Io non conosco affatto quei sentimenti come l’invidia, il rancore, l’odio ma, non conosco neanche la pietà e il perdono. Io conosco benissimo l’impulsività e l’ira. Non ho mezze misure. Purtroppo sono un uomo spietato. Io non credo nel recupero di specie alcuna e di qualsiasi natura. Io abbatto! L’albero marcio del giardino io lo butto giù, prima che altri alberi si ammalino o abbiamo a soffrire di quel male. Non perdo tempo a curarlo. Non esiste cura quando certe malattie sono radicate nell’anima e affondano radici nell’odio, nel rancore e nell’invidia ma soprattutto nell'accidia e nell'egoismo puro. Sono spietato, diretto e… letale. Non pérdono niente e nessuno e affondo gli artigli direttamente alla gola. E non c'è bisogno che io veda chissà quale grande lordura. A me basta vedere un cane abbandonato o ascoltare il pianto sommesso di un bimbo o di una figlia di Dio, per accendere in me, nella testa, i contatti….!
Si dice che l’ira viene nascosta dalla cultura. La cultura? Ne ho tanta ma, serve a ben poco per razionalizzare quando hai mente e cuore a morte feriti, l’anima dilaniata dalla gente e hai offerto più volte anche la terza guancia. La cultura in questi casi serve solo a farti affilare meglio la spada. Ma, nonostante tutto ciò, nonostante questa mia triste e cosciente consapevolezza, quello che posso affermare con assoluta certezza è che tutto ciò appaga solo le menti e i cuori, dalla vita feriti, come la mente ed il cuore che addosso mi porto ma, mai l’anima…l’anima no! E, credimi, mio gentile lettore e visitatore, non ne vale mai la pena! Ti invito, tu che puoi a fermarti prima che ti prenda la mano. L’unica arma che ti consiglio di usare è la più affilata e non ti costa niente: si chiama INDIFFERENZA!
La giusta strada da percorrere, pertanto, quella che posso io suggerirti, come ultimo altare di un’ira mai spenta, ultima di immagine di guerriero a morte ferito e di uomo che ha saputo sempre valutare equamente tanto il suo coraggio quanto la sua paura; è quella di avere un credo fatto di poche regole. Lessi, tempo fa, qui sul web, qualcosa che mi colpì profondamente e ciò che mi colpisce in quel modo mi rimane nella mente. Non credo di ricordare tutte quelle parole ma, tutte quelle che occorrono adesso, son sicuro, son qui. Imparale a memoria:
Il male più grande? L'egoismo!
I sentimenti più orrendi? L’odio, Il rancore e l’invidia!
L'errore imperdonabile? Rinunciare a comprendere!
La prima necessità? Comunicare!
La cosa più semplice? Sbagliarsi!
L'ostacolo insormontabile? La paura!
Il difetto peggiore? Il malumore!
La sconfitta peggiore? Arrendersi al male!
L’atteggiamento avverso il male? L’indifferenza!
Il regalo più bello? Ascoltare!
La sensazione più intensa? La pace interiore!
L'atteggiamento più sublime? Il sorriso!
La medicina migliore? L'ottimismo!
Il giorno più bello? Questo!
Io, personalmente, ne aggiungerei solo un altro, di quei principi:
La vittoria più schiacciante: LA CONSAPEVOLEZZA DI SE STESSI.

Non ho più un Dio non ho e ho perso l'anima...
Hey Mama salvami l'anima!
Il Dio dell'Antico Testamento è forse il personaggio più sgradevole di tutta la letteratura: geloso e fiero di esserlo, è un castigamatti, meschino, iniquo e spietato; sanguinario istigatore della pulizia etnica; un bullo misogino, omofobo, razzista, infanticida, genocida, figlicida, pestilenziale, megalomane, sadomasochista e maligno secondo il suo capriccio. Quelli di noi che si sono familiarizzati con i suoi metodi fin dall'infanzia hanno finito per non accorgersi più di quanto siano orrendi.
(Richard Dawkins, L'illusione di Dio)