
Ho usato inutili parole di fuoco per disegnare la passione, per poi trovarmi l’anima affondata nelle sabbie mobili della solitudine. Per questo ho spesso dovuto dare senso al distacco forzando la mia volontà, obbligandomi ad interrompere rapporti che pensavo reali ma che erano profondamente inesistenti. Qualche volta ho dovuto strapparmi l’amore dal cuore solo perché mi sono perso nell’illusione che fosse realtà.
Quindi ho lentamente ripercorso quelle mie inutili tracce lasciate nel tempo, talune scritte con falsa intensità allo scopo di compiacere chi mi stava solo avvelenando con l’arte della menzogna, altre invece provenienti da mondi talmente lontani e artificiali da risultare troppo distanti per essere visitati. Da qui ho compreso che ciascuno è solo nel momento in cui sceglie di esserlo per propria colpa od incapacità. In realtà non c’è mai stato complotto contro la sua persona, perché quella scelta di essere solo viandante senza cittadinanza è stata volutamente consapevole.
Così mi sono deciso a lasciare che la luce della ragione illuminasse il mio percorso, in modo da rendere il respiro della vita più sopportabile a quel cuore che sembrava irrimediabilmente perduto, che invece era solo addormentato. Distanza ed emozione, senso del distacco e sorrisi celati alla vista, sono diventate solo indifferenti vocali e consonanti, cessando per sempre di essere lame leggere infilate sino all’osso nella mia carne viva e sanguinante.
Ho voluto scrivere tutto questo per lasciare traccia di me a quei fantasmi qui presenti ma nascosti, ma sempre pericolosamente distanti. A tutti loro dedico le mie parole. A loro che come luci che si accendono e spengono al solo scopo di spiarti l’anima, dedico il mio pensiero di uomo risorto, redento e felice per la loro assenza. Per loro, spiriti inquieti e senza futuro, lascerò memoria del passaggio della mia anima che loro non avranno mai, perché semplicemente non la meritano.