E’ da diverso tempo che non esterno i miei pensieri ne’ qui in questo spazio ne’ altrove e la causa non e’ poi cosi’ misteriosa per chi mi conosce.
Spesso mi isolo per motivi vari dati dal mio malessere fisico e/o psicologico e l’unico modo che conosco e’ quello di “ricaricarmi”
nel silenzio che mi creo intorno.
Dite che sono una asociale? Naaaa e’ solo che conosco bene le mie debolezze e questa e’ una di quelle che temo di piu’.
Confessare le proprie paure e debolezze per molti e’ sinonimo di poco carattere, di poca personalita’, di poca autostima e scoprire la propria vulnerabilita’ li rende inferiori ad altri; beh non sempre e’ cosi’.
E' cosi' importante apparire forti, determinati e perfetti?
Come gia’ detto in altri miei post non e’ la perfezione che mi attira ma bensi' l’opposto , tutto cio’ che e' imperfetto lo considero piu' interessante e decisamente piu reale e vero.
Ammettere i propri sbagli, piangere per una emozione, esternare i sentimenti sono ben piu’ di una apparente debolezza!
Tornando ai miei periodi insoliti di “ricarica” devo ammettere che piu’ questi periodi sono lunghi piu e’ alto il muro invisibile che mi costruisco intorno.
Spesso si leggono storie di questi muri invisibili che le persone ergono intorno a loro creandosi una zona comfort dove tutto e’ sotto controllo e nessun esterno puo’ interferire, facendone quindi un vero e proprio stile di vita... beh posso affermare che queste persone non vivono bene e aiutarli diventa difficile.
Questa accomodante solitudine e' spesso causata da delusioni della vita, che riguardi l'amore o l'amicizia o il lavoro e' irrilevante perche' tutte comunque fanno lo stesso tipo di danno.
Nel mio caso invece il muro invisibile mi isola dai suoni, dalle parole inutili, dalle persone opportuniste e da tutto cio’ che non e’ vitale.
In questi periodi di “batteria scarica” rimango nella penombra e si attiva la modalita’ stand-by.
non riesco a finire di leggere un libro da mesi (a differenza della mia media di lettura di 3/4 libri al mese)
non riesco a vivere un giorno senza dolori fisici e senza riempirmi di medicine
non riesco ad ascoltare le persone che si lamentano perche' il loro disagio poi diventa anche il mio
non riesco a provare quello stimolo di curiosita’ che ha sempre nutrito la mia creativita’
non trovo appagamento nell’ ascoltare musica
e per chi mi conosce sa quanto tutto questo sia vitale per me.
…piu’ lungo e’ il periodo…piu’ e’ alto il muro invisibile
Per alcuni questo “lasciare fuori dalla porta le persone” e’ considerato egoismo.
Ebbene lo hanno detto anche a me... Accusata di pensare solo a me stessa, egocentrica che non do' la possibilita' di starmi vicino.
La mia replica e' sempre la stessa
" non ci sono per nessuno, ho bisogno di me"
Cosa fare quindi? Bella domanda!
Non c’e’ la pozione magica da bere e voila’ tutto torna come prima.
Ma..
forse la persona giusta al momento giusto potrebbe accendere la luce annullando quindi la penombra che ci avvolge
forse la parola giusta detta dalla persona giusta potrebbe amplificare la ricarica e farti arrivare 100% in meno tempo
forse vedere/sentire qualcosa che stimola la curiosita’ a tal punto da svegliarti potrebbe svegliarti dal torpore e l’apatia
forse cambiando le abitudini, le persone che frequenti, i luoghi che conosci, potrebbero darti stimoli nuovi spezzando quindi la routine
... troppi forse, troppi ma....
o forse semplicemente hai raggiunto il pieno di ricarica che potrebbe riattivare autonomamente tutte le funzioni e disattivare finalmente il “risparmio energetico”
Beh mi viene da urlare: ehi tu che leggi potresti accendere la luce per favore :-)