Un giorno... una vita

15 settembre 2016 ore 16:44 segnala
Da un po’ di tempo, in questo periodo dell’anno, non so perché, forse per l’età, mi ritrovo a ripensare a ciò che è stata ed è la mia vita. Ci sono dei pezzi di essa per cui morirei mille volte per rinascere e riviverli ancora, anche una sola volta: (quel volto che si prese cura di quel bimbo; quegli occhi che davano serenità; quella donna che mi insegnò ad amare; i miei compagni di viaggio; il mio maestro che mi insegnò la vita; un amore grande come Dio, il lavoro con i giovani; i miei figli che rubarono il mio sonno ma non la mia forza …); come ci sono momenti che vorrei strappare dalla mente in modo da non riviverli neanche nei ricordi: (mani fendenti solo per aver respirato forte; grida disperate in difesa di un figlio che non sarà mai tuo; strade sconosciute e senza ritorno; occhi spenti dal niente; mani senza unghia per la fatica di una vita; amori freddi come notti di un inverno senza fine; un amore immenso vissuto troppo poco e strappato troppo presto ed infine…la vita che mi chiede il conto…)
Ma la voce più assordante è quella di un uomo che ancora oggi continua a ripetersi...PERCHE'?
Da quella risposta capisci che solo due giorni sono importanti nella vita: quello in cui sei nato e quello in cui capisci perché. Solo quando l’avrai capito saprai che la vita non si misura attraverso il numero di respiri che fai ma, attraverso i momenti che ti lasciano senza respiro. Purtroppo la vita, anche se campi cent’anni, dura solo lo spazio di un sorriso ed è per questa triste verità che bisogna accettare in fretta di aver perso una partita, scaricare subito e senza appello chi ti ha ingannato e poi tradito; perdonare in fretta chi, in buona fede, ti ha ferito; baciare lentamente chi porti nel cuore; abbracciare lungamente chi senti accanto; ridere sempre con piacere, soprattutto di te stesso e non pentirsi mai di tutto ciò che ti ha fatto piangere o sorridere.
Peccato che tutti quei momenti della nostra vita andranno perduti, con noi, nel tempo, come lacrime nella pioggia e rimarrà sempre poco tempo, giusto il tempo di decidere, in un battito di ciglia, di guardare ancora avanti, senza mai voltarsi indietro se non una sola volta ancora, con quel ghigno che ho sul viso... e la gente che ho nel cuore e ripetermi sereno: ”Sì…è stata la mia strada.” “Sì, non credevo di potercela fare, non conoscevo la mia forza.”
Quella forza con cui, credo di aver fatto indietreggiare anche la morte a furia di soffrire, sbagliare, fallire, osare, cadere, perdere, ricominciare, dare, vincere , ridere …vivere!
Il resto? ...Tutto il resto, credetemi, sarà sempre...niente veramente!
Auguri ragazzo mio
.



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Da un po’ di tempo, in questo periodo dell’anno, non so perché, forse per l’età, mi ritrovo a ripensare a ciò che è stata ed è la mia vita. Ci sono dei pezzi di essa per cui morirei mille volte per rinascere e riviverli ancora, anche una sola volta: (quel volto che si prese cura di quel bimbo;...
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Al massimo, posso scendere dalla mia vita.

25 gennaio 2016 ore 16:11 segnala
Tutta quella città. (Tutta quella vita, tutto quel mondo) Non si riuscivo a vederne la fine. Era tutto molto bello su quella scaletta. Non c’era alcun problema. Eppure mi fermai, non scesi, tornai indietro. Ma non è quello che vidi che mi fermò. Fu quello che non vidi. Puoi capirlo? Quello che non vidi… In tutta quella sterminata città c’era tutto tranne la fine. C’era tutto ma, non c’era una fine. Quello che non vidi è dove finiva tutto quello. La fine del mondo.
Tu pensa a un pianoforte. I tasti iniziano, i tasti finiscono. Tu lo sai che sono 88 e su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quegli 88 tasti la musica che puoi fare è infinita. Questo a me piace. In questo posso vivere. Ma se tu, se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verità, che non finiscono mai… Quella tastiera è infinita. Ma se quella tastiera è infinita allora su quella tastiera non c’è musica che puoi suonare. Ti sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio. Cristo, ma le vedevi le strade? Anche soltanto le strade, ce n’erano a migliaia! Ma dimmelo, come fate voi laggiù a sceglierne una? A scegliere una donna, una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire. Tutto quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce, e quanto ce n’è. Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell’enormità, solo a pensarla?
A viverla… Io ci sono nato su questa nave e vedi, anche qui il mondo passava, ma non più di duemila persone per volta. E di desideri ce n’erano, ma non più di quelli che ci potevano stare su una nave, tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità su una tastiera che non era infinita. Io ho imparato a vivere in questo modo.
La terra… è una nave troppo grande per me, è una donna troppo bella, è un viaggio troppo lungo, è un profumo troppo forte…. È una musica che non so suonare.
Non scenderò dalla nave. Al massimo, posso scendere dalla mia vita. In fin dei conti è come se non fossi mai nato ed è come se …non fossi mai vissuto.

(La leggenda del pianista sull’oceano)

Essere veri uomini o comunque solo uomini non significa fare grandi cose ma, fare semplicemente ciò che è vivo, possente nel profondo del nostro cuore e farlo fino in fondo.
Vivere significa scoprire, correre, guardare il mondo in un alternanza di preoccupazioni, fatiche, lotte con il tempo non documentarsi passivamente leggendo ed informandosi di…quello che accade.
Sarebbe bello fare tutto ciò osservando il mondo, osservando la gente, rimanendo ai margini di questo spettacolo. Imparare dal proprio sgabello, dalla propria posizione, dalla proprio posto, magari seduti di fronte a un pianoforte. Ma ciò è davvero utopistico, quasi irreale.
L’infelicità non sta nel non fare, nel non conoscere, nel non capire ma, nel fatto che nella propria vita ciascuno di noi vuole capire dove e verso cosa sta andando quando scende i gradini della scaletta della vita.
Come nella nostra vita quando dobbiamo scegliere di intraprendere una nuova strada, un nuovo cammino; vogliamo avere, anche se pur vaga, un’idea di dove stiamo andando, di dove ci sta portando la vita.
E quando non riusciamo a vedere la nostra strada, sopraggiungono le incertezze, perdiamo equilibrio e generiamo panico. E la strada che stiamo per lasciare, forse, è proprio quella che dobbiamo tenerci stretta perchè….è la nostra strada!!!


Finalmente ce l'ho fatta...sono sceso da quella scaletta della mia vita!


Ho l'impressione che sprechiamo troppo tempo a chiederci troppi perché. D'inverno non vediamo l'ora che arrivi l'estate. D'estate abbiamo paura che torni l'inverno. Per questo non ci stanchiamo mai di rincorrere il posto dove non siamo: dove è sempre estate.
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Tutta quella città. (Tutta quella vita, tutto quel mondo) Non si riuscivo a vederne la fine. Era tutto molto bello su quella scaletta. Non c’era alcun problema. Eppure mi fermai, non scesi, tornai indietro. Ma non è quello che vidi che mi fermò. Fu quello che non vidi. Puoi capirlo? Quello che non ...
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Il mondo... da quegli occhi

22 gennaio 2016 ore 13:23 segnala
Lo sapete perché un bambino che cerca piccole pietre levigate o gusci di conchiglia su una spiaggia, è più sorridente e felice, anche dell’uomo più ricco del mondo? Lui ha un segreto, che è sfuggito quasi a tutti noi “grandi”. Tutti noi grandi siamo stati bambini ma, peccato che pochi di noi ce ne ricordiamo. Quel segreto dei bambini, io lo custodisco, tutt’oggi nel mio cuore.
Il bambino sulla spiaggia vive quel momento, quel suo presente, si gode il mare blu, la stupenda spiaggia, il caldo sole e quell’aria fresca intrisa dai profumi del mare. Lui è lì in quel momento. Non ricorda il passato, non spera nel futuro. Lui vive la sua eternità nel suo presente e qualunque cosa fa, lui la fa totalmente, pienamente, intensamente, fortemente, forsennatamente perché ne è così rapito che ogni altra cosa della vita, a lui non interessa, lui, le altre cose della vita le dimentica tutte. Lui è …semplicemente felice!
Se io mi soffermo ad osservarli, in quel loro presente, sono portato a paragonarli a dei marinai, ed io, marinaio, lo sono stato; scrivo con cognizione di causa. Sono come marinai perché come quelli, ovunque si soffermano i loro occhi, lì trovano l’eternità e l’immenso oltre ogni orizzonte.
Sapete perché i bambini quando nascono continuano a tenere i pugni chiusi? Perché vogliono tenersi stretta la bellezza di Dio e la felicità che da Lui proviene con il dono della vita; il dono della felicità.
Pensate che un bimbo della scuola primaria, un giorno svolse un tema: “Cosa vuoi essere da grande?” Lui prese il foglio e scrisse solo due parole: “Essere felice!”. La maestra prese il quaderno e scrisse su quel tema: “non hai capito la traccia”. Il bimbo scrisse sotto quella nota: “e tu non hai capito la vita.”
Eh sì… i bambini sono gli esseri più “grandi”. Madre Teresa diceva che i più grandi professionisti della felicità sono i bambini. Aveva proprio ragione.
La felicità, come la serenità di un’esistenza cosciente e grata è tanto più evidente in un uomo quanto più egli riesce a tenere vivo e fuori quel bambino che alberga, eternamente in lui e far sì che non muoia mai.
Insomma, pare che la soluzione stia proprio nel guardare la vita come la guarda un bimbo, con i suoi occhi, quegli occhi che hanno superato, da tempo, quel “3D” che tanto ambiamo oggi e per guardare in quella dimensione indossiamo occhiali speciali, mentre loro lo fanno da millenni ad occhio nudo. E se qualcuno non ci riesce basta accostarsi a loro, osservarne i comportamenti e magari dividere, con loro, qualche momento. Ma, attenzione, non è semplice accostarsi a loro, è molto faticoso e non perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, mettersi in ginocchio o seduti per terra, farsi piccoli. No, non è questo che stanca. È piuttosto quel sacrosanto dovere morale, quell'essere obbligati ad innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti. Allungarsi, stirarsi, alzarsi sulla punta dei piedi…semplicemente per comprenderne almeno parte e... non ferirli.
Concludo con un’affermazione di Dante Alighieri:...
Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e... i bambini.
(Rivisitazioni cit.web)


Un bimbo è sempre...un diamante.
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Lo sapete perché un bambino che cerca piccole pietre levigate o gusci di conchiglia su una spiaggia, è più sorridente e felice, anche dell’uomo più ricco del mondo? Lui ha un segreto, che è sfuggito quasi a tutti noi “grandi”. Tutti noi grandi siamo stati bambini ma, peccato che pochi di noi ce ne...
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Amare e vivere non è impossibile...

08 gennaio 2016 ore 12:01 segnala
E’ quasi naturale, a inizio anno, parlare ancora dell’unica vera, grande, forte emozione che tiene insieme gli esseri umani: l’amore!
Stavolta però parliamo di un certo tipo d’amore. Parliamo di quegli amori che esulano da definizioni date da tutti, quelli che non rientrano in nessuna definizione conosciuta, quelli che non possono essere definiti, quelli che non hanno mai… una definizione. Quelli puri, quelli che ti stordiscono di poesia, di passione, che superano ogni abitudine; quelli “oltre”. Quegli amori che non sono per tutti, quegli amori dove a far l’amore è …l’anima perché ne avverti l’intensità travolgente, lo scontro, le carezze, le attese. Quegli amori che ti sussurrano sempre una parola, quelli che ti regalano sempre un abbraccio, quelli che ti lasciano quel profumo inequivocabile, sempre gli occhi negli occhi, il respiro nei respiri.
Da qualche parte ho letto qualcosa di Paulo Coelho che a proposito di certi amori dice più o meno questo: Ciascuno di noi, nella sua vita, vive due grandi amori. Con uno costruiremo la nostra vita, magari lo sposeremo, ci procreeremo dei figli, ci vivremo quotidianamente, ottenendo una comprensione quasi perfetta, per viverci il resto dei nostri giorni, in serenità.
L’altro, immenso, meraviglioso, che purtroppo, non si sa per quale fottutissima ragione o avversità, perderemo per sempre. Un amore perfettamente collegato con noi: dagli astri, dal destino, dalla vita, da Dio… Così collegato, che anche le leggi della chimica sfuggiranno alla razionalità impedendoci di raggiungere vette altissime che quell’amore merita, vivendolo tra mille e insormontabili difficoltà. E proveremo per tutta la vita a tenerlo con noi, nonostante quelle, fino a che un giorno, ormai senza forze, smetteremo di provarci, ci arrenderemo e cercheremo un’altra persona che finiremo anche di incontrare e viverci bene. Però vi assicuro che non passerà una sola notte senza aver bisogno di un altro suo sguardo, di un'altra sua carezza, un altro suo bacio, o anche di discuterci, semplicemente, una volta ancora.
Mentre leggiamo queste riga, il suo nome e il suo volto, probabilmente, ci sarà venuto in mente ed anche se ci siamo liberati da tempo, razionalmente, di quell’immagine e smesso di soffrire, incontrando un altro amore e trovando, con esso, la pace; vi assicuro che non passerà un giorno, non trascorrerà una notte in cui non desidereremo che quell’amore immenso e stupendamente unico che abbiamo perduto non sia accanto a noi per stringerci a se, una volta ancora. Perché, non dimentichiamolo mai, si sprigiona più energia stando fermo e in silenzio fra le braccia di chi ami, che facendo l’amore con qualcuno che ha apprezzato solo la tua ragione e non anche il tuo cuore.

Ora immaginate che quel secondo amore di cui parla Coelho non lo avete perso ma….lo avete trovato e lo state vivendo….
Amori forse precari ma, senza scadenza e….a tempo indeterminato!



Amare e vivere non è impossibile....ma per vivere bisogna amare chi è dentro te.
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E’ quasi naturale, a inizio anno, parlare ancora dell’unica vera, grande, forte emozione che tiene insieme gli esseri umani: l’amore! Stavolta però parliamo di un certo tipo d’amore. Parliamo di quegli amori che esulano da definizioni date da tutti, quelli che non rientrano in nessuna definizione...
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Te piace 'o presepe?

24 dicembre 2015 ore 11:58 segnala
Oggi, secondo la tradizione, doveva essere pronto il presepe ed io l’ho finito proprio adesso. Vi descrivo come è venuto. Venite, venite...
Nel paesaggio ho inserito...
La sede del giornale satirico parigino Charlie Hébdo con le fotografie dei 12 sfortunati, insieme a quelle degli altri 8 del supermercato Kosher; dovreste vedere che suggestive immagini.
L’albero della vita dell’Expo di Milano per salutare quei 26.000 bambini che ogni giorno ci lasciano perché muoiono di fame. Dovreste vedere che bello effetto che fa quando è acceso. Altro che luci colorate.
Alcune barche che trasportano i circa 50.000 profughi, sulle rotte del mediterraneo orientale, dei balcani e sulle coste dell’Egeo. Vedeste che bell’effetto che fanno quelle barche nel mare artificiale che ho creato.
Ho messo poi Giorgos Chatzifotiadis, ovvero il volto della crisi economica greca, specchio di quella mondiale; vi ricordate quel pensionato in lacrime fuori dalla banca a Salonicco, perché non poteva ritirare la pensione? Sapeste che carino che è.
Il corpicino del piccolo Aylan Kurdi, profugo siriano di 4 anni, riverso sulla spiaggia di Bodrum (proprio vicino alla capanna). Purtroppo mancava spazio e non ho potuto mettere gli altri 700 bambini migranti morti nel Mediterraneo, 200 nel solo Egeo. Questo è un po’ triste, lo ammetto ma andava ricordato.
E infine ho messo alcuni ristoranti parigini e una sala per concerti che ho chiamata Bataclan con le 130 vittime, perlopiù trentenni e quarantenni, molti sono stranieri. Tra loro una veneziana che probabilmentre il mondo ha già dimenticato: Valeria Solesin. Dovreste vedere che coreografia particolare.
Sembrerebbe finito, ma è un po' strano questo presepe quest'anno.... ah ecco mancava una cosa: la televisione nella grotta, con il calcio in 3D, uomini che sbavano, e donne che giocano all’amore e altre mille porcate che narcotizzano il vero senso della vita.
Ecco ce l’ho messa. Ma….ma…manca ancora qualcosa. Oddio siiii…. La Porta Santa nella basilica di San Pietro in Vaticano, che ho riprodotto fedelmente, con il Papa che proclama l’inizio dell’Anno Giubilare della Misericordia per ringraziare il Signore che nascerà che….menomale, è andato tutto bene anche quest’anno. Non è successo proprio nulla…degno di nota.
Bene! ….Ora il mio bel presepe è proprio finito.
Ah… che sbadato…. per descrivervi il mio bel presepe ho dimenticato di dire a tutti:
...Buon Natale!



Ssshhhh.... Silent Night..
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Oggi, secondo la tradizione, doveva essere pronto il presepe ed io l’ho finito proprio adesso. Vi descrivo come è venuto. Venite, venite... Nel paesaggio ho inserito... La sede del giornale satirico parigino Charlie Hébdo con le fotografie dei 12 sfortunati, insieme a quelle degli altri 8 del...
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L'aquilone e...l'amore...

25 agosto 2015 ore 12:34 segnala
L'aquilone e ...l'amore...
(Libero adattamento del dialogo della scena finale del film "Il cacciatore di aquiloni")

Ti piacciono gli aquiloni?
Te l'ho mai detto che tuo padre era il miglior padre del mondo?
E che sarebbe stato uno dei miei più grandi amici?
Perché solo guardandomi negli occhi avrebbe capito che io ero l'uomo giusto per te.
Comprendeva uomini e cose e sapeva esattamente che grande donna era sua figlia e chi poteva essere l'uomo che avrebbe potuto renderla felice.
C'era chi diceva che inseguisse l'ombra dell'uomo che l'avrebbe amata per tutta la vita. Ma non era così. Tuo padre non avrebbe mai inseguito ombre, lui sapeva perfettamente che ero io l'uomo per te. Lui lo sapeva....e basta!
Sai aiutarmi a farci volare?
Ho capito! A quanto pare, per adesso, lo dovrò fare da solo.
Ultima chance...Sei pronta?
Non ti va di provare?....Ecco brava, vedi come è semplice? Vai...così...
Ottimo Lavoro. Guarda come è alto. Eh si...siamo alti.
E' un buon aquilone, il nostro, no?
C'è qualcuno che vuole battersi. Diamogli una bella lezione, ti va?
Adesso ti insegno uno dei trucchetti preferiti di tuo padre per farlo volare alto...quell'aquilone che altro non è che il nostro amore: i "baci ad attacco laterale" e con essi spezzeremo quei fili delle avversità.
Vuoi che dia la caccia all'aquilone per tenerlo sempre alto quel nostro amore? ...
Per te un milione di volte...




Un milione di volte...e non è mai abbastanza...
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L'aquilone e ...l'amore... (Libero adattamento del dialogo della scena finale del film "Il cacciatore di aquiloni") Ti piacciono gli aquiloni? Te l'ho mai detto che tuo padre era il miglior padre del mondo? E che sarebbe stato uno dei miei più grandi amici? Perché solo guardandomi negli occhi...
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Il suono del silenzio

01 luglio 2015 ore 12:42 segnala
Ciascun essere umano dovrebbe capire il tempo che vive, comprendere quando è finita, quando un tempo ha scandito gli ultimi rintocchi, quando è suonata la campana. C'è un tempo in cui si deve lottare e un tempo in cui tacere, accettare la realtà, voltare le spalle e sparire per sempre ma, gli stolti, i mediocri e gli egoisti ciò non lo comprendo: quando la nave è salpata solo un folle può continuare ad insistere, anche se è solo la stupidità a non smettere di farlo.
La rettitudine e l’apparente educazione, da sole non bastano, come non bastano l'insistenza inascoltata, l’invadenza subdola e latente e pietismi plastificati presi in prestito al momento: anzi, quest'ultima è cosa spregevole e intollerante, giacché infanga talmente gli animi e i cuori altrui che finisce per suscitare solo disgusto e ripugnanza da parte della considerazione e della reputazione.
Il silenzio di una bocca chiusa per indifferenza o commiserazione come quello di labbra cucite per disgusto e ripugnanza non può essere silenzio. Si potrebbe raggiungere lo stesso risultato, amputandosi forse la lingua ma, nemmeno quello sarebbe silenzio. Può appellarsi grande colui/colei che, potendo parlare, osserva, commisera il miserabile di quella miseria, si allontana e non proferisce alcuna parola inutile.
L’unica mossa saggia di chi ha generato quel silenzio è…sparire per sempre eliminando anche la benché minima traccia del suo triste operato e della sua stessa nefasta esistenza!

(Da scritti di Ed Bloom, Albert Camus , Baltasar Gracián y Morales e Gandhi)


In sogni sereni e rilassanti io cammino con te
anche su strade strette e impervie
e nulla mi fa paura quando ci sei tu con me.
In quell’alone di luce di un lampione
sento il mio colletto freddo ed umido
quando i nostri occhi vengono lacerati
da lampi devastanti di parole vane e inopportune
che spezzano la notte intaccando
il nostro dolce suono del silenzio
l'unico riparo in cui possiamo vivere sereni
e intensamente la storia ultima di noi.

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Ciascun essere umano dovrebbe capire il tempo che vive, comprendere quando è finita, quando un tempo ha scandito gli ultimi rintocchi, quando è suonata la campana. C'è un tempo in cui si deve lottare e un tempo in cui tacere, accettare la realtà, voltare le spalle e sparire per sempre ma, gli...
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Le mezze verità

15 giugno 2015 ore 13:31 segnala
Come è mio solito, anche ieri pomeriggio, in spiaggia, sono andato in una delle mie solite insenature, per prendere il sole. Quelle insenature dove c'è poca gente, quella adatta ai sognatori e… a "pochi amici". ;-) Non ci sono né bambini, nè famiglie ma, solo..."i soliti noti", come me. Ci conosciamo tutti ormai, tanto che a volte facciamo l'appello visus di chi manca e chi c'è, specie nei weekend. Ieri, stranamente, c'era un viso più. Venite, venite, vi racconto.

Arrivato al mio solito scoglio, in fondo alla fila dei naturali, con fondali mozzafiato, al mio posto solito c'era una giovanissima donna che piangeva sommessamente. Siccome aveva il volto chino sopra le braccia non l'ho riconosciuta subito e ho chiesto ai miei amici habituè, chi fosse quella dolcissima ragazza che piangeva in quel modo. Rispondono sempre le stesse: le malate di sogni: io le chiamo Dream & Dream, rigorosamente napoletane: “Stà aspettann a tte. Dice che sol tu a può aiutà a capì. (Sta aspettando te. Dice che solo tu puoi aiutarla a comprendere.) E’ ch’aggiù fatt o’ traduttor e google? (E chi sono, io? Il traduttore di Google?) È la figlia dei.... Ma chi? Angel? (La chiamo così per privacy oltre che è veramente un angelo) Ma cos'hai Angel? Le chiedo subito. Cosa ti è successo? Lei ricomponendosi quel tanto per parlare almeno, mi dice che non riesce ad accettare quelle mezze verità o le bugie a metà, come volete chiamarle voi, che le dice il suo ragazzo. Ma perchè Marco? Perchè alcune persone fanno così? Mia cara giovane amica, eppure studi, sei colta e intelligente, conosci persone e cose e, dovresti capire subito di cosa si tratta. Solo che tu tiene nu poco e’ fil m’brugliat n’gapo (Solo che tu hai, un pò' i fili dell’impianto imbrogliati in testa) e ciò ti porta ad errate e un pò pessimistiche valutazioni. Tu non hai mai reticenze con lui? Gli dici sempre tutto? Dimmi la verità! No! Ma non è che gli nascondo qualcosa, solo le cose che possono fargli male e turbarlo anche se poi gliele dico in un altro modo. Sai per preservarlo da cose forti che potrebbero fargli male. Ecco, brava. Te la sei data da sola la risposta. Questo è un atteggiamento di chi ama senza limiti. Quel ragazzo ti ama molto e sa che dicendoti tutta la verità ed in modo spietato e diretto, tu soffriresti molto. E cosa fa per evitarlo? Ti “addolcisce la verità”; te la rende su un piatto più a misura della tua sensibilità. Spesso però, il destinatario di quella mezza verità, come nel tuo caso, è talmente sensibile o incline a pensare ad un “complotto ordito alle sue spalle”, che non sempre comprende quella nobile intenzione. Si fa prendere la mano e inizia a m’bruglià e fil n’capo. (Inizia ad imbrogliarsi i fili in testa). Crede, infatti, che subisca non uno ma, due tradimenti: uno per l’immediata reticenza e l’altro per aver saputo solo alla fine la probabile e ancor non creduta verità. Ma non è così! E tu lo sai bene. Tanto è vero che adotti la stessa tecnica espositiva, me lo hai detto proprio adesso. Quando tocca a lui di ascoltare e capire i tuoi tempi, i tuoi impegni, le tue assenze e le tue presenze tutto deve andare bene, deve poter comprendere e accettare col sorriso. Quando tocca a te, adesso che tocca a te, sembra che i conti non ti tornino mai. Non funziona proprio così, sai bella?
E allora, Marco? Che dovrei fare? E o’ vvuò sape a me? Io posso dirti solo quali sono le possibili soluzioni. Due son le soluzioni: se per te, lui è poco importante oppure tu, in amore, sei capace di vedere solo inganni dappertutto allora non sopporterai neanche se un giorno sbaglia a dire che giorno è; mentre, invece se lo ami per davvero, come dici al mondo intero, gli dirai che da oggi, dovrà dirti sempre tutta l'intera verità. Ma poi...t'appienn o' tram e t'he staje zitt, (Poi ti appendi al tram, qualunque sia la verità che ti dirà dovrai accettarla in silenzio) anche se dovesse farti male più del solito.
A queste parole Angel si alza, si asciuga le lacrime, mi dà un bacio sulla guancia e se ne va, senza porfferir parola.
Angel, allora? Che farai? Prufessò, agg decis!…M'appen o' tram! (Porfessore ho deciso subito: mi appendo al tram!) Marco. Grazie assaje, per le tue parole. Finalmente ho capito che….”o tram è uno solo, o cchiù bell che è passato fin a mmò e io nun o' voglio perdere per ddoje strunzate! (Il tram è uno solo, il più bello di quelli che ho vissuto fino adesso ed io non me lo voglio perdere per delle stupide incomprensioni!)
E mentre le dicevo: "adesso che tocca a te"...passava un pareo, lo prese al volo...Abbi cura di te, pensai da solo.



...e adesso che sono arriva fin qui grazie ai miei sogni che cosa me ne faccio della verità?
La verità è una sola: quella che più riusciamo ad accettare per quella vita che viviamo e sentiamo tutta nostra: quella è la verità!

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Come è mio solito, anche ieri pomeriggio, in spiaggia, sono andato in una delle mie solite insenature, per prendere il sole. Quelle insenature dove c'è poca gente, quella adatta ai sognatori e… a "pochi amici". ;-) Non ci sono né bambini, nè famiglie ma, solo..."i soliti noti", come me. Ci...
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La finestra sul cortile

10 giugno 2015 ore 15:33 segnala
E’ quasi un anno che inseguo un obiettivo che, ahimè, non sono riuscito a raggiungere. Sradicare definitivamente la presenza di una umanità indecente. Ed anche se ho ignorato e finanche riso delle sue inconsistenze e infondatezze di quei suoi vaneggiamenti, devo ammettere che ho fallito.
Quell’”umanità” è ancora tutta qui. Non sono riuscito a “metterla da parte”; come un virus invadeva ogni tessuto sano e ne succhiava via la vita. In questo ho fallito. Sono riuscito ad ottenere, solamente che quella parte di cui parlo, che detesto profondamente, di cui non sto qui a descriverne l’ingombro, il fastidio e l’invadenza ineducata e irrispettosa, sia finalmente giunta ad avere almeno l’intuito e la decenza morale (almeno per imitazione) di rimanere in silenzio; di evitare, e solo con la sua presenza, di intorpidire ed inquinare una fonte limpida e chiara come quella del cuore e dell’anima di un’umanità avulsa da certe beghe condominiali di periferia e da infamie gratuite di un malcostume radicato. Anche se, ogni tanto, come se avesse bisogno di alimentarsi della vita altrui, come morti viventi, quali sono, li vedi, arrivano e sparano una delle loro nauseabonde idiozie giustificandole con bestialità in cui credono, ancora, solo loro, definendole con nomi strani: istintività, nostalgia, ricordi, delusione, credendo di scalfire ancora chi davvero, li ha da tempo ignorati e dimenticati. Ma, come si dice? L’erba cattiva è dura da estirpare. Da parte mia il coraggio della consapevolezza che l’insuccesso è sempre un frutto di un tentativo e che è sempre preferibile smarrirsi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai. Io sono sereno! Voi, fatevene una ragione, su: siete stati smascherati di brutto. Nella vostra rete piena di buchi ormai non ci casca più neanche Pinocchio, Heidi o Pollon. Oltre, a sapere, il mondo intero, chi davvero siete. Se fossi in voi cambierei social, cambierei faccia, cambierei nome, cambierei vita, cambierei mondo e sparirei per sempre. In questo modo, conserverete, almeno l’idea personalissima che avete di voi stessi. Se rimanete qui, ahimè perderete anche quella. Su, forza, anima e coraggio. In punta di piedi, cancellate tutto, noi faremo finta di non vedere….ci gireremo dall’altra parte e voi….uscirete indisturbati.

Rimane ovvio come in questo periodo non ho incontrato solo umanità svenduta all’ingrosso di esistenze contraffatte al mercato dell’usato e di vite senza vita ma, ho incontrato anche umanità eccezionale, grande, immensa, sensibile, benevola, solare, raggiante, allegra, coerente, leale, rispettosa, colta, educata… Vorrei addirittura citare i loro nomi per ringraziarli ad uno ad uno ma, so che la mia mente, ormai stanca, mi tradirebbe, facendomene dimenticare qualcuno e…non sarebbe giusto e corretto mancare di rispetto ad un amico. Quindi io mi rivolgo a te, a te e a te, ehi anche a te…Ciao, un abbraccio eterno a tutti voi che con un sorriso, avete contribuito a far più belle le mie ore passate qui e a voi tutti amiche e amici che avete migliorato la mia vita. Spero di ritrovarvi tutti qui, più grandi, più belli che mai e con un’anima grande proprio uguale…a quella vostra. Grazie con tutto il mio cuore.
Se e ogni qual volta vorrete parlare con me...basta scriverlo qui in pubblico o in privato. Chi mi conosce sa benissimo che io per gli amici ci sono e ci sarò sempre.
Ed in questa consapevolezza di queste emozioni contrastanti che ho deciso di riposarmi un po’. Di prendermi un periodo di vacanza. D’altronde la cosa importante, nella vita è capire che, a volte, fermarsi è importante tanto quanto andare avanti a tutti i costi!

Detto questo, immagino che qualcuno si aspetterà che io scriva “addio”…”buona vita”, “buona fortuna”… "hasta la vista"...No! Niente di tutto questo!!! Perché tra i miei difetti ce ne sono tre durissimi da estirpare: la COERENZA, il RISPETTO e la LEALTA’ verso me stesso e verso gli altri e soprattutto verso chi stimo e amo. Perché io, non scrivo “vado” per farmi pregare di restare e poi vengo di nascosto e cambio tattica aspettando il "gregge" che mi viene a consolare. Io VOGLIO venire in silenzio e in punta di piedi, per non disturbare, e con molto garbo e tatto, a sincerarmi di come stanno i miei veri amici e a controllare se avete capito la lezione, voi personaggi senza nome, faccia, patria, onore e senza Dio. E questa volta, se rivedo qualcosa fuori posto, ne vedremo delle belle, siatene certi. Il mio non è un avvertimento…è una promessa!
Ma, io lo so, sarete buoni, perché gli scheletri nell’armadio, di tutti ad uno ad uno, Marco li conosce bene! Con tanto di fonti, data, ora e interlocutore. Quindi vi conviene stare buoni, miei perfetti, indifferenti estranei, vi conviene essere furbi, tanto, vigliacchi, subdoli, sporchi e infami lo siete stati già.
Ergo, voglio immaginare me che, ogni tanto, quando verrò ad affacciami, sereno, a questa simpatica “finestra sul cortile” per rivedere ancora le facce allegre e sorridenti dei miei amici veri e, me ne rallegrerò, sorridendo loro; verrò a vedere, in quella luce, le vostre facce anguste prima che vi scoppia l’ultima espressione incredula triste e mesta di falsa vittima designata o il vostro ultimo spergiuro con contorno di deplorevole e crudele infamia e, lo so…non leggerò, davvero niente di nuovo: solo le vostre solite, inutili….vecchie stronzate!




A volte, fermarsi è importante tanto quanto andare avanti a tutti i costi!

Grazie a tutti, con il cuore, a tutti quanti, a chi mi vuole bene, a chi mi ha insegnato a guardare avanti ed anche a chi mi ha fatto male, mi e' servito per capire. Grazie a chi mi ha detto no, ad un sorriso sconosciuto, ad una donna, ad un amico e a quella porta chiusa in faccia, a chi non mi ha tradito quella volta.
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E’ quasi un anno che inseguo un obiettivo che, ahimè, non sono riuscito a raggiungere. Sradicare definitivamente la presenza di una umanità indecente. Ed anche se ho ignorato e finanche riso delle sue inconsistenze e infondatezze di quei suoi vaneggiamenti, devo ammettere che ho fallito....
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Carezzami la testa...

27 maggio 2015 ore 11:52 segnala
Credo fermamente nell’affermazione “Avere un “buon cuore” al giorno d’oggi è una qualità adatta solo per l’espianto di organi.” E questo posso scriverlo in quanto uomo estremamente impulsivo e..."letale", avendo di me, la vita fatto tutto ciò che la faceva godere. Ma in qualità di padre e di uomo che ama, e ama davvero fino a ad annientare se stesso, frantumando il suo cuore in mille pezzi e dall’alto dei suoi anni avanzati, posso darti un consiglio: l’IMPULSIVITA’, l’IRA, il RANCORE, l’ODIO, l’INVIDIA NON HANNO MAI PORTATO A NULLA!

Io non conosco affatto quei sentimenti come l’invidia, il rancore, l’odio ma, non conosco neanche la pietà e il perdono. Io conosco benissimo l’impulsività e l’ira. Non ho mezze misure. Purtroppo sono un uomo spietato. Io non credo nel recupero di specie alcuna e di qualsiasi natura. Io abbatto! L’albero marcio del giardino io lo butto giù, prima che altri alberi si ammalino o abbiamo a soffrire di quel male. Non perdo tempo a curarlo. Non esiste cura quando certe malattie sono radicate nell’anima e affondano radici nell’odio, nel rancore e nell’invidia ma soprattutto nell'accidia e nell'egoismo puro. Sono spietato, diretto e… letale. Non pérdono niente e nessuno e affondo gli artigli direttamente alla gola. E non c'è bisogno che io veda chissà quale grande lordura. A me basta vedere un cane abbandonato o ascoltare il pianto sommesso di un bimbo o di una figlia di Dio, per accendere in me, nella testa, i contatti….!

Si dice che l’ira viene nascosta dalla cultura. La cultura? Ne ho tanta ma, serve a ben poco per razionalizzare quando hai mente e cuore a morte feriti, l’anima dilaniata dalla gente e hai offerto più volte anche la terza guancia. La cultura in questi casi serve solo a farti affilare meglio la spada. Ma, nonostante tutto ciò, nonostante questa mia triste e cosciente consapevolezza, quello che posso affermare con assoluta certezza è che tutto ciò appaga solo le menti e i cuori, dalla vita feriti, come la mente ed il cuore che addosso mi porto ma, mai l’anima…l’anima no! E, credimi, mio gentile lettore e visitatore, non ne vale mai la pena! Ti invito, tu che puoi a fermarti prima che ti prenda la mano. L’unica arma che ti consiglio di usare è la più affilata e non ti costa niente: si chiama INDIFFERENZA!

La giusta strada da percorrere, pertanto, quella che posso io suggerirti, come ultimo altare di un’ira mai spenta, ultima di immagine di guerriero a morte ferito e di uomo che ha saputo sempre valutare equamente tanto il suo coraggio quanto la sua paura; è quella di avere un credo fatto di poche regole. Lessi, tempo fa, qui sul web, qualcosa che mi colpì profondamente e ciò che mi colpisce in quel modo mi rimane nella mente. Non credo di ricordare tutte quelle parole ma, tutte quelle che occorrono adesso, son sicuro, son qui. Imparale a memoria:

Il male più grande? L'egoismo!
I sentimenti più orrendi? L’odio, Il rancore e l’invidia!
L'errore imperdonabile? Rinunciare a comprendere!
La prima necessità? Comunicare!
La cosa più semplice? Sbagliarsi!
L'ostacolo insormontabile? La paura!
Il difetto peggiore? Il malumore!
La sconfitta peggiore? Arrendersi al male!
L’atteggiamento avverso il male? L’indifferenza!
Il regalo più bello? Ascoltare!
La sensazione più intensa? La pace interiore!
L'atteggiamento più sublime? Il sorriso!
La medicina migliore? L'ottimismo!
Il giorno più bello? Questo!


Io, personalmente, ne aggiungerei solo un altro, di quei principi:
La vittoria più schiacciante: LA CONSAPEVOLEZZA DI SE STESSI.


Non ho più un Dio non ho e ho perso l'anima...
Hey Mama salvami
l'anima!


Il Dio dell'Antico Testamento è forse il personaggio più sgradevole di tutta la letteratura: geloso e fiero di esserlo, è un castigamatti, meschino, iniquo e spietato; sanguinario istigatore della pulizia etnica; un bullo misogino, omofobo, razzista, infanticida, genocida, figlicida, pestilenziale, megalomane, sadomasochista e maligno secondo il suo capriccio. Quelli di noi che si sono familiarizzati con i suoi metodi fin dall'infanzia hanno finito per non accorgersi più di quanto siano orrendi.
(Richard Dawkins, L'illusione di Dio)
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Credo fermamente nell’affermazione “Avere un “buon cuore” al giorno d’oggi è una qualità adatta solo per l’espianto di organi.” E questo posso scriverlo in quanto uomo estremamente impulsivo e..."letale", avendo di me, la vita fatto tutto ciò che la faceva godere. Ma in qualità di padre e di uomo...
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27/05/2015 11:52:40
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