Senza giudicare gli altri posso solo affermare che le mie azioni in primis soddisfano un mio piacere personale a prescindere che possa piacere o non piacere agli altri.




Con la condivisione questo piacere si allarga e in questo caso diventa importante raccogliere solo cio’ che possa arricchiere la mia creativita’ o quantomeno migliorare la mia idea tralasciando tutto il resto che implica giudizi inutili, like di comodo, filosofie di apparenze di comodo e anche chiacchiere di portierato.
Quando guardiamo post in cui i nostri amici pubblicano
le loro vacanze, il locale in cui si trovare invitati ad una festa, la loro passeggiata al mare o in montagna o sono allo stadio per vedere un concerto
e pensi che gli altri sembrano avere una vita piu interessante della tua

eccola la conferma .... hai la FOMO.




Non e' solo invidia ma una vera e propria frustrazione di sentirsi esclusi da un genere di vita diversa dalla nostra.


Oggi il bisogno e la necessita di sentirci inclusi in un gruppo
e' diventato prioritario!
far parte di una comunita', di una squadra, di un branco
ci da' protezione e non ci fa sentire invisibili
..... e questo a mio parere puo' aiutarci a vivere meglio
se lo viviamo come scelta.




Vuoi essere Immune dalla FOMO? Allora buttati sullo JOMO!

Ehehe sembra lo slogan pubblicitario di un medicinale!
(In realta' potrebbe esserlo)
Per combattere quest'ansia di partecipazione costante sui social si sta proponendo e affermando un nuovo fenomeno psicologico di controcorrente: la JOMO
(Joy of Missing Out) tradotto in "la gioia di non partecipare".

Imparare a disconnettersi dal mondo social facendo cio' che ci piace davvero e non perche' imposto dalle tendenze, potrebbe essere davvero un ottimo medicinale.

E' un invito a rallentare e a godersi il momento anche riscoprendo il piacere di non essere, per forza, coinvolti in tutto …. apprezzando cosi’, perche’ no, anche alcuni momenti di solitudine.



















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« immagine » Scusate la mia ignoranza ma cos’e’ la F.O.M.O? E’ un termine sentito per la prima volta qualche gg fa e non conoscendolo sono andata a documentarmi perche’ la scimmia curiosa che e’ in me non ha limiti. "Fear Of Missing Out" tradotto in “paura di esserne fuori” Gran parte delle ...
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10/05/2024 10:19:18
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*** Perche' ***

09 aprile 2024 ore 13:50 segnala


Avete presente quante domande fanno i bambini?
Perche’ quella cosa ha quel colore?
Perche’ lui’ e’ piu basso di me?
Perche' ci sono le stelle in cielo?

Alcune banali e altre piu' ingenue e profonde ma tutte hanno bisogno di una risposta chiara e convincente da parte di noi adulti.

La loro curiosita’ e’ il frutto della fame di conoscenza, vogliono capire, vogliono trovare una spiegazione, vogliono imparare.




Peccato che crescendo molte persone perdono questa curiosita’ e non si fanno molte domande sul “perche’ “.

Nel mondo frenetico di oggi siamo intrappolati in un ciclo vizioso in cui e’ piu’ importante l'apparenza piuttosto che la sostanza, corriamo per soddisfare le nostre esigenze lavorative e familiari piuttosto che fermarsi e chiedersi :
Perche’ sto facendo questo? Perche’ voglio questo?




Porsi queste domande cercando delle risposte sicuramente non e’ facile ed e’ forse questo il motivo per cui molte persone hanno perso la loro innata curiosita’.
E’ piu facile eseguire un ordine che impartirlo, e’ piu facile e meno faticoso rimanere in superficie ed accontentarsi piuttosto che scavare cercando soluzioni e spiegazioni, una cosa che logicamente richiede piu impegno e sacrificio.

Sicuramente il porsi domande e’ un atteggiamento di vita che rappresenta chi e’ indipendente, chi ha un’apertura mentale, chi vuole avere la possibilita’ di gestire e scegliere.




Sapere perche’ facciamo le cose che facciamo ci permette di capire e di conseguenza avere la consapevolezza di cio’ che stiamo facendo, che vogliamo essere e/o raggiungere.

Mi viene da pensare in ambito lavorativo nel settore marketing si chiedono perche’ un prodotto e’ preferito dal consumatore piuttosto che un altro e in questo caso le risposte sono multiple. Per la confezione accattivante, per il prezzo competitivo, per la garanzia della marca, per la qualita’ del prodotto. Lo studio delle risposte puo’ solo migliorare il prodotto.

In campo scientifico il domandarsi del “perche’” e’ stata e sara’ sempre assolutamente importante. Solo cosi’ i grandi scienziati del nostro passato nonche’ presente hanno raggiunto obbiettivi inimmaginabili.

Il nostro progredire, la nostra crescita e’ grazie a persone intelligenti e curiose che si sono poste le domande giuste per giungere a risposte interessanti e straordinarie che possono essere d’aiuto a tutti.




E’ importante farsi le domande giuste? Se voglio una risposta utile e costruttiva credo che sia fondamentale fare la domanda giusta.

Ma se ci sono domande giuste vuol dire ci sono anche domande sbagliate.

Se da un lato la domanda giusta “del perche’“puo’ dare risposte preziose, dall’altro ci sono domande sbagliate che portano ancora piu confusione e smarrimento ad una situazione di tormento gia’ esistente.

Pensare troppo ai perche’ e a domande a cui non c’e’ risposta e che non puoi cambiare ci blocca in una sorta di limbo e non ci fa agire.




Il potere del perche’ andrebbe quindi usato come strumento di consapevolezza per raggiungere una maggiore comprensione delle cose, arricchendo quindi la nostra conoscenza.

Apparentemente vivere senza i perche’ si vive meglio, tutto e’ scontato, accettato senza domande e la vita scivola via “comoda”. Ma e’ come chiudere gli occhi per non vedere.

Personalmente se non capisco non posso risolvere un problema, se non domando e mi chiedo il “perche’” mi sentirei davvero in una sorta di limbo dove non mi sentirei me stessa.




Ho sempre considerato la mia curiosita' come una linfa vitale che mi serve per sentirmi viva e che mi da' energia.

??????

se li guardo al contrario
¿¿¿¿¿¿¿

vedo degli ami per pescare conoscenza!



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« immagine » Avete presente quante domande fanno i bambini? Perche’ quella cosa ha quel colore? Perche’ lui’ e’ piu basso di me? Perche' ci sono le stelle in cielo? Alcune banali e altre piu' ingenue e profonde ma tutte hanno bisogno di una risposta chiara e convincente da parte di noi adulti....
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09/04/2024 13:50:20
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