Jimmy è bravo con le parole. Ne ha un sacco dentro e non si fa scrupoli a buttarne fuori qualcuna quando serve.
Che poi a ben vedere non è che sia così vero. Perché in fondo Jimmy non è così bravo, nel senso che per quanto le usi bene ha costantemente la sensazione di non riuscire mai a dire quello che davvero vorrebbe: tutto quello strano mondo di sensazioni paure vanità che si porta dentro sembra in qualche modo intraducibile per lui, e il tempo non ha migliorato le cose, anzi. Ora che ha superato i trenta sembra che tutto si sia ancora più complicato, e adesso pure i suoi gesti gli sembrano sempre più fuori sincrono rispetto a quello che vorrebbe davvero esprimere. Ma cosa vorrebbe esprimere in realtà? E’ questa la domanda, la domanda vera, e Jimmy lo sa benissimo, meravigliosamente bene. Jimmy non è un coglione. Ma non può rispondere - non adesso almeno - perché Simona è di fronte a lui e lo sta guardando come ogni tanto è bello essere guardati dalle donne. E la sua bocca è socchiusa. E uno sguardo e una bocca così non ammettono paranoie: “the show must go on” cantavano gli Oasis, no? (lo so che sono i Queen, ma volevo vedere se eravate attenti).
Jimmy ci sa fare e le cuce addosso una catenina di parole dolci che su quella camicetta bianca stanno una favola (quando bisogna dirlo bisogna dirlo). Lei sorride, ascolta, guarda. Lei non ha bisogno di tante parole, e lui la invidia per questo; lui le invidia tutte per questo.
Poi le disegna un bel cappellino di aggettivi leggeri leggeri appena un po’ zavorrati da qualche sostantivo apparentemente fuori luogo, ma ben stretti da efficaci preposizioni articolate, giusto per creare un po’ di contrasto con i suoi capelli corvini e lucidi. E profumati. Mammamia che buon profumo quei capelli, la brezza di questa serata in città sembra non voglia soffiare altro. Che sciocchezza, no?
“Il taxi sta arrivando”, sussurra. Quando parla lei bisogna ammettere che dice verità inappellabili.
Jimmy si avvicina al suo visino, e lei al suo brutto muso. Si guardano intensamente mentre il rumore della macchina pian piano si insinua nelle loro orecchie.
Poi le sfiora la guancia, e con il pollice le tocca appena il labbro superiore (lui avrebbe voluto quello inferiore, ma come vi dicevo non sempre fa quello che vuole). Le soffia addosso un po’ di impalpabili figure retoriche, solo un filo, come nuvolette di cipria. Così lei è costretta a chiudere gli occhi, si aggrappa a lui e poi anche lui chiude gli occhi (ma, diavolo, ci ha dovuto pensare?) e si baciano, un bel bacio pieno di trasporto e paura, d’altronde è un primo bacio e non c’è niente di male (tutti e due lo sanno), ma Jimmy al solito ci mette qualcosa di più perché sa che sarà anche l’ultimo (purtroppo questo lo sa solo lui).
Il taxi in folle è ormai la stonata colonna sonora di questo contatto, gli scoppiettii del motore rimbalzano come un singhiozzo imbarazzato nei loro petti, appiccicati in un modo che neanche vi immaginate, lo giuro.
“Allora, io vado...”
“Ciao Simona...”
Lei lo accarezza.
“Sono stata...”
Lui fa cadere un paio di avverbi (rimbalzano un paio di volte prima di fermarsi), lei si china per raccoglierli ma quando si rialza Jimmy non c’è più.
Adesso la sta guardando da dietro qualcosa mentre si volta incredula e smarrita con in mano i suoi avverbi sporchi di asfalto e mozziconi di sigaretta e lentamente si aggrappa al sedile del taxi. La vede far uscire la testa dal finestrino per guardarsi in giro un’ultima volta, poi un’ultima volta ancora. Adesso è partita.
Jimmy guarda il taxi allontanarsi, sempre più piccolo, adesso solo una piccola e stupida virgola rumorosa in mezzo a un milione di virgole rumorose e ridicole e bellissime.
Il sole è quasi sparito del tutto ormai. Un bambino tira piangendo la gonna di sua madre. I cani pisciano.
Poi Jimmy prende un po’ di belle rime alternate, si costruisce un deltaplano e vola così lontano che sembra un punto.
Jimmy da legare
08 febbraio 2008 ore 01:19 segnala8791252
Jimmy è bravo con le parole. Ne ha un sacco dentro e non si fa scrupoli a buttarne fuori qualcuna quando serve. Che poi a ben vedere non è che sia così vero. Perché in fondo Jimmy non è così bravo, nel senso che per quanto le usi bene ha costantemente la sensazione di non riuscire mai a dire quello...
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08/02/2008 01:19:59
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