
Quando Smith entrò al Ritz Hotel di Place Vandôme la vide seduta con lo sguardo perso nel vuoto. Aveva il suo caffè ma era lì nella tazza
aspettando le sue labbra.
Lei aspettava. Da troppo tempo.
Era stata a fasi alterne triste, arrabbiata, furiosa, preoccupata.
E ora era lì, aspettava. Pensava. Non beveva.
Quando la vide gli tremarono le gambe. Aveva letto il suo messaggio in codice. Era un messaggio triste e dolce, decise di correre il rischio e andare da lei. Spiegarle quello che
era accaduto.
Smith le si sedette davanti, all'improvviso. Lei pensava fosse uno scocciatore. Alzò svogliatamente lo sguardo pronta a dire: «sparisci verme». Ma la frase le morì in gola.
Troppe volte aveva immaginato quel momento ed ogni volta aveva una reazione diversa. Ora era realtà. Lui era davanti ai suoi occhi.
Il suo braccio destro partì per sferrare uno schiaffo potente (energia accumulata in mesi di logorante attesa). Ma lui lo fermò bloccandole
il polso e posandole la mano sul tavolino.
Aveva un sorriso che la mandò in bestia e immediatamente partì il braccio sinistro.
Ma Smith riuscì a fermare anche quello.
La lingua era libera e la usò: «Brutto figlio di puttana, dove, dove cazzo sei stato tutto questo tempo? Nemmeno una parola, un cenno per farmi sapere se eri vivo, morto, su una qualche cimiciosa spiaggia a passeggiare come un brutto figlio di puttana senza cuore… Ti odio Smith, ti odio profondamente».
«Quei maledetti – accennò lui – erano sulle mie tracce, la mia copertura era bruciata, e potevano facilmente arrivare a te, non volevo rischiare, mettere in pericolo anche te, non me lo sarei mai perdonato».
Lei si calmò ma era pronta ad aggredirlo ancora, se avesse continuato a fare quel sorrisetto da… da… sì, da figlio di puttana.
«Ora che si fa? – disse lei – Sono sempre sulle tue tracce?».
«Sì – rispose lui – ma non avere paura, nessuno mi ha seguito».
«Non ho paura, idiota, è solo per sapere cosa hai pensato di fare!».
La fissò negli occhi senza sorridere. «Ti ho pensata molto, ma non potevo rischiare che ti scoprissero. È stata dura ma credo di esserci riuscito a non portarli diritti a te quei maledetti.
Saperti al sicuro mi rende felice.».
«Sei uno stupido figlio di puttana, e ora pensi di cavartela così? Con quattro parole senza senso? E io, tutto il mio tempo sprecato? Le mie ansie? Le mie preoccupazioni? Sei un fottutissimo idiota!».
«C'è un volo fra due giorni, e uno il giorno dopo. Caracas e poi via a Nassau. Parto prima io e poi tu, se vuoi. Ti aspetterò per tre giorni e poi andrò alle Bahamas e ogni giorno farò una passeggiata sulla spiaggia sperando di sentire il profumo di felci».
Le strinse le mani e si alzò per andare… ma ebbe un tentennamento si abbassò verso di lei come per dirle un'ultima cosa all'orecchio. Un bacio leggero e delicato all'angolo della bocca. «Spero di passeggiare con te sulla spiaggia di Grace Bay». Andò via.
Lo guardò confondersi tra la folla, come fumo nella nebbia.
Lei sorrise, si alzò, mise gli occhiali da sole, uscì sapendo che non sarebbe più tornata al Ritz.
Respirò l'aria fredda di una Parigi piena di sole. Sarebbe partita?
Non lo sapeva ancora, ma ora non voleva pensarci, voleva solo godersi una inaspettata giornata di sole.